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Che cosa pensa si sia rivelato di maggiore utilità per il conseguimento degli obiettivi terapeutici? Da che cosa si è sentito maggiormente aiutato?

DISCUSSIONE DEI RISULTAT

3. Che cosa pensa si sia rivelato di maggiore utilità per il conseguimento degli obiettivi terapeutici? Da che cosa si è sentito maggiormente aiutato?

4. C’è stato un momento, nella terapia, che lei considera particolarmente significativo? Un punto di svolta, una frase, una consapevolezza, un momento che ricorda ancora e che considera rilevante per la sua psicoterapia?

5. Chi ha deciso il termine della psicoterapia? Come? Perché?

6. Come è stato per lei il distacco dal suo psicoterapeuta? Come lo ha vissuto? 7. Se tornasse indietro, intraprenderebbe nuovamente un percorso terapeutico? 8. Pensa che, se in futuro si ripresentassero delle esigenze particolari, tornerebbe in

psicoterapia?

9. Pensa che tornerebbe dal suo ultimo psicoterapeuta, o si rivolgerebbe ad un altro? Perché?

10. C’è qualcosa che vorrebbe aggiungere che non ha ancora detto sulla sua psicoterapia?

Se ha seguito un trattamento psichiatrico contemporaneamente alla psicoterapia: 11. Che effetto le hanno fatto gli psicofarmaci che ha assunto?

L’hanno aiutata a stare meglio? In che modo? Le hanno creato dei problemi? In che modo?

12. Secondo lei c’è una differenza tra il trattamento farmacologico e la psicoterapia? In cosa consiste questa differenza?

52 APPENDICE B Cognome e nome: _______________________________________________ Data: ____________________________ NON UTILE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 NEUTRO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 UTILE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50

53 APPENDICE C

Risposte complete alla domanda “Che cosa sente che è cambiato in lei e nel suo modo di vivere? In che cosa si sente effettivamente migliorato?”

P1. “Allora io mi sento migliorata nel senso che adesso io ho degli strumenti che prima non avevo, ma non è che uno se ne accorge appena finita la psicoterapia okay? Il dottore a dicembre mi ha detto “lei non ha più bisogno di me” o una frase di congedo simile, però mi ha lasciato il suo numero, mi tiene aggiornata “mi faccia sapere il suo percorso, i suoi progressi”. Quando però ti ritrovi in una situazione critica tu hai degli strumenti che pensavi di non… cioè non è che non pensavi di non avere perché eri sfiduciato nel percorso che hai fatto, ma è come sa quando si ritrova 20 euro nel cappotto vecchio? Tu non lo sai e in tal senso io percepisco di essere cambiata. Perché ora le ho fatto l’esempio di mio papà ma potrei farne degli altri, nella vita quando esci di casa ti rendi conto che hai degli strumenti in più per tagliare la mela, analizzarla, hai più prospettive.”

P2. “Non lo so perché… migliorata… ho detto che era un momento in cui ero veramente debole quindi sono migliorata perché ho superato quel momento che mi ha causato tutto questo crollo, diciamo e piano piano magari… tu arrivi ad un certo punto… sono arrivata a prendere decisioni che non riuscivo a prendere prima.” P3. “Mah cambiato in me non è cambiato niente perché dipende da me. Certamente il confronto con una persona che ti riesce a far focalizzare determinate cose… cioè ad esempio ho preso insieme al dottor T. … no, non insieme, a seguito anche del confronto col dottor T. una decisione lavorativa. Siccome a me lo stress… tante volte non riesco a gestire lo stress lavorativo, mi si riproponeva un’altra volta un ruolo importante all’interno dell’ufficio ma io avevo appunto paura dello stress perché poi in casa ho una situazione… ho adottato due bambini grandi e quindi mi ci vuole molta energia, quindi non me la sono sentita di prendere un altro impegno che molto probabilmente mi avrebbe portato via tanto tempo, tanto stress, avrebbe determinato di trascurare la famiglia e quindi anche con il confronto con il dottore ho fatto questa scelta di non accettare quel lavoro in quel momento che secondo me ero anche con un po’ di fragilità. Quindi mi ha aiutato in quel momento, poi per il resto non è che mi è

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cambiato gran ché però è rimasto che in determinate situazioni è bene confrontarsi con persone esperte cercando di approfondire le questioni, per poi prendere decisioni che però restano del singolo. Cioè non è che il dottore dà delle… però fa vedere il più possibile quali sono le cose. E io in serenità, senza che il dottore ci sia entrato dentro la mia decisione, però mi ha aiutato in quel momento.”

P4. “Allora io mi sento migliorata un po’ in tutto perché prima me la prendevo molto delle cose, di tutto perché sono una che si prende a cuore tutto; sono una persona che vuole dare sempre il massimo, anche se poi nella vita ho dato tanto ma alla fine ho ricevuto poco in cambio e ora, quando mi si presentano certe situazioni, ho la tendenza, dopo la psicoterapia, a valutarle per conto mio invece di farmi rovesciare addosso oppure di oberarmi… cioè ho la tendenza a dire “no, aspetta e vediamo”, cioè di non farmi buttare addosso quello che mi hanno buttato addosso nella vita sia verbalmente, sia materialmente; nel senso che io fin da piccina, anche all’interno della famiglia, che io c’ho una famiglia un po’ particolare, ho svolto il ruolo che tutte le responsabilità erano addosso a me. E tutto questo ha continuato: ha iniziato con la mia famiglia e ha continuato con l’altra mia famiglia, perché ho due figli, non sono sposata ma ho convissuto per tanti anni… e poi per tutto, sul lavoro, sulle amicizie, e quindi ora ci sto attenta. Questo per me è fondamentale perché io ero come un secchio della spazzatura dove tutti ci rovesciavano… ma anche, a parte con il convivente, ma anche storie con altri uomini uguale: si appoggiavano tutti a me e io quella sempre pronta. Ora cerco di starci attenta. Sono comunque socievole e ascolto le persone, però a un certo punto riesco anche a bloccare; nel senso non è che posso star male io, farmi carico di tutto io. Cioè questo l’ho modulato, son riuscita… prima non ero così e nel lavoro lo stesso. Qualche altro aspetto tipo la rabbia, perché io spesso… perché sì, è vero, ho questa modalità che io mi sono sempre fatta carico di tutto, però poi oltretutto quando fai le cose e non andavano… oppure io oltretutto venivo anche trattata male, io avevo questa rabbia e veniva fuori che spesso esplodeva, come anche una specie di difesa¸ però delle volte esplodevo, avevo queste esplosioni di rabbia perché mi rendevo conto che, senza entrare nello specifico, tutto quello che facevo era inutile e comunque oltretutto c’avevano anche da ridire e spesso esplodevo. Ora ad esempio molto meno, sono più tranquilla, un po’ più calma rispetto a prima.”

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P5. “Sono un po' più positiva, poco eh… cerco di non abbattermi. Diciamo anche che avere un bambino piccolo mi aiuta a non pensare, quindi sono indaffarata e quello mi aiuta tanto. Mi vedo [anche], rispetto a quando è iniziato il percorso, a parte l’idea di essere un po' più positiva piango di meno, il cervello frulla di meno rispetto a prima anche se va lo stesso; sto cercando, anche se è difficile.”

P6. “Sicuramente ho recuperato me stessa. Non mi ritrovavo più, vivevo troppo nel passato e nel dolore delle persone che avevo accanto e che non sapevano amarmi e che io amavo profondamente e volevo che mi dessero l’amore come io lo interpreto. Invece ho ritrovato me stessa, so che sono diversa dai miei genitori e nonostante tutto li amo; sono persone semplicemente diverse da me, che amano in un’altra maniera, che vivono in un altro modo. Questo mi ha fatto bene vederlo perché sono riuscita… ho metabolizzato e ho detto “io sono cresciuta e vissuta nel trauma e nella menzogna”, e i miei genitori non li conosco, li sto conoscendo adesso e non mi piacciono. Ho avuto necessità di farmi conoscere dai miei figli, che adesso sono adulti: mia figlia ha 30 anni e mio figlio 28. Ho parlato apertamente con loro, prima gli ho chiesto se avevano bisogno di conoscermi e di sentirmi; non è che l’ho fatto perché era da fare, volevo che loro mi dessero il consenso. Abbiamo parlato tanto, ci siamo avvicinati ancora di più e sto riacquistando la stima di me stessa.”

P7. “In tutto. Nel senso che ho cambiato lente, no? Ho cambiato prospettiva, modo di vedere le cose. Sono sempre io eh, nel senso non è che mi trasformo, però semplicemente il pensiero è automaticamente cambiato. Finalmente, insomma, era anche l’ora alla soglia dei trenta. Me lo dicono tutti che insomma un po' si raggiunge… non ti dico che c’è il raggiungimento della maturità perché non si smette mai di crescere e di imparare, però comunque sia mi serviva proprio il ribaltamento totale di mente, ecco. Sai, il pensiero è in po' tutto; la mente alla fine è quella che comanda, e quindi se prima pensavo da quando mi alzavo a quando andavo a letto negativo e attraevo di conseguenza il negativo a 360°, ora…”

P8. “Sì, come ho detto appunto mi sento padrona di me stessa perché adesso sento di poter fare le cose senza chiedere il permesso, senza aver paura di sbagliare, perché siamo umani e tutti si sbaglia e cioè non è che siamo robottini. Io se sbaglio pace. Se

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non so fare una cosa la chiedo, la gente viene pagata per fare determinate cose, quindi… […] Ho detto, ora negli uffici vado: se sei ignorante ti tratto male, se sei educato… come in tutte le cose. Ora non ho problemi, ora sto proprio bene.”

P9. “Allora mi sento… allora sicuramente nel mio modo di vivere è migliorato il fatto di essere innanzitutto un po' più sicura di me e della mia capacità di analisi delle situazioni e delle sensazioni che magari dicevo “No, sono io che ci vedo i mostri. Sono io che magari mi faccio troppe paranoie”; invece in realtà sono dinamiche, sono persone che sono meno sensibili e non ci fanno caso e persone che magari hanno un pochino più di sensibilità e quindi notano le cose, ma non sono io che sono pazza, ecco; sono semplicemente un pochino più sensibile a certe dinamiche, a certe cose. Sono cambiata perché riesco ad analizzare di più, cioè quando mi succede qualcosa… direi la capacità di analisi, però è un po’ riduttivo perché, non lo so spiegare bene, comunque riesco a… ora ho la forza, forse essendomi liberata da tutto un peso che avevo, ho la forza di, se c’è un problema, un qualcosa riesco ad essere il contenitore di me stessa più o meno, per ora. E quindi riesco a capire, a cercare di fare un po' di chiarezza da sola. Forse anche… appunto, sicuramente in questo senso mi ha aiutato in questo senso qui; riesco ad essere un po' più autonoma dal punto di vista emotivo, tra virgolette, non ho più bisogno di un contenitore di emozioni. Se posso dire sono cambiata perché riesco a fare un po' più di autoanalisi con consapevolezza, perché prima magari erano solo sensazioni; ora riesco a mettere insieme un concetto, tra virgolette, che per me è importante.”

P10. “Eh, nella percezione. Cioè nel senso in che cosa sono io, in che cosa voglio e in che cosa ritengo giusto o sbagliato. Cioè mi sento più forte internamente rispetto a prima. Prima era un pochino più apparente il fatto di essere forte, di dover accettare tutto per forza. No, quindi nella consapevolezza che non tutte le cose vanno come desideriamo, ma anche di poter fare altre scelte, a volte un pochino più difficili, più facili a volte, però questo, principalmente questo. Proprio una presa di coscienza di come sono io, di quello che voglio, di come voglio vivere, di come voglio educare i miei figli, e non di sentirmi male, perché prima io mi sentivo male. Cioè rispetto a quella che era la mia figura familiare io ero sempre quella diversa, quella… Però la mia diversità alla fine sono io. Quindi questo, principalmente questo.”

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P11. “La positività. Diciamo che prima, qualsiasi cosa succedeva ero un “Mamma mia è successo anche questo”. Ora diciamo che sono più positiva, “Va beh è successo questo però c’è quest’altro, quest’altro e quest’altro che va bene” e quindi essendoci magari un intorno che va bene, quella cosa che ti succede riesci meglio a gestirla, diciamo.”

P12. “Allora, sicuramente nel fatto di essere un po' più indulgente con me stessa, no? Di capire che tutti si sbaglia e quindi… cioè di… Per esempio il dottore mi ha detto che anche i fatti non vanno visti sotto un’unica prospettiva ma vanno un pochino sviscerati, vedere i vari aspetti no? Perché io ad esempio dicevo “Ho fatto questa cosa, ho sbagliato, ho provocato… secondo me ho fatto star male…” anche sul lavoro, no, così. E lui però diceva “Va beh, cerchiamo un attimo di capire come sono andate le cose, perché non è detto poi che la colpa sia tutta sua” oppure “Questa cosa qui va guardata anche sotto un’altra ottica”, ecco. Sicuramente cioè, anche il fatto di… allora una cosa che ho imparato da questa psicoterapia, anche dalla precedente, però diciamo durante tutti gli anni di benessere, diciamo, me l’ero un po' scordata, no, è che comunque quando c’ho qualcosa che mi fa star male devo pensare che comunque è il mio problema e quindi devo un attimino, no, cercare di prenderlo per quello che è. Ecco, cioè, non è detto che tutti i pensieri che mi passano per la testa… magari ce l’ho perché c’ho questo tipo di problematica, ecco.”

P13. “Mi sento migliorato che mi risento parte di questo mondo, cioè ritrovo la concentrazione. Io sono sempre stato una persona sportiva, ho giocato a calcio e fatto sport; mi piaceva organizzare partite con amici. Ero arrivato a un punto che diciamo ero sempre stato dietro a mio figlio e avevo lasciato tutto e poi, dopo delle situazioni che veramente ti fanno toccare in terra sono riuscito, anche grazie alla dottoressa, a ritrovare questa forza in me e risento… rifaccio le cose che facevo prima con la stessa passione, con la stessa concentrazione. Mi sento… cioè, avendo mio figlio avuto questa voglia, questo distacco, inconsapevolmente mi sono trovato molto più tempo che non pensavo di avere; però un conto è sentirti solo e non avendo forza di… e ora invece rifaccio le mie attività al lavoro, vado a correre, vado in bicicletta, organizzo partite con i miei amici, però con la presenza della testa insomma, esserci come persona.”

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P14. “Non mi sento migliorata, anche se lì sul questionario… perché quando naturalmente uscivo lo scarico, però… No, perché non… Si ripete la stessa cosa, non riesco a sganciarmi. È la solita… ritorni daccapo, ritorni daccapo.”

P15. “Beh allora, io penso di essere cambiata nell’approccio alle cose e anche alle persone, anche nell’approccio alle persone strettamente familiari, perché mentre prima mi preoccupavo tanto per tutti, per tante cose, ho imparato quello che oggi per me è il giusto distacco, per cui questo non vuol dire che io non mi preoccupo per gli altri, però mi preoccupo in quella misura giusta che mi permette di capire dove posso preoccuparmi e dove invece è inutile preoccuparmi perché tanto anche provando non potrei cambiare niente. Quindi alla fine la cosa fondamentale è questa. Poi è cambiato nelle mie aspettative; io mi aspettavo sempre qualcosa dagli altri e aspettandomi qualcosa dagli altri ero convinta anche che gli altri poi avessero la stessa, come dire, la stessa attenzione nei miei confronti, quindi si aspettassero qualcosa da me. Quindi alla fine rischiava di essere un giro in cui io non riuscivo ad uscire perché le aspettative la maggior parte delle volte vengono disattese. Quindi è proprio cambiato il modo di vedere le cose: le cose che posso affrontare in un certo modo, dicendolo, parlandone, bene, le affronto; quelle che so già che sarebbe inutile perdere tempo in un certo modo, mentre prima mi intestardivo e dicevo “No, non è possibile che sia così, devo risolvere”, oggi so che certe cose se non si possono risolvere è inutile anche starsi a logorare e quindi va bene così. Cioè io personalmente sento di essere più tranquilla. Questo non vuol dire che non mi agiti mai eh, però comunque sia quando mi agito è come se poi avessi una voce che mi dice “Facciamo un attimo una valutazione, vediamo se vale la pena, se possiamo fare diversamente, se devi mantenere la calma o agitarti un po’ di più, se vale la pena prendersela per questa cosa oppure no”. Quindi insomma direi che è decisamente meglio così.”

P16. “ho sempre avuto questa capacità e questa predisposizione… io ho sempre pensato che fosse una predisposizione, anche un dono, di prendermi cura degli altri, compresi gli animali; […] però negli anni questa cosa l’ho sentita come un, come posso dire, oltre che un dono poi alla fine una condanna ed era come se qualcuno mi ci avesse indirizzato, come se qualcuno mi ci avesse indirizzato verso questo fatto della cura, perché la dottoressa la chiamava “la cura degli altri”; […] Rispetto a prima, ecco,

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scelgo. Non sono dappertutto, sono dove è più necessario e dove più inerente al mio nucleo familiare. E questo purtroppo mi ha portato ad allentare con altre cose, però me lo sono un po’ perdonato. Io ho sempre avuto la paura che allentando da altre parti poi le cose non fluissero come dovevano; e infatti è vero, perché dove manchi tante cose non vanno come vorresti, tante cose sono rallentate, ci sono dei ritardi, ci sono… però ad un certo punto dico “Io devo pensare più a me”. E io probabilmente prima non ci riuscivo, c’avevo questa incapacità, come se fosse una macchia d’olio molto allargata, e invece sono riuscita a riportare l’attenzione verso me stessa, quindi non sparsa negli altri, concentrata su me stessa, e ad intervenire dove credo di intervenire, dove voglio intervenire. Quindi il sunto della cosa è questo.”

P17. “Migliorata mi sento un po' da tutti i punti di vista, dal lavoro all’ambito familiare. Riesco… cosa che prima andavo dritta se per me una persona… cioè se non consideravo una persona per me era uscita fuori di scena proprio. Invece a tutt’oggi, nonostante tutto, le situazioni accadute, migliorate e peggiorate riesco a non dare dei, come si può dire, delle valutazioni negative; prendo la situazione nelle mani e gestisco in quel momento mandando cenno di “Basta, te mi hai fatto questo, non ti considero più. Sei uscito dalla scena”. Quindi ho ripreso in mano quello che… un errore è umano e di conseguenza ci si rapporta alle persone come giusto sia, ecco, non si possono scancellare. […] Insomma, mi sento migliorata tanto, sì tanto. Riesco ad arrivare a fondo delle riunioni senza aver imperversato con i miei pensieri; può succedere che dica la mia con un po’ più fervore e ci sono dei momenti che magari lo dico in maniera più tranquilla.”

P18. “Sicuramente migliorata perché riesco ad affrontare situazioni che prima non riuscivo; anche perché è banale, diciamo. Per cui anche un semplice andare a fare le analisi del sangue che era una cosa di terrore, ora vado veramente senza problemi. Per me è un traguardo raggiunto e per quanto può essere banale, per me invece no. No, anche il fatto psicologico a livello mentale che prima era sempre un’ansia, è stata sempre un’ansia continua, sempre… invece ora sono molto più tranquilla.”

P19. “Allora, nel modo di vivere… va beh io sono una persona molto riflessiva di natura. Sono diventata ancora di più e tante cose che magari prima… su cui magari

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prima mi potevo applicare di più nel senso che cioè crearmi il problema, dove vedo che eh lascio molto più andare e cerco tra virgolette di semplificarmi la mia vita, le

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