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Scoperta/Potenziamento delle capacità coordinative: equilibrio su tavoletta propriocettiva

OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI Individuare le risorse recuperabili e

3) Scoperta/Potenziamento delle capacità coordinative: equilibrio su tavoletta propriocettiva

(Elena si è dimostrata disponibile e curiosa verso questo strumento, inizialmente ha mostrato alcune difficoltà nell’ambientamento verso questo esercizio, in quanto era una situazione completamente nuova e differente rispetto a quelle provate fino a quel momento, ma col passare delle sedute è migliorata);

slalom tra coni (Ho proposto ad Elena questo esercizio per migliorare la sua capacità di orientamento spazio-temporale e coordinativa oculo-podalica. Inizialmente Elena scavalcava i coni come se fossero ostacoli, non aveva proprio idea di come andasse fatto l’esercizio. Successivamente facendo l’esercizio insieme e tenedola per mano, Elena ha capito come lavorare e, seduta dopo seduta, ha acquisito sempre più autonomia fino ad arrivare a farlo correttamente in maniera indipendente);

camminare dentro cerchi (Ho insegnato la camminata dentro ai cerchi ad Elena per migliorare la sua coordinazione oculo- podalica, dopo poche sedute ha capito e appreso alla perfezione questo esercizio senza rilevanti problemi);

scavalcamento ostacoli (Ho proposto questo esercizio ad Elena per migliorare la capacità di differenziazione e coordinativa oculo-

Pagina | 58 podalica, anche con questa attività non ci sono stati problemi di apprendimento).

4) Stretching: adduttori; glutei;

semisospensioni alla spalliera; ischio crurali;

Pagina | 59 Verifiche e valutazioni

Ho iniziato a lavorare con Elena a dicembre del 2016 per cercare di risolvere le problematiche posturali del dorso curvo e del piede piatto. Inoltre camminava con una rullata scorretta, non appoggiando nell’ordine corretto tallone, pianta e avampiede, ma semplicemente strusciando continuamente il piede sul terreno.

Quindi inizialmente il mio lavoro, fino a giugno 2017, si è concentrato sulla ginnastica posturale.

Giunti all’estate 2017 alcune problematiche come il dorso curvo e il problema della camminata scorretta erano risolti, mentre il piede piatto continuava ad essere presente.

Carolina è rimasta soddisfatta del lavoro che avevo svolto e anche Elena arrivava contenta alle lezioni, mostrando interesse. In questi mesi si era venuto a creare un ottimo rapporto tra me e lei, infatti quando abbiamo ricominciato dopo l’estate a settembre non ci sono stati problemi.

Da quando abbiamo ripreso ho modificato in parte il mio lavoro, riducendo la percentuale dedicata alla ginnastica posturale e aumentando la parte relativa al consolidamento/miglioramento degli schemi motori di base e alle capacità psicomotorie.

Giunti alla settimana scorsa, a fine maggio si può vedere come Elena sia migliorata dal punto di vista motorio e degli schemi motori di base, è riuscita a potenziare quelli già posseduti e a sviluppare quelli mancanti, inoltre ha migliorato le capacità coordinative, soprattutto quelle

dell’equilibrio, dello spazio-tempo e quella oculo-manuale.

Pagina | 60 Considerazioni personali

Tutto ciò che ho descritto e di cui ho trattato fino a questo momento riguarda “la teoria”, ma con una ragazza autistica come Elena è necessario tener di conto anche e soprattutto della pratica, e in particolar modo dell’aspetto empatico e relazionale.

Con ciò voglio sottolineare le difficoltà che ho incontrato nella

somministrazione e nella spiegazione degli esercizi ad ogni lezione, nel trovare il modo per ottenere la sua attenzione, nelle continue correzioni per l’esecuzione corretta del movimento.

Per la scelta degli esercizi ho proceduto a tentativi: non potendo avere un feedback sull’esercizio, mi sono basato semplicemente sulle sue reazioni e sulle sue espressioni durante l’esecuzione (ad esempio ho notato che, se un esercizio è per lei troppo impegnativo dal punto di vista della fatica o

causa in lei troppo dolore, allora inizia ad emettere versi simili alla risata). Per quanto riguarda la spiegazione e l’eventuale correzione del gesto motorio, sono dovuto ricorrere all’insegnamento passivo dell’esercizio, in modo da far percepire la contrazione muscolare e il movimento da eseguire (fondamentale è stato l’utilizzo dello specchio, in quanto ponendovi Elena di fronte durante l’esecuzione degli esercizi, ha potuto così guardarmi mentre eseguivo su di lei i movimenti e apprendere cosi il gesto motorio). In altre occasioni, specie per la spiegazione/correzione degli schemi motori di base, sono dovuto ricorrere all’utilizzo dei neuroni specchio: prima eseguivo io in prima persona il gesto motorio e successivamente Elena lo riproduceva per imitazione.

Anche per la ricerca dell’attenzione ho dovuto procedere a tentativi: mi sono reso conto che provare a chiamare Elena per nome ha avuto scarso successo, quindi ho iniziato a cercare il contatto fisico, prendendola per mano e svolgendo le attività insieme. Ho notato che così facendo Elena si sente più sicura di se stessa e dei suoi mezzi e riesce ad apprendere più velocemente, svolgendo meglio gli esercizi.

Tutto ciò è il risultato di mesi di lavoro, di continui tentativi e fallimenti che mi hanno permesso di giungere dove sono adesso, ad aver trovato il modo per poter capire Elena e le sue difficoltà e potermi relazionare a lei.

Pagina | 61 CONCLUSIONI

Il mondo dell’autismo è vario e ricco di migliaia di sfaccettature, ogni persona che ne è affetta è un unicum a sé, che non può, e soprattutto non deve, essere ridotto a semplici descrizioni di sintomi o linee guida su come comportarsi.

Questa tesi, come già precedentemente descritto, non vuole raccontare di numeri o di casi, ma solamente concentrarsi su Elena e di come insieme a me sia riuscita a migliorarsi.

Elena è giunta da me con problematiche posturali (dorso curvo e piede piatto) e con scarsa motricità e livello cognitivo.

Dopo un anno e mezzo di lavoro Elena è sempre la stessa ragazza, ma adesso ha qualcosa in più: ha ampiamente risolto il dorso curvo che il piede piatto, ma soprattutto ha guadagnato autonomia e sicurezza nei propri mezzi, migliorando la relazione con gli altri e sviluppando capacità di interazione sociale.

Ecco, scopo di questo elaborato è proprio quello di portare alla luce la potenza della relazione, della socialità e dell’empatia attraverso le Scienze Motorie e il movimento.

Quindi ho evitato di raccontare di numeri, sintomi e casistiche, ma ho preferito soffermarmi sull’aspetto sociale che, unito all’esercizio fisico e alla fatica che esso comporta, sprigiona il miglioramento, esaltando l’essere umano.

Riprendendo la frase di Pietro Mennea con cui ho iniziato questo elaborato “La fatica non è mai sprecata, soffri ma sogni”, vorrei fare un’ultima riflessione su Elena, che attraverso l’esercizio fisico adattato a lei e alla sua patologia, attraverso fatica, costanza e determinazione, può adesso finalmente sognare una vita migliore.

Pagina | 62 BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

 A. Franchi, “Attività Fisica Adattata, la ginnastica nella disabilità”, Edizioni ETS, 2010

 M. Drabeni, L. Eid, “L’attività fisica adattata per i disabili, prospettive della realtà italiana ed europea”, Libreria dello sport, 2008

 Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, “Linee guida per l’autismo”, Erickson, 2011

 L. Cottini, “Che cos’è l’autismo infantile”, Carocci Editore, 2007

 M. Borghese, “Autismo, nuovi aspetti diagnostici e terapeutici”, Omega Edizioni, 2007

 R. Militerni, “Neuropsichiatria Infantile”, Idelson-Gnocchi, 2015

 A. Ferrari, G. Cioni, “Le forme spastiche della paralisi cerebrale infantile”, Springer, 2005

 G.Pesci, “La psicomotricità funzionale”, Armando Editore, 2011

 D. Senarega, “Attività inclusiva e attività motorie”, Libero Di Scrivere Edizioni, 2014

Pagina | 63  Ministero della salute, “Il trattamento dei disturbi dello spettro

autistico nei bambini e negli adolescenti”, 2011

 http://www.regione.toscana.it/-/attivita-fisica-adattata

Pagina | 64 RINGRAZIAMENTI

Mi pare doveroso ringraziare il mio relatore, Alberto Franchi, che mi ha seguito e guidato nella stesura del presente elaborato, aiutandomi ad approfondire un argomento cui tengo particolarmente.

Ringrazio mamma, babbo, Marghe e Rani, la mia famiglia, che mi ha seguito in questo percorso.

Un forte grazie anche a Suela, il mio cuoricino, che nonostante la lontananza fisica, è riuscita a starmi vicina e a non farmi mai mollare. Ringrazio Marco e Giulia, che mi hanno messo a disposizione il loro centro per poter seguire Elena, senza di voi non sarebbe stato possibile tutto ciò. Un sentito ringraziamento va a Carolina e Davide che mi hanno permesso di poter analizzare a fondo il caso della loro figlia Elena, mettendomi a disposizione tutti i referti medici e che, insieme a Sara, mi hanno aiutato nella realizzazione della tesi.

Infine ringrazio Elena, la Protagonista di questa tesi, che mi ha permesso di crescere a livello relazionale: non essendo una ragazza come le altre, ho dovuto pormi in maniera differente per poter stabilire un contatto e una relazione con lei, ma armandomi di pazienza e coraggio, sono riuscito ad entrare in empatia con lei e permetterle di migliorarsi.

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