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Risultati in sintesi

Tipo di soggetto, interrogative subordinate

4 Le strutture interrogative nel Veneziano antico: alcune interpretazioni

4.1 Risultati in sintesi

In questo studio ci si è proposti di indagare i fenomeni sintattici relativi alle strutture interrogative nel Veneziano antico. Per la raccolta delle frasi interrogative ci si è focalizzati su un unico testo, il Tristano Veneto, edito da A. Donadello: si tratta di un romanzo medievale sorto a Venezia tra i secoli XIV e XV. La lettura completa del romanzo ha permesso di raccogliere un cospicuo numero di proposizioni interrogative, in base alle quali è stato possibile osservare fenomeni e costruzioni, e tracciare tendenze.

Il primo fenomeno indagato è stato la presenza, o l’assenza, dell’inversione tra verbo flesso e soggetto dovuta al movimento del verbo flesso al dominio CP, struttura tipica delle frasi interrogative principali, ma assente nelle subordinate.

Si può concludere che anche in Veneziano antico questo fenomeno agisce nel contesto delle interrogative principali: le percentuali calcolate dimostrano che solamente l’1.65% del totale delle interrogative dirette, cioè 11 su 666 (escludendo le interrogative in cui è interrogato il soggetto), non presenta l’inversione ma un soggetto preverbale: si è cercato di analizzare alcuni di questi casi come dislocazioni a sinistra del soggetto, anche se esso non viene ripreso da un pronome clitico come sarebbe normale.

Come ci si aspettava, anche in Veneziano antico si ritrova un’asimmetria tra interrogative principali e subordinate relativamente all’inversione verbo flesso-soggetto: i risultati percentuali dimostrano che di norma nelle indirette essa non agisce, in quanto il movimento del verbo flesso a C non avviene. I casi anomali di interrogative indirette con inversione rappresentano l’1.89% del totale (escluse sempre le interrogative sul soggetto), cioè 9 frasi su 476: si tratta di 2 frasi in cui il

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soggetto è interposto tra ausiliare e participio passato, e di 7 frasi in cui il pronome soggetto è posposto al verbo flesso.

Le indagini successive condotte sulle frasi interrogative riguardano il soggetto della frase: innanzitutto si è calcolato in che misura esso è realizzato o omesso nelle principali e nelle indirette, cercando di individuare una tendenza generale. Successivamente si è provveduto alla distinzione tra soggetti nominali contenuti in DP e soggetti pronominali, e si sono osservate le posizioni possibili, e quelle preferite, di questi tipi di soggetto, rispetto al verbo flesso e all’eventuale forma verbale non finita.

I risultati percentuali mostrano una netta prevalenza dei casi di soggetto realizzato rispetto a quelli di pro-drop, sia nelle frasi principali che in quelle subordinate: sono prive di soggetto espresso solamente il 5.23% delle interrogative dirette (35 frasi su 666), e il 2.73% delle interrogative indirette (13 frasi su 476). Se purifichiamo i dati escludendo dal totale le frasi con un DP soggetto, otteniamo che per quanto riguarda le interrogative principali, su 606 frasi, solamente 35 presentano un soggetto nullo (il 5.78%), mentre le restanti 571 (il 94.22%), presenta un pronome soggetto. Per quanto riguarda le interrogative subordinate, su 376 frasi, che corrispondono al totale di frasi con soggetto nullo o pronominale, escluse quindi le interrogative con DP soggetto, solamente 13 (il 376%) hanno un soggetto nullo, mentre ben 363 hanno un soggetto pronominale.

Si è cercato di analizzare e discutere i casi di pro drop, e si è osservato che essi si verificano in una di due frasi coordinate o in presenza di un vocativo o di una dislocazione per quanto riguarda le principali, mentre le subordinate con pro drop riguardano frasi coordinate o casi in cui il soggetto della reggente corrisponde a quello della subordinata. In entrambe le tipologie di interrogative, le omissioni riguardano tutte le persone del verbo, e non è sempre stato possibile trovare una spiegazione soddisfacente all’omissione del soggetto. Si può quindi concludere che

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la tendenza generale del Veneziano antico è quella di preferire un soggetto realizzato nella frase interrogativa.

Sempre riguardo al soggetto espresso nelle interrogative, sono stati conteggiati i casi in cui il soggetto è costituito da un DP, con un elemento nominale, e i casi in cui, invece, è costituito da un pronome. Si è visto in questo senso che il soggetto è prevalentemente espresso con un pronome sia nelle dirette che nelle indirette, anche se in quest’ultime i soggetti nominali mostrano una presenza maggiore rispetto alle principali: nelle indirette i DP sono il 18.43% e i pronomi l’81.57% (82 frasi vs 363), mentre nelle dirette i DP sono l’8.05% e i pronomi il 91, 95% (50 frasi vs 571). Si potrebbe dire quindi che il contesto subordinato ospita più frequentemente un DP rispetto a quello principale. Per quanto riguarda le principali, si sono notati casi di enclisi del soggetto al verbo flesso.

Passando alla posizione in cui il soggetto può posizionarsi nelle interrogative principali, possiamo concludere, guardando per comodità a frasi con un predicato composto, che le posizioni possibili sia per il soggetto pronominale sia per un DP sono due: la posizione interposta tra verbo flesso e forma non finita, data naturalmente dalla salita del verbo in C (ausiliare-soggetto-participio) e la posizione risultante dalla cosiddetta “inversione libera”, con il soggetto che segue l’intero complesso verbale (ausiliare-participio-soggetto). Mentre la prima è più naturalmente preferita dal soggetto pronominale, un DP è più frequentemente posposto al verbo, in particolare in presenza di una frase relativa collegata.

Le interrogative subordinate, invece, posizionano il soggetto pronominale regolarmente preposto all’intero predicato, visto che in questo caso l’inversione non si verifica. Anche il soggetto nominale può trovarsi normalmente in questa posizione, oppure può essere posposto all’intero complesso verbale, anche dopo il participio: quando questo avviene, in alcuni esempi, è comunque ripreso da un pronome preverbale.

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Dall’analisi delle domande raccolte si è potuto notare, infine, l’operare di tre fenomeni interessanti, il primo dei quali riguardanti tanto le dirette quanto le indirette: si tratta di una particolare costruzione che prevede un dimostrativo di ripresa nella frase reggente, che nelle interrogative dirette si vede utilizzato quando esse reggono una subordinata soggettiva, mentre è utilizzato a volte nella reggente dell’interrogativa indiretta per riprendere l’interrogativa stessa. Riguardano solo le interrogative subordinate le osservazioni sulla natura ambigua di come, tra complementatore che introduce una subordinata oggettiva e avverbio interrogativo che introduce una domanda indiretta, e sull’ambiguità di certe frasi relative usate in funzione interrogativa.

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4.2 Osservazioni sulla sintassi delle interrogative in