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Capitolo II Valutazioni di fine percorso

1.1 Scuola dell’Infanzia

In questi quattro anni di tirocinio diretto ho avuto modo di lavorare in diverse scuole dell’infanzia nella provincia di Massa-Carrara: il primo anno nella scuola dell’Infanzia “Adelina Guadagnucci” di Ortola, dell’Istituto Comprensivo Alfieri-Bertagnini, il secondo e il terzo anno nella scuola dell’infanzia “G. Mazzini” di Santa Lucia, sempre del medesimo Istituto Comprensivo, l’ultimo anno nella scuola dell’infanzia “San Benedetto”, dell’Istituto Paritario Figlie di Maria Vergine Immacolata.

Nei primi tre anni ho potuto osservare differenze tra i due plessi, sia dal punto di vista dell’organizzazione che della metodologia didattica, anche se, facendo parte dello stesso istituto, avevano lo stesso POF (attuale PTOF).

L’ultimo anno di tirocinio, mi ha permesso di osservare e analizzare differenze e uguaglianze tra istituti privati e paritari dandomi la possibilità di integrare e integrare le mie conoscenze sulla scuola dell’infanzia.

Il primo anno di tirocinio, nella scuola di Ortola, è stato determinante per il mio percorso, dato che la mia tutor, la maestra Federica, e l’interno team insegnanti mi ha accolta positivamente facendomi partecipe delle attività, aiutandomi a superare difficoltà e dubbi della prima esperienza. Il clima di questa scuola, improntato sulla collaborazione fra adulti, sull’ascolto e l’attenzione verso le esigenze dei bambini, mi ha permesso di verificare e sperimentare i primi apprendimenti teorici affrontati in facoltà.

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Nel secondo e il terzo anno di tirocinio, ho voluto cambiare plesso per arricchire la mia esperienza confrontandomi con un’altra realtà scolastica. Nel plesso “G. Mazzini”, a differenza di quello sopracitato, era dato grande rilievo al gioco libero, rispetto ad attività strutturate proposte dall’insegnante. Anche qui mi sono sentita accolta e aiutata, soprattutto durante il terzo anno nel momento della progettazione e attuazione della mia prima attività proposta ai bambini.

L’ultimo anno ho voluto ampliare ulteriormente la mia conoscenza della scuola dell’infanzia scegliendo la scuola paritaria “San Benedetto” dell’Istituto Figlie di Maria Vergine Immacolata. Una delle differenze sostanziali che ho riscontrato, rispetto alle scuole in cui avevo precedentemente svolto tirocinio, è la suddivisone dei bambini in sezioni omogenee per età e la presenza di una sezione primavera. Pertanto nell’organizzazione delle attività e della routine scolastica, ho potuto fare esperienze diverse da quelle precedenti, in particolare entrare in relazione anche con bambini molto piccoli.

Un’altra differenza che ho notato è stata quella della presenza di un'unica insegnante per sezione, al contrario che nella statale dove le insegnanti sono due con una fascia oraria in compresenza.

Chiaramente un’altra differenza, dovuta all’impronta cattolica della scuola, è il tempo dedicato alla preghiera e ai momenti forti dell’anno liturgico.

Un aspetto che accomuna, invece, queste scuole è la creazione all’interno delle aule di angoli predisposti per attività diverse (angolo lettura, costruzioni, cucina, attività grafiche).

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Questa annualità, forse, è stata la più significativa in quanto ho avuto maggiori responsabilità all’interno della classe, un ruolo più incisivo e ho potuto mettere in pratica gran parte di quanto studiato nei cinque anni di corso.

La tutor Donatella, mi ha fatto sentire parte integrante del team insegnanti e mi ha dato preziosi consigli per la progettazione e l’attuazione dell’UdC sul tatto per la sezione dei bambini di 3 anni. Tale UdC aveva l’obiettivo di migliorare la conoscenza di sé e del mondo, in riferimento alle Indicazioni Nazionali del 2012, attraverso l’uso del tatto, sperimentando sensazioni tattili diverse e opposte tra loro. Prima di proporre l’attività, insieme alla tutor utilizzando la griglia ideata dal Prof Capperucci, ho valutato le esigenze e le capacità dei bambini per decidere i tempi, la modalità e i materiali più consoni da utilizzare. Il vantaggio dell’utilizzo delle UdC è la modificabilità delle attività in itinere, aggiungendo o togliendo elementi a seconda dei bisogni emersi durante la messa in pratica delle progettazioni.

L’esperienza di quest’anno è stata particolarmente istruttiva perché ho potuto osservare e interagire con bambini con bisogni educativi speciali (BES), dato che nella sezione dei 5 anni vi era un bambino autistico e così come in quella dei 4 anni. Parlando con la mia tutor, sempre pronta a chiarire i miei dubbi e a darmi indicazioni per approcciarmi a loro, ho potuto fare capire l’importanza sia della collaborazione scuola- famiglia sia della consapevolezza dei genitori rispetto ai problemi. Infatti i genitori del bimbo di 5 anni, inizialmente non avevano accettato la situazione ma grazie all’aiuto e il confronto con le insegnanti, hanno richiesto la certificazione del figlio e il suo inserimento nel centro integrato per la cura dell’autismo infantile “Calicanto”, che attualmente il bambino frequenta tre volte a settimana. Diversa era la situazione del bambino di 4 anni, dato che nonostante gli evidenti segnali e comportamenti

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riconducibili all’autismo, i genitori non hanno voluto accettare la disabilità del figlio e farlo certificare. Questi due diversi atteggiamenti verso la disabilità, da parte delle famiglie, mi ha fatto comprendere come spesso l’operato delle insegnanti sia vanificato. Pertanto mi sono resa conto dell’importanza di instaurare rapporti di fiducia e di empatia tra le insegnanti e i genitori, specialmente in caso di disabilità, affinché il lavoro didattico ed educativo sia veramente proficuo. Ho potuto constatare che le maestre utilizzavano molto il rinforzo positivo con questi bambini, cercando di adeguare gli obiettivi scolastici con le loro capacità, cercando per quanto possibile di far loro instaurare dei rapporti con gli altri.

Dato che nella scuola dell’infanzia è data molta rilevanza alla routine, alcuni degli strumenti che ho osservato e utilizzato sono stati soprattutto cartelloni per le presenze, per le rilevazioni del tempo meteorologico, la data giornaliera e la suddivisione dei compiti fra i bambini. Ho imparato anche l’importanza di assegnare a ciascun bambino un contrassegno in modo da sviluppare l’autonomia, l’identità personale e aiutandolo a orientarsi nello spazio scuola.

Per le varie attività sono stati utilizzati i più svariati materiali da quelli di recupero a quelli specifici per attività grafico-pittoriche (tempere, matite, pennelli, acquerelli, fogli etc..) manipolative (paste modellabili anche home made...) e ritmico-musicali (sonagli, maracas, triangoli, strumenti costruiti con oggetti vari...). Fra i sussidi sono stati spesso utilizzati lettore cd, pc, videoproiettore.

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