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SECONDA PARTE

Missione e missioni

SECONDA PARTE

Marcello Bedeschi

Premessa

Dott. Marcello Bedeschi

Segretario regionale dell'ANCI Marche

Dati i tempi stretti che sono a nostra disposizione, credo che sia op-portuno iniziare subito questa nostra seconda sessione del convegno su San Francesco e Giorgio La Pira.  

Questa mattina la sala era strapiena con la presenza di numerosi studenti, che però non erano stati precettati. I giovani hanno ade-rito all’invito che l’ANCI Marche, attraverso la cortesia dell’Ufficio Scolastico Regionale, ha fatto pervenire agli studenti degli ultimi anni delle superiori. Per impegni scolastici non tutti possono rima-nere anche nel pomeriggio, tuttavia molti studenti, che ringrazio, sono ancora presenti. Desidero ribadire che valuteremo seriamente la richiesta da voi avanzata di organizzare un viaggio in Terra Santa.

Guardate – sulle orme di S. Francesco e di Giorgio La Pira – c’è uno specifico invito del Sindaco di Betlemme e di Padre Ibraimj.

Sono molto felice degli interventi e dei contenuti emersi, questa mattina, nella prima sessione del Convegno. Sono stati all’altezza delle aspettative Mi sento poi onorato dal fatto che tocca a me coor-dinare questa seconda sessione che si incentra sulla figura di Giorgio La Pira. 

Non nascondo che Giorgio La Pira per me è stato un punto di riferimento sin da quando avevo 16 anni. Credo che gran parte della mia vita, le scelte professionali che ho fatto, le devo a lui, perché fu lui a consigliarmi. Nel 1970 avevo iniziato un impegno lavorativo a Bruxelles, presso la Commissione Europea. Pur trattando argomenti economici continuavo a coltivare i miei interessi riguardanti la storia dei Comuni e delle autonomie locali. Ebbi occasione di incontrare

La Pira  e lui mi consigliò: se hai questa propensione, continua con questo tuo interesse, applicati, vai, fai esperienze di “azioni legate ai Comuni”. L’evolversi del mio impegno volle che qualche giorno dopo quell’incontro arrivasse la comunicazione che avevo vinto un concorso presso il  Comune di Ancona, con un invito speciale che mi veniva rivolto dall’appena eletto Sindaco di Ancona, Prof Alfredo Trifogli, il “maestro” che mi aveva appassionato alle problematiche sulle autonomie. Non ci pensai due volte e  scelsi di rientrare  in Italia. Quindi devo proprio all’ex Sindaco di Firenze, questa mia scelta di vita.

Oltre all’incontro del 1970 ho avuto il dono di rivedere il Prof.

La Pira altre tre volte: una volta a Camaldoli, un’altra volta ho avuto la possibilità di  accompagnarlo da Ancona a Loreto e una terza volta sono andato a trovarlo a Firenze. Tre incontri non significano nulla dal punto di vista della frequentazione, però per me sono stati molto importanti perché ho compreso il significato e il perché della sua te-stimonianza d’impegno  pubblico  e  di “profeta”.  Egli assumeva su di sé l’onere del ripristino della profezia nell’ambito dell’ottimismo  della speranza e della salvezza cristiana, fidando nella paolina ”spes contra spem”. Si sentiva profondamente cristiano e legato vitalmente alla Chiesa 

Fu Sindaco autentico ed imprevedibile, poiché esercitò le sue funzioni con ruolo inedito e creativo di amministratore locale con grandi interessi, partecipazione e coinvolgimento. In particolare non possiamo non ricordare la sua attenzione per le città del Mediterra-neo e per il rapporto con le religioni monoteiste e il grande amo-re che aveva per due grandi personaggi biblici: il profeta Isaia e il patriarca Abramo. Abramo è il patriarca delle tre religioni: ebraica, cristiana e islamica. Il costante riferimento che La Pira faceva ad  Abramo chiarisce  anche il suo grande interesse  rispetto ai contatti che intratteneva con tutti i Sindaci delle città del Mediterraneo.

Desidero poi far presente che l’estimatore di S. Domenico, quale era Giorgio La Pira aveva simile atteggiamento con S. Francesco. A

tale scopo racconto un episodio al quale ho assistito quale rappre-sentante assembleare :  agli inizi degli anni 70 vi era la consuetudine di aprire le assemblee della Conferenza Episcopale Italiana con l’ap-porto di un testimone. Durante un’assemblea fu chiamato La Pira che fece la prolusione. Durante il dibattito, il vescovo di Palestrina, gli fece una serie di domande sull’ idea di pace secondo il pensiero domenicano. Ad un certo punto La Pira lo interruppe dicendo: “at-tento Eccellenza, devo fare una precisazione, Voi sapete quanto io sia vicino allo spirito domenicano, ma non è opportuno fare delle distinzioni  tra San Domenico e Francesco: dovete sapere  che sono anche terziario Francescano”.

Questa precisazione di La Pira è stata tenuta presente sin dal mo-mento in cui abbiamo cominciato a ragionare su questo convegno che nella seconda sessione è incentrato sul Servo di Dio Giorgio La Pira.

Anche in questa sessione, abbiamo relatori  molto importanti  a cominciare dal Prof. Mario Primicerio che oltre ad essere stato tra i più fedeli ed assidui collaboratori di La Pira, ha vissuto con Lui esperienze che sono entrate nella storia. Pensate è stato il giovanis-simo Prof Primicerio ad accompagnare La Pira  in Vietnam da Ho Chi Minh. Quel viaggio aprì le porte al dialogo e alla pace. Giorgio La Pira con quella contrastata iniziativa cercò di concretizzare l’idea francescana di creare ponti e di abbattere muri come diceva, principi che sono cari anche a Papa Francesco.

Quindi oggi abbiamo questa opportunità di riflettere soprattutto sui problemi del dialogo e della pace che in primis devono essere vissuti nelle città. Non a caso La Pira privilegiava l’impegno nel-le Comunità cittadine perché sono i luoghi dove concretamente si possono realizzare i rapporti veri di accoglienza, di  solidarietà, di cooperazione  e soprattutto di sussidiarietà diffusa. Non va poi di-menticato che nelle città vi è la possibilità di concretizzare momenti culturali ed artistici senza dimenticare quelli sportivi. che mettono in relazione le persone. Se si vivono tutte queste dimensioni certa-mente le comunità daranno vita a città di pace.

Dunque, dopo aver dedicato completamente la mattinata a San Francesco, ora riflettiamo su Giorgio La Pira prima con il prof. Pri-micerio poi col prof. Bartoli dell’Università LUMSA di Roma, sto-rico medioevalista. 

Vi saranno poi  due interessanti comunicazioni: quella del Dott.

Fabrizio Clementi, Responsabile dell’ANCI nazionale dei rapporti con le ANCI regionali che ci guiderà sugli aspetti politici e sociali del Sindaco di Firenze e poi quella del giovane Presidente dell’Azione Cattolica della Diocesi di Ancona-Osimo che ci fornirà una lettura dell’impegno di La Pira alla luce della “Allegoria del Buon governo”

di Lorenzetti.

Prima di lasciare la parola ai due professori desidero rivolgere dei saluti: ho visto che sono arrivati il sindaco di Assisi, il Sindaco di An-cona e Padre Enzo Fortunato che pur con agende piene di impegni hanno accolto il nostro invito. Sono tutti amici cari e li ringrazio di cuore per la loro presenza e per quello che ci diranno.

Padre Enzo è conosciuto in particolare da chi vede il sabato mat-tina la televisione, lo vedo sempre presente in maniera molto precisa.

Io sono legato a lui da particolare amicizia, abbiamo fatto tante ini-ziative per le giornate mondiali della gioventù sempre nello spirito francescano e quindi lo ringrazio di essere presente come ringrazio i sindaci di Ancona, di Assisi e di Betlemme; al riguardo mi piace ricordare che il nonno del sindaco di Betlemme fu sindaco di Bet-lemme ed ebbe un grande rapporto di amicizia con La Pira.

Per terminare, aggiungo brevemente due cose.La prima: questa iniziativa è stata sostenuta fortemente dall’ANCI. Per quale motivo?

Perché, oltre a quanto accennato nella introduzione, va ricordato il fatto che da quando è iniziata la tradizione, promossa da S. Giovanni Paolo II,  degli incontri dell’’ANCI con il Papa, l’incontro viene pre-ceduto da un ricordo su Giorgio La Pira. Primicerio fece il primo ri-cordo, mentre il secondo fu svolto dal Card. Edoardo Menichelli Poi  con papa Benedetto l’ho fece il Cardinal Piovanelli e ultimamente, con Papa Francesco, l’ho svolse  il Card. Angelo Comastri. L’altra

cosa che è bene portare a vostra conoscenza è quanto ricordato du-rante gli esercizi spirituali in Vaticano, dal predicatore pontificio, il francescano Padre Cantalamessa, Durante le meditazioni pasquali ha portato a conoscenza che S. Francesco, dopo il suo viaggio in Ter-ra Santa, rimase colpito dal comportamento religioso degli islamici, specie quelli manifestati con la preghiera serale, e pronunciata dai minareti dell’Islam. Da qui la stretta regola della preghiera serale che venne assunta e presentata ai  frati ma che è poi divenuta pratica per tutte le comunità cristiane. Quindi il rapporto di mutuo e reciproco confronto parte anche dalle cose buone e belle che ci si può donare reciprocamente.

Mario Primicerio