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Un ruolo per tre funzioni: amministrativa, strumentale e politica

Capitolo 1: Le Funzioni Strumentali alla Governance territoriale

1.3.3 Un ruolo per tre funzioni: amministrativa, strumentale e politica

Le funzioni strumentali al POF condividono con il dirigente scolastico ed il collegio dei docenti molte responsabilità ed, allo stesso tempo, mediante le loro attività di supporto e coordinamento, ne influenzano le scelte sia amministrative che politiche, in virtù delle loro competenze specifiche professionali.

Compiti e funzioni dei docenti delegati, sono concentrati in tre macro strategie fondamentali: ‘realizzare’, ‘gestire’ e ‘negoziare’.

In particolare, nel versante burocratico/amministrativo, in relazione al contenuto del POF, questi si occupano:

 del perseguimento concreto e complessivo di obiettivi di efficienza, efficacia, equità ed economicità ;

 della flessibilità organizzativa del personale docente, amministrativo ed ATA;

 della necessità di creare un sistema di comunicazione interna ed esterna per il collegamento delle attività intra ed inter-organizzative;

 di fornire la garanzia di trasparenza ed imparzialità delle azioni amministrative previste per il POF, attraverso la produzione di una formale e specifica documentazione di proposta e giustificazione delle attività programmate;

 dell’armonizzazione degli orari di lavoro e di apertura degli uffici in relazione ai bisogni dell’utenza e del pubblico, in generale.

Allo stesso modo, al dirigente scolastico “spetta l’adozione degli atti e provvedimenti amministrativi, compresi tutti gli atti che impegnano l’amministrazione verso l’esterno, nonché la gestione finanziaria, tecnica e amministrativa mediante autonomi poteri di spesa dell’organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo. Essi sono responsabili in via esclusiva dell’attività amministrativa, della gestione e dei relativi risultati”96

.

Da un punto di vista politico, poi, con l’attribuzione della personalità giuridica, l’istituzione scolastica “nell'esercizio dell'autonomia organizzativa e didattica le istituzioni scolastiche realizzano, sia singolarmente che in forme consorziate, ampliamenti dell'offerta formativa che prevedano anche percorsi formativi per gli adulti,

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iniziative di prevenzione dell'abbandono e della dispersione scolastica, iniziative di utilizzazione delle strutture e delle tecnologie anche in orari extrascolastici e a fini di raccordo con il mondo del lavoro, iniziative di partecipazione a programmi nazionali, regionali o comunitari e, nell'ambito di accordi tra le regioni e l'amministrazione scolastica, percorsi integrati tra diversi sistemi formativi. Le istituzioni scolastiche autonome hanno anche autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo nei limiti del proficuo esercizio dell'autonomia didattica e organizzativa”97

.

Così, con la cultura della “nuova programmazione”, le scuole italiane possono agire facendosi ispirare da concetti innovativi come il partenariato attivo, la concertazione, l’approccio bottom-up, e la partecipazione di una pluralità di soggetti allo sviluppo di identità istituzionali specifiche.

Ed, in tale prospettiva, la scuola può partecipare allo sviluppo locale di un territorio, basandosi sulle sue reali esigenze formative e culturali, e conferendo ai diversi soggetti coinvolti, un ruolo attivo nell’individuazione, nella selezione dei bisogni e nella trasformazione di questi in qualificati progetti d’intervento, sulla base di un preciso sistema di regole. Per chi attua e gestisce tali processi, quindi, la progettazione diventa anche uno strumento per essere co-attori di un processo di crescita civile, sociale ed economica del proprio territorio, in un prospettiva locale, nazionale ed europea.

L’azione della progettazione, in generale, infatti, richiede la presenza e la messa a disposizione di una dotazione umana (abilità, talenti, sensibilità, valori) e professionale (conoscenze, competenze, esperienze) che permetta di tradurre l’idea in interventi concreti, visibili, valutabili e sostenibili nel tempo. Il progettare, veicola anche approcci, metodi, sensibilità, valori, esperienze, abilità, e qualità volti a posizionare, indirizzare, instradare il percorso progettuale verso un obiettivo prestabilito. Quando si tratta di progettazione formativa non si può trascurare l’analisi dello scenario della programmazione economica, sociale e culturale, in cui va ad inserirsi, orientandola in modo particolare alla territorializzazione e alla contestualizzazione.

Pertanto, un progetto di qualità, così come un’organizzazione scolastica di qualità non possono esistere senza considerare la presenza di docenti competenti, ben identificati in ruoli strategici dell’organizzazione stessa.

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Le funzioni strumentali pur con diverse criticità e resistenze provenienti da un passato ancora troppo recente, si inseriscono in questo scenario ponendosi dietro le quinta delle politiche di governance locale; da una parte, subiscono le influenze di piccole e grandi contrattazioni, dall’altra, suggeriscono idee, pratiche e competenze necessarie per l’emancipazione culturale, sociale ed economica dei cittadini.

55 Conclusioni

Nel corso dell’ultimo decennio di attuazione della normativa, Piero Cattaneo98

, in ‘Valutazione del Sistema e Valutazione Didattica’99

, ha messo in evidenza come tale processo di innovazione della pubblica istruzione, abbia prodotto le seguenti esternalità positive:

- Avvio e lento consolidamento e sviluppo di una trasformazione culturale che ha investito le singole istituzioni scolastiche;

- Crescita dell’uguaglianza delle opportunità educative didattiche; - Valorizzazione della progettualità del dirigente e dei docenti; - Sviluppo di collegamenti con il territorio;

- Diffusione di una mentalità, di un atteggiamento di disponibilità verso la valutazione (dei processi e dei risultati) da parte dei dirigenti scolastici e docenti; - Aumento della cultura della documentazione quale strumento per una più efficace comunicazione nella scuola e con il territorio.

Tutto ciò è da considerarsi come il prodotto di un intervento di politica pubblica, per cui “la scuola dell’autonomia ha superato una fase di rigidità istituzionale di government per tendere ad un modello organizzativo/gestionale basato interamente sul concetto di governance100”. Si tratta, infatti, di un processo irreversibile ed innovativo che:

 sposta i processi decisionali, ponendoli nei contesti locali in cui nascono e devono essere trovate le soluzioni, in linea con l’affermazione del principio di sussidiarietà. E, ciò “significa riconoscere che protagonista e perno del processo formativo è lo stesso individuo in formazione e non lo Stato, esplicitando immediatamente il riflesso per così dire pratico di tale riconoscimento, cioè che non sussista più un diritto esclusivo del principe a stabilire nei dettagli cosa tutti i cittadini debbano apprendere”.101

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Professore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Piacenza, Membro dell’ex IRRE Lombardia, ed ex Dirigente scolastico.

99

Cattaneo P., Valutazione del Sistema e Valutazione Didattica, in “Nuova guida alla professione dirigente”, La Tecnica della Scuola, Catania, 2009

100

Benedusi L., Consoli F., op. cit, p34 101

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 riporta l’istituzione scolastica al centro dello sviluppo della società, soprattutto nell’ottica della società della conoscenza;

 tenta di migliorare la qualità, l’efficacia, l’equità e l’economicità dei processi educativi e, più in generale, di raggiungere gli obiettivi di Lisbona102;

 “segna il passaggio da una filosofia politica che poggiava su un solido ‘programma istituzionale’ e sul governo della società che faceva perno sullo Stato e la sua amministrazione centrale, ad una filosofia di

governance basata su una ri- articolazione tra controllo e decentramento,

tra standard e autonomia”103

.

In tale contesto, per quel che concerne le funzioni strumentali, sembra opportuno considerare che, ad oggi, da un punto di vista normativo, escludendo l’aspetto economico, non si registra alcuna variazione rispetto a quanto previsto dal CCNL del 2003. Nello stesso tempo, però, sono emerse alcune perplessità relative alla mancanza di criteri univoci di valutazione nazionale del loro operato, ancora marcatamente contestualizzata ai vincoli delle singole istituzioni scolastiche.

Il D.lvo 150/2009, in tal senso, afferma che “la misurazione e la valutazione della performance sono volte al miglioramento della qualità dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, nonché alla crescita delle competenze professionali, attraverso la valorizzazione del merito e l'erogazione dei premi per i risultati perseguiti dai singoli e dalle unità organizzative in un quadro di pari opportunità di diritti e doveri, trasparenza dei risultati delle amministrazioni pubbliche e delle risorse impiegate per il loro perseguimento. (…) Ogni amministrazione pubblica e' tenuta a misurare ed a valutare la performance con riferimento all'amministrazione nel suo complesso, alle unità organizzative o aree di responsabilità in cui si articola e ai singoli dipendenti,

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Basandosi sui contributi degli Stati membri, la Commissione e il Consiglio hanno definito un certo numero di obiettivi comuni per il futuro, nonché la maniera in cui i sistemi di istruzione e di formazione dovrebbero contribuire al raggiungimento dell’obiettivo strategico definito a Lisbona. Nella Relazione del Consiglio “Istruzione”, al Consiglio europeo, si trovano dunque gli “Obiettivi concreti futuri dei sistemi d’istruzione e formazione” [5680/01 EDU 18 - Non pubblicata sulla Gazzetta ufficiale]. Il Consiglio ha concentrato la sua attenzione sui tre obiettivi seguenti: 1) migliorare la qualità dei sistemi d’istruzione e di formazione, 2) facilitare l’accesso di tutti all’istruzione e alla formazione, 3) aprire l’istruzione e la formazione sul mondo tramite la mobilità e tramite l’insegnamento delle lingue straniere da un lato, e il potenziamento dei collegamenti con il mondo del lavoro, della ricerca e della società civile nel suo insieme dall’altro.

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secondo modalità conformi alle direttive impartite dalla Commissione di cui all'articolo 13”104

. Pertanto, risulta difficile stabilire come e quanto incide il lavoro delle figure strumentali nelle singole istituzioni scolastiche, a livello locale e nazionale, ed allo stesso tempo, anche la distribuzione ponderata di qualsiasi incentivo professionale top- down viene fortemente condizionata. Inoltre, nello stesso provvedimento, all’art.4, vengono elencate le fasi della gestione delle singole performance, secondo il seguente ordine:

a) definizione e assegnazione degli obiettivi che si intendono raggiungere, dei valori attesi di risultato e dei rispettivi indicatori;

b) collegamento tra gli obiettivi e l'allocazione delle risorse;

c) monitoraggio in corso di esercizio e attivazione di eventuali interventi correttivi; d) misurazione e valutazione della performance, organizzativa e individuale; e) utilizzo dei sistemi premianti, secondo criteri di valorizzazione del merito; f) rendicontazione dei risultati agli organi di indirizzo politico-amministrativo, ai

vertici delle amministrazioni, nonché ai competenti organi esterni, ai cittadini, ai soggetti interessati, agli utenti e ai destinatari dei servizi.

Ma, gli stessi incaricati, attraverso blog, siti web, associazioni sindacali, rappresentanti scolastici, contestano la scarsa attenzione ricevuta dai decisori politici, rispetto ad un pieno riconoscimento formale del loro ruolo professionale, in termini di incentivi economici, ritenuti ancora insufficienti rispetto alle mansioni svolte, ed alla promessa disattesa di criteri valutativi chiari per un avanzamento di carriera su basi meritocratiche. A ciò si aggiunge, poi, anche la questione dell’individuazione di un organismo di formazione professionale istituzionale, che tenga conto della specificità di questo ruolo, e che si ponga nelle condizioni di raccogliere informazioni utili per sensibilizzare i decisori politici su questi problemi irrisolti.

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Articolo 3, comma 1 e 2 del D.lvo 150/2009 in materia di "Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni. (09G0164)"

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Capitolo 2: Uno studio delle ‘Funzioni Strumentali al POF’ in sei