Nel capitolo precedente, nella maggioranza delle patologie descritte, l’ecografia viene riportata come mezzo diagnostico per eccellenza. Infatti, essa risulta essere una tecnica diagnostica che permette di caratterizzare le lesioni presenti a livello dell’apparato riproduttore, al contrario della radiografia che nella maggior parte dei casi mostra esclusivamente un ingrandimento di utero o di ovaie, dislocanti gli altri organi addominali. In più, al contrario di ulteriori mezzi diagnostici come TC o MRI, l’ecografia è una tecnica economia, non invasiva, in cui, come abbiamo già descritto, non è necessaria la sedazione nella maggior parte dei casi. Purtroppo, in bibliografia le descrizioni ecografiche delle patologie riproduttive nella coniglia sono limitate e quindi le informazioni a riguardo molto scarse. Il seguente capitolo si propone di raccogliere tali informazioni tramite un resoconto di casi report e articoli al fine di ottenere una visione generale sulla caratterizzazione ecografica delle patologie dell’apparato riproduttore nella coniglia.
Come è stato detto nel capitolo precedente, l’iperplasia endometriale e l’adenocarcinoma sono le patologie più comuni riferibili all’apparato riproduttore della coniglia. L’ecografia permette di identificare le lesioni parietali uterine, ma purtroppo non sono ancora stati individuati parametri ecografici che ci permettono di distinguere l’iperplasia endometriale dall’adenocarcinoma (Krautwald-Junghanns et al, 2009).
Le figure 6.1 A e B mostrano dei casi di iperplasia endometriale in cui la parete uterina appare aumentata di spessore e caratterizzata dalla presenta di lesioni rotondeggianti multifocali cistiche, a parete sottile, alcune con presenza di setti iperecogeni, replete da contenuto anecogeno. I due casi soprariportati si differenziano in base alla dimensione delle lesioni cistiche.
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Fig 6.1 Ecografia iperplasia endometriale con presenza di microcisti (A) e cisti di grandi dimensioni (B) (da: Krautwald-Junghanns et al, 2009)
L’aspetto ecografico dell’adenocarcinoma non permette di differenziarlo
dall’iperplasia endometriale in modo significativo. L’immagine 6.2 mostra un caso di adenocarcinoma uterino della coniglia dove effettivamente le caratteristiche ecografiche sono molto simili rispetto ai casi di iperplasia endometriale cistica: aumento dello spessore parietale con ecogenicità eterogenea. Generalmente però possiamo dire che le lesioni neoplastiche presentato una forma maggiormente rotondeggiante, di maggiori dimensioni e di aspetto più solido, ecogenico (Krautwald- Junghanns et al, 2009) (Fig.6.2).
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Fig 6.2 Ecografia Adenocarcinoma uterino (da: Krautwald-Junghanns et al, 2009)
La Piometra nella coniglia viene descritta ecograficamente all’interno di un caso report di von Degerfeld et al del 2020. Il caso preso in esame sottolinea come la diagnostica per immagini sia di primaria importanza per la diagnosi della patologia uterina: infatti l’ecografia permette di mettere in evidenzia segni ecografici diretti e indiretti. L’utero appare notevolmente aumentato di dimensioni, occupante la maggior parte dell’addome medio-caudale, responsabile della dislocazione craniale delle anse del piccolo intestino e del fegato. Le pareti uterine risultano essere ispessite e il contenuto luminale viene descritto come fluido ecogenico con presenza di spot iperecogeni, descrizione ecografica compatibile con la presenza di materiale purulento. Interessante è il confronto con l’utilizzo della tecnica radiografica nello stesso paziente: infatti prima dell’esame ecografico sono state eseguite delle radiografie Total Body VD e LL. Al contrario dell’ecografia, i rilievi radiografici mostrano esclusivamente un’effusione peritoneale e un’organomegalia, occupante l’addome mediocaudale, dislocante il cieco e il piccolo intestino cranio-ventralmente. La radiografia, quindi, non permette la craterizzazione delle patologie dell’apparato riproduttore, come è invece è possibile mediante l’ecografia, ma ci offre un’immagine del quadro generale delle condizioni addominali della coniglia. Tali considerazioni ci permettono di capire l’iter diagnostico
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corretto da eseguire in una coniglia con distensione addominale, con analisi radiografica iniziale e successiva ecografia addominale.
Un’ulteriore condizione patologica uterina identificabile con l’ecografia è l’idrometra. Il report di Hristov et al del 2017 descrive il caso clinico di una coniglia inizialmente trattata per stasi gastrointestinale e successivamente valutata ecograficamente, con l’identificazione di una idrometra. Le immagini ecografiche riportate nell’articolo (Fig.6.3) mostrano l’utero in sezione trasversale che presenta un diametro notevolmente aumentato di dimensioni (44,8 mm) e risulta essere repleto da liquido completamente anecogeno.
Fig 6.3 Ecografia idrometra (da: Hristov et al, 2017)
Oltre all’idrometra precedentemente diagnosticata, la successiva chirurgia mette in evidenzia a livello della biforcazione delle corna uterine la presenza di una massa neoplastica, che viene classificata come adenocarcinoma tramite esame istologico. Dunque, questo caso clinico permette di riflettere riguardo l’importanza di un esame ecografico completo, lungo tutto il decorso delle corna uterine, al fine di poter individuare più condizioni patologiche concomitanti essendo oltretutto frequenti nella coniglia.
Lo studio di Reimnitz et al del 2017 descrive e riporta le immagini ecografiche riferibili ad aneurisma venoso endometriale in una coniglia in cui inizialmente tali lesioni erano state identificate come Adenocarcinoma. I rilievi ecografici riferibili ad
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Aneurisma endometriale comprendono: corna uterine moderatamente distese con diametro aumentato, pareti uterine aumentate nello spessore e presenza di fluido ecogenico all’interno del lume (Fig.6.4).
Fig 6.4 Ecografia aneurisma venoso endometriale (da: Reimnitz et al, 2017)
A livello della parete è possibile evidenziare lesioni cistiche a contenuto ad ecogenicità eterogenea riferibile ad un trombo. Tale immagine potrebbe essere confusa con una
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massa parietale, ad esempio riferibile a adenocarcinoma o iperplasia endometriale, ma l’utilizzo dell’Eco Doppler, come ci insegna la medicina umana, potrebbe essere utile per differenziare un aneurisma andando ad evidenziare la presenza di un flusso pulsatile venoso. Inoltre, è utile effettuare delle ecografie sequenziali che mostrano la progressione della patologia nel tempo, con la formazione dei coaguli di sangue all’interno del lume e la variazione del pattern parietale. Quindi, le immagini riprese dallo studio sopracitato indicano con la lettera U le corna uterine distese e replete da fluido ecogenico, mentre l’asterisco sottolinea la presenza di una massa ecogenica all’inizio interpretata come una lesione neoplastica. La seguente analisi istologica dimostra che tale lesione è riferibile ad aneurisma venoso, mettendo in evidenzia la presenza di vasi venosi dilatati repleti da sangue coagulato.
Le patologie riferibili all’ovaio nella coniglia sono infrequenti, ed è forse per questo che le descrizioni ecografiche a riguardo sono scarse. Nel 1993 Johnson e Wolf descrissero un caso di piometra, in cui venne riscontrata contemporaneamente la presenza di lesioni ascessuali ovariche. Tale patologia fu possibile evidenziarla utilizzando l’ecografia: infatti le ovaie analizzate presentavano un aspetto multilobulato ed erano caratterizzate dalla presenza di lesioni cistiche, a parete ben definita, replete da materiale ad ecogenicità variabile.