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Roma, 2 dicembre 2011 A.D

P

“estratto” dall’animico, ma se voglia-mo progredire dobbiavoglia-mo alleggerir-ci dalle passioni, dai pregiudizi, da quei metalli della mente che ancora ci rallentano.

Il terzo viaggio scorre come un refo-lo di vento: è una meta di spiritualità libera, non condizionata da pulsioni individuali e attaccamenti, e il moto a questo punto non è più trattenuto da alcun gravame. Si può dire forse che tutto il nostro programma di vita iniziatica, come Scozzesi, è raffigu-rato in questi 3 viaggi.

Aggiungerei solo che essi, probabil-mente, non si svolgono su un unico piano, ma, visto che di elevazione spirituale parliamo, sono come 3 curve spiraliformi, 3 rotazioni su noi stessi, e dentro noi stessi, che com-piamo in senso ascendente.

Chiederei a questo punto ai Fratel-li Maestri Segreti, e in particolare a quelli di recente ingresso in questo Capitolo, il loro contributo proprio su questo tema: vita dello spirito, superamento degli attaccamenti in-dividuali, superamento degli attac-camenti animici. Come ci confron-tiamo ogni giorno, da Maestri, con questo lavoro?

27 Scozzese non è il Tempio in

costru-zione perenne della Massoneria Az-zurra. Qui si intende un Tempio che è già costruito, e adesso va “abbelli-to”. In termini di lavoro massonico, questo vuol dire che nella nostra in-teriorità ci sono ormai tutti gli stru-menti operativi, le fondamenta e le arcate, il tetto è posato.

Il Tempio insomma è ben costituito nella nostra coscienza, le figure del Venerabile e dei Sorveglianti e le al-tre cariche sono ben interiorizzate, il grado di Maestro è acquisito e ora dobbiamo procedere in un’opera, anch’essa infinita come la “costru-zione” della Loggia azzurra: il “per-fezionamento”, il lavoro su noi stessi in Grado di Maestro, e l’”elevazione dello Spirito”, come dice il Rituale di Iniziazione al IV Grado.

La nostra vita, se parliamo di abbel-limento, dovrebbe essere investi-ta da una nuova forma di bellezza, non estetica ma interiore, quella che si riflette negli occhi dell’uomo che cerca di vivere tutto, anche la Profa-nità, da persona che fa una ricerca spirituale.

Poi c’è una notazione specifica, sul gesto che compiamo nel deporre queste gemme nel Sacco. Quando nella Loggia azzurra deponiamo il nostro obolo nel Tronco della Ve-dova, come si sa, ritiriamo la nostra mano con il pugno chiuso: segno che, nella Loggia Azzurra, lavoriamo per dare ma potremmo anche “pren-dere” – non solo sotto il profilo di una nostra eventuale disgrazia ma-teriale, ma proprio per il soccorso e l’aiuto, il sostegno che troviamo nei Fratelli più esperti, nei Sorveglianti, nel Venerabile. Nel Rito, siamo, in-vece, in qualche modo, Venerabili di noi stessi. Infatti, ritualmente, qui

dovremmo ritirare la mano aperta dal sacco. Segno che, almeno come attitudine e spirito di lavoro scozzese, sia-mo venuti solo a “dare”.

L’indicazione è chiara: nello spirito di Iniziazione, di obbedienza e di servizio del Rito, noi dobbiamo porci il problema ogni giorno di cosa stiamo facendo di buo-no, per il Rito innanzitutto, ma anche per i nostri Fratelli Massoni. E col tempo, dovremo concretamente verificare se nella società civile, in quanto Massoni, esercitiamo un’azione benefica. In quanto Massoni, e Scozzesi, si badi: l’iniziativa è sempre individuale, e la Massoneria non ci darà mai indicazioni di comportamenti, di politi-che o di affari “collettivi”.

Le “gioie”, i “gioielli”, sono perspicui, cioè lasciano pas-sare la luce: questo vuol dire che siamo ogni giorno più aperti a lasciarci attraversare dalla Luce dell’Iniziazione, e anche dalla Luce che è presente in ogni angolo del mondo, se sappiamo dove e come guardare. E inoltre abbiamo gli schermi e i filtri necessari (le “sfaccettature delle gemme”) per deviare e respingere le energie impro-prie.

Mentre il lavoro dell’Apprendista produce materiali di scarto, di risulta, schegge, quello del Compagno leviga e sparge la calcina, e quello del Maestro traccia sulla Tavola da Disegno, il lavoro del Maestro Segreto è volto all’Interiorità, si condensa e si solidifica in «gemme». Le gioie sono dunque il condensato di un’attività meditativa della Camera.

Ma soprattutto, questi gioielli spirituali con cui abbellia-mo il Tempio sono i nostri occhi. Dai nostri occhi, da un tipo particolare di Luce che emanano, si dovrebbe vede-re, nel corso degli anni, se il Rito Scozzese ci ha permes-so di lavorare veramente sulla Via del perfezionamento e dello Spirito. L’Ispettore Adonhiram, ricordiamolo, è il Venerabile che compie una rotazione su se stesso, e con le spalle volte a Occidente ora guarda più in là, cioè verso un Oriente più profondo e verso l’interiorità. Il tema degli occhi e della Luce lo conosciamo fin dall’Iniziazione di Apprendista. Ma ricordiamoci che siamo entrati in que-sto Capitolo con una bendatura opaca, e che ne siamo stati liberati. Adesso i nostri occhi, abituatisi all’oscurità, possono guardare verso nuovi gradi di Luce e abbellire il Tempio riflettendo, ognuno con la sua energia e con il suo particolare percorso di perfezionamento, questa Ca-mera e il Rito.

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Dovremmo pensare a tante gemme diverse, per forma e colore. Come quelle di cui si serviva la Massoneria operativa nell’abbellimento dei suoi splendidi manufatti. Tante gemme di-verse che però contribuiscono a un lavoro comune.

Chiediamo ora ai Maestri segreti di darci il contributo della loro riflessio-ne, una loro personale gemma: come vivete questo nuovo spirito di servi-zio, questo “dare e restituire”?

Cosa vuol dire, per voi, questa nuova meditazione su un altro tipo di bel-lezza, a cui ci chiama il Rito?

V Considerazioni

sul IV Grado

enerabilissimo e Potentissimo Sovra-no Gran Commendatore, Venerabilis-simo e PotentisVenerabilis-simo ex Sovrano Gran Commendatore, Venerabilissimi Luo-gotenente Sovrano Gran Commenda-tore e Gran Priore, Potentissimi Sovra-ni Grandi Ispettori Generali Membri Attivi ed Emeriti del Supremo Con-siglio, Potentissimi Grandi Ispettori Generali Membri Onorari, Aggiunti e Liberi, Elettissimi Sublimi Principi del Real Segreto, Illustrissimi Grandi Ispettori Inquisitori Commendatori, Illustri Cavalieri Kadosh, Illustri Prin-cipi Rosa+Croce, Rispettabilissimi Cavalieri Eletti dei 9, Rispettabilissimi Maestri Segreti, questa tornata rituale nazionale in IV Grado è una splendi-da occasione per vedere riuniti insie-me tutti i Gradi della piramide rituale del R.S.A.A.

Avete ascoltato le qualifiche un po’

altisonanti attribuite a ciascun livel-lo della nostra Gerarchia, appellativi che ad orecchie profane sembrereb-bero ridondanti e antiquati, ma noi sappiamo che ognuno di questi Gra-di non è solo un titolo onorifico che dà il diritto di indossare una determi-nata fascia o collare, ma una Dignità che corrisponde, o almeno dovreb-be corrispondere, alla effettiva con-quista di una stazione importante del

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nella Tornata Nazionale in IV Grado

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