Lo scoppio delle rivolte razzial
3.2. Rivolta del ghetto di Watts, Los Angeles
L'assassinio di Malcolm X, l'intervento delle truppe nel Vietnam, e la realtà drammatica delle condizioni di vita della maggioranza degli afroamericani relegati nei ghetti, fecero esplodere la cruenta rivolta razziale a Watts, nel sud di Los Angeles abitato quasi esclusivamente da neri.
Fu una sommossa di imponente portata molto più violenta di quelle precedenti e si protrasse per sei giorni causando la morte di 34 persone, di cui 25 neri, oltre mille feriti, 40 milioni di danni e 3.952 arresti. Fu una rivolta giovanile, spontanea, non strutturata, senza una direzione ed un programma, scandita dalle radio nere espressione mediatica aperta alle minoranze.132
La sera del 11 agosto 1965, ad appena sei giorni dalla promulgazione del Voting
Rights Act, un poliziotto della California Highway Patrol, Lee Minikus, fermò un
ragazzo di colore Marquette Frye, in apparente stato di ebbrezza. Dopo aver eseguito i test di sobrietà, il giovane ubriaco si rifiutò di inginocchiarsi sull'asfalto per poter essere arrestato; in quel momento arrivarono il fratello e la madre del ragazzo per prestargli aiuto, si scagliarono sull'agente della polizia e cercarono di impedire l'arresto. Mentre i tre afroamericani venivano arrestati e presi a manganellate, intorno alla pattuglia si radunava una folla di un centinaio di persone attirate dalla brutalità della polizia, che iniziarono a lanciare pietre, bottiglie, e quant'altro a portata di mano verso le macchine di pattuglia in ritirata. 133
In seguito alla notizia dei nuovi arresti iniziò una vera rivolta sanguinosa da parte della popolazione di colore. Circa un centinaio di poliziotti e rivoltosi, si scontrarono frontalmente nelle strade. In quest'ultime, l'odio mostrava il suo lato più crudele e vi si scatenò una vera e propria caccia a bianco; vennero presi di mira anche i giornalisti, colpevoli di aver redatto reportage diffamatori nei confronti dei neri. Negozi e grandi magazzini furono saccheggiati e distrutti, incendiate e danneggiate centinaia di automobili, tra cui due pulmini di emittenti televisive. Molti edifici vennero rasi al
132 Gerald Horne, Fire This Time. The Watts Uprising and the 1960s, Charlottesville, University Press of Virginia, 1995
133 Walter Rucker and James Nathaniel Upton, Encyclopedia of American Race Riots Vol. 2,Westport, CT, Greenwood Press, p, 2007, p. 373.
suolo o bruciati lasciando senza casa migliaia di bianchi e neri. Le risse e le aggressioni erano continue, vennero pestati alcuni automobilisti bianchi che passavano solo nelle zona e si crearono missioni punitive a sfondo razziale da entrambe le parti, ovviamente unite ad atti di vandalismo.
Il propagarsi della rivolta fece applicare i protocolli tipici dell’ordine pubblico negli Stati Uniti, e dopo che la polizia locale non riuscì a fermare la sommossa, il vicegovernatore della California, fece intervenire la Guardia Nazionale.134
I tumulti erano stati, per King, il risultato degli abissi della disperazione, nel quale era sprofondato un popolo che non trovava vie d'uscita al proprio dilemma economico, accompagnato da un senso crescente di delusione e risentimento verso la borghesia nera ed i suoi dirigenti. Inoltre a rendere la situazione maggiormente critica, vi era la totale indifferenza della comunità bianca a riguardo di tali problematiche.
Tali realtà facevano sentire sempre più soli nella loro lotta i neri nei ghetti, i quali erano stati costretti a ricorrere a qualsiasi metodo pur di attirare l'attenzione altrui sul loro dramma; in tal contesto, la brutalità esercitata dalla polizia appariva di grandissimo rilievo. La minima mancanza di rispetto da parte di un funzionario della legge costituiva, per i neri, una privazione di quella dignità che quasi tutti gli abitanti di Watts avevano inteso ottenere trasferendosi all'Ovest. Inoltre secondo King, il nero del ghetto, ogni volta che aveva a che fare con la polizia, si sentiva negare la dignità ed il rispetto a cui aveva diritto come cittadino ed essere umano. Da ciò ne derivava un atteggiamento ostile e torvo che dava origine ad una spirale di rancore, sia da parte del poliziotto, che del nero. L'insieme di questo complesso reattivo spesso associato alla paura, era per King, la causa di quell'atmosfera carica di ostilità, che si creava ogni volta che un nero e la polizia si incontravano. Le premesse per l'esplosione della sommossa a Watts erano ancora più marcate, a causa della presenza di bande criminali che gli appelli alla ragione ed alla disciplina di King, non riuscivano a frenare. Si trattava di un piccolo gruppo rispetto alla grande quantità di persone coinvolte nella rivolta; il gruppo più numeroso, aveva preso parte ai saccheggi, solo per esprimere una protesta sociale, lusingati dalle realtà che li circondavano. I rivoltosi di Watts, a parere di King, mostravano esultanza, non vergogna, e non facevano il minimo caso alla scia di danni
134 Bureau of Public Secrets, The Decline and Fall of the Spectacle-Commodity Economy, Berkeley, dicembre 1965, http://www.bopsecrets.org/SI/10.Watts.htm, consultato il 18 aprile 2012.
alle proprietà altrui, che si lasciavano alle spalle. Distruggevano per farsi valere nei confronti di un sistema che non faceva che scacciarli, rilegandoli nell'oblio. La rivolta non divenne il modo, ma un modo per farsi valere. Secondo King una nuova idea nazionalista aveva contagiato gran parte degli abitanti dei ghetti, inclini alla violenza ed alla distruzione ma la situazione non era diventata irrecuperabile. 135
Dopo sei giorni di battaglie e molte settimane d'occupazione militare, la situazione a Watts sembrò tornare alla normalità grazie alla mobilitazione di oltre 14 mila uomini della Guardia Nazionale. Le sommosse placate, evidenziarono maggiormente l'ingiustizie razziali e le crescenti agitazioni civili esistenti nelle città settentrionali, e servirono come potente indicatore dell'urgente bisogno di riforme sociali ed economiche per le comunità afro-americane al di fuori del Sud. Infatti, la realtà denunciata dalle rivolte nei ghetti non apparteneva alle lontane provincie del Sud agrario e arretrato, ma alle città che erano il cuore dell'America più ricca ed evoluta. I caratteri della rivolta e la sua stessa violenza derivarono da questa sua centralità fisica e dalla profondità della contraddizione tra la miseria dei ghetti e l'opulenza della società bianca circostante.136
A Watts, la ribellione fu anche una rivolta contro l'abbondanza delle merci sul mercato, ed i giovani erano maggiormente inclini alla delinquenza perché facevano parte di una classe senza futuro. Il settore del sottoproletariato urbano afroamericano era incapace di credere in qualsiasi significativa possibilità di integrazione o di promozione. I neri di Watts volevano possedere, subito, tutti gli oggetti che desideravano e astrattamente accessibili; i saccheggi furono una naturale risposta a quelle esigenze e all'innaturale e disumano eccesso di merci prodotte in esubero dal capitalismo moderno.137
Il malcontento uscito dai ghetti con la rivolta delle masse nere definì il modello della ribellione e della resistenza dei neri al Nord. Era guidato da un gruppo misto, formato da appartenenti alla criminalità nera e da una componente non criminale ma carica di spontaneismo, che erano stati politicizzati e radicalizzati dalle forze e dalle debolezze del movimento di liberalizzazione di King, dalla crescita della nuova sinistra,
135 King Jr, I Have a Dream, cit., p. 298.
136 Bruno Cartosio, Gli Stati Uniti Contemporanei (1865-2002), cit., p. 135.
e dalle lotte rivoluzionarie anti-colonialiste. L'esplosione delle rivolte rivelarono lo spessore del problema della legittimazione e dell'attendibilità della leadership politica di colore. Le ribellioni e le resistenze non riuscivano più a trovare una forma d'espressione organizzativa, che si era trasformata in una mera energia anarchica priva di indirizzo politico e di prospettiva sociale. La ribellione di Watt fu uno spartiacque nel movimento di liberazione nero, in quanto tracciò una linea di demarcazione tra coloro che rimanevano fedeli alla retorica liberal, ai legami con il Partito Democratico ed alle preoccupazioni borghesi, e coloro che tentavano di andare oltre il liberalismo. Facendo questo, smascheravano il ruolo e la funzione di tampone del partito democratico e guardavano maggiormente al proletario nero ed ai suoi interessi.138
Lo sconvolgimento che esplose a Watts stordì la nazione e i disordini divennero un dilemma di proporzioni nazionali. La rivolta di Watts, divenne il portabandiera per i numerosi disordini che ne seguirono. Ogni grande città che aveva un ghetto aveva sperimentato per decenni esattamente le stesse lamentele: l'odio e la sfiducia nei dipartimenti di polizia, la povertà senza fine, la discriminazione e la disperazione. La sommossa di Watts dominò i telegiornali in tutto il paese e galvanizzò gli abitanti dei ghetti del Nord a sollevarsi ed a scatenare la furia contro i loro oppressori.139
138 West, Il Paradosso della Ribellione Afroamericana, cit., p. 47
139 Kenny Stahi, Watts The Standard Bearer, http://www.detroits-great-rebellion.com/Watts--- 1965.html, consultato il 20 aprile 2012.