4. Genere e Salute: il Paradosso Donna
4.4 Salute Femminile e Lavoro Retribuito
Una quarta ipotesi considera il ruolo del Lavoro Retribuito sulla
Salute Percepita.
La suddivisione tradizionale dei ruoli, delle funzioni e delle occupazioni all’interno della famiglia, determina carichi di Lavoro molto diversi tra i due sessi. In Europa, il tempo medio di Lavoro domestico settimanale non retribuito è di 9,2 ore per gli Uomini contro 31,8 ore per le Donne. Proprio questa difficoltà nel riuscire a conciliare il doppio carico di cura e accudimento nel Lavoro ed a casa (Double Burden) appare essere una delle principali cause di stress a minaccia della
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La letteratura ha mostrato un forte interesse nei riguardi della differenza di Salute riscontrabile tra Donne che hanno un Lavoro
Retribuito e no. Svolgere un Lavoro Retribuito fuori dalle mura
domestiche, sembra correlato positivamente con la Salute, sia perché fornisce un Reddito, sia perché permette relazioni sociali altrimenti negate a chi vive tanto tempo in casa, sottolineando l'importanza di una occupazione retribuita derivante soprattutto dall’indipendenza finanziaria. È anche vero che altri Autori hanno rilevato che il Lavoro può avere al contrario un effetto dannoso, a causa dei ruoli molteplici di casalinga, madre e lavoratrice, che molte Donne debbono svolgere contemporaneamente (Stellman, 1977).
Arber, Gilbert e Dale (1985) hanno esaminato la produzione scientifica riguardante la Salute Femminile, rilevando risultati contraddittori tra i molti studi effettuati sulle differenze di morbilità tra Uomini e Donne e in particolare sull’apparente paradosso che vede gli Uomini avere una mortalità più elevata, e le Donne una maggiore morbosità dichiarata. Essi hanno approntato uno studio utilizzando i dati dell’Household Survey (GHS), un'indagine annuale riguardante circa 14.000 famiglie, coinvolgendo 15.500 Donne fra i 20 ed i 59 anni. La percentuale di Donne over 50 che segnalavano una Malattia cronica limitante la loro normale attività quotidiana era quasi due volte più alta per le casalinghe, il 26,7% contro il 14,5% delle lavoratrici. Tra i 40 ed i 49 anni la proporzione passava dal 19% delle casalinghe all’11,6% delle lavoratrici a tempo pieno e part-time. Sotto 40 anni, i dati non erano chiari. È stata studiata la relazione tra il numero medio di giorni di Malattia all'anno, lo stato di occupazione e le responsabilità genitoriali all'interno di tre gruppi di Età (20-29, 30-39 e 40-59 anni). Madri che lavoravano a tempo pieno sotto i 40 anni riferivano circa il 50% in più di giorni di Malattia rispetto a madri con orario part-time. La percentuale più bassa di Malattia era rappresentata da Donne single.
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Secondo gli Autori, il Lavoro Retribuito ha conseguenze benefiche per la Salute Femminile, ma queste possono subire gli effetti negativi dati dalle conseguenze dello stress derivante dal doppio ruolo di madre e lavoratrice fuori casa, in particolare quando questo impegno non è supportato da un partner. I dati confermano i benefici del Lavoro part- time per le Donne in tutte le classi professionali.
Altri si sono occupati di approfondire lo stato di Salute psico- fisico delle Donne in relazione al Lavoro svolto (Repetti et al.1989; Hartley et al. 1992). La letteratura appare divisa nel decidere se per proteggere le Donne da stress sia più importante svolgere un Lavoro
Retribuito o essere una casalinga a tempo pieno, con tutto ciò che
spesso ne concerne, e cioè l'isolamento, la monotonia, il basso stato sociale, l’autostima e la quantità di tempo libero che per le casalinghe non sempre è fonte di benessere, poiché è spesso utilizzato per rimuginare troppo sui problemi da affrontare. Al contrario, l'occupazione è una fonte di autostima, e di una più ampia rete di positivi contatti sociali.
In uno studio sul Lavoro delle Donne canadesi, ispirandosi anche a teorici femministi che sostenevano che gran parte del Lavoro delle Donne rimane invisibile e largamente sottovalutato, Angus (1994) suggerisce che per il Lavoro Femminile vige una “ideologia delle sfere
separate” nella designazione dell'attività retribuita nella sfera pubblica,
mentre le attività svolte nel privato sono del tutto trascurate. Dichiara che il forte coinvolgimento delle Donne in attività non retribuite a sostegno degli altri, si traduce in uno stato di minore cittadinanza e minore Salute. Il Lavoro delle Donne spesso si svolge al di fuori dell'economia formale, all'interno di un'economia “ombra” o di sussistenza (Illich, 1981), essenziale per il mantenimento della Salute degli altri.
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Ross e Wu (1995) riferiscono che un Lavoro Retribuito può migliorare la Salute di Uomini e Donne e che la disoccupazione è spesso associata a problemi di Salute. Fra le Donne, sono le casalinghe a riferire in maggiore percentuale condizioni di Cattiva
Salute (Jennings, Mazaik, e McKinlay, 1984; Ross e Mirowsky, 1995).
Ross e Mirowsky (1995) si domandano se una cattiva Salute è causa o conseguenza di uno stato di disoccupazione, in quanto le persone in buona Salute riescono ad ottenere ed a mantenere posti di
Lavoro migliori. Servendosi di un campione di 2.436 intervistati,
giungono ad affermare che l'occupazione a tempo pieno prevede una migliore Salute sia per gli Uomini che per le Donne e per queste ultime a prescindere dallo Stato Civile. Anche in questo caso, essere casalinga sembra predire in maniera significativa una peggiore Salute.
Burgard et al. (2007) sostengono che la perdita di Lavoro involontaria è associata in maniera importante a livelli più bassi di
Salute Percepita ed a maggiori sintomi depressivi in ambedue i sessi.
Tra coloro che perdono il Lavoro involontariamente, quelli che lo hanno perso a motivo di uno stato di Malattia subiscono, non certamente a caso, il calo più repentino di Salute. Le perdite del Lavoro dovute ad altre ragioni, hanno effetti sostanziali e statisticamente significativi sui sintomi depressivi, mentre gli effetti sulla Cattiva Salute Percepita sembrano essere relativamente più contenuti.