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Scuola secondaria

Nel documento TAVOLO INTERDICASTERIALE (pagine 54-68)

« L’educazione alla responsabilità ambientale può inco-raggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta

e importante nella cura per l’ambiente » (LS, 211)

Introduzione e contestualizzazione

Senza un’educazione al pensiero etico e all’as-sunzione di una responsabilità personale, non è suf-ficiente educare solo al pensiero critico. La società nella quale viviamo ha separato l’etica dall’ambiente naturale: occorre cambiare prospettiva ed estendere a tutti gli ambiti della vita la responsabilità etica, per promuovere comportamenti guidati dall’intenzione di creare le condizioni necessarie a preservare, ripa-rare e/o promuovere la vita verso la sua piena realiz-zazione.

Educare a conoscere, a pensare criticamente, a intervenire responsabilmente è la condizione per aiutare gli studenti a formarsi una visione unitaria e a collocarsi negli spazi e nei tempi della storia e della geografia, ma anche della natura e del cosmo. Tanto la formazione scientifica quanto quella umanistica con-corrono insieme alla formazione di una persona che sia consapevole della propria identità, storia, colloca-zione locale e planetaria, delle molteplici

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denze che legano spazi, tempi, società, ambienti, e che sia capace di assumere responsabilità. In questo modo l’esperienza scolastica e le esigenze esistenziali trovano composizione, la scuola si fa luogo di vita e apertura al mondo esterno, l’apprendimento richiesto acquista senso e diventa significativo per la persona.

Testi essenziali di riferimento

S. Giovanni Paolo II, Enc. Sollicitudo rei socialis (30 dicembre 1987), 34.

S. Giovanni Paolo II, Enc. Centesimus annus (1° set-tembre 1991), 38-39.

Benedetto XVI, Enc. Caritas in veritate (7 luglio 2009), 32, 48-51.

Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata mondiale della Pace 2012 – Educare i giovani alla giustizia e alla pace, 1° gennaio 2012.

Francesco, Enc. Laudato si’ (24 maggio 2015), 202-215.

Francesco, Discorso ai partecipanti al Congresso Mondiale promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, 21 novembre 2015.

Francesco, Esort. ap. postsin. Christus vivit (25 mar-zo 2019), 222

Buone prassi

Nell’ottica del Service-Learning si possono realizza-re molteplici attività didattiche e formative. Ad esse si ispira, ad esempio, il progetto Yo puedo: si tratta di un modello pedagogico articolato in quattro fasi (Sentire – Immaginare – Agire – Condividere), che conduce gli

studenti a comprendere empaticamente le situazioni, immaginare, mettere in atto e condividere le soluzio-ni. Anche questo modello si presta a essere applicato a progetti di formazione alla « cittadinanza ecologica », coinvolgendo tutte le dimensioni e i linguaggi della per-sona umana: il linguaggio del cuore (Sentire), il linguag-gio della testa (Immaginare), il linguaglinguag-gio delle mani (Agire) e il linguaggio della condivisione.

Vanno altresì rilevate le iniziative di partenaria-to tra enti educativi catpartenaria-tolici e statali; ad esempio, in Romania, il Liceo Greco-Cattolico dell’Eparchia di Cluj-Gherla è partner in alcuni progetti nazionali sul clima, sul riciclaggio e su altre attività collegate con l’ecologia integrale, mentre il Liceo Teologico Greco-Cattolico “San Basilio il Grande” nell’Arcieparchia di Alba Iulia e Făgăraş e il Collegio Romano-Cattolico

“St. Giuseppe” di Bucarest promuovono progetti e attività di sensibilizzazione per la tutela della casa comune che coinvolgono gli studenti, tra cui anche raccolta di rifiuti e rimboscamento.

Da segnalare anche iniziative come quelle dell’Arcidiocesi di Belo Horizonte, dove nel 2019 è stato avviato il progetto Desconstruindo muros, con-struindo pontes, che coinvolge studenti delle scuole primarie e secondarie al fine di aiutarli nella rifles-sione individuale e collettiva sulla realtà umana nei tempi moderni.

Altre iniziative interessanti sono quelle realizza-te in varie Diocesi attraverso le quali si è deciso di incaricare alcuni sacerdoti di studiare l’Enciclica e di organizzare incontri nelle scuole e nelle parrocchie

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al fine di promuoverne i contenuti e di individuare azioni pertinenti per attuarli sul campo. Un esempio è quello della Diocesi di Banjul, in Gambia, dove, qua-le risultato di tali incontri, sono stati formati gruppi di studenti incaricati di diffondere i temi dell’Enciclica nelle rispettive comunità.

Alcune piste di azione

1. Promuovere un insegnamento di taglio plu-ridisciplinare sull’ecologia integrale, basato sui dati scientifici sempre aggiornati dei cambiamenti del nostro ambiente. Insegnare ad affrontare i problemi della sostenibilità ambientale grazie alla sobrietà, al consumo responsabile e all’uso di energie rinnovabili.

Evidenziare la necessità del ricorso all’economia circo-lare della natura, che non produce scarto, per affron-tare i problemi della sostenibilità ambientale e favorire così un rapporto armonico tra essere umano e natura.

2. Insegnare che un approccio ecologico ragio-nato implica sempre la considerazione anche degli aspetti sociali, culturali, etici e giuridici. Migliorare ad esempio la comprensione dei legami tra problemi ambientali e questioni sociali come la povertà usan-do casi pratici di Paesi in via di sviluppo (e.g. ridu-zione dei raccolti a causa della siccità), ma anche di Paesi sviluppati (ad esempio l’aumento del livello del mare provoca migrazioni forzate etc.).

3. Educare gli studenti e le loro famiglie ai pro-blemi della sostenibilità sociale e ambientale,

pianifi-cando attività ed eventi al fine di generare più inte-resse e consapevolezza.

4. Istruire e responsabilizzare i giovani a diven-tare leader della dignità umana, della misericordia, della riconciliazione, della non-violenza, della pace, dello sviluppo sostenibile. In campo scientifico ci sono ottimi esempi di proposte educative condotte da ragazzi, che ne evidenziano il potenziale come agenti di cambiamento. Queste iniziative andrebbe-ro implementate in tutte le scuole cattoliche, incluse quelle situate nei Paesi a basso reddito. Sarebbe utile creare piattaforme Internet per mettere in contatto gli studenti, affinché condividano le proprie espe-rienze riguardo a progetti legati alla sostenibilità.

5. Promuovere percorsi di riflessione sulle radi-ci etiche e spirituali dei problemi ambientali, a partire dalla Laudato si’, con livelli progressivi di approfondi-mento nell’ambito della scuola secondaria, coinvol-gendo tutte le componenti della comunità educativa.

6. Instaurare rapporti di collaborazione e reti con associazioni cattoliche specializzate al fine di so-stenere lo sviluppo, l’implementazione e la valutazio-ne di iniziative educative a difesa della dignità umana e in favore dell’ecologia integrale.

6.

Università

« L’educazione ambientale è andata allargando i suoi obiettivi. Se all’inizio era prevalentemente centrata sull’informazione scientifica e sulla presa di coscienza e prevenzione dei rischi ambientali, ora tende a includere una critica dei “miti” della modernità basati sulla ragione strumentale (individualismo, progresso indefinito, concorrenza, consumismo, mercato senza regole) e anche a recuperare i diversi livelli dell’equilibrio ecologico » (LS, 210)

Introduzione e contestualizzazione

Le università, luogo di formazione delle giovani generazioni e sede primaria della ricerca scientifica per lo sviluppo della conoscenza e della società, sono chiamate « a rinnovare il dialogo sul modo in cui stia-mo costruendo il futuro del pianeta » (LS, 14). Per questo è fondamentale un’educazione all’ecologia in-tegrale (LS 62, 124, 137), che orienti a una politica e a un’economia di sviluppo autenticamente sostenibili per la qualità della vita, a favore di tutti i popoli della Terra e soprattutto dei più poveri.

Per natura e missione, l’università abbraccia l’u-niverso del sapere nel suo significato umano e divino.

Il fine ultimo deve essere la promozione di ogni esse-re umano e della casa comune. Questo si può concesse-re- concre-tizzare insegnando a vedere la propria preparazione

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come segno di una maggiore responsabilità di fronte ai problemi di oggi, di fronte alla necessità del più povero, di fronte alla cura dell’ambiente (LS 201, 210)

Una sfida cruciale (LS 162, 209) è, quindi, quella che riguarda le istituzioni universitarie, in particolare quelle cattoliche, chiamate ad individuare limiti e ini-quità nell’amministrare le risorse naturali, e ad identi-ficare e proporre nuovi modelli di sviluppo. È fonda-mentale integrare le dimensioni: ecologica, sociale, ambientale, politica, economica, educativa nei diversi percorsi formativi e nella cornice curriculare delle varie discipline. Al di là dell’insegnamento (prima missione) e della ricerca (seconda missione), l’università si carat-terizza – anche e principalmente – per il contributo che può dare al miglioramento sociale delle comunità in cui opera. Nel porsi al servizio della società, le uni-versità portano a compimento la loro terza missione.

Gli atenei sono, infatti, chiamati ad interagire attiva-mente con la società civile e l’imprenditoria locale per la realizzazione del bene comune.

Alcune esperienze dimostrano come l’ecologia integrale, proprio per la sua attenzione dinamica alle connessioni, rappresenti l’asse portante intorno al quale organizzare attività scientifica e istruzione supe-riore. In particolare, in ambito universitario, la sensi-bilità ecologica nelle sue declinazioni è la base per un dialogo interdisciplinare (LS 81, 199), rappresentando un’opportunità di innovazione e nuove professionalità.

Nell’ambito della terza missione, la comunità accademica collabora con convinzione all’impegno dell’intero corpo sociale per un’educazione efficace

e rammenta che « l’educazione ambientale dovrebbe disporci a fare quel salto verso il Mistero, da cui un’e-tica ecologica trae il suo senso più profondo »; allo stesso tempo, offre « educatori capaci di reimpostare gli itinerari pedagogici di un’etica ecologica, in modo che aiutino effettivamente a crescere nella solidarie-tà, nella responsabilità e nella cura basata sulla com-passione » (LS, 210).

Testi essenziali di riferimento

S. Giovanni Paolo II, Cost. ap. Ex corde Ecclesiae (15 agosto 1990).

Benedetto XVI, Allocuzione preparata per l’incontro con l’Università degli Studi di Roma “La Sapien-za”, prevista per il 17 gennaio 2008.

Francesco, Enc. Laudato si’ (24 maggio 2015) 14; 62;

81; 124; 137; 199; 201-215.

Francesco, Discorso all’incontro con il mondo della scuola e dell’università, Pontificia Università Cat-tolica dell’Ecuador, Quito, 7 luglio 2015.

Francesco, Discorso alla comunità dell’Università Cattolica portoghese, 26 ottobre 2017.

Francesco, Cost. ap. Veritatis gaudium (8 dicembre 2017), Proemio.

Francesco, Esort. ap. postsin. Christus vivit (25 mar-zo 2019), 222.

Buone prassi

In molte università cattoliche sono stati attivati progetti Laudato si’ « per dare una base di

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za al percorso etico e spirituale [e] assumere i miglio-ri frutti della miglio-ricerca scientifica oggi disponibile » (LS, 15). Alla luce di questo invito, le Università hanno la responsabilità di sviluppare, con sapienza e creativi-tà, ricerche per la mitigazione dell’impatto antropico sull’ambiente, nuovi modelli di sviluppo sostenibile e stili di vita solidali. Il trasferire possibilità e strumen-ti operastrumen-tivi a questo fine interpella una chiara scelta antropologica, una maturazione di valori quali il dia-logo, l’onestà e la trasparenza nelle decisioni sullo stato del pianeta e sui diritti dei popoli di oggi e di domani.

In questa cornice è sorto il TROFIC (Transdisci-plinary Research on Food Issue Center), frutto di una rete internazionale di Università – nel solco del Food and Human Dignity Network promosso dalla FIUC (Federazione Internazionale delle Università Cattoli-che) – con sede presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.32 Questo centro promuove e svolge, conformemente alla concezione cristiana dell’essere umano e della vita, attività scientifiche interdiscipli-nari sulle questioni relative ai temi della sostenibilità ambientale, dell’alimentazione e dell’accesso al cibo.

A livello universitario vanno segnalate anche iniziative come quelle dell’Università Cattolica di Ružomberok, in Slovacchia, che sta inserendo i temi dell’ecologia integrale nei suoi programmi di studio re-golari, oppure come quelle realizzate dalla Pontifícia

32 Cfr. https://centridiateneo.unicatt.it/trofic-home.

Universidade Católica de Minas Gerais, a Belo Hori-zonte, la quale ha posto la sostenibilità come tema strategico per il periodo 2017-2021 nel suo Plano de Desenvolvimento Institucional: quest’ultimo prevede, infatti, azioni concrete di sostenibilità in ambito acca-demico, amministrativo e operativo.

Le Università e gli Atenei Pontifici di Roma han-no dato vita nel 2017 al “Joint diploma in ecologia integrale” proprio per diffondere la visione e la mis-sione della Laudato si’.

Alcune piste di azione

1. Educare le generazioni future e i giovani stu-diosi a pensare a un mondo unito, ad un progetto condiviso, integrando il tema della cura della casa comune e della sostenibilità anche nei corsi di stu-dio universitario non strettamente correlati ai temi ambientali.

2. Insegnare a vedere la propria preparazione come segno di una maggiore responsabilità di fron-te ai problemi di oggi, alla necessità dei più poveri, alla cura dell’ambiente. Incoraggiare gli studenti a impegnarsi in professioni che facilitino cambiamen-ti ambientali posicambiamen-tivi e la trasformazione colletcambiamen-tiva necessaria a raggiungere gli obiettivi contenuti nella Laudato si’, prendendo a modello le migliori pratiche di sviluppo sostenibile a livello internazionale.

3. Promuovere la creatività degli studenti, of-frendo loro stimoli e visioni alternative ai modelli dominanti ispirati al paradigma tecnocratico, in

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ticolare nelle discipline più esposte al rischio di assu-merlo come unico riferimento.

4. Responsabilizzare gli studenti, coinvolgendoli in attività di Service Learning per diffondere le buone prassi sulla sostenibilità nelle diverse attività umane, come la produzione e l’accesso al cibo, la gestione dell’acqua, la riduzione degli sprechi, le energie rin-novabili, l’innovazione tecnologica.

5. Sviluppare ricerche interdisciplinari sulla so-stenibilità che tengano conto sia delle sue tre dimen-sioni (ecologica, sociale ed economica), sia del rispetto per la natura, l’umanità e la nostra casa comune.

6. Studiare la teologia della creazione, nel rap-porto dell’essere umano con il mondo. Implementa-re corsi di teologia della cImplementa-reazione funzionali a svi-luppare il concetto di “peccato contro il creato” e a comprendere il fondamento del rapporto armonico tra l’essere umano e il creato.

7. Creare istituti, all’interno di ciascuna univer-sità, che riuniscano le ricerche interdisciplinari sull’e-cologia integrale, sull’ambiente e sulla salute del pia-neta.

8. Avviare gruppi di riflessione e di coordina-mento per la sostenibilità e l’ecologia integrale inter-facoltà e/o inter-dipartimenti in seno alla singola Università. Questi gruppi, composti da rappresentan-ti di studenrappresentan-ti, amministrazione, direzione e docenrappresentan-ti, avrebbero il compito di migliorare l’Università (soste-nibilità negli acquisti e nelle procedure, soste(soste-nibilità negli eventi e nelle convenzioni con enti esterni, in-novazioni nei campus, orientamento dei tirocini,

del-la liturgia e deldel-la formazione professionale in modo più consono con l’ecologia integrale, …).

9. Attivare e sviluppare reti internazionali di ricerca in cui gli studiosi di differenti competenze scientifiche e diverse regioni del pianeta possano confrontarsi ed entrare in dialogo per analizzare in modo integrale lo scenario socio-culturale attuale.

7.

Nel documento TAVOLO INTERDICASTERIALE (pagine 54-68)