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Il numero di suini attivi e dei parametri caratterizzanti il comportamento agonistico riscontrati nelle diverse fasi della prova sono riportati in Tab. 2. La Tab. 3 invece riporta i valori medi±d.s. del numero di suini attivi e dei parametri caratterizzanti il comportamento agonistico riscontrati nei due gruppi sperimentali.

Tabella 2: valori medi ± deviazione standard dei parametri di comportamento agonistico e dei suini

attivi all'inizio dell'osservazione nelle diverse fase di osservazione; i valori sono riferiti ai

comportamenti osservati in ogni box, in intervalli di osservazione di 10 minuti.

Fase Numero di suini attivi Numero di aggressioni Durata media delle aggressioni (s)

Durata totale delle aggressioni (s)

Fase 1 (0 - 24h) 2,07 ± 2,52 5,11 ± 7,91 3,31 ± 5,63 36,4 ± 75,87

Fase 2 (48 - 72h) 1,17 ± 1,38 2,80 ± 4,51 1,86 ± 3,52 17,1 ± 39,23

Fase 3 (7 gg) 1,45 ± 1,92 2,87 ± 4,31 1,90 ± 3,19 6,2 ± 11,61

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Tabella 3: valori medi ± deviazione standard dei parametri di comportamento agonistico e dei suini

attivi all'inizio dell'osservazione nei due gruppi sperimentali: mixaggio al buio e mixaggio alla

luce; i valori sono riferiti ai comportamenti osservati in ogni box, in intervalli di osservazione di 10

minuti. Gruppo sperimentale Numero di suini attivi Numero di aggressioni totali

Durata totale delle aggressioni (s) Mixaggio buio 1,85 ± 2,59 4,37 ± 6,28 30,38 ± 73,98

Mixaggio luce 2,31 ± 2,44 5,85 ± 9,22 42,41 ± 77,46

Effetto del tempo dal mixing sul comportamento agonistico e livelli di attività

Per quanto riguarda il numero di aggressioni l'analisi del modello generalizzato lineare misto ha rilevato un effetto significativo della Fase (P < 0,001). I successivi confronti effettuati tra le fasi 1, 2, e 3 con la fase 4, la quale assume un valore basale di riferimento, hanno evidenziato solo un effetto tendenzialmente significativo per il confronto con la fase 1 (P = 0,086), con un maggior numero di aggressioni riscontrate in quest’ultima rispetto alla fase 4 (Fig. 3). Nessuna significatività è stata invece riscontrata tra la fase 4 e la fase 2 (P = 0,69) o la fase 3 (P = 0,69).

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L'analisi del modello generalizzato lineare misto sulla durata totale delle aggressioni ha rilevato un effetto significativo della Fase (P < 0,001). I successivi confronti a coppie hanno evidenziato che esiste una differenza significativa nella durata totale delle aggressioni tra la fase 1 e 4 (P = 0,01) e tra la fase 2 e 4 (P = 0,04) (Fig. 4).

Figura 3: Distribuzione (min, 1° quartile, mediana, 3° quartile, max), del numero di interazioni

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Figura 4: Distribuzione (min, 1° quartile, mediana, 3° quartile, max), della durata di interazioni

agonistiche riscontrate in 10 minuti di osservazione, a diversi intervalli di tempo dal mixing

Per quanto riguarda il livello di attività (numero di suini in stazione ad inizio osservazione), l'analisi del modello ha rilevato anche in quest'ultimo caso un effetto significativo della fase di prova (P < 0,001). Mettendo a confronto la fase 1, 2, 3 con la fase 4, si osserva una differenza significativa tra la fase 1 e fase 4 (P = 0,008) e tra la fase 2 e la fase 4 (P = 0,001); non risulta significativo il confronto tra la fase 3 e 4 (P = 0,148).

Figura 5: distribuzione (min. 1° quartile, mediana, 3° quartile, max) del numero di suini in stazione

riscontrati ad inizio osservazione, a diversi intervalli di tempo dal mixing.

I risultati riguardanti l’andamento del comportamento agonistico a diversi intervalli di tempo dal momento del mescolamento sono coerenti con quanto riportato in letteratura: il mescolamento comporta una alterazione della composizione sociale, e la necessità di formare una nuova struttura gerarchica. Meese et al. (1973) affermano che per suini adulti il processo di stabilizzazione del comportamento all’interno di un gruppo neoformato di suini; ciononostante, la maggior parte dei

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comportamenti agonistici avviene nelle prime 24 h da quando i suini estranei vengono inseriti nel gruppo. Analogamente, Secondo Arey ed Edwards (1998) le posizioni di gerarchia in gruppi di scrofe sono risolte in tempi relativamente brevi, anche se la stabilità a lungo termine può essere influenzata da diversi fattori, quali ad esempio l'alimentazione.

Considerando che, per quanto riguarda il numero di interazioni agonistiche, la differenza tra le prime 24 h dopo il mescolamento e il comportamento rilevato dopo 2 settimane è solo tendenzialmente significativa (P = 0,082), si può presumere che questa variabile non sia sufficientemente sensibile quale indicatore di attività agonistica, per lo meno nel contesto del presente studio.

Osservando invece la durata totale delle aggressioni, questa risulta essere più elevata nel momento successivo al mescolamento e nelle 72h successive, per poi stabilizzarsi. La diminuzione della durata totale delle aggressioni, in assenza di una significativa riduzione nel loro numero, lascia supporre che nel tempo le aggressioni abbiano una risoluzione più rapida. A sua volta ciò potrebbe essere legato all’effetto della famigliarità, per cui i suini modificano il proprio comportamento nei confronti di specifici soggetti – per esempio rinunciando più velocemente a continuare un’interazione agonistica – sulla base degli esiti di interazioni precedenti.

Il livello di attività dei suini in stazione è maggiore nelle prime 24h e fino a 72h dal mixing, in parallelo con l’andamento della durata degli scontri agonistici. Una possibilità alla base di questo risultato è che il più lungo coinvolgimento in interazioni agonistiche, risulti in un minore quantitativo di tempo per riposare. Tuttavia, i motivi per cui questi animali sono attivi possono essere diversi: i suini sono vigili in seguito alla possibilità di un incontro agonistico, oppure ancora è possibile che la presenza di individui non conosciuti all’interno del gruppo stimoli interazioni sociali tra gli animali, risultando in un generale maggiore livello di attività. I dati attualmente in nostro possesso non consentono di differenziare tra tali spiegazioni.

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Effetto del tipo genetico e del gruppo sperimentale su numero e durata di aggressioni e

attività nel corso della Fase 1

Dal momento che l’analisi precedente ha identificato la Fase 1 come quella in cui si sono riscontrati valori superiori al basale per quanto riguarda sia il comportamento agonistico, sia il livello di attività dei suini, una successiva analisi è stata ristretta a questa fase, analizzando l’effetto del tipo genetico e della condizione sperimentale sui suddetti comportamenti.

I risultati del modello generalizzato lineare misto con l’effetto dei fattori inclusi nel modello sul numero di comportamenti agonistici rilevati sono riportati in Tab. 4.

Tabella 4: Effetto dei fattori Tipo genetico e Gruppo sperimentale sul numero totale di aggressioni compiute nell’intervallo di osservazione (10 minuti) dai suini coinvolti nello studio. Modello

generalizzato lineare misto.

Fattori Wald Chi - Square P

Tipo genetico 13,42 0,004

Gruppo sperimentale 1,87 0,172

Tipo genetico X gruppo sperimentale

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Figura 6: Distribuzione (min, 1° quartile, mediana, 3° quartile, max), del numero di interazioni

agonistiche riscontrate in 10 minuti di osservazione, nelle prime 24 ore della prova, divise per Tipo

genetico

Dai risultati ottenuti (Fig. 6) si osserva che il numero di aggressioni totali è significativamente influenzato dal tipo genetico. In generale, è stato riscontrato un numero maggiore di aggressioni da parte del tipo genetico Goland rispetto ai tipi genetici Topigs, DanBred ed Anas (in tutti i casi P > 0,05).

E’ stato inoltre rilevato un effetto significativo dell’interazione tra tipo genetico e gruppo sperimentale, con un numero significativamente più alto di aggressioni da parte di suini Goland appartenenti ai gruppi mixati al buio, rispetto ad animali della stessa razza mixati alla luce (P < 0,05).

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Figura 7: Distribuzione (min, 1° quartile, mediana, 3° quartile, max), del numero di interazioni

agonistiche riscontrate in 10 minuti di osservazione, nelle prime 24 ore della prova, divise per Tipo

genetico confrontandoli nel mixaggio al buio e nel mixaggio alla luce

La tab. 5 riporta i risultati dell’analisi condotta sulla durata totale delle aggressioni in cui sono coinvolti suini delle diverse razze e dei due gruppi sperimentali nella fase 1.

Tabella 5: Effetto dei fattori Tipo genetico e Gruppo sperimentale sulla durata totale di aggressioni compiute nell’intervallo di osservazione (10 minuti) dai suini coinvolti nello studio. Modello

generalizzato lineare misto.

Fattori Wald Chi - Square P

Tipo genetico 8,88 0,03

Gruppo Sperimentale 0,09 0,76

Tipo genetico X Gruppo sperimentale

12,57 0,01

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Anche in questo caso è stato riscontrato un effetto significativo della razza e dell’interazione tra razza e condizione sperimentale. In particolare, si è osservata una riduzione significativa nella durata del comportamento agonistico, nei suini di razza DanBred mixati in condizione di buio rispetto ai suini della stessa razza mixati alla luce (p < 0,05) (Fig. 8)

Figura 8: Distribuzione (min, 1° quartile, mediana, 3° quartile, max) della durata totale di

interazioni agonistiche riscontrate in 10 minuti di osservazione, nelle prime 24 ore della prova,

divise per Tipo genetico confrontandoli nel mixaggio al buio e nel mixaggio alla luce

Per quanto riguarda la terza variabile in studio, numero di suini in stazione ad inizio video, la tab. 6 mostra gli effetti del tipo genetico e del gruppo sperimentale relativamente alla Fase 1.

Tabella 6: Effetto dei fattori Tipo genetico e Gruppo sperimentale sul numero di suini in stazione ad inizio video compiute nell’intervallo di osservazione (10 minuti) dai suini coinvolti nello studio.

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Fattori Wald Chi - Square P

Tipo genetico 3,465 0,325

Gruppo Sperimentale 8,170 0,004

Tipo genetico X Gruppo sperimentale

11,171 0,011

Dai risultati ottenuti si osserva che il numero di suini in stazione ad inizio osservazione è significativamente influenzato dal gruppo sperimentale e dal tipo genetico. In particolare è stato inoltre riscontrato un numero maggiore di suini Goland e Topigs in stazione al mixaggio alla luce rispetto agli stessi tipi genetici mescolai al buio. Non sono state rilevate differenze significative tra condizioni sperimentali nelle altre due linee genetiche.

Figura 9: Distribuzione (min, 1° quartile, mediana, 3° quartile, max) ddel numero di suini in

stazione ad inizio osservazione, nelle prime 24 ore della prova, divise per Tipo genetico

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Nel complesso i risultati dell’analisi relativa alla fase 1 dello studio – ovvero le 24 ore successive al momento del mixing – indicano un generale effetto del tipo genetico sull’espressione del comportamento agonistico, che si manifesta come un maggior numero di interazioni agonistiche da parte dei suini di razza Goland, e una maggior durata complessiva per le interazioni agonistiche in cui sono coinvolti i suini di razza Danbred, per lo meno in condizioni di illuminazione normale. Il comportamento agonistico è caratterizzato nel suino da un certo grado di determinismo genetico, ed è opinione comune che diverse linee genetiche usate nel settore produttivo manifestino una diversa predisposizione ad esprimere un comportamento agonistico. Una ricerca svoltasi nel 2017 da Chu at al. ha messo in evidenza che suini indigeni cinesi sono meno attivi e meno aggressivi degli ibridi commerciali europei attraverso lo studio su polimorfismi genetici di geni legati ai neurotrasmettitori. Tuttavia, difficilmente gli studi scientifici hanno impiegato e confrontato maiali appartenenti a linee genetiche diverse in identici contesti (anche per lo scarso interesse del settore zootecnico nei confronti di questa condizione che difficilmente si realizza in contesti produttivi), mentre risulta difficile confrontare il comportamento esibito da maiali studiati in condizioni sperimentali diverse. Pertanto è la letteratura non è informativa circa la reale esistenza di differenze nel comportamento agonistico tra diverse razze, così come l’eventuale entità e caratteristiche di tali differenze. In questo senso i risultati del presente studio rappresentano un’interessante riscontro, mettendo per la prima volta in luce una differenza quantitativa nel comportamento espresso da diverse linee. L’elevato numero di episodi in cui sono coinvolti i suini della linea Goland potrebbe suggerire che l’aggressività manifestata in tale linea sia di origine reattiva. Viceversa, la maggiore durata degli episodi agonistici caratteristici dei suini di linea Danbred, potrebbe riflettere una maggiore perseveranza di questi ultimi nel portare a termine un confronto agonistico. Tuttavia, tali meccanismi rimangono del tutto ipotetici e difficilmente verificabili con i dati attualmente in nostro possesso.

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I risultati del presente studio, indicano anche un parziale effetto dell’assenza di illuminazione sui parametri caratterizzanti il comportamento agonistico, che si manifesta chiaramente nei due tipi genetici caratterizzati da maggior comportamento agonistico sopra citati.

In primo luogo, si è evidenziato un aumento nel numero di episodi agonistici in suini Goland mantenuti al buio, rispetto a suini della stessa linea mantenuti alla luce. In secondo luogo, è stato riscontrato che l’assenza di illuminazione riduce in modo significativo la durata delle interazioni agonistiche in cui sono coinvolti suini della linea DanBred.

La discrepanza nell’effetto sortito dal buio sui diversi parametri del comportamento agonistico in due diverse linee, supporta l’idea che i meccanismi alla base dell’espressione di tale comportamento nelle due linee genetiche. Da un lato, ad esempio, il buio prolungato, specialmente subito dopo una intensa modificazione del contesto sociale, può rappresentare una condizione di stress e allerta, che a loro volta possono aumentare la reattività dei soggetti. In questo senso troverebbe giustificazione l’aumentato numero di episodi agonistici manifestati dai suini della linea Goland. Anche i dati relativi al livello di attività manifestato dai suini di questa linea genetica, superiore rispetto a Danbred e Anas, potrebbero supportare questa spiegazione.

Dall’altro lato il buio riduce significativamente la durata delle azioni agonistiche dei suini di linea Danbred. Una prima ipotesi presa in considerazione è il fatto che gli animali sono meno aggressivi al buio semplicemente perché meno attivi; tuttavia questa ipotesi sembra essere scartata perché differenze tra il livello di attività nel gruppo mixato al buio e mixato alla luce non si vedono per il tipo genetico DanBred. Una seconda ipotesi potrebbe essere che gli animali, in conseguenza della mancanza di luce, sono meno esposti a stimoli visivi che scatenano il comportamento agonistico. Anche questa ipotesi sembra però non essere corretta perché non si osserva una differenza significativa tra mix al buio e alla luce nel numero totale di comportamenti agonistici espressi da questa linea genetica. Più probabilmente, la ridotta visibilità rende i suini meno efficaci nelle azioni agonistiche. Se così fosse, è possibile che anche gli effetti delle aggressioni a livello di lesioni

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fisiche potrebbero essere mitigati: dati in nostro possesso, non riportati in questo studio, riguardo il numero e la gravità delle lesioni riscontrate sui maiali, sembrerebbero confermare questa ipotesi. Come detto, la discrepanza di risultati potrebbe riflettere meccanismi diversi implicati nella stimolazione e nel mantenimento del comportamento agonistico. Tale discrepanza di risultati riflette anche quanto si riscontra nella poca letteratura esistente al riguardo siano pochi. Diversi studi che hanno analizzato l’efficacia di diversi livelli di illuminazione su diversi aspetti del comportamento del suino, incluso il comportamento agonistico riportando effetti diversi o assenza di effetti (es. Dechamps and Nicks 1989; Christison 1995; Martelli et al. nel 2010).

Per esempio, uno studio svolto presso l’università di Bologna e pubblicato da Martelli et al. nel 2010 ha valutato suini ibridi commerciali in due gruppi sperimentali: a bassa intensità luminosa (40 lx) e ad elevata intensità luminosa (80lx), per 12h. L’analisi comportamentale ha messo in evidenza che la diversa intensità di luce non ha influenzato i principali tratti comportamentali dei suini. Le interazioni agonistiche sono state alte (P < 0,05) tra i suini che hanno ricevuto illuminazione ridotta (40 lx) mentre i suini con illuminazione maggiore (80 lx) hanno avuto una percentuale più alta di interazioni sociali tattili. Viceversa, in Christinson (1995) il numero di aggressioni immediatamente seguenti il mixing tende ad essere minore in animali sottoposti a fotoperiodo ridotto rispetto che alla luce.

La scarsa letteratura rende difficile entrare nel merito di possibili meccanismi alla base degli effetti della diversa illuminazione. Tale difficoltà è certamente aumentata anche dalle rilevanti differenze metodologiche riscontrabili in diversi studi, che coinvolgono linee genetiche diverse da quelle prese in esame dal presente lavoro (e comunque difficilmente più linee genetiche), diversi livelli di illuminazione, diverse età dei soggetti coinvolti, tutti fattori che verosimilmente hanno un notevole impatto potenziale sull’espressione del comportamento agonistico.

L’utilizzo del buio come metodo di riduzione delle aggressioni nel settore suinicolo non è nuovo; alcuni autori suggeriscono che condizioni di buio prolungato possano portare a riduzione nel benessere dei soggetti, così come a perdite produttive legate a una riduzione nell’ingestione di

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alimento e nei tassi di accrescimento. Benché i risultati riportati in questo studio non siano in grado di dare indicazioni in questo senso, dati raccolti parallelamente relativamente all’accesso alla mangiatoia nel periodo con fotoperiodo alterato, l’ingestione giornaliere, e il tasso di accrescimento nello stesso periodo, indicano una sostanziale assenza di un effetto del buio prolungato su tali parametri, così come sul peso degli animali al momento della macellazione. Anche l’assenza di effetti del buio sull’attività degli animali – verificatisi solo per alcune linee genetiche – sembrano poter supportare un relativamente basso impatto di tale pratica.

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CONCLUSIONI

Il presente studio ha inteso verificare l'efficacia del buio come mezzo per ridurre le interazioni agonistiche tra suini in fase di ingrasso, al momento della formazione di nuovi gruppi sociali e nei giorni successivi, essendo questa una pratica manageriale potenzialmente di facile applicazione. Lo studio ha dimostrato che la condizione di illuminazione assente al momento del mixing ha un effetto sul comportamento agonistico che dipende dalla linea genetica, e verosimilmente attribuibile a meccanismi diversi alla base del comportamento agonistico manifestato da diverse linee. Futuri studi dovrebbero essere rivolti a comprendere meglio quali meccanismi intervengano nella stimolazione e nel mantenimento del comportamento agonistico nel suino e se/come pratiche legati alla riduzione dell’illuminazione possano essere introdotte in contesto produttivo per ridurre l’incidenza di tale comportamento e il suo effetto sulla salute del suino e della qualità delle produzioni.

Inoltre, benché dati raccolti parallelamente a questo lavoro di tesi e qui non riportati indichino una sostanziale assenza di effetti negativi dell’assenza di illuminazione su parametri produttivi e comportamentali (quali accesso in mangiatoia e livello di attività), esiste la possibilità che prolungate condizioni di illuminazione assente possano essere causa di riduzione del benessere degli animali coinvolti. Futuri studi potrebbero quindi essere indirizzati a valutare in modo specifico l’impatto di condizioni di illuminazione ridotte o assenti sul benessere degli animali. Dal momento che le manifestazioni comportamentali utilizzabili per la valutazione del benessere nella specie suina sono relativamente ridotte, se non in condizioni di stress cronico, tali studi dovrebbero verosimilmente includere valutazioni di altri parametri, quali indicatori endocrinologici o fisiologici di stress.

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