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6 Morfologia sociale del territorio indagato

6.3 Scolarizzazione e socializzazione

Prima di dirigere il nostro interesse verso il mercato del lavoro ci si intende soffermare sul sistema di istruzione e formazione che prepara i giovani e le giovani altoatesine al loro ingresso nel mondo lavorativo. Come abbiamo rilevato nella prima parte di questo scritto ad una funzione strettamente formativa della scuola se ne affianca un'altra ovvero la capacità di ridurre la presenza di giovani sul mercato del lavoro per via del loro maggiore permanenza nei sistemi formativi.

Questo effetto è meno marcato in Alto Adige dato che statisticamente la popolazione sudtirolese sembra subire una minore attrazione dal sistema di istruzione e formazione con tassi di scolarizzazione piuttosto bassi sia rispetto alla media nazionale che europea [Osservatorio sul mercato del lavoro 2012]. Va però rilevato che una parte significativa dei giovani, come vedremo oltre, segue la strada dell'apprendistato che permette di ottenere una qualifica professionale coniugando l'attività lavorativa con l'apprendimento in aula.

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62 A seguito della riforma del titolo V della Costituzione italiana le competenze della provincia di Bolzano in merito all'ordinamento scolastico primario e secondario debbono declinarsi sulla base degli orientamenti nazionali. Di fatto questo determina che la suddivisione tra scuola primaria, di secondo grado e terziaria sia uguale a quella diffusa nelle altre regioni italiane. La formazione professionale è organizzata dalla Provincia tramite centri di formazione gestiti direttamente o enti convenzionati.

Il sistema sudtirolese è stato invece caratterizzato da un'anomalia rispetto a quello italiano dove, a dispetto dell'introduzione nel 1999 dell'obbligo scolastico fino ai sedici anni, in Alto Adige fino all'agosto 2007 esso terminava a 15 dopo l'assolvimento di un anno di scuola superiore o istituto professionale. Questo elemento ci sembra evidenziare una diffusa e socialmente accettata propensione al lavoro da parte dei giovani ma anche un suo aperto sostegno politico.

Con il successivo adeguamento i giovani si trovano ora a scegliere tra tre opzioni per assolvere l'obbligo scolastico e formativo: proseguire gli studi fino al conseguimento del diploma di scuola superiore, iscrizione ad una scuola professionale per il raggiungimento della qualifica triennale, instaurazione di un rapporto di apprendistato con almeno 240 ore di formazione all'anno. In riferimento a quest'ultima ipotesi è ancora possibile instaurare il rapporto di apprendistato a 15 anni se il giovane è in possesso del diploma di terza media. Con la riforma dell'obbligo scolastico e la sua estensione fino al compimento del sedicesimo anno di vita è incrementato anche il tasso di proseguimento degli studi dopo le scuole medie con valori che si attestano oggi attorno all'80% per i maschi e all' 85-90 % per le femmine. Parallelamente a quest'incremento si rilevano percentuali in calo di giovani che optano per l'alternanza scuola-lavoro dell'apprendistato23.

Il tasso di scolarità registrato in riferimento alle scuole superiori rivela forti disparità per genere con livelli per i giovani maschi che si aggirano attorno al 65% mentre per le giovani raggiungono l'82% con uno scarto in forte incremento rispetto al 1991 quando il differenziale era di soli 4 punti in favore delle donne.

Come detto l'Alto Adige si presenta come territorio a bassa vocazione scolastica e questo, va rilevato, benché i costi siano decisamente ridotti rispetto alle altre regioni (libri in comodato d'uso), vi siano significative borse di studio e i trasporti siano gratuiti per gli

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63 studenti fino ai 25 solo per citare alcuni esempi. Nel corso degli ultimi anni si sono osservati segnali di miglioramento stando ai dati forniti da ASTAT sul totale dei giovani.

Gli iscritti alle scuole professionali sono in aumento e dall'anno scolastico 2008/09 con 5024 studenti si è passati ai 5.799 odierni cui si devono sommare 3.159 apprendisti fa. Attualmente il 83,7% degli studenti iscritti ad una scuola professionale frequenta un corso tedesco mentre il 16,3 % quelli in lingua italiana. Gli stranieri sono 693, cioè 12 ogni 100 iscritti a fronte dei 10,9 di 5 anni fa, e vi è una propensione, benché con dei distinguo a seconda della zona di provenienza, alla scuola italiana.

L'artigianato-industria è il settore che viene scelto da oltre il 41% dei giovani che optano per una scuola professionale seguito da quello alberghiero- alimentare, attorno al 14%, sanità e sociale al 13% e infine l'ambito del commercio al 12%. Questa suddivisone percentuale rispecchia anche quelli che sono gli orientamenti e le proporzioni di scelta dell'apprendistato. Gli apprendistati sono calati negli ultimi 5 anni del 18,6%.

Le scuole superiori hanno percentuali di partecipazione diverse se osserviamo il gruppo etnico con il 69,2% dei giovani che frequenta una scuola tedesca, il 28,6 una italiana e il 2,2 una ladina. Mentre per la scuola primaria o secondaria inferiore alcune famiglie adottano delle strategie di apprendimento linguistico per i propri figli iscrivendoli a scuole dove si parla la lingua non del proprio gruppo di appartenenza, questi sembrano venire meno con la secondaria superiore.

[...] con 73 studenti ogni 100 abitanti in età tra 14 e 18 anni la frequenza delle scuole secondarie superiori rimane sensibilmente al di sotto della media italiana pari a 92 studenti (2009/10). Aggiungendo gli iscritti ai corsi di qualifica professionale si rimane sotto la media delle altre regioni italiane. Il divario viene colmato solo considerando anche la formazione nell'ambito del sistema duale (contratto di apprendistato con circa un quinto del tempo dedicato a corsi presso una scuola professionale) [...]24.

Conseguenza intuibile del basso tasso di scolarizzazione è una bassa percentuale di iscritti a studi di tipo universitario sul totale della popolazione. Ai dati 2011 si riscontra una percentuale di laureati nella fascia di età 30-34 anni del 23,7% a fronte del 34,6% della media

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64 UE27. L'analisi delle preferenze per sesso rispetto alla facoltà di iscrizione all'Università rispecchia quelle che sono le "specializzazioni" di genere rappresentate nel mercato del lavoro con la preferenza dei maschi per le discipline tecniche e l'orientamento delle femmine per discipline umanistiche che portano generalmente all'inserimento lavorativo nella pubblica amministrazione.

L'atteggiamento delle famiglie sudtirolesi rispetto all'istruzione non è però generalizzabile all'interno di una posizione omogenea in quanto il fattore etnico risulta rilevante nell'orientare le scelte così come il fatto dell'abitare in contesti urbani o rurali. Nel caso dei paesi e delle vallate, coincidendo con un popolazione quasi esclusivamente tedesca, i due aspetti coincidono.

Ad esempio la città di Bolzano, caratterizzata da prevalenza di madrelingua italiana, ha tassi di prosecuzione degli studi più elevati mentre nelle valli, abitate prevalentemente dal gruppo tedesco la tendenza prevalente è per l'avviamento al lavoro. Il fatto palese che i maschi del gruppo tedesco siano i meno propensi a percorrere la strada della maturità e della laurea rispetto alle femmine è inoltre ipoteticamente collegabile ad un discorso di genere nelle scelte famigliari connesso alla citata istituzione del «maso chiuso».

In merito alle principali forme di socializzazione dei giovani altoatesini preme rilevare che l'«Indagine sui giovani 2009», svolta dall'Istituto di statistica altoatesino, ha rilevato una distinzione netta tra chi vive in campagna e chi vive in città [ASTAT, Indagine sui giovani 2009]. Il gruppo italiano vive quasi esclusivamente in città e, come i giovani cittadini di lingua tedesca, ha assunto le modalità di socializzazione diffuse ed omologate dei contesti urbani. Le zone rurali sono abitate esclusivamente dal gruppo etnico tedesco ed è in questo contesto che si palesano le caratteristiche modalità di socializzazione. Lo studio rileva come queste siano fortemente legate alle realtà associative locali, che trovano un ottimo riscontro tra i giovani, ovvero una forte partecipazione ai corpi bandistici, nei gruppi di vigili del fuoco giovanili, nei Bauernjugend (associazione che raccoglie i giovani contadini), negli Schützen (associazione storico politica) etc.. Queste realtà associative permettono di tessere una rete di contatti sociali che risulteranno utili e spendibili al momento dell'ingresso nel mercato del lavoro.

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