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SANZIO RAFFAELLO Urbino (PU) 1483 – Roma 1520

PERSONAGGI MARCHIGIANI che hanno operato in Toscana

SANZIO RAFFAELLO Urbino (PU) 1483 – Roma 1520

Pittore, architetto

Raffaello fu un genio: a dodici anni dipinse un ex voto, che è al museo di Liverpool; a quindici anni dipinse opere che sono ai musei vaticani e al

Louvre; a diciassette anni collaborò col Perugino (e lo superò), nel dipin-gere gli affreschi della Sala di Cambio di Perugia; a ventuno anni dipinse lo “Sposalizio della Vergine” (suo capolavoro), oggi alla galleria Brera di Milano. Lo “Sposalizio della Vergine” gli era stato commissionato dalla du-chessa Giovanna Feltria della Rovere – sua grande estimatrice –, che nello stesso periodo raccomandò Raffaello a Pier Soderini (Gonfaloniere della Repubblica di Firenze), che desiderava “stare per qualche tempo a Firenze per imparare”. Pier Soderini soddisfece la richiesta raccomandando Raffa-ello a Francesco Taddei, Signore di Firenze, ricco, amante dell’arte, protet-tore degli artisti, dalla cui famiglia erano usciti molti Priori e Gonfalonieri.

I Taddei ospitarono con piacere Raffaello nel loro palazzo – ad angolo con via Ginori (al “Canto del Bisogno”). Il Palazzo Taddei era stato progettato dal grande architetto Baccio D’Agnolo.

Nel palazzo Taddei43 e nella loro villa “Il Pino”, Raffaello ebbe modo di entrare nel giro di persone importanti, di allacciare amicizie e di ottenere commesse. Conobbe e divenne amico dell’architetto Baccio D’Agnolo, di Angelo di Francesco Doni e della moglie Maddalena Strozzi, dei quali fu ospite nella loro villa “Il Palagio,” in cui fece loro un ritratto; conobbe il Vescovo Pandolfini, per il quale realizzò il progetto del palazzo, in via S. Gallo 24, al posto del monastero delle suore Silvestrine, delle quali è rimasto il nome della via “Silvestrina” (angolo via S. Gallo). Alla famiglia Uguccioni fece il progetto del palazzo in piazza della Signoria di Firenze.

Come architetto, Raffaello è poco conosciuto, ma è stato molto apprezzato dagli esperti; oltre alle due opere di Firenze, a Roma realizzò il progetto del palazzo del papa Clemente VII – Giulio De’ Medici – alle pendici di Mon-te Mario, dove il papa si ritirava per momenti di riposo e di meditazione.

Per Taddeo Taddei fece “il celebre affresconel refettorio del monastero di S.

Onofrio di Firenze, ove era monaca Suor Serafina Taddei, sua sorella”. Per un altro suo amico fiorentino, Lorenzo Nasi, dipinse la famosa “Madonna

43 A ricordo nel palazzo fu posta una lapide; successivamente fu trasferita in via Ginori – dove si trova attualmente – per far posto ad un tabernacolo di Sogliani.

del Cardellino”. Un affresco attribuito a Raffaello, è quello che si trova in una stanza del museo egizio di Firenze, scoperto sotto l’intonaco.

Instancabile nell’apprendere, vide e studiò le pitture del Masaccio nella Cappella Brancacci della chiesa del Carmine di Firenze, le opere di Leo-nardo, di Michelangelo, di Fra Bartolomeo, di Donatello, di quelle esposte nei musei; imparò la scienza dell’anatomia, dell’architettura, della compo-sizione, del chiaroscuro; “egli fuse come in un crogiolo cinque, sei maestri, ci aggiunse del suo e ne venne fuori un metallo unico”.

A Firenze prese come allievo un ragazzo di sedici anni, Penni Giovanni Francesco; lo portò a Roma con sé, divenne il suo allievo di fiducia; a lui dette gli incarichi degli acquisti, della conservazione e della distribuzione dei materiali; proprio per questi incarichi fu soprannominato il “Fattore”.

Dopo la morte di Raffaello, lui e Giulio Pippi, detto Giulio Romano, por-tarono a termine i lavori lasciati incompiuti dal maestro44.

Raffaello conobbe ed ebbe rapporti con molti toscani anche a Roma; co-nobbe il papa Leone X (Giovanni de’ Medici), al quale fece due ritratti e dal quale fu “amato come un figlio”; spesso era ospite alla sua mensa; Leone X lo nominò Architetto dei Palazzi Apostolici (1514) e Prefetto delle Anti-chità (1519). Alla sua morte Leone X lo volle far seppellire nel Pantheon di Roma; (in Santa Croce a Firenze fu posta una lapide). A Roma, Raffaello, ebbe modo di conoscere meglio Michelangelo verso il quale nutriva molta stima come artista, ma non apprezzava il suo carattere scontroso. Un gior-no, incontratisi per Roma, Raffaello elegante, gioioso, attorniato da allievi ed amici, Michelangelo, solo, dall’aspetto serioso, dice a Raffaello: “sembri un principe con tutta la sua corte”; Raffaello di rimando: “tu sei sempre solo come un cane rognoso”. Anche Michelangelo stimava molto Raffael-lo, anche se non perdonò mai a lui (ed a Bramante) di aver “manovrato Giulio II affinché rinunciasse al progetto della sepoltura”. Ciò nonostante, quando il banchiere toscano Chigi gli chiese un giudizio sulla correttezza

44 Dopo la morte di Raffaello, “il Fattore” scoprì, con stupore, che il maestro gli aveva lasciato un’eredità.

del prezzo richiesto per un lavoro da Raffaello, Michelangelo gli disse che la sola testa di ognuna delle quattro sibille valeva almeno cento ducati. Il banchiere versò subito la somma richiesta e commentò. “Se m’avesse fatto pagare anche i drappeggi delle vesti, sarei andato in rovina”. In seguito tra Raffaello e il banchiere Chigi s’instaurò un rapporto anche di complicità;

durante i lavori Chigi concesse a Raffaello di portare con sé la “Fornarina”, come modella45 (3), a tutti nota come la sua amante, nota anche al Chigi, in quanto di origine senese, come lui. Il rapporto tra Raffaello e il banchie-re Chigi divenne continuativo; gli commissionò diversi lavori, tra i quali il progetto della cappella Chigi, nella chiesa di S. Maria del Popolo di Roma.

Con le costruzioni geometrico-prospettiche, Raffaello realizzò l’architettu-ra nella pittul’architettu-ra, “l’architettul’architettu-ra picta”.

Nel 1984 per il V° centenario della nascita, nell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, si è svolta la famosa mostra: “Raffaello, l’architettura picta, percezione e realtà”.

L’amministrazione Comunale di Firenze gli ha intitolato una via della città.

OPERE DI RAFFAELLO DEL PERIODO FIORENTINO 1504/1509 Madonna del Belvedere Museo di Monaco

Madonna di Casa Tempi Museo di Monaco Madonna del Cardellino Museo degli Uffizi La Bella Giardiniera Museo del Louvre

San Giorgio Museo del Louvre

La Sacra Famiglia Ermitage di Leningrado

San Giorgio Ermitage di Leningrado

Madonna del Granduca Pitti di Firenze Ritratto di Agnolo Doni Pitti di Firenze

45 Il volto di diverse Madonne di Raffaello è il volto della Fornarina. Molto innamorata di Raffaello, alla sua morte, per il dolore, “quasi uscì di senno”; su consiglio di un altro amico toscano di Raffaello, il cardinale Bibbiena (AR) – del paese d’origine – la Fornarina si ritirò in convento e vi rimase fino alla morte.

Ritratto di Maddalena Doni Pitti di Firenze Madonna di Terranova Museo di Berlino

Pala Ansidei Galleria nazionale di Londra Pala Colonna Metropolitan di New York Sacra Famiglia Museo del Prado di Madrid Deposizione Galleria Borghese di Roma Dama col liocorno Galleria Borghese di Roma

Madonna Northbrook Museo di Worcester (Massachusetts) Sogno del Cavaliere National Gallery di Londra

Nota Opere da aggiungere a quelle dipinte a Firenze:

La Madonna del Prato, Galleria Belvedere di Vienna La Madonna del Baldacchino, Galleria Pitti di Firenze la Donna Gravida, Galleria Pitti di Firenze.

SCALZINI MARCELLO

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