• Non ci sono risultati.

Quaderno 6. 8 cc (mm 204 × 154), non numerate Alle cc 1-3v, un «Dialogo fatto una sera in

II.1 S TRUTTURA DELL ’ EDIZIONE E CRITERI EDITORIAL

II.1.1 S TRUTTURA DELL ’ EDIZIONE

§ 1.1 Famiglie

I componimenti selezionati sono stati raggruppati in «famiglie»: i componimenti inclusi all’interno di ciascuna «famiglia» condividono parte del materiale verbale e caratteristiche strutturali ritenute significative, tanto da risultare riconducibili a un unico prototipo originario (cfr. supra, § I.9). All’interno dell’edizione, ogni «famiglia» è introdotta da un’intestazione in grassetto, comprendente un numero d’ordine in cifre romane e un titolo attribuito, segnalato fra quadre in maiuscoletto, corrispondente di solito all’incipit più diffuso all’interno del raggruppamento. Dato il carattere costituzionalmente (e auspicabilmente) integrabile del repertorio di testi che qui si presenta, ogni componimento isolato costituisce una famiglia a sé.

Subito dopo l’intestazione relativa alla famiglia, quando è stato possibile, si sono elencati in forma sintetica i riscontri testuali, relativi ai testi in essa inclusi, individuati all’interno di altre raccolte di canti popolari di area italoromanza tratti dal repertorio orale moderno. Tali elenchi non ambiscono tanto a fornire un quadro completo di tutti i riscontri testuali plausibili già editi, quanto piuttosto a fornire una base utile per ulteriori indagini, recependo in primo luogo le annotazioni bibliografiche depositate sulle carte della stessa RBB. Per i riscontri d’area toscana, in particolare, si è fatto prevalentemente riferimento alla raccolta del Tommaseo, alle tre edizioni della raccolta di Giuseppe Tigri e ai corpora di Alfredo e Giovanni Giannini.56 In due casi

(XXXIX, CCXXXVIII) si è inoltre attinto a una fonte sonora, il brano 8 della Raccolta 24 O conservata presso gli Archivi di Etnomusicologia della Bibliomediateca dell’Accademia di Santa Cecilia, frutto della campagna di documentazione effettuata da Alan Lomax a Treppio, frazione di Sambuca Pistoiese, il 28 novembre 1954).57

§ 1.2 Tipi

All’interno di ogni singola «famiglia» i testi sono stati suddivisi in sottogruppi, detti «tipi»: ciascun «tipo» si caratterizza per caratteristiche strutturali ritenute significative (cfr. supra, I.9).

56 Cfr. TOMMASEO 1841, TIGRI 1856, 18602 e 18693, GIANNINIA 1891 (raccolta limitata a Pisa e alle campagne vicine); GIANNINIG 19212. Per la Raccolta Tigri il lavoro è stato agevolato dal Repertorio Tigri curato da Pina Di Iorio (DI IORIO 1967), dove sono contenute le tavole di concordanza dell’edizione del 1869 con le due che l’hanno preceduta, «diverse tra loro sia per il numero, la qualità e l’ordinamento dei testi, sia per la prefazione e le avvertenze dell’autore» (ivi, p. 3).

57 Sull’attività di documentazione etnomusicologica svolta da Lomax nell’Appennino tosco-emiliano si rimanda a BORGHI 2004 e 2014; sulla Raccolta 24 in generale si veda BRUNETTO 1995.

All’interno delle «famiglie», i «tipi» sono presentati attribuendo a ciascuno di essi una lettera dell’alfabeto; ciascun «tipo» è introdotto da un’intestazione identificativa in grassetto, segnalata da un rientro tipografico minore. L’indicazione può comprendere, fra tonde, l’indicazione sintetica di caratteristiche peculiari del «tipo» in questione. Si veda, a questo proposito, il caso del tipo XVII.E, rappresentato da un rispetto che esibisce la «testa» tipica della famiglia XVII e la «coda» tipica della famiglia XIV: l’intestazione che lo riguarda comprende dunque l’indicazione «(«testa» XVII + «coda» XIV)». Con un apice posto accanto alla lettera che contraddistingue il primo «tipo» si distinguono, all’interno di una famiglia, eventuali varianti più brevi rispetto alla struttura tipica del rispetto (cfr. supra, § I.9).

Così come si è scelto di considerare ogni componimento isolato come una famiglia a sé, allo stesso modo possono darsi famiglie includenti un solo «tipo» e «tipi» includenti un solo componimento.

§ 1.3 Schede di edizione dei singoli componimenti

§ 1.3.1. Intestazione. A ciascun componimento è dedicata una scheda introdotta da un’intestazione in grassetto, comprendente: la lettera dell’alfabeto distintiva del «tipo» cui il componimento è stato ricondotto; un numero in cifre arabe mediante il quale si seriano tutti i testi riconducibili allo stesso «tipo»; l’indicazione, inclusa fra parentesi tonde, del numero seriale attribuito da Cirese e collaboratori alla scheda o alle schede RB su cui il componimento è stato trascritto (qualora a un unico testo corrispondano due o più numeri della «serie Cirese», essi saranno tutti elencati e separati da una barra obliqua; se invece il medesimo componimento compare, nella stessa lezione, in più di una scheda RB, i numeri identificativi di tali schede sono uniti dal segno ‘=’; se infine un testo è riportato invece da una scheda RB comprendente più testi sprovvisti di un’ulteriore numerazione, al numero della «serie Cirese» è aggiunto un decimale progressivo: a casi del genere si era già accennato supra, § I.2); l’indicazione del luogo di raccolta del testo, quando presente o recuperabile (le indicazioni topiche presenti in forma abbreviata sono state sciolte tacitamente; un asterisco individua i casi in cui l’indicazione del luogo di raccolta di un testo è stata aggiunta nella scheda RB da una mano diversa da quella del trascrittore del componimento; un punto interrogativo segnala invece indicazioni di luogo incerte o ambigue, tutte commentate nelle note informative in corpo minore, sulle quali si veda il capoverso successivo).

All’interno dell’intestazione sono inoltre espressi, quando presenti, i riferimenti cronologici dalla scheda RB pubblicata. Nei casi in cui questi non siano presenti, ma si sia potuto comunque

attribuire congetturalmente al testo un riferimento cronologico più preciso di quello genericamente valido per la RB (1887-1941), questo si trova espresso fra quadre all’interno dell’intestazione relativa alla singola scheda, specificando di volta in volta se esso sia da attribuire alla raccolta del testo o alla sua ultima trascrizione della relativa scheda RB: in quest’ultimo caso la data è accompagnata dalla sigla (S). Gli elementi che consentono di assegnare al testo il riferimento cronologico indicato sono elencati nelle note informative in corpo minore, salvo quando la scheda si data sulla base della sua appartenenza a una serie documentaria a sua volta datata o databile (cfr. supra, § I.7). Si tenga conto che un piccolo gruppo di testi accolti nella selezione che qui si presenta sono tratti da fonti a stampa: si è preferito non escluderli, perché facenti parte pienamente della recensio di Barbi. In casi del genere la fonte da cui il testo è stato tratto è menzionata nell’Intestazione della scheda.

§ 1.3.2 Note informative. Segue l’intestazione una serie di note informative, in tondo e in corpo minore, all’interno delle quali si presentano, quando è possibile: i dati relativi all’informatore,58 al

raccoglitore e all’ultimo trascrittore del testo; la serie documentaria cui si riconduce la scheda o la serie di schede RB su cui è stato trascritto il testo, evidenziata in grassetto e seguita, eventualmente, dal numero d’ordine esibito dal componimento all’interno della serie originaria, incluso fra parentesi tonde (cfr. supra, § I.7); tratti caratteristici del supporto su cui i componimenti sono stati trascritti (uso di carta intestata, presenza di testo sul verso, presenza annotazioni: in quest’ultimo caso, salvo dove diversamente specificato, tutte le annotazioni sono da riferire alla stessa mano del trascrittore del componimento); eventuali didascalie presenti a corredo del testo all’interno della scheda RB. Le informazioni non ricavate dalla scheda RB, ma desumibili con ragionevole certezza, sono incluse fra parentesi quadre. In questa sede si segnala l’eventuale presenza del testo in questione all’interno dell’elaborazione informatica curata da CIRESE 1967 (cfr. supra, § I.2).

§ 1.3.3 Testo e apparato. Subito dopo le note informative si dà l’edizione del testo, condotta sulla base dei criteri esposti infra (sez. III.2).

Quando necessario, i testi sono accompagnati da un apparato critico, al cui interno è richiamata, in tondo, la lezione accolta a testo, accompagnata a sinistra dal numero, in grassetto, del verso in cui è collocata, e delimitata a destra da una parentesi quadra chiusa, subito dopo la quale si trascrive in tondo la lezione tràdita, qualora essa diverga da quella accolta a testo (un numero in pedice collocato a destra della lezione richiamata prima della parentesi, permette a

58 Non mi sembra che, nel caso specifico dei testi della RB sussistano elementi sufficienti per sostituire, sulla scorta di SANGA 2007, il termine «interlocutori» al termine «informatori», dal momento che nulla è dato sapere delle modalità di raccolta dei testi in questione dalla loro fonte orale (quando essa è tale).

quest’ultima di essere individuata all’interno di un verso in cui tale stringa di testo compaia più volte).

Nell’apparato si è dato inoltre conto, in forma sintetica, delle fasi elaborative che hanno prodotto la lezione accolta a testo, e degli eventuali interventi correttori successivi che questa ha subìto. All’interno dell’apparato, T indica sempre il responsabile della trascrizione del testo pubblicato nella scheda, o la sua mano: se al termine della descrizione di un processo elaborativo o correttorio che ha interessato la lezione richiamata in apparato compare il simbolo T, significa che tale processo è da imputare alla stessa mano che ha trascritto il componimento. Quando un testo è riportato in identica lezione da più di una scheda RB, ma il processo elaborativo o correttivo interessa soltanto una di queste, il numero identificativo di quest’ultima è richiamato in apparato a sinistra del numero di verso della lezione soggetta a variazione (si veda il caso di CXXXV.A9).

In una circostanza, all’interno del corpus qui pubblicato, uno stesso testo della RB è tràdito da due schede RB che esibiscono due divergenze di lezione non indifferenti dal punto di vista metrico, ma talmente infinitesimali che un’edizione separata dei due testi è parsa inopportuna (CXLIX.A1): in questo caso è stata promossa a testo la lezione riportata da una delle due schede RB (la scelta è caduta sul testo metricamente più regolare), mentre le varianti proprie dell’altra scheda sono state registrate in apparato.

Documenti correlati