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La scuola per gli arabi durante la politica di «collaborazione» (1919-1922)

l’attuazione della riforma scolastica, in Cirenaica il parlamento provvide rapidamente ad emanare le norme già previste dall’accordo di el-Regima sull’organizzazione scolastica. Una commissione composta da esperti di lingua araba e di istituzioni musulmane, competenti in questioni scolastiche e due rappresentanti del parlamento cirenaico (Mohamed Chechia e Mahmud Scetuan) studiò il nuovo ordinamento scolastico. Il progetto, dopo l’approvazione del governo, fu promosso dal parlamento cirenaico il 22 ottobre 1921 e successivamente trasformato in legge con il regio decreto del 5 febbraio 1922 n. 368104. Il nuovo sistema scolastico prevedeva il kuttab quale scuola preparatoria, la scuola elementare in sostituzione delle scuole italo-arabe (triennale e bilingue, con un programma similare a quello delle scuole italiane, oltre all’insegnamento dell’arabo e della religione musulmana), le scuole medie (quadriennali, composte da un biennio comune e un secondo biennio di specializzazione diviso in due rami, uno per la preparazione di commercianti, contabili e funzionari e l’altro per la preparazione di maestri), una scuola superiore e gli istituti professionali. I

katatib, in particolare, sarebbero stati ‘riformati’ attraverso l’introduzione degli

insegnamenti dell’aritmetica e dell’igiene105. L’anno scolastico 1921-1922 erano attive 25 scuole destinate ai musulmani, ossia 12 katatib sussidiati dal governo italiano, 8 scuole elementari, due scuole medie (a Bengasi e a Derna), 3 scuole professionali (2 a Bengasi ed una a Derna)106.

Il sovrintendente scolastico Angelo Piccioli, nel riferire al governatore della Cirenaica i primi risultati del nuovo ordinamento scolastico, evidenziava tre

104 Sull’iter di approvazione del regolamento si veda Progetto di ordinamento scolastico per i cittadini

mussulmani della Cirenaica, Bengasi, Unione tipografica editrice, s.d. (ma 1921), in ASMAE, ASMAI, Africa III, b. 36, fasc. 3 Fondo Volpi.

105 Regio decreto 5 febbraio 1922 n. 368. Materie del corso elementare erano italiano, arabo, religione e morale, aritmetica e geometria elementari, nozioni di storia, geografia, agricoltura e igiene. Per le scuole medie il programma prevedeva lo studio di italiano, arabo, logica, morale e diritto musulmano, storia e geografia, aritmetica e geometria, scienze fisiche e naturali, calligrafia e disegno, elementi di legislazione italiana. Nella sezione per commercianti e funzionari si aggiungeva lo studio della contabilità mentre nella sezione per maestri la pedagogia e l’agricoltura. I programmi in dettaglio in R. MICACCHI, op. cit., pp. 519-527.

106 F. CONTINI, op. cit., pp. 27-28. Contini, in realtà, segnala soltanto una scuola media, mentre la relazione di Piccioli alla fine dell’anno scolastico 1921-1922, di cui riferiamo nel capoverso successivo, indica la presenza di due scuole medie in Cirenaica, a Bengasi e a Derna.

problemi: la limitata diffusione delle scuole, i problemi strutturali di queste e l’assenza di un adeguato corpo insegnante arabo. La costruzione di nuove scuole e il miglioramento di quelle esistenti, così come i problemi legati al materiale scolastico erano legati alla ristrettezza del budget a disposizione del sovrintendente107. La carenza di insegnanti in Libia, invece, già evidenziata negli anni precedenti, sarebbe rimasta come un handicap costante del sistema educativo. Le nuove scuole medie nascevano anche con lo scopo di formare insegnanti arabi preparati e soprattutto ‘affidabili’ dal punto di vista politico108. In particolare, sembrava prioritario assicurarsi il controllo politico dell’insegnamento nelle scuole medie, poiché si riteneva che questi istituti si potessero trasformare facilmente in luoghi di propaganda nazionalista o panislamica. In questa fase, ad ogni modo, per le due scuole medie istituite a Bengasi e Derna, le autorità coloniali furono costrette a ricorrere a insegnanti di altri paesi arabi. Furono assunti due maestri provenienti uno da Beirut e l’altro da Alessandria d’Egitto, il secondo dei quali, il prof. Salem el Uefati el Trabelsi, si rivelò «un ospite veramente undesirable, un uomo manifestamente devoto – e devoto sino all’esaltazione – al reggimento politico autonomo di tutta la razza araba»109. I risultati del primo anno scolastico furono assai deludenti con appena 33 iscritti a Derna e 16 a Bengasi. Come si vedrà più avanti, il basso numero di iscrizioni si ebbe a causa di limitazioni stabilite dalla stessa Soprintendenza110.

In Tripolitania l’instabilità politica non permise l’istituzione del parlamento, che non sarebbe mai stato costituito, e bloccò la realizzazione di quanto previsto dallo statuto. Dopo l’approvazione della riforma scolastica in Cirenaica, tuttavia, il Ministero delle colonie provvide alla regolamentazione dell’educazione ‘indigena’ anche in Tripolitania. Le autorità coloniali decisero però di limitare il sistema scolastico all’istruzione elementare, in attesa che la

107 Relazione finale sul funzionamento dei servizi scolastici in Cirenaica nel decorso anno scolastico

1921-22, inviata da Angelo Piccioli al governatore della Cirenaica il 10 novembre 1922 in ASMAE,

ASMAI, Africa III, b. 36, fasc. 3 Fondo Volpi.

108 Anche la scuola superiore di studi islamici nacque con l’intento di formare insegnanti arabi. L’articolo 1 del regio decreto 13 maggio 1935 n. 1365 che istituì la scuola recita: “È istituita in Tripoli una Scuola superiore di cultura islamica (al-màdrasah al-islàmiyya al-ùlyâ) per lo studio delle dottrine giuridiche e religiose islamiche e delle discipline necessarie alla preparazione degli insegnanti delle scuole elementari per cittadini italiani libici di religione musulmana.”

109 La parola «undesirable» è sottolineata nel testo: Relazione finale sul funzionamento dei servizi

scolastici in Cirenaica nel decorso anno scolastico 1921-22, cit.

110 Ibidem.

situazione politica tripolitana avesse permesso l’effettivo funzionamento di quanto stabilito dalla legge fondamentale. Di fatto la Tripolitania non ebbe mai un sistema di istruzione superiore per gli arabi, almeno fino al 1936, quando iniziò a funzionare la Scuola superiore di studi islamici. Il regio decreto n. 368 del 5 febbraio 1922 sull’educazione della popolazione musulmana della Tripolitania prevedeva un corso elementare inferiore, triennale, e un corso elementare superiore, sempre di tre anni; a differenza della Cirenaica, il kuttab non rientrava nel nuovo sistema scolastico. Si stabiliva inoltre lo studio facoltativo della lingua italiana111. A dicembre del 1924 Angelo Piccioli riferiva che solo poche scuole della Tripolitania avevano ricominciato a funzionare. Anche se non siamo in possesso dei dati sull’affluenza degli arabi nel 1923, sembrerebbe quindi che il nuovo regolamento scolastico fosse stato applicato solo in maniera molto limitata112.

Le prime realizzazioni della politica ‘liberale’ in Libia in campo educativo, con tutti i limiti che si sono evidenziati, coincisero con l’ascesa al potere del fascismo in Italia. Il nuovo ministro delle colonie, il nazionalista Luigi Federzoni, e con lui molti esponenti del governo fascista mostrarono l’intenzione di operare un radicale cambiamento della politica coloniale italiana, dichiarando la fine della ‘timida’ politica dei loro predecessori. Di fatto, spesso, alle dichiarazioni d’intenti non seguì nell’immediato un reale mutamento di rotta. La politica educativa in Libia, in particolare, fu riformata soltanto nel 1928, e fino ad allora non si registrarono cambiamenti di grande rilievo113. Al di là degli aspetti normativi, tuttavia, la politica verso gli arabo-libici fu influenzata da altri fattori e innanzitutto dalla ripresa dell’offensiva militare, iniziata, in realtà, ancor prima dell’avvento del fascismo, ad opera del governatore Volpi e con l’avallo dell’ultimo ministro delle colonie ‘liberale’, Giovanni Amendola; in particolare, l’attacco su Misurata marina del 1922 segnò la fine della politica di

111 Articoli 1, 2 e 3 del decreto. Per l’educazione femminile l’articolo 4 contemplava una scuola di lavoro e di istruzione di cinque anni.

112 Alla fine dell’anno scolastico 1921-1922 la maggior parte degli arabi aveva preferito le scuole coraniche: su un totale di 2.193 alunni, soltanto 809 avevano frequentato le scuole elementari governative. Si veda R. MICACCHI, L’istruzione elementare nelle colonie italiane durante il primo

decennio del governo fascista, in “Annali della Istruzione Elementare”, VII, fascicolo 4-5, ottobre 1932,

p. 125.

113 Fu approvato infatti il regio decreto del 31 gennaio 1924 n. 472 sull’ordinamento scolastico della Tripolitania e della Cirenaica.

‘collaborazione’. Ebbe inizio da allora un lungo periodo di scontri fra italiani e libici, definito «pacificazione» della colonia dalla retorica del regime, conclusosi solo nel 1932 e con il ricorso, da parte italiana, a metodi militari particolarmente efferati114. Fu compito principalmente di Balbo, governatore della Libia dal 1934, attuare un’opera di «pacificazione civile» nell’ottica della nuova politica islamica del regime, nell’ambito della quale l’educazione degli arabi ebbe particolare rilievo115.

1.4 La politica educativa fra governo ‘liberale’ e governo fascista (1922-1927)