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IL SERBATOIO GEOLOGICO PROFONDO DI BAGNOLO MELLA: CARATTERISTICHE DEL GIACIMENTO

CASO DI STUDIO: BAGNOLO MELLA STOCCAGGIO

6.2 IL SERBATOIO GEOLOGICO PROFONDO DI BAGNOLO MELLA: CARATTERISTICHE DEL GIACIMENTO

Come visto nel precedente capitolo, dal punto di vista geologico quella di Bagnolo Mella è una trappola di tipo misto “strutturale-stratigrafica”. Essa si presenta come un’anticlinale orientata NW-SE e troncata su un fianco per shale-out.

La copertura è garantita dal complesso delle “Argille del Santerno” (Pliocene Inferiore – Pleistocene Inferiore). Si tratta di una unità di grande spessore, formata in prevalenza da peliti con qualche intercalazione di sabbie soprattutto nella parte alta, ove passa gradualmente ad unità più grossolane legate al progressivo riempimento del bacino padano (Sabbie di Asti). Il serbatoio appartiene alle Ghiaie di Sergnano ed è costituito da 2 sottolivelli (denominati “A”, e “B”) separati da un setto argilloso, apparentemente continuo su tutto il campo, ma non perfettamente isolato idraulicamente.

Il giacimento di Bagnolo Mella è entrato in produzione nel luglio del 1956. Esso è stato coltivato con 4 pozzi, e la produzione cumulativa del campo è stata pari a circa 639 Milioni Smc. Il meccanismo di produzione dominante in giacimento è stato la “forte spinta d’acqua”. L’acquifero ha fatto sentire la sua presenza fin dall’inizio della produzione; tuttavia, la massima influenza si è manifestata nel momento in cui la produzione ha cominciato a declinare, fino alla chiusura. La fine produttiva e la chiusura di tutti i pozzi (2001) sono avvenute per annegamento progressivo in seguito alla risalita delle acque di strato. Il contatto originario gas - acqua è stato identificato a - 1152 m s.l.m. L’acquifero è unico per entrambi i livelli. Si stima che al 1° gennaio 2007 esso sia risalito di oltre 73 metri rispetto alla posizione originaria, raggiungendo la quota di -1078,7 m s.l.m. La permeabilità media del serbatoio, valutata rielaborando i dati delle prove di produzione, risulta pari a 33 mD, la porosità media è pari a circa il 24%.

Stratigrafia

Le unità stratigrafiche incontrate durante la perforazione dei pozzi del campo sono le seguenti:

fluviale e flluvioglaciale all’esterno degli anfiteatri morenici dei grandi ghiacciai pleistocenici. Spessore circa 70 m, età Pleistocene Medio-Superiore.

- Sabbie di Asti: comprende le successioni di sabbie e peliti legate alla progradazione del sistema pendio – piattaforma che ha causato il riempimento del bacino padano. Si tratta di granulometrie prevalentemente sabbiose, con interstrati pelitici che possono localmente prevalere nella parte inferiore dell’unità. Spessore circa 200 m, età Pleistocene Inferiore.

- Argille del Santerno (Argille Azzurre): unità pelitica deposta in ambiente di rampa di avampaese ad opera di processi emipelagici, ed eteropica alle unità più grossolane alimentate dai depositi gravitativi (note nel sottosuolo della pianura come Fm Porto Corsini e Porto Garibaldi). Ricopre in drappeggio la superficie di inconformità Messiniana. Spessore circa 900 m, età Pliocene Inferiore – Pleistocene Inferiore; poggia sulla discordanza del Messiniano.

- Ghiaie di Sergnano: unità costituita da depositi grossolani, soprattutto ghiaie e sabbie con rare intercalazioni pelitiche, depostisi in ambiente continentale all’interno di una valle incisa. Spessori variabili intorno ai 45 m nell’area del giacimento, con variabilità più ampie fino ad oltre 100 m nei settori più incisi del paleocanale, età Messiniano Superiore (post-evaporitico, cicli pev 1 e pev 2).

Superficie di inconformità

- Marne di Gallare: unità emipelagica costituita da marne talora siltose facenti parte della parte superiore del Gruppo della Gonfolite, depostesi sugli alti strutturali (anticlinali) che venivano sollevate rispetto al depocentro. Spessore non verificato, età Miocene Inferiore.

Come già accennato a pagina 11, all’interno delle Ghiaie di Sergnano è risultato mineralizzato a gas un livello suddiviso da un setto argilloso in due livelli, A e B. I due livelli sono stati drenati da quattro pozzi; i pozzi 2 e 5 hanno erogato unitamente dai due livelli (commingle) mentre i pozzi 3 e 8 hanno erogato dal solo livello A.

Dal 1955 al 1963 nell’area del giacimento Bagnolo Mella sono stati perforati complessivamente otto pozzi (1,2,3,4,5,6,7,8), dei quali soltanto il pozzo 7 è risultato

sterile, non avendo ritrovato il serbatoio principale. Il pozzo di scoperta Bagnolo Mella 1 ha riscontrato mineralizzata a gas una lente inferiore al livello A+B ma a bassa produttività e non è dunque mai stato messo in produzione, mentre il pozzo Bagnolo Mella 4 ha raggiunto la tavola d’acqua ed è stato pertanto abbandonato.

Assetto strutturale

Dal punto di vista strutturale, il giacimento è molto semplice, come evidenziato dalla Figura 6.7, ove è visibile la struttura brachi-anticlinalica allungata in senso WNW – ESE. La troncatura netta verso NNE è legata alla chiusura delle Ghiaie di Sergnano verso il fianco del paleocanale del Mella.

Figura 6.7 – Mappa delle isobate del tetto del serbatoio nel campo Bagnolo Mella (s.l.m.). Si noti la

Parametri iniziali di giacimento, caratterizzazione dei fluidi e della roccia

Le condizioni statiche di riferimento sono rappresentate dalla pressione e dalla temperatura con riferimento al datum del giacimento, e dal gradiente idraulico dei pori presentati qui di seguito :

Datum del campo = -1140 m s.l.m.

Pressione iniziale di giacimento (Pi) al datum = 136,1 Kg/cm2a

Temperatura statica di giacimento (Ts) al datum = 41 °C (314 °K)

Gradiente idraulico dei pori = 0,11938 Kg/cm2 /m Contatto gas-acqua originario -1152 m s.l.m.

L’acquifero è particolarmente attivo. Il massimo declino della pressione di giacimento rispetto alla originaria (136 Kg/cm2) si è verificato dopo 10 anni di produzione, quando la pressione media raggiunse il valore minimo di 88 Kg/cm2. L’acquifero ha invaso successivamente il giacimento per circa il 95% raggiungendo praticamente il top strutturale. A fine produzione si è avuta una forte ripressurizzazione del giacimento. La pressione è risalita fino a circa 126 Kg/cm2.

I parametri caratteristici dell’acqua di strato e della roccia nelle condizioni iniziali sono presentati nella tabella seguente:

Caratterizzazione dell’acqua di strato