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Scelta Strategica B: Obiettivi Cambiamento Climatico

Nel documento deliberazione n. 25 (pagine 26-30)

4 GLI OBIETTIVI E LE AZIONI PRIORITARIE

4.2 Scelta Strategica B: Obiettivi Cambiamento Climatico

AFFRONTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI E LE DISSIMMETRIE SOCIALI ED ECONOMICHE CORRELATE

I cambiamenti climatici provocano perturbazioni agli ecosistemi che, a loro volta, hanno impatti non facilmente prevedibili sulla società e sull'economia. Gli eventi estremi a carattere eccezionale ma anche i mutamenti lenti (ad es. l’innalzamento del livello del mare) modificano lo stato degli ecosistemi, con la conseguente perdita di valore ambientale ma anche produttivo e, spesso, sociale. Le principali strategie sui cambiamenti climatici riguardano la mitigazione, per la riduzione delle emissioni climalteranti, e

l'adattamento agli stress indotti dal mutamento delle condizioni climatiche. La scelta strategica regionale auspica di creare la capacità sociale di affrontare adeguatamente questi eventi e di sviluppare piani di adattamento dell’economia e delle comunità.

OBIETTIVO AZIONE PRIORITARIA SIGNIFICATO PROGRAMMATICO

B.1 Garantire la tutela degli ambienti acquatici, la disponibilità e la qualità delle acque in linea con le esigenze del territorio

B.1.1 Promozione di strumenti per la corretta gestione e riutilizzo della risorsa idrica anche in considerazione della necessità di costituire delle riserve idriche per situazioni di emergenza in vista di eventuali crisi idriche

La carenza idrica è un fenomeno preoccupante che si manifesta anche nel territorio regionale con frequenza crescente. Ciò richiede necessariamente di garantire e rendere sinergiche tutte le risorse idriche potenzialmente disponibili, efficientando le reti di distribuzione e

monitorandone innovativamente cause e luoghi di perdita. Il miglioramento delle infrastrutture è fondamentale per ridurre significativamente gli sprechi idrici e favorirne il risparmio negli usi, sia d'impresa che residenziali e terziari.

Così pure diventa importante la realizzazione di sistemi di accumulo e riuso delle acque meteoriche e la loro implementazione attraverso processi di depurazione (separazione acque reflue, recupero acque bianche e grigie, reflue-nere post trattamento, in loco, tramite fitodepurazione e altre tecnologie innovative, o da impianti).

Inoltre, al fine di promuovere la corretta gestione della risorsa idrica, diviene fondamentale analizzare e pianificare scenari emergenziali da crisi idrica, per pianificarne l’uso integrato e riserve adeguate per situazioni di emergenza.

B.1 Garantire la tutela degli ambienti acquatici, la disponibilità e la qualità delle acque in linea con le esigenze del territorio

B.1.2 Gestione sostenibile delle risorse marine e del territorio costiero

È importante perseguire un equilibrio ambientale di sistema per le attività marine e di interazione mare-costa. Nella pesca e nell’industria di trasformazione ittica, occorre favorire dialoghi costieri e transfrontalieri che garantiscano il rispetto di limiti precisi, stagionalità e caratteristiche. La sostenibilità turistica implica la definizione quali-quantitativa di flussi e modalità di fruizione: evitare nuovo consumo di territorio, rinaturalizzazione costiera oltre l’eccesso di urbanizzazione che cancella l’attrattività naturale oggi al centro della domanda turistica emergente. È importante salvaguardare le risorse naturali (specie ed habitat). L'alterazione delle comunità animali e vegetali autoctone comporta ripercussioni sugli equilibri ecosistemici. Così l'invasione di specie marine aliene altera gli ecosistemi, nuocendo ad un equilibrio, delicato ma pur dinamico, che va attentamente gestito e monitorato

B.2 Migliorare l'uso del suolo e ridurre il pericolo di dissesto idrogeologico

B.2.1. Preservare la fornitura di Servizi Ecosistemici fondamentali offerti dal suolo per l'economia regionale e definire regole per diminuire il consumo di suolo

Il suolo è una risorsa multifunzionale, non rinnovabile, e il modo in cui viene utilizzata è uno dei principali fattori di degrado ambientale e di declino della qualità della vita. Per queste ragioni occorre preservarne i servizi ecosistemi che offre attraverso azioni che ne influenzano la quantità e la qualità. E' importante limitare il consumo di suolo, ad esempio attivando premialità per il riuso degli insediamenti industriali obsoleti, la rigenerazione di quelli residenziali e la razionalizzazione dei cluster terziari e della GDO, come è importante favorire la qualità ecosistemica dei suoli nelle pratiche agricole.

B.2 Migliorare l'uso del suolo e ridurre il pericolo di dissesto idrogeologico

B.2.2 Favorire la corretta bonifica dei siti contaminati e la gestione ottimale dei rifiuti riducendo lo smaltimento

E' importante aumentare il recupero delle superfici contaminate nel rispetto del principio “chi inquina paga”.

Occorre, pertanto, bonificare i siti contaminati recuperando adeguate condizioni di igiene e salute nonchè riattivare i

servizi ecosistemici compromessi e progettare qualità paesaggistica e fruizione antropica.

Occorre incentivare una minore produzione di rifiuti, favorire la prevenzione, aumentare le pratiche di end of waste e il riciclaggio degli stessi. È altesì importante razionalizzare ulteriormente la raccolta dei rifiuti e la gestione in discarica al fine di minimizzare i carichi inquinanti nei suoli e nelle falde acquifere.

B.3 Migliorare la qualità dell'aria

B.3.1 Promozione di strumenti per il miglioramento della qualità dell'aria in considerazione delle diverse

caratteristiche e necessità dei territori

L'inquinamento dell'atmosfera deriva da una serie di sostanze che vengono prodotte da più “sorgenti” (industrie,

automobili, abitazioni private, ecc.). Occorre minimizzare le emissioni e abbattere le concentrazioni inquinanti in atmosfera, al fine di diminuire l'esposizione della popolazione, promuovendo sistemi e modelli per il

miglioramento della qualità dell'aria con l'attivazione di azioni specifiche. E' indispensabile ridurre le emissioni che causano l'

"effetto serra" incentivando azioni di mitigazione ai cambiamenti climatici .

B.4 Ridurre i consumi energetici e aumento della quota di energie rinnovabili

B.4.1 Sostegno ai progetti di efficientamento energetico e transizione ambientale ecosostenibile favorendo un'economia a bassa emissione di carbonio in tutti i settori

Occorre favorire la decarbonizzazione di tutti i settori economici e non, secondo obiettivi e modalità indicati dall'Agenda 2030 dell'ONU.

B.4 Ridurre i consumi energetici e aumento della quota di energie rinnovabili

B.4.2 Incrementare la produzione di energia da fonte rinnovabile evitando o riducendo gli impatti sui beni culturali e il paesaggio

Per rendere pienamente applicato l'obiettivo 7 dell'Agenda ONU 2030 "Energia Pulita e Accessibile", occorre favore una completa decarbonizzazione del settore energetico e produttivo, incentivando e promuovendo la diffusione nell'uso delle fonti energetiche rinnovabili, evitando o riducendo gli impatti sui beni culturali e il paesaggio

B.4 Ridurre i consumi energetici e aumento della quota di energie rinnovabili

B.4.3 Incentivazione sia per le imprese che per i privati di attività di

autoconsumo

È importante operare per la riduzione dei consumi e l'efficientamento energetico dei processi produttivi, degli edifici pubblici e residenziali attraverso l’installazione di impianti da fonti rinnovabili e l’applicazione di criteri di bio-edilizia. Per le imprese (MPMI) occorre incentivare le diagnosi e i sistemi virtuosi di gestione dell’energia, rivolti anche alla diffusione di esperienze di autoconsumo collettivo e di comunità energetiche.

B.4 Ridurre i consumi energetici e aumento della quota di energie rinnovabili

B.4.4 Favorire la valorizzazione energetica dei residui agricoli, forestali, zootecnici e della frazione organica dei rifiuti limitando le emissioni di gas climalteranti

Per limitare le emissioni di gas climalteranti ed il consumo di fonti energetiche fossili, occorre stimolare una serie di azioni, tra cui la razionalizzazione dell’utilizzo degli scarti di

produzione e della matrice organica dei rifiuti urbani, garantendo il rispetto di un ambito di prossimità tanto per le fonti di approvvigionamento, quanto per l’utilizzo dei prodotti ottenuti, al fine di minimizzare gli impatti ed i consumi determinati dal trasporto dei biocarburanti e del compost.

L'utilizzo del compost, come ammendante in loco, ha un effetto per il controllo della desertificazione.

B.5 Favorire

l'integrazione di piani e misure di adattamento e mitigazione del

cambiamento climatico

B.5.1 Definire un piano clima regionale per l'adattamento al cambiamento climatico

Per garantire basse emissioni e resilienza da parte dei diversi settori, è necessaria la valutazione degli effetti del

cambiamento climatico nella regione Marche, attraverso la definizione di un "Piano Clima" regionale, concretizzando gli obiettivi del Piano Energia e Clima (PNIEC - evoluzione climatica, fattori critici di adattamento, target e governance) e prendendo spunto dal redigendo Piano Nazionale di adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC). Altresì è importante garantire il supporto strategico agli Enti Locali per l'implementazione di Piani condivisi per Energia e Clima, iniziando dai "Patti dei Sindaci".

B.5 Favorire

l'integrazione di piani e misure di adattamento e mitigazione del

cambiamento climatico

B.5.2 Favorire l'adesione a metodi di produzione agricola volti a

salvaguardare i suoli, le acque e il patrimonio biologico in linea con i cambiamenti climatici

Il suolo è una risorsa non rinnovabile; la sua conservazione è fondamentale per la sicurezza alimentare e per un futuro sostenibile (FAO). Occorre dunque evitare il consumo improprio di acqua e l’impoverimento dei servizi ecosistemici, mitigando gli abusi derivanti dall’eccesso di urbanizzazione e produzione agricola con trattamenti chimici impropri. Ciò equivale al perseguimento di maggior equilibrio tra produzione e consumo, come indicato nella strategia "Farm to fork” dell'EU.

B.5 Favorire

l'integrazione di piani e misure di adattamento e mitigazione del

cambiamento climatico

B.5.3 Tutela degli ecosistemi forestali per combattere il cambiamento climatico e migliorare l'assorbimento di CO2

La risorsa forestale va tutelata salvaguardando i suoi essenziali servizi ecosistemici e favorendo un ciclo produttivo virtuoso, per mantenere opportunità di lavoro e presidio montano anche attraverso la creazione e il rafforzamento di associazioni fondiarie, la formazione di operatori e

l'innovazione tecnologica nella gestione del ciclo del legno.

L'ecosistema forestale va tutelato per i servizi ecologici espressi e valorizzato per garantirne la continuità prestazionale (efficienza ambientale), economica (occupazione, qualità di prodotto, filiera locale della trasformazione, turismo sostenibile), sociale (condivisione, partecipazione, radicamento culturale).

B.5 Favorire

l'integrazione di piani e misure di adattamento e mitigazione del

cambiamento climatico

B.5.4 Favorire la riduzione dei diversi tipi di rischio al fine di ridurre la vulnerabilità del sistema costiero nel suo insieme attraverso la piena attuazione del Piano di Gestione Integrata delle Zone Costiere (Piano GIZC)

La frammentazione ambientale, in costante crescita per mano dell’uomo, frantuma in parti la superficie originaria,

invalidandone le funzioni precedentemente espresse per rispondere a bisogni antropici (cibo, attività produttive e fruizione turistica) e naturali (corridoi ecologici e tutela vegetazionale). Il tema della interazione terra-mare è centrale sia in un contesto di pianificazione e gestione degli spazi marini (MSP) che della fascia costiera. Per queste ragioni occorre promuovere l'applicazione sistematica del Piano Gestione Integrata Zone Costiere.

B.5 Favorire

l'integrazione di piani e misure di adattamento e mitigazione del

cambiamento climatico

B.5.5 Avviare azioni di sostegno e coordinamento delle comunità locali affinché nelle aree urbane vengano attuati modelli di città ecosostenibili e resilienti considerando gli aspetti economici, sociali ed ambientali

Le aree urbane si debbono rivolgere più convintamente all'ecosostenibilità: servizi digitali; efficientamento energetico e antisismico degli immobili; mobilità elettrica, ciclistica e pedonale; creazione di comunità energetiche rinnovabili o almeno di esperienze di autoconsumo collettivo; sistemi integrati e mitiganti del verde, greenways.

Nel documento deliberazione n. 25 (pagine 26-30)