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I risultati economici aziendal

Con riferimento all’anno 2006 in media le aziende agricole piemontesi forniscono una produzione vendibile (PLV) pari a circa 56.000 euro, mentre il valore aggiunto (VA) ammonta a quasi 35.000 euro e il prodotto netto (PN) - calcolato come valore aggiunto al netto di imposte, tasse e ammortamenti delle immobilizzazioni agricole - è di poco superiore a 26.000 euro. Detraendo dal prodotto netto i costi della manodopera e degli affitti passivi si ottiene il reddito operativo (RO), indicatore che evidenzia la remunerazione dei fattori produttivi attraverso le attività tipiche dell’azienda agricola11

. Se a esso si sottraggono (o sommano) gli elementi straordinari della gestione si ottiene il reddito netto (RN) che corrisponde all’utile (o perdita) di esercizio. In media il reddito netto dell’azienda agricola è pari a poco più di 20.000 euro; la eventuale differenza fra RO e RN misura l’incidenza sulla redditività aziendale degli utili derivanti dalla gestione atipica (in particolare, agriturismo, contoterzismo e affitti passivi) e dei contributi aziendali in conto esercizio.

Come si evince dalle Tabelle A.3.3 e A.3.4, settori importanti dell’agricoltura piemontese manifestano una buona produttività della terra e/o del lavoro: in particolare, le aziende specializzate nella coltivazioni dei seminativi, le imprese orientate all’ortofloricoltura, alla frutticoltura e alla viticoltura, e, infine, le imprese specializzate nella zootecnia.

La cerealicoltura è di rilevante importanza in Piemonte, poiché interessa circa un terzo della SAU regionale. Le aziende specializzate nella coltivazione dei cereali e delle piante oleo-proteaginose (OTE 13), pur offrendo una contenuta produttività della terra (circa 2.000 euro per ettaro) manifestano la più elevata produttività del lavoro (circa 50.000 euro per ULT) tra le aziende

11 La gestione tipica di un’azienda agricola (gestione caratteristica) è costituita, nella metodologia I

NEA,

dall’insieme di tutte le attività economiche legate alla produzione dei beni agricoli; essa consente di stabilire se le componenti reddituali derivano esclusivamente dall’attività agricola oppure vi sono altre attività che incidono positivamente o negativamente, sulla gestione complessiva.

specializzate nelle produzioni vegetali. Giova ricordare che in questa tipologia aziendale sono ovviamente comprese le aziende risicole che, come noto, sono caratterizzate da ampie superfici ad elevata intensità produttiva.

Da sottolineare il forte impatto dei trasferimenti pubblici sulle aziende di OTE 13, per le quali nel 2006 il peso dei medesimi rappresenta oltre il 30% della produzione vendibile. Dalla Figura 2.3 appare evidente come alcune tipologie aziendali beneficino in misura superiore ad altre delle politiche di sostegno, le quali contribuiscono fortemente a migliorare la performance economica delle imprese.

Fig. 2.3 - Aziende RICA Piemonte 2006: incidenza del sostegno pubblico, per OTE

0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 13 14 20 31 32 34 41 42 43 44 50 60 71 81 82

Tra sferimenti pubblici/PLV

O

T

E

Fonte: nostre elaborazioni da Banca dati INEA -RICA Piemonte 2006

Il Piemonte si conferma come uno dei più importanti sistemi zootecnici italiani, specialmente per quanto riguarda l’allevamento bovino. Sono praticati sia l’allevamento di tipo intensivo, consistente nell’ingrasso e nel finissaggio

dei capi giovani importati per lo più dalla vicina Francia, sia l’allevamento estensivo (la cosiddetta linea “vacca-vitello”) tipicamente diffuso in ambiente collinare e montano, oggi in forte espansione soprattutto per quanto concerne la razza autoctona Piemontese. Nelle aziende specializzate nell’allevamento bovino la PLV zootecnica e la produttività del lavoro risultano piuttosto elevate: l’indice PLV zootecnica/UBA e PLV/ULT assumono, rispettivamente, i valori di oltre 1.000 euro per UBA e quasi 55.000 euro per ULT; è da sottolineare, però, il forte impatto dei costi variabili che incidono per circa il 60% sulla PLV sia nel caso delle aziende specializzate nell’allevamento bovino da carne che nel caso delle aziende da latte.

Le imprese orientate all’allevamento intensivo degli avicoli e dei suini (OTE 50) ottengono altresì buoni risultati, realizzando in media un reddito netto di circa 35.000 euro per ULF; anche in questo tipo di aziende si rileva un’elevata incidenza dei costi variabili rispetto alla PLV.

La frutticoltura (OTE 32) e la viticoltura (OTE 31) sono attività estremamente importanti in Piemonte. I fruttiferi sono particolarmente diffusi in alcune aree collinari e pedemontane del cuneese, dove si concentra l’80% circa della produzione regionale; particolare rilievo ha la coltivazione del melo (le mele rappresentano circa il 17% del totale della frutta prodotta), del pero e del pesco (13% della produzione). È inoltre molto rilevante la coltivazione della frutta a guscio (castagno, nocciolo e noce). Il castagno viene coltivato sia per il frutto che per il legname da opera, mentre il nocciolo si estende su ben 10.000 ettari nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria, con una tendenza espansiva negli ultimi anni; il noce, infine, riveste un’importanza minore. Come si evince dalla Tabella A.3.4, le performance economiche delle aziende frutticole specializzate sono di tutto rilievo: infatti, la produttività della terra si attesta sui circa 6.000 euro all’ettaro e la redditività del lavoro è di poco superiore ai 13.000 euro per ULF.

Il comparto viticolo si caratterizza per l’elevata qualificazione delle produzioni, vista la forte incidenza dei prodotti a denominazione d’origine (DOC e DOCG) e per la filiera di tipo allargato che ne consegue, in cui alla produzione di uva e vino sono collegati altri settori come il turismo, l’enogastronomia, i beni culturali, l’immobiliare, l’editoria, ecc. Come si vedrà meglio nei capitoli successivi, il comparto è caratterizzato da un’alta frammentazione delle aziende, con dimensioni medie relativamente contenute; la maggior parte delle superfici viticole e dell’industria di trasformazione si concentrano tendenzialmente nell’arco meridionale, nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria, dove il livello di specializzazione e l’incidenza sulle economie locali sono molto forti. In Piemonte la produttività del vigneto si aggira sui 7.500 euro/ha e la

redditività del lavoro è di circa 17.000 euro per ULF. Si noti come i risultati conseguiti dalle aziende viticole siano superiori alle seppur buone performance delle aziende operanti nel settore frutticolo.

Infine, sempre nell’ambito delle tipologie intensive rientrano le aziende ortofloricole (OTE 20) le quali garantiscono un’elevata produttività della terra (oltre 34.000 euro per ettaro) sia in virtù dell’entità del numeratore (circa 84.000 euro di PLV) sia a fronte dell’esiguità del denominatore (poco più di 2,4 ettari di SAU) e la cui redditività del lavoro è pari a 17.000 euro per ULF.

Le informazioni tecnico-economiche delle aziende del campione RICA distribuite per classi di dimensione economica sono esposte nelle tabelle A.3.5 e A.3.6 in Appendice statistica. L’analisi delle medesime evidenzia come gli indici economici (in particolare, la produttività e la redditività della terra) siano poco dissimili nelle classi di UDE 3, 4 e 5 (da 4.800 euro a 48.000 euro di RLS), mentre aumentano fortemente nelle aziende di dimensioni economiche maggiori (classi di UDE 6 e7).

Gli indici che esprimono la produttività e la redditività del lavoro, invece, manifestano variazioni più rilevanti: ad esempio, il reddito netto passa da circa 3.200 euro/ULF nelle aziende afferenti alla classe di UDE 3 a quasi 14.000 euro/ULF nella classe di UDE 5, per poi aumentare fino a circa 76.000 euro/ULF nella classe di UDE 7. Come è lecito attendersi, le aziende afferenti alle classi di UDE 6 e 7 sono quelle meglio strutturate e garantiscono una migliore utilizzazione dei fattori produttivi terra e lavoro fornendo, pertanto, migliori performance economiche.

CAPITOLO 3

L

A VITIVINICOLTURA IN

P

IEMONTE