• Non ci sono risultati.

La scelta delle linee di investimento

Capitolo 1. I fondi pensione in Italia

1.4. Scelte d’investimento e composizione del portafoglio

1.4.1. La scelta delle linee di investimento

Il livello del capitale finale accumulato da ciascun individuo partecipante al fondo è fortemente influenzato da tre variabili: la durata di permanenza nel fondo, il livello dei contributi versati ed infine assume particolare importanza il rendimento ottenuto. Al variare di ciascuno di questi elementi si generano differenze più o meno sensibili sull’ammontare delle prestazioni conseguibili al momento della cessazione del rapporto9.

Al crescere della durata di permanenza all’interno del fondo, a parità di altre condizioni, aumenta conseguentemente anche il montante finale perché il contribuente ha il tempo per effettuare ulteriori versamenti e di beneficiare dell’effetto proprio della capitalizzazione, secondo cui i contributi versati in precedenza vengono continuamente rivalutati.

9 L. HUCK, Le strategie di investimento dei fondi pensione, in D. SANTECCA, La Gestione dei Fondi Pensione, Bancaria Editrice, Roma (1998).

26

In risposta ad un aumento dei contributi versati, a parità di altre condizioni, ugualmente ci si attenderebbe una crescita del capitale accumulato al termine del rapporto e quindi del trattamento pensionistico. In questo caso, però, contrariamente a quando accade per la durata che presenta un effetto di tipo esponenziale sul trattamento ottenibile dal fondo, il legame tra contributi versati e montante finale è di carattere proporzionale.

Infine, tanto più elevato risulta essere il rendimento prodotto dal fondo, tanto maggiore sarà la rivalutazione a cui sono sottoposti i contributi precedentemente versati; anche in questo caso l’effetto che tale variazione determina sulla somma finale accumulata risulta di tipo esponenziale.

E’ fondamentale che il fondo pensione nello svolgere la propria attività tuteli gli interessi degli iscritti quindi, alla luce della forte influenza che la variabile rendimento esercita sull’entità del montante finale, assume particolare rilievo l’individuazione di valide linee d’investimento.

Per poter stabilire correttamente le linee d’investimento che il gestore scelto dal fondo deve rispettare nello svolgere il proprio compito, il fondo deve tenere in considerazione alcuni elementi di fondamentale importanza:

1. il periodo di permanenza all’interno del fondo, elemento che a sua volta dipende dall’età degli iscritti e quindi dagli anni mancanti per il raggiungimento dell’età pensionabile. E’ evidente, infatti, che un giovane deve valorizzare i contributi versati su un arco temporale più esteso, per cui risulta disposto ad accettare un maggior rischio a fronte della massimizzazione del rendimento. Questo comportamento può trovare spiegazione nel fatto che gli anni caratterizzati da un rendimento negativo hanno maggiore tempo a disposizione per potersi compensare con quelli che, a contrario, presentano un rendimento positivo. Una persona, invece, ormai vicina all’età del pensionamento è portata a dare la priorità alla protezione del capitale accumulato e potrebbe, quindi, presentare una propensione al rischio nettamente inferiore;

27

2. l’obiettivo di mantenere un adeguato tenore di vita anche una volta cessata l’attività lavorativa, da cui deriva il desiderio proprio del lavoratore di accumulare un capitale finale sufficientemente consistente. I contribuenti, infatti, sono consapevoli sia del fatto che la durata media della vita si è notevolmente allungata, il che a sua volta comporta un allungamento dell’arco di tempo che la rendita pensionistica deve coprire, sia della possibilità che col trascorrere del tempo si verifichi un incremento delle spese mediche necessarie e allo stesso tempo una riduzione delle prestazioni previdenziali erogate dallo Stato;

3. il livello di rischio accettato dagli iscritti. Ci sono due rischi di fondamentale importanza che necessitano di un’attenta valutazione: la possibilità che in certi periodi si verifichino rendimenti negativi e la possibilità che i rendimenti ottenuti non risultino sufficienti a generare un trattamento pensionistico capace di assicurare il tenore di vita desiderato;

4. l’effetto riduttivo esercitato dall’inflazione nei confronti del potere d’acquisto: per garantirsi un determinato tenore di vita in caso di aumento del tasso d’inflazione è necessario disporre di risorse maggiori rispetto a quelle stimate in precedenza a fronte di tassi d’inflazione più contenuti. Tenendo in considerazione l’importante impatto esercitato dall’inflazione, il fondo pensione nel definire le proprie strategie d’investimento, quindi, dovrebbe ragionare preferibilmente in termini di rendimenti reali di medio lungo periodo (e quindi al netto dell’inflazione) piuttosto che di rendimenti nominali annui.

In un sistema a capitalizzazione, quindi, è evidente come il trattamento pensionistico presenti una forte dipendenza dal rendimento generato dal fondo, a riguardo però è importante tenere in considerazione il fatto che il desiderio di conseguire rendimenti elevati deve essere commisurato al livello di rischio

28

ritenuto accettabile da parte degli iscritti. Esiste quindi un trade-off tra rendimento e rischio, che deve essere realizzato tenendo in considerazione che:

1. nel medio termine categorie di attività non omogenee tra loro generano rendimenti ed allo stesso tempo livelli di rischio molto differenti tra loro; 2. la volatilità, cioè la caoticità dei rendimenti, rappresenta l’unità di misura

del rischio di mercato (fatta eccezione per le opzioni) attraverso cui è possibile misurare il rischio di un’eventuale variabilità dei rendimenti, espressa in termini di deviazione standard che praticamente indica la deviazione dei rendimenti rispetto al rendimento medio annuo, prendendo come riferimento un determinato arco di tempo. Un’attività, quindi, risulterà tanto più volatile quanto più il suo rendimento annuo si discosterà dal suo rendimento medio di lungo periodo;

3. ad un maggior rendimento corrisponde anche un rischio più elevato. Per ciascuna classe di attività è necessario prendere in considerazione sia il grado di rischio, misurato in termini di volatilità, che il rendimento offerto, tenendo in considerazione il fatto che tra i due parametri esiste una relazione positiva secondo la quale per conseguire rendimenti più elevati è necessario anche sopportare rischi maggiori.

Non è possibile individuare un’unica strategia considerata ottimale per l’intera famiglia dei fondi pensione, dato che non presentano tutti la medesima propensione al rischio, le stesse caratteristiche ed uguali obiettivi circa il rendimento desiderato. Ogni fondo, quindi, deve saper scegliere il trade-off tra rischio e rendimento ritenuto più appropriato per soddisfare al meglio le esigenze degli iscritti: è proprio per questo motivo che per il fondo stesso assume un’importanza fondamentale conoscere quelli che sono gli obiettivi degli iscritti in modo da poter arrivare a definire la strategia d’investimento più adatta alle loro esigenze.

In linea generale, le strategie d’investimento migliori sono quelle realizzate applicando il principio di diversificazione, basato sulla combinazione di classi di

29

attività aventi tra loro la minore correlazione possibile (o addirittura correlazione negativa), in modo tale da riuscire a massimizzare i rendimenti e al contempo minimizzare il rischio.

Ciascun fondo, quindi, sceglierà il mix di attività ritenuto più appropriato alle proprie esigenze, ottenendo come risultato un determinato rendimento medio ponderato: è fondamentale che la scelta in questione venga in ogni modo effettuata all’interno della frontiera efficiente delle combinazioni rischio- rendimento, cioè tra quelle combinazioni di attività che a ciascun livello di rischio associano il rendimento atteso più elevato.