• Non ci sono risultati.

SCENA PRIMA

Nel documento ROSA BEI BOSCHI. COMMEDIA IN UN ATTO (pagine 29-41)

I

ATTO UN fa©.

Sala terrena

con

invetriale dalle qualisiscorqe ilgiardino

Due

porle laterali,sisinistra

Ca-mera

diIfldrgoi.

Uno

specchio

grande a

dritta.

Un canapè,

sedie.

SCENA PRIMA.

IlConteeGustavo. .

Con.

Come

?caro Gustavo,sei a Parigie non vienia visitareiltuo anticoamicodi collegio?

Gus.

Non

mi trovoallacapitale che daventiquattroore c debbo raggiungere all’istante ilmio reggimentoa

v Montpellier.

Con.Raccontami

dunque

i tuoiavanzamentiin questi dueannidiassenza. Lavitamilitareè cosifertile di avventure,didistrazioni.

Gus.Si,èpur troppoassai fertile!poichétalqualemi vediiosonoilpiù disgraziato degliuomini.

Con. Sarestiforseperseguitato dai creditori?

Gus.Oli!fosse pure...

Con.

Uua

passioncclla infeliceforse?

Gus.Precisamente.

Una

giovanecheioidolatravaeche

mi

corrispondeva pure... allorchéera per chiederela sua

mano, un

ordine del mio colonnello michiamò sottolemiebandiere. Partiiedoposei mesisoltanto riceveiquestaletterafatale.Ascolta:(Legge)u

Quando

uritornerete,Gustavo,io saròmaritata,i miei

pa-lireuti Io vogliono,debboseguire

un uomo

cheio unon

amo

echenonpotròamare

,

ma

imieidoveri

«m'impongono1’obbligodidirviaddio;dimenticatei unostrisogni di felicità e nou cercale di rivedere ul’infelice,PaolinaGercourt»*

.

Con.

Ma

questo èun romanzetto!

ifteedbyGooglc

-4 MARGOT

Gus. Al mioritornoessaaveva già lasciatalafamiglia, e adonta dellemieinformazioni nullahapotuto ancora mettermisullesuetraccie.

Con.Consolati,miocaroGustavo* chetuseifelice.

Gus. Inqual

modo

?

Con. Setu sapessi che cosa èilmatrimonio!...iopuremi sono innamoratodiunaladicuifìsonomia piccantemi ispiròlapassionepiùardente,

ma

nonebbi

come

te la felicitàdiperderla; disgraziatamente

mi

sono

ammo-gliato.

Gus.Avrestiadolertidellasua condotta?

Con. Dallasuacondotta no,

ma

delpersonale, delle sue manieregoffeecomuni,dellesueespressionitrivialie chelafanno scomparireper tutto.

Gus.Ho»-eapito,

un

matrimoniodisuguale.

Con.

Pur

troppoilpiù disuguale!

Tu

conosciilmio ca-rattere,imieipregiudizi controinostricostumi pari-gini;misi parlòtantodell’innocenzacampestre,che ionon sognavaaltroche un’ esistenza pacificae ver-deggiante. Iosapeva che sposando questagiovane con-veniva incominciare dalla educazione, ioconoscevail

suocarattere leggiero,

ma

piùaveva adolermene,

mag-giormente andava superbodi dirmi,questa fanciulla mi daràtuttalasuafortunaedilsuoavvenire.

Gus.

Ma

comeincontrastiquestagiovane?

Con.

È

unanovelladelleMille ed,

ima

Notti;fu in se-guitod’unapartitadicacciaincui gravementeferito misitrasportònellacasa di

un

onestofittaiuolo, ladi cuifigliaebbeper

me

lepiù delicate attenzioni;infine cheti dirò io?Lariconoscenzaingenera l’amicizia, l’a-miciziafecenascerel’amore,etremesi dopolasua convalescenzail conteDe-Neris divenneil marito di unasemplice contadina.

Gus.

E

questa alleanzanontrovòalcun ostacoloperparte dellafamiglia?

Con. Grandissimiostacoli,specialmentedaparte del ba-ronediMarnach,miozio,chemainoncessa di van-tarelagrandezzade’suoiavi edibenefiziidell’ edu-cazione.

Gus.

Oh

!

ma

non bisogna disperare; colla pazienza riesciraiatutto.

ATTOUNICO. ‘S Con. Credi che ho fattotuttoquelloche

umanamente

era possibiledi fare,le ho procuratoil maestro fran-cese,maestrodiballo,dimusica, e tutto ciònon con-tribuì chearenderla più-ridicola,eperconvincerti maggiormentetidiròcheellanonyuoI esserechiamata altrimentiche Margot.

Gus.Margot!(Ridendo)

Con.Sì,Margot,cosìsichiamava suamadreesua nonna, edessanon cambierebbequesto

nome

per

un

impero.

Inteudi?iodebbochiamarlacontessaMargot;vièda divenire pazzol

Gus.Perseveranza, caro mio, e arriverai a farneuna

dama

» compita.

^2

Con.

Ne

dubitoassai. (Siodevantare Margot)

V

odi tu?eccolache cantalesue canzonette campestri, ora giudicheraidatemedesimo.

SCENA

II.

Margot entra cantandoeballando,

. edetti.

t

Mar. (cantando)

uLafarfallettavolaenons’arresta uCh’ai subitoapparirdidonnicciola:

A

a

E

colla reticelladalla testa

»

La

farfallettaentraepiùnonvola,n

Con.

Ma

nonvedete

madama

?viè quipersona che vor-rebbe...

Mar. Oh!

scusi,signore...vostraserva...Vi auguro

un

buongiorno...iononstomale...

Gus.

Me

neaccorgo.

Con.Miabuonaamica,tipresentoGustavo d’Arenbergh miocompagnonedicollegio.

Mar. Ah

!capisco,siete statia scuola insieme.

Gus

.(Ascuola?)

Con. Sono due anni che noncivediamo,epuoibene im-maginartiilpiacerecheprovonelrivederlo.

Mar.

pii!,.,sicuramente,comeiose rivedossiilmio

vii-Digiti?edbyGoogle

!

6/ MABGOT

rlagg'Oedilmiocaprone, o signore,,cheha dne bellis-simecorna...

Con.(Eccolacoipolliecolsuo caprone; nopvi

manca

chesuoicugino; quale supplizio!)

/Mar. È

tamburinoilsignore?

Gus.(ridendo)No,madama, sonouffizialed’infanteria.

Mar. Ah!è

un

belcorpo,

ma

ancheitamburini...

Gus.Sembrache

madama

amitalgenere!

Mar.

Davvero! quando passavano iuuanziallamia ca-setta,che sentivo quelrataplan, rataplan...lidivoravo cogliocchi.

Con.

Ma

taceteunavolta,avetedelleideeinoliostrane.

(A

Gustavo)(Vedichenontiavevodettotutto!)

Gus

(Ma però quellafranchezza, quella grazianaturale;

iolatrovo piacevole,divertente.) jlfar.(cantacome sopra)

Con

.

Ebbene,madama...

Mar.

Avete ragione:miparevad’essere nel belmezzo dellemiepecore.

Con.Spero,miocaroGustavo, chequest’oggi pranzerai connoi'?

Mar

Glifarò assaggiarelapolentafrittaaduso delmio paese.

Gus.Accattocolmassimopiacere:solovichieggola per-missionedilasciarvi

un

momento; sonoattesodal co-mandantedipiazza.

Con.Serviticontuttalibertà.

Mar.Fatecomese fosteincasad’altri.

Gus.Dunque,arivederci piùtardi.

Con.Contiamo su

$

te.

Gus. Fraun quartod’orasaròdiritorno.

Madama,

per-mettetemidiprendere congedo davoi.

Mar.Signore,voimiconfnsiouate.

Con.Addio, addio. (Gustavoesce)

Con.Orachesiamosoli, ,roiacara arnica^ concedimidi dirtichel&lufcnianierè

d

r topdttrli 4veramenle.scan-dalosa.

Mar.

Ma

cosahofatti»?

Con.Cosahai fatto?Chenecessitàvierad’esternareil tuo genio peitamburini?.Creditucheciò sia conve-nienteallapresenza diunostraniero?

Avevamo

forse

i»#’*4

ATTOUNICO. 7

.bisognodisaperecheavrestivolontà dirivedereituoi polii,ituoicaproui equalchevoltaancheiltuo cu-ginoGiovanni,

un

imbecille,

un

rusticp.

Mar.

Non

miditetalicose,egliè

un

buon ragazzo,ha deltalentoe poièmiocugino,ediocredo chesipossa amare suocugino.

Cac.Losobeneche tunonfaialcuumaleeletue in-tenzionisonopurissimecomeiltuocuore,uiailmondo, cara amica,nontien registro dei nostri pensieri,egli nongiudicachelenostreazioni elenostreparole,e sonoprecisamente queste chesi sonointe rese^ftre-prensibili:questa

mane

ancoranonhai detto in pre-senzadel mio segretario,che hai ordinatoallacuoca unafracassatadipolli?

Mar

*Ebbene,chec’èdimale? Con.Sidiceunafricasseadipolli,amicamia.

Mar.

Oh

!frica,ofraca,èlostesso.

Con.No,sonocerteespressionichenon debbonouscire dalla boccadiuna

dama

dellatua condizione.

Mar.Della mia condizione? Sojpo forse un?

dama

di condizione io?Sono Margotnata inmezzo aicavalli edallerape,voimitrovastenel mio umilecasolare,e làioerafelice.Oli1miobel villaggio!Oli! miobuou cugino!

Oh!

miegalline! che micorrevate incontro quandovifacevapio,pio, pio

,pio.Quellasipoteva chiamareverafelicità! 1 ..

Con.Sì, Iocredo,ne convengo,

ma

lpcontessaPe-I$eris nonèpiù Margotlacontadina,eli?deveprender^tutta lagentilezzaemanierechesiaddiconoaldileirango, ed.usciredaunaiguoranzachefaarrossire«doro che l'attorniano.

Mar. Tanto peggio,,i.oparlocomeso;

a^

fine deiconti

»J’oradelformaggiovienepertutti,e vi dichiaroche incomincio ad annoiarmie quest’oggi do congedoal maestrodilingua,aisuoipassivi edaisuoiaggiuntivi,

mando

aspassoilmaestrodimusicaco’suoisospirie lesuebiscrome, edancheil maestrodiballochemi slogalavitaelegambe.

Con.Maria,

ma

caraMaria...

Mar. Non

paichiamoMaria,mi chiamo Margot, mia nonna si chiamava Màrgat, mia madre Margot,noisiamotutti Margotdimadreiafiglia.

DigilizedbyGoogle

8 .MARGOT

Con.

Ma

sì,Margot,comevuoi.(Povero

me

!che ho mai fatto!)(Esce)

Mar. Domando un

po’iosenondovrò più aprirla bocca per parlare?Erapiùcontentaquandoconversava con miocugino Giallognolo,si discorrevafrancamente, e quando mi infastidiva glidavouno schiaffoedeglimi prendevapeicapellie lì,dai, tira...

Ah

! quellisono momentidifelicità1

SCENA

111.

•r-IIbaronediMarnach,Paolina,Conteedelta.

Bar. Sì,nipotemio,sonoio,tuozio,cheinsegno d’ami-ciziavieneafartiunavisitadiriconciliazione.

Con.

Come

potrei ringraziarvi?

Mar. Mio Dio! Se nonsono' stralocchiamiparedi rico-nosceremadamigellaPaolinadiGercourt,miasorella di latte.

Pao. Margotqui!

ma

inqual

modo

?come?...

Bar. Come,come!... èlasposadimionipote.

Pao.Contessa?...

Mar. Lastessadiprimaperò...Voi puresietemaritata?

Pao.Senzadubbio, cd ecco quimiomaritoil baronedi Maruach.

Mar.IlbaronediCarnach?quelvecchiolà? (Lo aveva preso persuononno!)

Con.Mi sembra che voifatelevostrecoseintutto si-lenzio.

Bar.Chevuoi,miocaro?Miannoiai delcelibato, la

mia

buona stellamihafattotrovareuno de’ suoitesori piùrariepiùpreziosi,una donnacheoltrealla gra-zia.allospirito,allabellezza,vasuperbadiaveravuta unaeducazionebrillante,ediunavirtù atuttaprova.

Con.

E

se iola giudicoperlabuona opinione che

ho

dimiazia,deve essereunacatenamoltodolcea por-tare.

Mar.

Checosaglifateportare,madamigella? Pao.

Non

sono madamigella;non sonopiùPaolina,tua

sorelladi latte?tusaibenechemichiamavi

cou

al-trotitolo,echenonericontessaallora.

ATTO

UNICO. 9

Mar. E

dacchélasonodivenuta,nonso più parlare.

Bar.Dunque,nipote mio,seitu contento? Con.

Non

iniposso lagnare,cisonoallevolte dellenubi

cheattraversanoilmiobelcielo,

ma

essesidileguano benpresto.

Mar.

E

non apparirebbero neancheseeglinon volesse cheioparlisca

come

unaduchessa.

Bar.(Oh,oh!Parlisca!)

Con.

A

voinonoso chiedere sesiete feliceo no.

Bar. Puoirisparmiartiquestapena,dell’istruzionelino allapuntadelledita,conoscelamusica come Verdi

,ha

molte lingue.

Mar.

Come?

Voiavetemolte lingue?fatemi vedere....

Bar.In conclusione, è

un

portento di scienze.

Pao.

Ma

in veritàvoitrascendete in elogiper

me

,temo dinon poter giustificarelevostre parole.

Bar. Conoscolatuamodestiaenoninsistopiùoltre. Se-guimi,miocaroDe-Neris,dobbiamointrattenerci as-sieme sudeinostri particolari;queste signoreavranno lacompiacenzadiattenderciqua.

Mar.

Andate

,andate pure

,signorCornach,cifate

un

piacere.

Bar.(Mihabattezzato perCornach!)Lilina,nonti im-pazientare,torno subito.

Pao.

Come

v’aggrada.

Bar.(asuonipote )

Eh?

che obbedienza!che mansue-tudine!Tutti benefizi dell’educazione! (Escono tutti edue)

Mar. Finalmente sonopartiti.

Ma

ditemi

un

poco qual strana ideaavete^avuta di prenderquel marito così vecchio?

Pao.Parla piano.

Mar. Sefossebello,

meno

male,

ma

èanchebrutto.

Pao.lononfuipadronadiscegliere coluichedoveva es-sere

compagno

de’mieigiorni

,imiei parentihanno volutoquesto matrimonio.

Mar. Convenivarifiutare,ebuonanotte.

Pao.Felicete,chepuoi ideartichenellagrandesocietà sipossaagire e volerecomenellecampagne;noisiamo glischiavi dei pregiudizi edobbiamoobbedire.

DigitizedbyGoogle

10 mi.Ri;or

SCENA

IV.

Giovanni, poiGustavoedetti.

Gio. (dal fondo convaligieinspallaevestito

da

con-tadinocaricalo) Starebbequi,Margot?

Mar. Questavoce!...

Oh

!chi vedo,Giovanni? Gio.(lasciando caderevaligieebastone) Margot!

Gus. Eccomidiritorno.

Pao. Ah!signore,cheavetemaifatto?lasciatemi.(Esce) Gus.

Non

fuggirmi,asouUaHH,l iseguirà,.(Esce) Mar. To,to! siconoscono?Bravi.

Gio.

Non

sbagliodunque?Sietepropriovoicheiovedo?

Mar.

Si,sonoio,Margot,tuacugina.,.,ancheor ora pen-savoate,sai?

Gio.FedediDio!voipensavateame,contessaMargot?

Mar.

Senti, semivuoibenenon mi chiamarecontessa.

Gio.Se questoèilvostro

nome

,perchènon lovolete?

Non

posso chiamarviMargot,

come

vjchiamavo prima.

Mar.Voglio cheiymi diadeltu,

come

perlopassato.

Gio.Che, unadama....lacootessa....voletechevidia del tu ?

Mar. E

meglio ancora,chetumiabbracci.

Gio.Senon èchequesto,non melfaccio direduevolte, * giacchénpu vi nascondo che neho granvolontà; pe-rò

un

.contadino

come

me, non sosedebba....

Mar. Auimo,imbecille,giacchételopermetto....

Gio.AJt>!iqfedemia

, bisognaobbedire.(l

/

abbraccia)

Dio d.c.l cielo! .chebella cosa Stringerealseno

una

contessa,egliè

come

semangiassimodelpapebianco.

Mar.

Ma come

accade chetuseia Parigi?

Gio.

Non

haivedutoilmiosacco?oo.nt’accorgiche noi siamoingagiati?

Mar.

Ingagiati?

Gio.Sì,dopo chelasciastiiltuopaesepativo, tutto im-mersonelsilenzio,e nella trisiezza,ecco che.

un

bel gjorpu hodetto,voglioessere

un

soldato

, esiccome sono

un

bell’

uomo ^

mihanno messoin de’p

i

ì\) beireggimenti,neivolteggiatoridelceutro^prafrr"1'

Mar. Come,seimilitare?

ATTO

,UNICO- 41 Gio.Già,enon hovoluto partiresenzadirtiaddio.

Mar. Haifatalobenissimo.

Gio.

Ma

cprbézzoli!chevestito!devecostarepiùdeltuo corpettinodilana,nonè vero?

Mar.SI,costadipiù, e mi dàpiù imbarazzo.

Gio.Tiricordiquandosicantavatornandoacasa, con-ducendoilnostrogregeallacapanna?

Mar. Se

me

nericordo!mi sembra ieri,equandosi bal-lava,esicantavainunioneatuttele ragazze del vil-laggio....

Gio.

E

chebelledanze!

Mar. Proviamose

me

ue

rammento

ancora.

Gio.

Oh

!unacontessa.

Mar. Imbecille!Vieni qui.(Sipongono aballare)

SCENA

V.

IlConte,Baronee

dettf^*^

l/'^~

Con. Chevedo!

Bar.Delizioso!

Gio.Siamocolti.

Afar.

Non

aver paura,èinio marito.

Con.

Mi

direstevoi,

madama,

chiè,quest’uomo,eche

co-safaceva ?'

^ ^

Alar.Questoèmiocugino'.Cosa faceva?miabbracciava?

Bar.(Costei èbenfranca!)

Con.

Ah!

questièvostro cugino Giovanni? e voiosate convenire....

Mar. E

perchèlodovreinascondere?semi ha abbraccia-ta,èseguochelodesiderava.

Gio.Sì,signore. Iodesiderava.

Con.

Ah

!questo è troppo,ediononsoffrirò....

Mar.

Checosa?che mio cugino nonmiabbracci?

Oh

!

vorreiiiupo’ sapereseaveteildritto d’iuipcdirmelo.

Con. Sene hoildritto?...

Mar. Nou

signore,nonl’avete.

(A

Giovanni) Nonè vero, chenon

m

loha

VC

aitatiti f

Gio.

Non

celoha.

Con.

Ma

miozio,liudite?

Bar.

Te

lopredissi,

ma

tulohaivolalo....

DigitizedbyGoogle

12 1

MARGOT

Mar.

Io acconsentiiperfarvipiacere ad involtarmiin questiabitiche

mi

dannoimpaccio,acconsentoa par-larein ise inasse

come

la

drammatica

esige,

ma

non parlare piùamio cugino,obbliareilmiovillaggio,i

compagnidibambinaggio nonIosperateche mivi ob-bligassero,echemivisicostringessero.

Gio.Hairagione,nonsoffrirecheticostringassero.

Con.

È

tempodifinirla;rientratevoi,o signora,e voi usciteall’istante,altrimenti.,..

Mar.

Giovanni,restalì.

Gio. Restalì.

Bar.

(ridendo)

(Oh!

bella,bella!rivoluzione contadine-sca1)

Con.

Non

miavete

dunque

inteso ?

Mar.

Sì,

ma

voisieteingiusto,sietecattivo,siete..,, non sochecosa, ediomirivolto.

Gio.Brava,rivoltati.

Con.

Dunque,

voi?

Mar.

Cirivoltiamo.

Gio. Cirivoltiamo.

Con.Ebbene,io viavverto

una

volta persempre, che non vihotolta dalvostrovillaggio,e creatacontessa De-Neris pervederviaccantocerte specie di gente.

Mar.

(a Giovanni )

Sei tulaspecie.

Gio.

Eh!

loso.

Con. Voidoveteal

mondo

edalvostrosposotale sagri-fizio,eselavostr$»riputazionenon può imporre alle vostre abitudini

,cercherò tuttii mezzi possibili per preservareilmio

nome

dalridicolo,

nome

chenonsiete degnadiportare.

Mar.

E

velohochiestoforseilvostro

nome? Non

ave-voilmio?non mi chiamo Margot?Voiinisietepiaciuto perchè avete

un

belnaso,

una

bocca,dueocchi,

ma non

vihosposatopelvostronome, chepoi,poise vo-gliamo,non è de’ più belli. De-Neris,cosavuoldire De-Neris?

Gio.Niente,come De-Bianchi.

Con.

Oh

!miapazienza!

Bar.(Oh1

come mi

diverto!)

Mar.

Forse perchèvoi

mi

avetecomprato

una

carrettella pitturata,de’pendentiche

mi

stancanogliorecchi,e

ATTO

UNICO.

45

dellescarpeche

mi

fannovenireicalli,sonoquestele ragionichenonvogliate, cheioparli con Giovanni?

ebbene,iononvogliopiù deivostrifalbalà.

Gio. Brava,brava!

Con.Dite benissimo.

Mar. Nou

è verochehoragione,signor diCornach? di-telovoi.

Bar.(Dallicon Cornach!)

Mar.Cosìsiamointesi,ioriprendoilvestito delvillaggio*

collamiacut'fietta,lestracchile eimieizoccoli,le sottane corte, così sarò più libera dellemie gambe,

mi

sbarazzeròdaquesta seta cheannunziasemprecolsuo frusciolamiavenuta,nonparleròpiù iniseinasse, abbraccieròmiocugino, abbraccieròilsignor Cornach

,

abbraccieròtutti,fuorchémiomarito,perchèè

un

ge-->

loso,

un

tirannochenon mi

ama

più, echeiodetesto, eperfinireintermini didrammeticheria,vado ad ab-bigliarmiallacontadinesca;intal

modo

potròpensare allepecore,aipolli,edirealcuoco chefacciala fra-cassata.(Esce vivamente

)

Con.(vivamente a Giovanni )

E

tuchefai? Gio.

Me

nevado.(Impaurito,esce

)

Con.Iosoffoco.

Bar.

Te

loaveva predetto,nonvièfelicitàsenza edu-cazione.

Con.

Ma

iol’amava,poteva crederechequesta giovane, laqualemiprodigò tanteftSseSisenza conoscermi,e che percosì diremi chiamòallavita,potevasupporre cheildileianimofosseprivodinobiltà,ilsuo cuore senza virtù,ilsuospiritosenzaragione? Bar.

Non

siformalo spirito.Ilcuoree1’animo nonsi

elevano se non quandolostudio e l’istruzione svilup-panoin noiilgermedellavirtù.

Con.

Ma

alloraperchèparlarmisempredelcandorec del-l’innocenzacampestre?

Bar. Caro mio,tu devisottomettertiai capricciditua moglie e rassegnarti,iolelodissi,nipotemio,questa campagnuola nonticonviene, tumihai risposto

io l’amo,ellasaràmia moglie

nonvolestiascoltarenè minaccio,nè tampocopreghiere, ora regolaticomepuoi, io

me

nelavolemani. (Esce)

Bar. Caro mio,tu devisottomettertiai capricciditua moglie e rassegnarti,iolelodissi,nipotemio,questa campagnuola nonticonviene, tumihai risposto

io l’amo,ellasaràmia moglie

nonvolestiascoltarenè minaccio,nè tampocopreghiere, ora regolaticomepuoi, io

me

nelavolemani. (Esce)

Nel documento ROSA BEI BOSCHI. COMMEDIA IN UN ATTO (pagine 29-41)

Documenti correlati