• Non ci sono risultati.

Studi recenti suggeriscono che alcune varianti polimorfiche di geni del pathway serotoninergico possono avere un ruolo nello sviluppo di specifici aspetti del comportamento antisociale, come l’aggressività, l’ostilità, l’impulsività e la psicopatia (Conner et al., 2010; Ficks & Waldman, 2014; Fowler et al., 2009; Huang, Cate, et al., 2004; Jensen et al., 2009; Sadeh, Javdani, & Verona, 2013). Scopo della mia tesi è stato indagare il ruolo di tre varianti alleliche, che esercitano un effetto funzionale sulla trasmissione serotoninergica - MAOA-uVNTR (enzima di degradazione), 5-HTR1B rs13212041 (recettore inibitorio), 5-HTTLPR (trasportatore presinaptico) - nell’aumentare il rischio di comportamento antisociale. Il campione oggetto dello studio era costituito da 677 detenuti, maschi, bianchi, americani. Essendo il comportamento antisociale un fenotipo complesso multifattoriale, sono stati selezionati tre endofenotipi da mettere in relazione con i dati genetici, ossia la psicopatia, misurata mediante il reattivo psicometrico

Psychopathy Checklist-Revised (PCL-R), l’impulsività, misurata mediante la Barratt Impulsiveness Scale (BIS-11), e la violenza, valutata sulla base del tipo di crimine commesso

29

Capitolo 2

MATERIALI E METODI

2.1 Partecipanti allo studio

Il campione oggetto di studio della presente tesi comprende 677 criminali di cui 541 colpevoli di crimini violenti e 119 di crimini non violenti. Nella Tabella 2.1 sono riportate le caratteristiche demografiche del campione per quanto riguarda l’etnia, il genere, l’età e il quoziente intellettivo (QI), suddivise a seconda del tipo di crimine commesso.

Campione Numerosità

campionaria Sesso Etnia Età QI

Tutti i criminali 677 M caucasica

33.14 ±10.819

98.42 ±14.280

Criminali colpevoli di

crimini violenti 541 M caucasica

33.74 ±11.034

98.46 ±14.321

Criminali colpevoli di

crimini non violenti 119 M caucasica

30.73 ±9.480

96.74 ±12.860

Tabella 2.1. Caratteristiche del campione. QI= quoziente intellettivo. I dati rappresentano le

medie ± la deviazione standard (DS).

L’età media del gruppo dei violenti è risultata significativamente maggiore rispetto a quella dei non violenti (p=0.011) (Tabella 2.1). In tutte le analisi di confronto tra violenti e non violenti il fattore “età” è stato quindi inserito come covariata.

30

2.2 Valutazioni psicometriche

2.2.1. Psychopathy Checklist–Revised (PCL-R)

La PCL-R è un questionario costituito da 20 item compilato dal medico in seguito alla somministrazione di un’intervista semi-strutturata che valuta la presenza di tratti di personalità psicopatica ed antisociale tramite 125 domande (il questionario è consultabile in Appendice A) (Hare, 1991, 2003). Per ciascun item è stato espresso un punteggio mediante una scala Likert a 3 punti, 0 se l’item non si applicava al soggetto, 1 se si applicava parzialmente e 2 se si applicava completamente. Il punteggio totale può variare da 0 a 40 e indica il grado in cui il soggetto si avvicina al profilo prototipico dello psicopatico; infatti, mentre la popolazione normale ottiene mediamente punteggi compresi tra 8 e 10, i soggetti che ottengono un punteggio pari o superiore a 30 sono considerati altamente psicopatici (Sample & Smyth, 2005; Skeem, Polaschek, Patrick, & Lilienfeld, 2011); comunque, è stato suggerito che un punteggio pari a 23 rappresenta il cutoff per la diagnosi di psicopatia (Morana, Arboleda-Flórez, & Câmara, 2005).

Il questionario PCL-R indaga due aspetti della psicopatia, tramite due sottoscale:

 Il Fattore1 che indaga la dimensione interpersonale-affettiva (Interpersonal-

Affective) come la personalità manipolativa, il fascino superficiale, il grande

senso di autostima, la menzogna patologica, la mancanza di senso di colpa e di rimorso, l’affettività superficiale, il deficit di empatia e l’assenza di accettazione della responsabilità per le proprie azioni.

 Il Fattore2, che indaga lo stile di vita antisociale (Lifestyle/Antisocial) come la ricerca di stimoli, lo stile di vita parassitario, la scarsa capacità di autocontrollo, la mancanza di obiettivi a lungo termine, l’impulsività, l’irresponsabilità, i problemi comportamentali precoci, la delinquenza giovanile, le relazioni coniugali a breve termine e la tendenza alla criminalità.

Ciascuno dei due fattori è suddiviso in due componenti: le componenti 1 e 2 del Fattore1 per valutare rispettivamente le sfere interpersonale e affettiva, e le componenti 3 e 4 del Fattore2 per valutare lo stile di vita e la condotta antisociale (Figura 2.1) (Hare, 2003).

31 Figura 2.1. Modello del questionario PCL-R seconda edizione del 2003.

FONTE: Robert D. Hare (2003). Psychopathy Checklist–Revised, second edition.

2.2.2. Barratt Impulsiveness Scale (BIS-11)

La BIS è un questionario di autovalutazione progettato per misurare i livelli d’impulsività. La prima versione, che risale alla fine degli anni ‘50 (Barratt, 1959), è stata revisionata nel corso degli anni, fino ad arrivare alla versione corrente, BIS-11, che è stata validata tramite uno studio effettuato su un campione di 412 studenti universitari, 248 pazienti psichiatrici e 73 detenuti di sesso maschile (Patton, Stanford, & Barratt, 1995). La BIS-11 è composta di 30 item suddivisi in tre sottoscale, chiamati fattori di secondo ordine, che a loro volta constano di due fattori di primo ordine (Tabella 2.2) (Patton et al., 1995):

 Il Fattore1 misura l’"impulsività attentiva” (fattori di primo ordine: “attenzione” e “instabilità cognitiva”), riferita all’incapacità di restare concentrati su una determinata attività o un progetto;

 Il Fattore2 misura l’“impulsività motoria” (fattori di primo ordine: “impulsività motoria” e “perseveranza”), ossia l’agire senza pensare;

 Il Fattore3 misura l’“impulsività da non pianificazione” (fattori di primo ordine: “autocontrollo” e “complessità cognitiva”), riferita all’incapacità di pianificare nel lungo temine e di preoccuparsi delle conseguenze delle proprie azioni.

32 BIS-11 Fattori di secondo ordine Fattori di primo ordine Numero di item Item Impulsività attentiva Attenzione 5 5, 9*, 11, 20*, 28 Instabilità cognitiva 3 6, 24, 26

Impulsività motoria Impulsività motoria 7 2, 3, 4, 17, 19, 22, 25 Perseveranza 4 16, 21, 23, 30* Impulsività da non pianificazione Autocontrollo 6 1*, 7*, 8*, 12*, 13*, 14 Complessità cognitiva 5 10*, 15*, 18, 27, 29* Tabella 2.2. Struttura della BIS-11 messa a punto da J.H. Patton nel 1995. La descrizione

di ciascun item è riportata nel dettaglio nell’Appendice B. *reverse scored items.

Ciascun partecipante allo studio ha indicato la modalità con la quale ogni item descriveva situazioni vissute mediante una scala Likert a 4 punti (1 = “quasi mai/mai”, 2 = “occasionalmente”, 3 = “spesso” e 4 = “quasi sempre/sempre”); punteggi più alti indicano un comportamento maggiormente impulsivo.

33

2.3. Raccolta dei campioni di saliva

Da ciascun partecipante allo studio è stato raccolto un campione di saliva mediante il kit di auto-prelievo ORAGENE DNA Self-Collection kit OG-500 (DNA Genotek Inc., Ontario, Canada). Prima della raccolta, è stato raccomandato a tutti i soggetti di non fumare, di non bere e di non mangiare nei 30 minuti precedenti la deposizione della saliva.

Per la campionatura sono state seguite le indicazioni fornite dalla ditta produttrice:

Espellere la saliva nel tubo di raccolta tramite l’imbuto fino al raggiungimento della linea di riempimento (circa 2 ml), evitando di produrre bolle;

Chiudere il coperchio dell’imbuto tenendo il tubo in posizione verticale; in questo modo il liquido di conservazione contenuto nel tappo viene rilasciato all’interno del tubo contenete la saliva;

Svitare l’imbuto e chiudere ermeticamente la provetta con il tappo;

34

Agitare la provetta per 5 secondi per permettere la completa miscelazione della saliva con il liquido di conservazione. In questo modo il campione può essere conservato per diversi anni a temperatura ambiente.

35

2.4. Estrazione del DNA

Il DNA è stato estratto da ciascun campione di saliva tramite il kit di estrazione

prepIT L2P® (DNA Genotek Inc.)seguendo le istruzioni fornite dalla ditta produttrice:

 Incubare il campione di saliva a 50°C per almeno due ore per garantire la completa solubilizzazione del DNA e inattivare le DNAasi;

 Mescolare il campione di saliva contenuto nella provetta di raccolta mediante inversione;

 Prelevare 500 µl di saliva e trasferirli in una provetta da 1,5 ml;

 Aggiungere 20 µl di prepIT•L2P® e vortexare per 10 secondi per precipitare le proteine;  Incubare in ghiaccio per 10 minuti;

 Centrifugare a 13000 rpm per 15 minuti a temperatura ambiente per facilitare la precipitazione delle proteine e dei lipidi di membrana sul fondo della provetta;

 Trasferire il sovranatante in una provetta da 1,5 ml;

 Aggiungere 600 µl di etanolo al 100% a temperatura ambiente e mescolare delicatamente per inversione per precipitare il DNA;

 Incubare il campione a temperatura ambiente per 10 minuti;

 Centrifugare il campione a 13000 rpm per 2 minuti a temperatura ambiente;

 Rimuovere il sovranatante; aggiungere 250 µl di etanolo al 70%, lasciare agire per 1 minuto a temperatura ambiente e rimuovere l’etanolo;

 Attendere circa 30 minuti per assicurare la completa evaporazione dell’etanolo;  Dissolvere il pellet di DNA in 100 µl di H2O e vortexare per circa 5 secondi;

 Incubare il campione a 50°C per un’ora per assicurare il completo passaggio in soluzione del DNA;

36

 Conservare il campione a -20°C per periodi lunghi o a -4°C per periodi più brevi.

L’integrità del DNA estratto è stata valutata tramite una corsa elettroforetica di un’ora su gel di agarosio all’1% contenente bromuro di etidio (Figura 2.2). Questa procedura permette di separare i frammenti di DNA in base al loro peso molecolare e di visualizzarli tramite eccitazione del bromuro di etidio con luce ultravioletta.

Figura 2.2. Elettroforesi su gel di agarosio all’1% per valutare l’integrità del DNA genomico.

La qualità e la quantità del DNA sono state valutate tramite lo spettrofotometro NanoDrop® ND-1000 (Thermo Scientific, Waltham, MA, USA) (Figura 2.3). La quantità degli acidi nucleici presenti è stata misurata mediante lettura dell’assorbanza a 260 nm, la contaminazione da proteine mediante il rapporto delle assorbanze a 260 e 280 nm, e la contaminazione da altre sostanze organiche e non mediante il rapporto delle assorbanze a 260 e 230 nm. Il DNA è stato considerato sufficientemente puro se i rapporti erano rispettivamente maggiori di 1.8 e 2.

Figura 2.3. NanoDrop® ND-1000 (Thermo Fisher Scientific, Waltham, MA, USA).

37

2.5. Genotipizzazione

I polimorfismi studiati nella presente tesi sono stati genotipizzati mediante le seguenti metodiche:

 MAOA-uVNTR PCR (Polymerase Chain Reaction) seguita da una corsa elettroforetica su gel di agarosio al 2%;

 rs13212041 PCR-HRM (High Resolution Melting);

 5-HTTLPR PCR e digestione enzimatica seguita da una corsa elettroforetica su gel di agarosio al 2%.

2.5.1. MAOA- uVNTR

Il MAOA-uVNTR è stato genotipizzato tramite amplificazione mediante PCR della sequenza d’interesse utilizzando una Master Mix contenete una Mix 1x (Euroclone SpA, Milano, Italia)-costituita da dNTPs (400µM), DNA polimerasi e buffer One Taq CG Reaction che favorisce il processo di amplificazione di sequenze ricche in CG- e i primer Forward- ACAGCCTGACCGTGGAGAAG e Reverse–GAACGGACGCTCCATTCGGA (Sabol et al., 1998) (Tabella 2.3).

Reagente

Master Mix

concentrazione finale

Mix

1x

Primer Forward

200 nM

Primer Reverse

200 nM

DNA

2.5 ng/ul

H2O

Q.B.

volume finale 10 ul

Tabella 2.3. Mix di reazione per l’amplificazione mediante PCR del polimorfismo MAOA-uVNTR.

38

L’amplificazione mediante PCR è stata effettuata con un termociclatore impostando il seguente protocollo di reazione:

Al termine della PCR, l’amplificato ottenuto è stato sottoposto a una corsa elettroforetica su gel di agarosio al 2% contenente bromuro di etidio, contemporaneamente ad un ladder di riferimento con una risoluzione di 50 bp (Thermo Fisher Scientific) (Figura 2.4).

Figura 2.4. Corsa elettroforetica su gel di agarosio al 2% per la genotipizzazione del MAOA- uVNTR.

Attivazione della DNA polimerasi

4 min 94°C

Denaturazione del DNA

30 sec 94°C

35 cicli

Appaiamento dei primer

30 sec 62°C

Estensione

1 min 68°C

39

Il MAOA-uVNTR, è caratterizzato da cinque possibili alleli, che hanno portato alla separazione dei seguenti ampliconi (Tabella 2.4):

Tabella 2.4. Lunghezza degli ampliconi (pb= paia di basi) per ciascun allele del polimorfismo MAOA-uVNTR.

Allele

(Ripetizioni in tandem)

Lunghezza

Ampliconi

2

294 pb

3

324 pb

3.5

342 pb

4

354 pb

5

384 pb

40

2.5.2. rs13212041

Lo SNP rs13212041 è stato genotipizzato mediante amplificazione tramite PCR e studio della cinetica di denaturazione dell’amplicone tramite HRM. Per l’amplificazione è stato utilizzato il Type-it HRM PCR kit (Qiagen, Hilden, Germany) in presenza dei primer

Forward-AGTGACAGGTACATGAAATTAAGAGA e Reverse-AACAAACAAACCATTATGTGTGCTA (Tabella 2.5).

Reagente

Master Mix

concentrazione finale

Mix

1x

Primer Forward

700 nM

Primer Reverse

700 nM

DNA

2.5 ng/ul

H2O

Q.B.

volume finale 10 ul

Tabella 2.5. Mix di reazione per l’amplificazione mediante PCR del polimorfismo rs13212041.

L’amplificazione mediante PCR è stata effettuata con l’utilizzo del CFX Connect Real-Time PCR Detection System (Bio-Rad, Hercules, CA, USA) impostando il seguente protocollo di reazione:

Attivazione della DNA polimerasi

5 min 95°C

Denaturazione del DNA

10 sec 95°C

40 cicli

Appaiamento dei primer

30 sec 60°C

Estensione

60 sec 95°C

41

Al termine della PCR l’amplificato è stato sottoposto al seguente protocollo di denaturazione:

Durante l’HRM, il prodotto di amplificazione è stato sottoposto ad un graduale aumento della temperatura (0.2°C ogni 10 secondi) e la cinetica di separazione dei due filamenti di DNA è stata monitorata tramite l’utilizzo del fluoroforo EvaGreen®, che emette fluorescenza solo quando è legato al DNA a doppio filamento (dsDNA). All’inizio della reazione il livello di fluorescenza emessa dal campione è massimo, perché proporzionale al numero di copie di ampliconi a doppio filamento. Con l’innalzamento della temperatura, i filamenti di DNA si separano e, diminuendo la concentrazione di dsDNA, diminuisce la fluorescenza. Confrontando le curve di denaturazione ottenute dai campioni a genotipo incognito con le curve di campioni a genotipo noto, è stato possibile identificare sia gli omozigoti per ciascun allele, sia gli eterozigoti (Figura 2.5). In quest’ultimo caso, la curva presentava un andamento caratteristico a due flessi.

Figura 2.5. Grafico rappresentativo della cinetica di denaturazione dell’amplificato del polimorfismo rs13212041. Gli omozigoti T/T sono indicati in rosso, gli omozigoti C/C in blu e gli

eterozigoti C/T in verde.

Temperatura iniziale

75°C

Temperature finale

90°C

Incremento della temperatura

0.2°C / 10 sec

T/T C/C C/T

42

2.5.3 5-HTTLPR

Il polimorfismo 5-HTTLPR è stato genotipizzato mediante PCR seguita da una digestione con l’enzima di restrizione Mfpl (Thermo Fisher Scientific). Per la PCR è stata utilizzata una Master Mix contenente la Mix 1x descritta nel paragrafo 2.5.1 e i primer

Forward-CGTTGCCGCTCTGAATGC e Reverse– GGGAGATCCTGGGAGAGGT (Tabella 2.6).

Reagente

Master Mix

concentrazione

finale

Mix

1x

Primer Forward

200 nM

Primer Reverse

200 nM

DNA

2.5 ng/ul

H2O

Q.B.

volume finale 20 ul

Tabella 2.6. Mix di reazione per l’amplificazione mediante PCR del polimorfismo 5-HTTLPR.

L’amplificazione mediante PCR è stata effettuata con un termociclatore impostando il seguente protocollo di reazione:

Il prodotto di PCR è stato quindi sottoposto a una corsa elettroforetica su gel di agarosio al 2% per un’ora in presenza del ladder di riferimento (50 bp, Thermo Fisher Scientific). In questo modo è stato possibile identificare le bande corrispondenti all’allele lungo detto

Long ( “L” di 263pb) e dell’allele corto detto Short (“S” di 220pb) (Figura 2.6).

Attivazione della DNA polimerasi

4 min 94°C

Denaturazione del DNA

30 sec 94°C

35 cicli

Appaiamento dei primer

1 min 68°C

Estensione

1 min 68°C

43

Figura 2.6. Corsa elettroforetica su gel di agarosio al 2% per la genotipizzazione del polimorfismo 5-HTTLPR. L= allele Long (263 pb), S= allele Short (220 pb).

All’interno del 5-HTTLPR è presente un polimorfismo (rs25531) che consiste in un cambio G/A che cade in un sito di restrizione. I campioni che presentavano l’allele L sono stati genotipizzati per l’rs25531 tramite la seguente mix di digestione (Tabella 2.7):

Reagente

Master Mix

concentrazione

finale

Enzima MspI

10 U/ul

Buffer Tango

1x

Amplificato di PCR

1-0.5ug DNA

H2O

Q.B.

volume finale 31 ul

Tabella 2.7. Mix di reazione per la digestione del sito di restrizione contenente l’rs25531.

44

Il protocollo di digestione ha previsto i seguenti passaggi termici:

Attivazione dell’enzima e digestione 3 ore 37°C

Inattivazione enzimatica 20 min 80°C

La visualizzazione dei frammenti di restrizione è stata eseguita tramite elettroforesi su gel di agarosio al 2% in presenza del ladder di riferimento (50bp, Thermo Fisher Scientific) (Figura 2.7). In presenza della guanina la sequenza viene digerita e si ottengono due bande, una di 166 pb ed una di 97 pb. Invece, in presenza dell’adenina l’enzima non riconosce il sito di taglio e quindi la banda corrispondente all’allele L rimane intatta.

Figura 2.7. Corsa elettroforetica su gel di agarosio al 2% dopo digestione enzimatica con l’enzima di restrizione MspI del polimorfismo rs25531.

45

2.6. Analisi statistica

L’analisi statistica è stata eseguita utilizzando il software SPSS Advanced Statistics

v21 (IBM Corporation, Armonk, NY, USA). Tramite il test della normalità di Shapiro-Wilk è

stata valutata la distribuzione dei dati ottenuti. Nel nostro campione, le distribuzioni delle variabili “età” e “QI” si discostano significativamente dalla distribuzione normale, come indicato dal test di normalità di Shapiro-Wilk (Tabella 2.8).

Shapiro-Wilk

Variabile Statistica Gradi di

libertà p-value

età 0.960 673 0.000

QI 0.991 673 0.001

Tabella 2.8. Test di normalità di Shapiro-Wilk applicato alle variabili “età” ed “QI”. QI= quoziente intellettivo.

Anche le distribuzioni delle variabili PCL-R Totale, PCL-R Fattore1, PCL-R Fattore2, BIS-11 Totale, BIS-11 Fattore1, BIS-11 Fattore2 e BIS-11 Fattore3 si discostano significativamente dalla distribuzione normale (Tabella 2.9).

Variabile

Shapiro-Wilk

Statistica Gradi di libertà p value

PCL-R Totale ,992 488 ,011

PCL-R Fattore1 ,976 488 ,000

PCL-R Fattore2 ,970 488 ,000

46

BIS-11 Fattore1 ,990 488 ,002

BIS-11 Fattore2 ,985 488 ,000

BIS-11 Fattore3 ,994 488 ,061

Tabella 2.9. Test di normalità di Shapiro-Wilk applicato alle variabili PCL- R Totale, PCL-R Fattore1, PCL-R Fattore2, BIS-11 Totale, BIS-11 Fattore1, BIS-11 Fattore2 e BIS-11 Fattore3.

Per confrontare i punteggi medi ottenuti ai questionari PCL-R e BIS-11 dal gruppo dei violenti con quelli ottenuti dai non violenti, sono state utilizzate le equazioni di stima generalizzata (Generalized Estimating Equations, GEE) covariando per l’età.

Per ciascun polimorfismo analizzato è stato valutato l’equilibrio di Hardy-Weinberg. Le frequenze alleliche sono state confrontate con quelle riportate nel database Hapmap

(www.Hapmap.org) (Tabella 2.10):

- rs13212041, Chi-quadro di Wald=1.346, p=0.246 - 5-HTTLPR, Chi-quadro di Wald=0.00457, p=0.946

Poiché il gene MAOA è situato sul cromosoma X, i soggetti maschi sono emizigoti per il polimorfismo MAOA-uVNTR, per cui, non è stato calcolato l’equilibrio di Hardy-Weinberg.

Tabella 2.10. Frequenze alleliche, raggruppamenti genotipici ed effetto sulla neurotrasmissione serotoninergica. Polimorfismo Raggruppamento genotipico Genotipo Effetto sulla neurotrasmissione serotoninergica Numero di soggetti Frequenza Numerosità campionaria C/C 30 4.49 C/T 200 29.4 T/T T/T Aumentata 438 65.57 3.5 R 12 1.79 4R 433 64.72 2R 3 0.45 3R 216 32.29 5R 5 0.75 L/L L/L Ridotta 161 24.1 S/L 333 49.85 S/S 174 26.05 Allele S Aumentata 668 5-HTTLPR Allele C rs13212041 Ridotta 668 High Low Ridotta Aumentata 669 MAOA-uVNTR

47

I soggetti partecipanti allo studio sono stati classificati in due raggruppamenti genotipici per ciascun polimorfismo, sulla base di dati di letteratura che ne documentano l’effetto inibente o stimolante la trasmissione serotoninergica (Tabella 2.10) (Heils et al., 1996; Jensen et al., 2009; Rasbash, 1976).

Per indagare se i raggruppamenti genotipici differivano nei punteggi medi ottenuti ai questionari PCL-R e BIS-11, sono state utilizzate le GEE con modello Tweedie e collegamento identità. Abbiamo quindi indagato l’effetto della variabile “violenza”, per valutare se l’interazione tra genetica e comportamento si manteneva significativa sia nei violenti che nei non violenti o in uno solo dei due gruppi utilizzando il medesimo test statistico.

Successivamente, a ciascun genotipo è stato assegnato un punteggio. Un punteggio di 0 è stato assegnato ai genotipi omozigoti associati ad una riduzione della trasmissione serotoninergica (0= Low), mentre un punteggio di 1 è stato assegnato ai genotipi omozigoti associati ad un potenziamento della trasmissione serotoninergica (1= High). I genotipi eterozigoti di rs13212041 e 5-HTTLPR non sono stati accorpati con nessuno dei due omozigoti per ottenere una maggiore risoluzione del dato; quindi, è stato loro assegnato un punteggio intermedio di 0.5:

a) rs13212041: C/C= 0, T/C= 0.5 e T/T= 1 (Jensen et al., 2009);

b) MAOA-uVNTR: HIG= 0 e LOW= 1 (Sabol et al., 1998);

c) 5-HTTLPR: L/L= 0, S/L= 0.5 and S/S= 1 (Heils et al., 1995).

Per ciascun soggetto è stato calcolato un punteggio complessivo di rischio che andava da 0 (nessun rischio) a 3 (rischio massimo), detto variabile continua Multilocus, dato dalla somma dei punteggi ottenuti per ogni genotipo. Per valutare l’esistenza di correlazioni tra la variabile Multilocus e le risposte ai questionari psicometrici, sono state utilizzate le GEE con metodo Tweedie e collegamento identità, sempre covariando per il fattore “età”. Anche in questo caso, abbiamo indagato l’effetto della variabile “violenza” mediante lo stesso test statistico.

I p-value ottenuti dalle analisi statistiche sono stati corretti con il metodo di Bonferroni per contenere l’errore di tipo 1.

48

CAPITOLO 3

RISULTATI

3.1 Analisi delle risposte ai questionari psicometrici

3.1.1 Correlazione tra le risposte ai questionari psicometrici e i fattori “età”

e “QI”

L’analisi di correlazione non parametrica per ranghi di Spearman ha mostrato che la variabile “età” correlava negativamente sia con i punteggi totali ottenuti ai questionari PCL- R e BIS sia con quelli ottenuti alle loro sottoscale (p<0.05; Tabella 3.1).

variabile Rho di Spearman PCL-R Totale PCL-R Fattore1 PCL-R Fattore2 BIS-11 Totale BIS -11 Fattore1 BIS-11 Fattore2 BIS-11 Fattore3 Età Coefficiente di correlazione Rho -,171 ** -,078* -,242** -,161** -,207** -,126** -,104* p-value <0.0001 0.049 <0.0001 <0.0001 <0.0001 0.005 0.019

Tabella 3.1. Analisi di correlazione non parametrica per ranghi di Spearman tra le risposte ai questionati PCL-R e BIS-11 e la variabile “età”.

Inoltre, è stato osservato che la variabile “QI” (quoziente intellettivo) correlava negativamente sia con i punteggi totali ottenuti alla BIS-11 sia con quelli ottenuti alle sottoscale Fattore1 e Fattore3 del medesimo questionario (p<0.05; Tabella 3.2).

49 variabile Rho di Spearman PCL-R Totale PCL-R Fattore1 PCL-R Fattore2 BIS-11 Totale BIS -11 Fattore1 BIS-11 Fattore2 BIS-11 Fattore3 QI Coefficiente di correlazione Rho 0.012 0.047 -0.045 -,119 ** -,098* -0.066 -,121** p-value 0.758 0.233 0.261 0.008 0.027 0.140 0.006

Tabella 3.2. Analisi di correlazione non parametrica per ranghi di Spearman tra le risposte ai questionati PCL-R e BIS e la variabile “QI” (quoziente intellettivo).

Anche questi dati hanno indicato che tutte le successive analisi di associazione dovevano essere corrette per la variabile “età”. Inoltre, hanno indicato l’uso della variabile “QI” nelle analisi riguardanti BIS-11 Fattore1, Fattore2 e Totale.

3.1.2 Confronto dei punteggi ottenuti ai questionari PCL-R e BIS tra criminali

violenti e non violenti

Dal confronto dei punteggi ottenuti ai questionari PCL-R e BIS-11 tra violenti e non violenti non sono emerse differenze statisticamente significative (p>0.05; Tabella 3.2).

Tabella 3.2. Confronto dei punteggi ai questionari PCL-R e BIS- 11 tra violenti e non violenti tramite le equazioni di stima generalizzate (Generalized Estimated Equations, GEE). QI=

50

3.2 Analisi dei dati genetici

3.2.1 Analisi dei singoli polimorfismi

Non sono emerse differenze statisticamente significative dal confronto delle frequenze genotipiche dei polimorfismi rs13212041, 5-HTTLPR e MAOA-uVNTR tra violenti e non violenti (p>0.05).

3.2.1.1 rs13212041

 PCL-R

È emerso un effetto statisticamente significativo del genotipo sui punteggi ottenuti alla sottoscala Fattore2 del questionario PCL-R (Chi-quadro di Wald=10.149, df=1, pnon-corretto=0.001, pcorretto-Bonferroni=0.015), in quanto i portatori

del genotipo T/T hanno ottenuto punteggi maggiori rispetto ai soggetti con allele C (Figura 3.1).

Figura 3.1. Punteggi medi ottenuti alla sottoscala Fattore2 del questionario PCL-R dai criminali portatori dell’allele C o del genotipo T/T del polimorfismo rs13212041. Le barre rappresentano le

medie ± l’errore standard (ES).

51

Inoltre, ripetendo l’analisi separatamente nel gruppo dei violenti e in quello dei non violenti, la significatività statistica si manteneva solo nel gruppo dei soggetti colpevoli di crimini violenti (pnon-corretto=0.006, pcorretto-Bonferroni=0.012; Figura 3.2).

Figura 3.2. Punteggi medi ottenuti alla sottoscala Fattore2 del

Documenti correlati