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RISULTATI E CONCLUSION

LA RAZZA REGGIANA E LA RAZZA MODENESE BIANCA VAL PADANA QUALI ESEMPI DI RAZZE LOCAL

RISULTATI E CONCLUSION

Gli allevatori delle due razze analizzate hanno un’età media di 47 anni e 51 anni rispettivamente per la Reggiana e Modenese Bianca Val Padana e una famiglia composta da 3 a 5 persone. Nel 73% nel caso della Reggiana e nell’80% Modenese Bianca Val Padana più del 75% del reddito famigliare proviene dall’azienda agricola. In media 2-3 membri della famiglia contribuiscono alle attività aziendali, con una necessità limitata di assistenti esterni. La dimensione media degli

Bianca Val Padana. La quasi totalità del terreno aziendale è arabile (97%, RE; 90% BVP) e circa il 50% è di proprietà dell’allevatore. Per quanto riguarda la razza Reggiana il 47% degli allevamenti analizzati alleva solo bovini reggiani, con una media di 33 vacche per azienda. Il restante 53% è costituito da mandrie miste, spesso con bovini di razza Frisona e con minor frequenza di razza Simmenthal, Modenese, Bruna Alpina e Blu Belga. Nel 13% dei casi è presente meno del 10% di vacche Reggiane, nel 27% dei casi dal 10 al 49% e per il restante più del 50%. Per la razza Modenese Bianca Val Padana invece il 23% degli allevamenti analizzati alleva solo bovini modenesi, con una media di 22 vacche per azienda. Quelli misti (77%), spesso con bovini di razza Frisona e con minor frequenza di razza Simmenthal, Reggiana, Bruna Alpina e Blu Belga, hanno nel 31% dei casi meno del 10% di vacche Modenesi, nel 27% dei casi dal 10 al 49% di vacche modenesi e per il restante 19% più del 50%.

Dalle interviste ne deriva che nella razza Reggiana sono presenti tre differenti situazioni produttive:

(i) allevamenti di sole vacche reggiane, che rappresentano il 47% del campione, in cui il latte è utilizzato per produrre Parmigiano Reggiano di Razza Reggiana;

(ii) allevamenti misti (30% del campione) che vendono il latte dei bovini reggiani per produrre Parmigiano Reggiano di Razza Reggiana e il latte degli altri bovini per produrre Parmigiano Reggiano standard;

(iii) allevamenti misti che vendono il latte solo per produrre Parmigiano Reggiano standard che rappresentano il restante 23%.

Per quanto riguarda la razza BVP invece l'81% delle mandrie produce solo latte, che in un quarto dei casi è destinato alla produzione di Parmigiano Reggiano di vacche Modenesi e nei rimanenti tre quarti alla produzione di Parmigiano Reggiano "standard" non legato alla razza, o raramente al consumo diretto. Almeno una cooperativa e una società agricola trasformano il latte in Parmigiano Reggiano di vacche modenesi e almeno tre allevamenti producono carne. La valorizzazione

questa produzione come “prodotto di razza” è stata avviata recentemente.

Le principali motivazioni che spingono gli allevatori a mantenere in azienda bovini delle razze locali sono illustrate nella Figura 1: gli allevatori di razza Reggiana hanno indicato come principale motivazione la buona opportunità di reddito derivante dalla vendita del prodotto tipico insieme alla tradizione storica dell’azienda e del luogo.

Come seconda motivazione hanno citato le buone caratteristiche degli animali e il reddito del Parmigiano Reggiano di razza Reggiana. Nel caso della Modenese (Figura 1), come prima motivazione gli allevatori hanno invece indicato la tradizione storica del luogo e dell’azienda, e il piacere della famiglia nell’allevare questa razza; come seconda motivazione, le buone caratteristiche degli animali. Figura 1: Motivazioni principali per continuare ad allevare le razze bovine locali.

regionali, i professionisti del settore, le associazioni, i centri di ricerca, i turisti e i media, abbiano un parere positivo, o per lo meno neutrale nei confronti della loro razza. L’unica categoria secondo gli intervistati, che percepisce negativamente l’allevamento della razza locale è quella degli allevatori delle razze cosmopolite (Figura 2). Inoltre gli allevatori delle due razze locali pensano che la società riconosca nella loro razza alcuni valori positivi quali il fatto di essere un patrimonio culturale (79%), di contribuire al mantenimento del paesaggio rurale (78%), e alla salvaguardia della biodiversità agricola (72%).

Agli allevatori è stato chiesto di confrontare la propria razza con la Frisona Italiana (FI) in termini di produttività, caratteri funzionali (fertilità, longevità, rusticità, esigenze, docilità) e redditività economica. Dal confronto è emerso che in entrambe le razze la produttività è considerata inferiore rispetto alla FI in particolare per il 93% degli allevatori di Reggiana e per il 100% degli allevatori di Modenese Bianca Val Padana, ma se si considerano la redditività economica e le caratteristiche funzionali la razza locale acquista maggior valore.

Nel caso della RE l’83% degli allevatori considera la propria razza più redditizia rispetto alla FI; tale fenomeno è legato al successo del Parmigiano Reggiano marchiato Vacche Rosse, prodotto con latte di sole vacche reggiane, più remunerativo rispetto al comune Parmigiano Reggiano.

Nella BVP, nonostante il 54% degli allevatori consideri la sua redditività inferiore rispetto alla FI, il 35% degli allevatori, che rappresentano tutti coloro che conferiscono latte per la produzione di Parmigiano Reggiano Bianca Modenese prodotto con latte di sole vacche Modenese BVP, ha riconosciuto una maggiore redditività rispetto alla FI.

Considerando i parametri funzionali gli intervistati delle due razze locali hanno riportato una maggiore fertilità, longevità, rusticità e minori esigenze rispetto alla FI, ma minore docilità (> fertilità: RE e BVP per il 70% degli intervistati; > longevità: RE 93%, BVP 100%; > rusticità: RE e BVP 97%; < esigenze: RE 97%, BVP 85%; < docilità: RE 57%, BVP 61%).

delle minacce associate al contesto locale e nazionale, ne deriva che tra le forze percepite dagli allevatori si trovano la competitività economica per i produttori di Parmigiano Reggiano legato alle razze e le buone caratteristiche funzionali degli animali. Tra le debolezze gli allevatori di entrambe le razze considerano il basso numero di capi con rischio di consanguineità e la ridotta produttività degli animali. Tra le opportunità riportate troviamo la considerazione positiva della società verso le razze locali, l’interesse per la cultura rurale e l’aumento a livello nazionale e internazionale di prodotti d nicchia e di qualità. Infine gli allevatori considerano tra le minacce il trend economico negativo dell’allevamento del bovino da latte e il rischio di falsificazione del prodotto.

Figura 2: L’opinione degli allevatore sul parere della società nei confronti delle razze bovine locali Reggiana e Modenese.

Dalla presente indagine emerge che nel sistema allevatoriale della razza Reggiana e Modenese BVP l’allevatore opera con sistemi di produzione caratterizzati da maggiore attenzione alla qualità dei prodotti, alla tipologia di allevamento e all’ambiente. Alcuni aspetti indagati forniscono indicazioni sulla sostenibilità dell’allevamento delle razze quale le migliori prestazioni delle razze locali rispetto

capacità di adattamento ad ambienti marginali. La valutazione positiva della società per la razza locale, la considerazione della razza locale come patrimonio culturale per le tradizioni ad esse collegate, il contributo alla conservazione del paesaggio e l’importanza della biodiversità agricola sono altre considerazioni a favore della razza locale. In tal modo le due razze oggetto di analisi si propongono come candidate all’allevamento biologico.

RINGRAZIAMENTI

Il presente lavoro è stato realizzato all’interno dell’Azione EURECA 012 AGRI GEN RES 870/2004, finanziata grazie al contributo economico della Commissione Europea, Direzione Generale dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, Council Regulation (EC) N. 870/2004, e dall’Università degli Studi di Milano.

BIBLIOGRAFIA

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