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la scuola a distanza e gli studenti con disabilità dimenticati Durante l’emergenza erano emerse da più parti le lacune della scuola a distanza. I

LA GRANDE CRISI

Fase 2: la scuola a distanza e gli studenti con disabilità dimenticati Durante l’emergenza erano emerse da più parti le lacune della scuola a distanza. I

problemi erano relativi a una percentuale di studenti tagliati fuori per la mancanza di dispositivi digitali o delle connessioni internet indispensabili.

Poi c’è un pezzo della scuola ancora più dimenticato: gli studenti con disabilità. La Federeazione Italiana Superamento Handicap denuncia che tra i nomi degli esperti e l’elencazione degli obiettivi della task force del ministero dell’Istruzione si pone in un ruolo del tutto marginale la disabilità: non si rileva alcun nome che possa vantare esperienze o approfondimenti in materia di disabilità.

Nella Fase 1 le associazioni lo hanno ripetutamente segnalato, denunciato, documen-tato anche in sede ministeriale: “il sistema scolastico italiano- dicono – non è sdocumen-tato in grado di supportare la didattica a distanza per gli alunni con disabilità, il sostegno, l’u-so di ausili alla comunicazione e la perl’u-sonalizzazione di l’u-software didattico”. Più volte le Federazioni hanno chiesto aiuti e supporti per gli studenti esclusi e per le famiglie lasciate sole. “Poco si è ottenuto – denunciano e – per il futuro immediato – queste mancanze richiedono impegno, coprogettazione, determinazione e conoscenza pro-fonda dei dettagli, delle buone prassi e delle possibili soluzioni”. Tutto andrà bene ma solo se nessuno resterà escluso.

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Racket, usura e mani sulle imprese: chi ferma la Fase 2 delle mafie Era nata in sordina con pochi articoli di stampa. Poi si sono susseguiti gli interventi di magistrati e cariche istituzionali fino ad arrivare al Papa: nell’emergenza Covid-19 e nella Fase 2 arriva la piovra mafiosa.

Siamo di fronte a un rischio concreto, pericoloso. Sos Impresa è stata la prima orga-nizzazione a denunciare una escalation di racket e usura di fronte alle estreme dif-ficoltà economiche per attività commerciali e famiglie. Inoltre c’è il rischio di “una attività di fomentazione e organizzazione del disagio sociale popolare in aree e settori fortemente a rischio, soprattutto nelle periferie dei grandi centri urbani.

Soffiano sulla tensione sociale in attesa di utilizzarla insieme a frange di estremismo populista e della destra estrema eversiva”. Tra ritardi per erogare gli ammortizzatori sociali, i prestiti alle imprese e gli esigui buoni spesa lo Stato si trova ad essere supera-to dalla efficiente macchina organizzativa dei clan e dalla disponibilità finanziaria delle organizzazioni criminali.

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Al via la Fase 2: che fine ha fatto il reddito di emergenza?

Fase 2 e riaperture a singhiozzo. In fabbrica sì, dal parrucchiere no. In famiglia solo per le visite e non per i party ma nella mia, ad esempio, ci sono 8 zii con relativi mariti e mogli, figli e nipoti. La mascherina obbligatoria ma tanto non serve quando cammi-niamo da soli, dicono i medici.

Sul bus e in metro un massimo di persone con il dilemma: vi ricordate che cos’era il trasporto pubblico in alcune città come Roma e Napoli? Che si fa, tutti in auto? Al parco finalmente si può andare ma non nelle aree per i bambini. Per le messe niente ancora, in fila a posta e alimentari invece sì. Se fai una manifestazione con guanti e mascherina poi finisci in questura: si rileva un bel problema costituzionale.

Ci sono tante domande rispetto alla Fase 2 ma ciò che emerge è un grande assente:

dove è finito il reddito di emergenza? Al momento dovrebbe esserci il blocco dei li-cenziamenti e la proroga degli ammortizzatori sociali ma della misura invocata e pro-messa da esponenti del governo non c’è traccia.

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La Fase 2, gli affetti “instabili”: difendere anziani, salute e welfare La Fase 2 inizia male, solo al suo annuncio a colpo di decreto. Tutti scontenti: par-rucchieri, estetisti, medici infettivi, genitori, insegnanti, Terzo settore e affetti stabili o congiunti.

Che cosa poi siano gli affetti stabili non è dato sapere. Le associazioni lgbt hanno annunciato disobbedienza senza una specifica a questi “permessi” familiari dove le coppie gay o omogenitoriali rischiano di essere escluse, allo stesso modo coppie di fatto e altri legami.

E i bambini? Se lo sono chiesti a Napoli genitori e insegnanti che hanno affisso in tutta la città le sagome colorate dei più piccoli al grido di “liberiamoli”. Poi c’è l’Istat che ricorda qual è la situazione anagrafica del nostro Paese: oltre 7 milioni (7.058.755), l’11,7% del totale della popolazione ha oltre 75 anni, sono oltre 4 milioni e 300 mila (4.330.074) ad aver raggiunto e superato gli 80 anni.

Da questi numeri deve partire la prevenzione sanitaria e la difesa della salute della ca-tegoria più a rischio, quella degli anziani che sono le principali vittime del Covid-19:

welfare e sanità devono ripartire da qui.

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Fuori - Fase 2: con il caldo il virus muore, anzi no. Fate chiarezza, fate presto

La Fase 2 è un groviglio di intenti e di parole che si smentiscono gli uni con gli altri.

Affermazioni che dopo pochi secondi incontrano la smentita di se stesse, anche all’in-terno dello stesso governo.

“Oltre 4 milioni di persone al lavoro dal 4 maggio è rischio calcolato” dice il premier Conte. Dall’altra parte l’Associazione mondiale per le malattie infettive dice che “non fare i test sierologici sui lavoratori che tornano in fabbrica è un rischio molto grave”.

Non finisce qui. Ieri in un’intervista Walter Ricciardi ha confermato uno studio ame-ricano secondo il quale il virus al sole con 24 gradi scompare in due minuti, e soffri-rebbe terribilmente l’umidità come aveva già affermato il virologo Giulio Tarro. Pre-cauzioni e rigidità per una passeggiata o per stare nel parco mentre tornare in fabbrica è un rischio calcolato.

Le tesi scientifiche finiscono in un tritacarne mediatico dove si creano opposte fazioni che non chiariscono i punti decisivi sulla futura nocività del Covid-19. Intanto il Paese preme, spinge per la riapertura: il 57% vuole uscire di casa secondo Swg e quasi un terzo dichiara di aver peggiorato le relazioni familiari. Fate presto, fate bene.

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Fase 2 e lo strano caso del Gioco d’azzardo come attività essenziale