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5.3 Il ruolo futuro dell’agricoltura nel sistema delle fonti energetiche rinnovabili

5.3.3 Il ruolo delle Regioni

Accanto alle azioni politiche del Mipaaf riveste un ruolo fondamentale il sostegno agli investimenti da parte delle Regioni sia sul versante della produzione agricola sia sul versante della programmazione di impianto. Con i Piani energetici ambientali regionali (PEAR), i Piani forestali ambientali (PFAR) e con i Piani di sviluppo rurale (PSR) si sono trasferite alle Regioni e agli Enti locali tutte le funzioni e i compiti amministrativi di diretto interesse anche nel settore dell’energia. Allo stato attuale quasi tutte le Regioni hanno attuato i PEAR che assumono la forma di strumenti quadro di medio-lungo termine (fino al 2010) in allineamento con i termini comunitari. Regioni e province autonome predispongono i piani sulla base del binomio energia-ambiente e nella formulazione si tiene conto dei bilanci energetici, delle potenzialità inespresse, dei possibili scenari futuri al fine di privilegiare: le fonti rinnovabili l’innovazione tecnologica; la razionalizzazione della produzione elettrica e la razionalizzazione dei consumi energetici. Mentre per quanto riguarda i PFAR hanno il loro fulcro nel perseguitamento dello sviluppo sostenibile attraverso il ruolo multifunzionale delle foreste. Accanto ai classici indirizzi è previsto: difesa del suolo, prevenzione incendi, regolamentazione del pascolo, nei boschi, biodiversità degli ecosistemi, pratiche compatibili agricole ala tutela sei compendi costieri ed utilizzo eco-compatibile della biomassa legnosa per fini energetici.

Inoltre ogni PFAR è coordinato secondo i Piani di sviluppo rurale 2007- 2013.

La politica di sviluppo rurale incoraggia la diversificazione delle economia rurali e promuove nuove fonti di reddito agricolo e tra queste le biomasse tanto che nei Regolamenti CE n. 1698/2005 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEARS) si incentivano i miglioramenti nei settori della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e forestali primari sostenendo gli investimenti finalizzati a rendere tali settori più efficienti a promuovere la produzione di energia rinnovabile da biomasse agricole e forestali, ad introdurre nuove tecnologie e innovazione, ad aprire nuovi sbocchi di mercato (Zezza 2007). Il 1° agosto del 2007 la conferenza Stato Regioni ha approvato le misure di sostegno allo sviluppo delle filiere agroenergetiche da biomassa vegetale e animale nell’ambito del PSN 2007-2013. La valorizzazione della biomassa nell’ambito dei PSR avviene attraverso diverse misure e interventi ( Asse I con funzione strumentale per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie; Asse II misure per l’ambiente; Asse III volte a diversificare l’economia rurale con funzione di rilancio comunità rurali) in una logica di filiera bioenergetica. L’integrazione dei diversi strumenti comporta la possibilità di avere aiuti nell’ambito regionale e la cumulabilità con altri incentivi che non superino il 40% del valore del capitale investito come previsto nella legge finanziaria 2007 secondo l’art. 342 quinquies16.

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Attuazione della manovra finanziaria 2007-382- quinquies Per gli impianti alimentati dalle fonti di sui al comma 382, l’elevazione per il periodo di riconoscimento dei certificati verdi eventualmente acquisita ai sensi dell’articolo 20, comma 6, del decreto legislativo 29 dicembre 2003 n. 387, e successive modifiche, è da intendersi aggiuntiva al prolungamento del periodo di diritto dei certificati verdi di sui al medesimo articolo 20, comma5, ottenuto dagli impianti entrati in esercizio dopo il 29 aprile 2006 e fino al 31 dicembre 2007. Per gli impianti secondo commi 382-382-quinquies è cumulabile con altri incentivi pubblici di natura nazionale, regionale, locale o comunitaria in conto capitale o conto interessi con capitalizzazione anticipata, non eccedenti il 40 per cento il costo dell’investimento

Cosa manca e cosa si può fare

La fotografia a livello regionale delle fonti rinnovabili ancora non è esaustiva, in sostanza manca una vera e propria mappatura dei bacini agroenergetica regionali quale base per una programmazione di sviluppo energetico.

A livello locale esistono realtà a scala ridotta che utilizzano biomassa consentendo la valorizzazione e la gestione sostenibile delle superfici agricole e forestali, ma che sfruttano ancora in modo marginale il potenziale territoriale.

Cosa risulta quindi fattibile nell’immediato?

Utilizzare in maniera mirata gli incentivi al fine di incrementare l’uso delle biomasse favorendone il massimo sviluppo e promuovendo sia gli impianti cogenerativi di dimensione medio-grande, sia quelli di taglia piccola, anche per la generazione di solo calore. Lo sviluppo impiantistico può avere interessanti prospettive se fatto nell’ambito di un’indagine conoscitiva territoriale condotta in ambito PER (Piano energetico regionale) che abbia come obiettivo:

− la mappatura della caratterizzazione agropedoclimatica dei comprensori agricoli;

− individuazione ed analisi delle problematiche inerenti la tecnica di coltivazione delle biomasse;

− realizzazione di impianti a biomasse che consentono di sfruttare il potenziale inespresso attraverso lo sviluppo di filiere locali e la gestione sostenibile delle superfici agricole.

Inoltre con le politiche di indirizzo della nuova Politica Agricola Comunitaria (PAC) ampie superfici attualmente interessate da colture

erbacee potrebbero non avere più gli attuali sostegni economici alla produzione e, pertanto, gli operatori agricoli ricercheranno nuove alternative colturali, fra le quali, le colture da biomassa energetica con buone prospettive di sviluppo. Pertanto in riferimento agli indirizzi della Pac, che tende a ridurre le eccedenze alimentarie a riaffermare il ruolo fondamentale dell’agricoltura nella tutela del territorio anche attraverso la diffusione di processi sostenibili (come ottenimento di biomasse) e tenuto conto delle indicazioni regionali inerenti la gestione del territorio e lo sviluppo delle energie alternative: un progetto di mappatura agroenergetica regionale non può che creare autosufficienza energetica, alternative reddituali per gli agricoltori, sostenibilità dei comprensori agricoli rurali e benefici ambientale.

Bibliografia

DELIBERA CIPE n. 135/2007 “Aggiornamento della Delibera CIPE n. 123/2002 recante revisione delle Linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra”;

REGOLAMENTI (CEE) 3528/86 e 2158/92 relativi, rispettivamente alla protezione delle foreste nella Comunità contro l’inquinamento atmosferico e contro gli incendi boschivi;

REGOLAMENTO del Consiglio UE Reg. (CE) 1257/99 del 17 maggio 1999 che definisce il quadro di sostegno comunitario allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia, con particolare riferimento al Titolo II - Capo 6, art. 22, Capo VIII art. 29 e 32 e Capo IX art. 33, e al Titolo III, Capo I art. 39 e Capo. II art. 44; DIRETTIVA EUROPEA 77/CE/2001 per la promozione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

REGOLAMENTO 2092/91 norme per l’agricoltura biologica;

LEGGE n. 10/1991 -Norme per l'attuazione del Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.

LEGGE n. 65/94 -Ratifica Convenzione Quadro UE su cambiamenti climatici.

DELIBERA CIPE 137/98 -Linee Guida per le Politiche e le misure Nazionali di riduzione di gas serra.

DECRETO LEGISLATIVO n. 79/1999 -Rinnovamento nel mercato interno dell'energia elettrica.

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