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Gli scopi dell’informazione di costo nelle aziende di consulenza

2. ANALISI E GESTIONE DEI COSTI NELLE AZIENDE DI CONSULENZA

2.1. Gli scopi dell’informazione di costo nelle aziende di consulenza

Lo sforzo di introdurre tecniche di Cost Accounting non è di certo fine a sé stesso. Gli scopi30 per cui le aziende intraprendono un processo di analisi e controllo dei costi non differiscono a seconda della natura dell’oggetto prodotto (manifatturiere o di servizi), né del tipo di produzione (per processo e per progetto); questo perché, indipendentemente da quali siano le esigenze conoscitive particolari, qualunque azienda ha gli stessi obiettivi di fondo: desiderare l’accrescimento dei profitti, migliorare sempre più, comprendere la cause del sostenimento dei costi e identificare le aree di inefficienza. Potremmo tuttavia esplicitare più chiaramente gli usi concreti delle informazioni desumibili da un sistema di contabilità analitica.

La prima applicazione è finalizzata al controllo dei costi. Di solito i sistemi di controllo sono basati sull’uso di costi standard, stimando l’ammontare di costo per ogni prodotto relativamente ai materiali, al lavoro e ad altre spese generali imputate al prodotto o servizio. I costi standard sono stabiliti ad inizio periodo, in sede di redazione del budget. In un secondo momento i costi standard vengono confrontati con i costi consuntivi al fine di analizzarne gli scostamenti e individuare le cause di quest’ultimi. Questo sistema, dato che suppone di poter saper quali e quanti input occorrono per la produzione, è applicabile, per un uso ottimale, in presenza di produzioni standardizzate. L’impiego di costi standard è efficace per il lavoro diretto e per le materie dirette, voci di costo non di scarso peso nelle service firms rispetto ai costi generali, per il controllo dei quali si utilizza il budget. Tuttavia per alcune aziende di servizi, per quelle di servizi professionali ad esempio, la natura intrinsecamente mutevole del servizio causa l’impossibilità di ottenere output finali esattamente identici gli uni agli altri. In questi contesti l’uso dei costi standard è reso meno significativo.

Un secondo uso è ravvisabile nell’analisi di profittabilità del servizio offerto. Tale esame è effettuabile sia per oggetti di profitto particolari (nel caso di aziende che operano su commessa), sia per quelli ottenibili dall’aggregazione dei risultati tramite

30 Cfr. Dearden (2009): pp. 132 ss.

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consolidamenti progressivi. Si può quindi analizzare la redditività per tipo di servizio, per cliente, per segmento, per area geografica ecc.

I costi da prendere in esame, nell’analisi di redditività di prodotto, secondo Dearden

(2009) 31, sono soltanto i costi specifici (variabili e fissi); tutti gli altri (i comuni) non sono da considerare perché non subiscono variazioni nel caso si decida di non produrre quel tipo di prodotto. In questa circostanza i costi comuni sarebbero assegnati senza alcun criterio economicamente valido, perciò metodi diversi, perché arbitrari, di attribuzione darebbero luogo a risultati diversi e fuorvianti. (Determinante nell’analisi di redditività è ricordare che man mano che si consolidano i risultati e si considerano aggregati- oggetto di profitto più estesi, si riduce la quota di costi comuni e aumenta la quota di costi specifici.) Dearden (2009) sostiene che l’impostazione preferibile in questo contesto sia quella rispettosa dell’approccio Direct Costing. Nel quale si sottraggono al ricavo del servizio offerto, i costi rilevanti (variabili e fissi) ovvero solo quei costi che potrebbero essere eliminati o legati a risorse riallocabili nella combinazione produttiva se il prodotto non fosse realizzato.32

L‘unico modo per attribuire anche i costi fissi comuni senza modificare il grado di profittabilità sarebbe allocarli in base al margine di contribuzione netto, ottenuto sottraendo ai ricavi i costi specifici (variabili e fissi). Il totale dei costi comuni viene diviso per il margine di contribuzione netto totale. Il coefficiente ottenuto è moltiplicato per il margine di contribuzione dei singoli oggetti di profitto. Il risultato ottenuto è la quota di costi comuni da imputare a ciascun oggetto di profitto. Questo metodo è definito da Spranzi “Full Costing di copertura”: sfrutta la distinzione tra costi fissi comuni e costi fissi specifici, permettendo l’attribuzione al servizio di quella parte di costi che, poiché fissa, per generale tendenza, viene esclusa dai calcoli a supporto dei processi di valutazione economica.

I sistemi di contabilità analitica vengono introdotti nelle aziende anche per la pianificazione di breve periodo e per la valutazione delle rimanenze. A dir il vero queste ultime due ragioni d’uso non sono valide per le aziende di servizi per motivi che spiegheremo immediatamente, tuttavia per completezza, se ne desidera dare breve indicazione. Il controllo dei costi è anche usato per valutare l’impatto delle decisioni (di

31 Cfr. Dearden (2009):pp. 137 ss. 32 Si veda paragrafo 2.3.1.

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prezzo, di volume, di mix di produzione e vendita) sul volume delle vendite nel breve periodo. In questo tipo di valutazioni si considerano i costi variabili. A differenza di quanto avviene nelle aziende manifatturiere, nelle aziende di servizi, i costi che variano in relazione ai volumi di attività svolta sono una quota ridotta dei costi totali. Dunque il calcolo di costo variabile e la sua influenza sulle decisioni aziendali risultano essere poco significativi. Infine per quanto riguarda la valutazione delle rimanenze, possiamo dire che questo sia uno scopo squisitamente delle aziende manifatturiere visto che le altre non possiedono magazzino!

Si sottolinea che l’individuazione dello scopo è il primo passo da condurre per il processo di scelta della configurazione di costo prescelta: chiarire quale sia il fine informativo indirizza la selezione dei costi da considerare nelle scelte, la loro classificazione e la loro elaborazione. La fase successiva da condurre consiste nella determinazione dell’oggetto di costo, l’approfondimento del quale rimandiamo al paragrafo 2.5.

2.2. Progettare il sistema dei costi all’interno delle aziende di servizi professionali