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Linguaggi ontologic

RUOLI TEMATICI SECONDAR

DEFINIZIONE ESEMPI

Ruoli che fanno parte del macro-gruppo “agente”

Attore/ Partecipante x e y sono entrambi attori se e solo se compiono un’azione in modo volontario, con intenzionalità e controllo e sono gli argomenti di una relazione simmetrica.

“Carlo sposa Alberto”, dove Carlo ed Alberto sono gli attori o partecipanti.

Sperimentatore x è lo sperimentatore se e solo se compie consapevolmente un’azione descritta da un verbo psicologico o di percezione.

“A Giulia piace il gelato”, “Giulia capisce l’olandese”, in entrambi gli enunciati Giulia è lo sperimentatore, mentre il gelato e l’olandese sono il tema.

Tema x è il tema se descrive la

locazione spaziale, o se è il soggetto al quale viene attribuita una certa caratteristica.

“Il vaso è sul davanzale”, dove il vaso è il tema e il davanzale il luogo.

Iniziatore x è l’iniziatore se e solo se è l’entità animata che causa un cambiamento di uno stato.

“Winnie ha stupito tutti”, in cui Winnie ha il ruolo di iniziatore, tutti è il paziente.

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Ruoli che fanno parte del macro-gruppo “paziente”

Beneficiario x è il beneficiario se e solo se riceve beneficio da un’azione di dare o ricevere un qualcosa.

“Questa cartolina è per Giulia”, Giulia è il beneficiario e la cartolina il tema.

Altri ruoli secondari

Strumento x ha il ruolo di strumento se e solo se indica un oggetto inanimato con il quale si compie una certa azione.

“Nasim ha allietato la serata con la sua musica”, la sua musica ha il ruolo di strumento, l’iniziatore è l’agente.

Causa x è la causa se e solo se

rappresenta l’entità inanimata che causa un certo cambiamento.

“La pioggia ha provocato dei disagi”, dove la pioggia è la causa, disagi è il risultato. Fonte/ Origine x ha il ruolo di fonte od origine

se e solo se rappresenta il luogo o punto iniziale da cui scaturisce l’azione.

“Partiamo da Aarhus”, dove l’agente è il soggetto sottinteso noi e Aarhus è l’origine.

Fine/ Direzione/ Scopo/ Obiettivo

x ha il ruolo di fine se e solo se rappresenta il punto finale di un’azione volontaria.

“Siamo partiti per

Copenaghen”, dove

Copenaghen è il fine e noi l’agente.

Risultato/ Prodotto x ha il ruolo di risultato se rappresenta l’oggetto animato o inanimato scaturente da una certa azione o il punto finale inaspettato di un evento.

“Giulia ha preparato una torta al cioccolato”, dove Giulia è l’agente, la torta il risultato e al cioccolato è l’attributo.

Tabella1. Lista dei ruoli tematici primari e secondari

I ruoli tematici primari, inseriti nelle prime tre sezioni della Tabella 1, sono sistemati in modo da rispecchiare il loro ordine gerarchico: l’agente ha maggiore rilevanza rispetto al paziente, che ne ha a sua volta rispetto agli attributi – sintatticamente, soggetto<oggetto<aggettivi –. Il criterio alla base dell’ordine gerarchico è la rilevanza dell’elemento sintattico rispetto al verbo: l’elemento che in maggior modo è direttamente coinvolto nell’azione, stato o evento descritto dal verbo, sarà quello che avrà una posizione più alta nella gerarchia dei ruoli tematici.

Altrettanto utile risulta il raggruppamento dei predicati in base a delle caratteristiche condivise, così da facilitare l’individuazione dei ruoli tematici che generalmente interessano tali predicati. Iniziamo dai predicati stativi come ‘amare’, ‘odiare’, ‘credere’, ‘conoscere’, ‘avere’, ‘volere’ che descrivono tutti stati di cose, proprietà del soggetto, e configurano situazioni non dinamiche che hanno una certa durata, come in

1) Andrea ama i cani.

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A seguire, ci sono i predicati di attività, come ‘correre’, ‘camminare’, ‘saltare’, ‘spingere’, ‘mangiare’, che denotano azioni dinamiche con una certa durata temporale. I ruoli tematici possono essere quelli di agente, luogo, tempo e tema; un esempio è

2) Andrea spinge lo scatolone.

I predicati che portano ad un risultato, quali ‘guarire’ ‘costruire’, ‘smontare’, rappresentano eventi duraturi e dinamici e sono telici, designano un mutamento di stato, nei quali troviamo i ruoli tematici di agente, fine, strumento. Un esempio è

3) Andrea costruisce un fortino con i lego.

Da ultimo, i predicati di trasformazione, tra i quali ‘riconoscere’, ‘trovare’, ‘nascere’, ‘morire’, ‘comparire’, denotano un mutamento di stato, rappresentano processi dinamici e telici, tuttavia questi non hanno una durata perché lo stato di cose è puntuale. In

4) Andrea è nato, Andrea è l’agente.

Uno studio sistematico del linguaggio, dei suoi elementi essenziali e del significato che hanno tali elementi sintattici, permette, quindi, una chiara ed intuitiva individuazione dei ruoli tematici. A questo punto ci si può porre la seguente domanda: è plausibile pensare che i ruoli tematici siano presenti non solo al livello degli enunciati e della rappresentazione cognitiva, ma anche ad un livello più profondo, e cioè quello ontologico? Una risposta affermativa è stata fornita da Francesco Orilia, che ha ideato una teoria dove introduce delle entità chiamate ruoli “onto-tematici”, intesi come la controparte ontologica dei ruoli tematici in linguistica.114

3.4 La teoria dei Ruoli onto-tematici

Prima di presentare nel dettaglio come la teoria formulata da F. Orilia sui ruoli ontologico-tematici (in breve onto-tematici) possa essere ulteriormente arricchita dall’analisi che ho precedentemente fornito sui ruoli tematici in linguistica, fornirò le definizioni di alcuni concetti fondamentali da lui utilizzati, partendo da quelli di proprietà e relazione, per poi vedere come vengono classificate le relazioni in base alla proprietà della simmetria.115

114 Vedi Orilia 2011, Orilia 2014.

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3.4.1 Definizioni

Def.1

Le proprietà, come l’essere giallo o il coraggio, sono entità esemplificate da oggetti, generando così stati di cose monadici (fatti o eventi), e sono considerate come universali.116

Def. 2

Le relazioni, come incontrare o essere tra, sono anch’esse esemplificate da oggetti, ma a differenza delle proprietà generano stati di cose relazionali e sono considerate anch’esse come universali.

Def.3

In generale, si dice simmetrica una relazione diadica R in un insieme O se e solo se, presi due elementi a e b in O, se a è nella relazione R con b allora anche b è nella relazione R con a.

Esempi:

(1) Ken lavora nello stesso ufficio di Matt. (1-1) Matt lavora nello stesso ufficio di Ken.

(2) Tim è sposato con John. (2-1) John è sposato con Tim. (3) Valeria è la sorella di Martina. (3-1) Martina è la sorella di Valeria.

Def.4

In generale, si dice antisimmetrica una relazione diadica R se e solo se, presi due elementi a e b in O, se a è nella relazione R con b allora b non è nella relazione R con a.

Esempio:

(4) Andrea è il figlio di Camillo.

Se (4) è vera, allora non può essere che: (4-1) Camillo è il figlio di Andrea.

75 Def.5

Una relazione R è non-simmetrica se esiste almeno una coppia di elementi a e b appartenenti all’insieme O tali che il primo, a, è nella relazione R con il secondo, b, ma il secondo non è nella relazione R con il primo.

Esempio:

(5) Andrea è simpatico a Gianmarco.

Questo fatto non implica necessariamente che: (5-1) Gianmarco è simpatico ad Andrea.

Quindi, la relazione di simpatia, così come quelle di amare o odiare, sono non-simmetriche.

3.4.2 Ruoli tematici, ruoli cognitivo-tematici e ruoli onto-tematici

La teoria formulata da Francesco Orilia sui ruoli ontologico-tematici è una delle varie soluzioni avanzate per risolvere il problema dell’ordine relazionale dei relata nelle relazioni non-simmetriche ampiamente discusso nel Capitolo 2 del mio lavoro.117 Orilia propone l’introduzione di una nuova categoria di entità ontologiche che chiama ruoli onto-tematici, il cui nome si riferisce in modo esplicito ai ruoli tematici introdotti dai linguisti.

In campo linguistico, i ruoli tematici sono intesi come relazioni esistenti tra il verbo principale e i suoi argomenti, come nomi, preposizioni, aggettivi; i ruoli vengono utilizzati per ricavare informazioni necessarie per la comprensione di un enunciato attraverso l’analisi sintattica e semantica del verbo e degli elementi ad esso correlati. In aggiunta alla loro funzione chiarificatrice, i ruoli tematici, secondo alcuni linguisti118, hanno un significato cognitivo, cioè esprimono concetti, e per questo vengono definiti ruoli cognitivo-tematici.

Secondo Orilia, è possibile avanzare un’ulteriore ipotesi, più precisamente, che anche a livello ontologico i ruoli tematici corrispondono a ciò che lui denomina “ruoli onto-tematici”. Quindi, negli stati di cose relazionali, gli argomenti o relata, occorrono con dei precisi ruoli onto-tematici.

Nella Tabella 2 viene schematizzata la distinzione dei diversi livelli di rappresentazione della realtà, che corrisponde a tre tipologie di ruoli tematici.

117 Vedi Cap. 2.3.

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LIVELLI DI