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7. REVISIONE DELLA LETTERATURA – ANALISI DEGLI ARTICOLI

7.3 RISULTATI LEGATI ALL’INFERMIERE PROFESSIONISTA

Le competenze necessarie ed i possibili interventi infermieristici che possono aiutare l’adolescente a gestire le sue emozioni ed a continuare il suo sviluppo identitario che sono emersi dall’analisi degli articoli sono diverse ma con una base comune le quali devono essere adattate al singolo paziente.

La presa a carico di un paziente adolescente rappresenta una sfida per il professionista oltre ad essere complessa dal momento che ogni ragazzo reagisce ed ha bisogni diversi. Inoltre, è essenziale che il giovane sia al centro delle cure e di assisterlo in maniera olistica e nella sua globalità come persona (comprendendo i suoi valori ed i suoi desideri), coinvolgendo i genitori e la sua rete sociale oltre ad identificare le sue risorse ed i suoi interessi. Il ragazzo dev’essere riconosciuto nella sua individualità e nella sua unicità alfine di poter personalizzare le cure riducendo così al minimo gli ostacoli del trattamento oncologico sul suo sviluppo identitario. Di conseguenza l’infermiere deve comprendere e riconoscere i bisogni di sviluppo del singolo ragazzo e “trattarlo” in modo normale e non minimizzarlo alla malattia così d’aiutarlo ad andare avanti con il suo sviluppo. La relazione che si instaura con l’adolescente è unica ed è basata, oltre che sulla fiducia, anche sul rispetto reciproco. Di conseguenza l’infermiere deve prendersi ed avere il tempo da dedicare al ragazzo, dev’essere capace ad ascoltarlo e cogliere il suo non verbale il quale rivela molto del suo stato emotivo. La nostra presenza ed il conoscersi reciprocamente permettono al professionista d’aiutare l’adolescente ad esprimere le sue emozioni e di dare un nome a ciò che sta succedendo. Inoltre, è importante che il ragazzo comprenda la nostra disponibilità e la nostra presenza nell’essere lì con lui oltre a rassicurarlo che non affronterà questo cammino da solo. Nella presa a carico del giovane è essenziale considerare seriamente le sue richieste e le sue necessità oltre a responsabilizzarlo e coinvolgerlo nelle cure. Lo sviluppo del processo decisionale è un aspetto che l’infermiere deve promuovere nel ragazzo dal momento che esso rappresenta un suo compito evolutivo oltre ad aiutarlo a mantenere una sensazione di controllo della situazione. I professionisti hanno riscontrato che l’esperienza pratica nel trattamento del cancro gioca un ruolo fondamentale nella cura. Così come anche la conoscenza della patologia e la voglia di aggiornarsi continuamente sulle ricerche e sulle nuove cure. L’infermiere che si occupa dell’adolescente non deve avere solo abilità professionali ma deve anche avere delle attitudini e caratteristiche personali che l’aiutano ad interagire ed infondere fiducia al paziente giovane. È importante che il professionista sia motivato, sensibile ed aperto a nuove idee (creatività nell’assistenza e pensare “fuori dagli schemi”) oltre alla voglia di entrare in relazione con il giovane e prendersi del tempo con e per lui. Inoltre, la presenza dello stesso infermiere tranquillizza il ragazzo, di conseguenza bisognerebbe pensare ad una continuità delle cure e della presa a carico. L’infermiere assume diversi ruoli. Nelle buone relazioni egli diventa “quasi un amico” dell’adolescente senza dimenticare però il suo aspetto professionale con il quale poter affrontare argomenti delicati e difficili. Inoltre, assume anche un ruolo di “ponte e mediatore” tra il ragazzo e le figure che lo circondano (sia informali che formali).

Un aspetto fondamentale nell’assistenza all’adolescente è quello di promuovere la sua normalità e la quotidianità. L’infermiere deve incoraggiare il ragazzo a mantenere le sue relazioni e le sue passioni. Di conseguenza, a volte, bisogna stabilire degli equilibri e dei compromessi alle sue proibizioni, quando possibile, ed andare incontro ai suoi desideri ed alle sue necessità (es. pizza con gli amici). Tale aspetto si può facilitare anche con orari di visita in reparto flessibili come anche la routine giornaliera oltre a proporre di portare, se desiderano, degli oggetti personali da mettere in camera. Infatti, è opportuno avere un ambiente fisico adatto all’adolescente dove abbia anche degli spazi comuni nei quali poter incontrare altri ragazzi nella sua stessa situazione e svolgere alcune attività

ricreative. Un altro aspetto facilitatore, se fattibile, è quello di impostare visite e trattamenti/degenze nei ritmi e nelle attività del ragazzo. L’attenzione alla normalità permette al ragazzo di mantenere una buona qualità di vita oltre ad accettare ed ad integrare la malattia nel suo sviluppo.

L’abilità essenziale è quella della comunicazione, la quale è indispensabile per instaurare rapporti basati sulla fiducia oltre a fornire informazioni appropriate e fungere da supporto durante l’annuncio della diagnosi (momento nel quale il ragazzo e la famiglia cercano di comprendere meglio la situazione ponendo domande mirate e specifiche). Tale competenza dev’essere unica ed adattata all’età del ragazzo alfine di “sintonizzarsi” sulla stessa lunghezza d’onda e di comprensione. Inoltre, una buona comunicazione permette anche di gestire la sfera psicologica del paziente in maniera migliore dal momento che lui si senta rassicurato dalle nostre conoscenze e dalla nostra presenza ed onestà e ciò permette anche di avere una qualità di vita migliore. È anche importante non essere paternalistici ed evitare di nascondere la verità al paziente, di conseguenza l’infermiere deve avere la capacità di cogliere il momento per comunicare determinate informazioni le quali devono essere dette in maniera onesta e chiare all’adolescente che pone determinate domande. Oltre al momento giusto, è importante anche il modo in cui il professionista comunica.

Infine, un altro punto importante che l’infermiere deve tenere in considerazione quando lavora con gli adolescenti è quello di impostare una cura a livello multidisciplinare coinvolgendo altri professionisti (es. educatrice, psicologa, fisioterapista,…). Inoltre, nell’assistenza si devono includere anche i genitori (e/o fratelli) dal momento che anche loro richiedono sostegno e supporto in questa situazione.