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Le finalità dei parchi terrestri e l’attuale disciplina normativa sulle aree protette: la legge quadro n 394/

1. A che cosa servono i parchi?

Abbiamo visto il ruolo fondamentale che svolgono i parchi per la tutela della flora e della fauna. Cerchiamo ora di verificare in modo più preciso le finalità dei parchi e la loro adeguatezza a raggiungere l‟obiettivo prefigurato.

I parchi sono aree protette che proteggono contro l‟ignoranza e il vandalismo beni e bellezze che appartengono a tutti. I parchi proteggono la natura per le generazioni seguenti. I parchi sono una sorta di cassaforte di biodiversità, risorse naturali e ambientali, luoghi della memoria e della cultura, oasi dove trovare occasioni di svago, dove si mantengono quei benefici senza confini di cui abbiamo tutti bisogno. Nei parchi vi è uno sviluppo senza disturbo: lasciare la natura nel suo stato naturale. Lo scopo dei parchi è ricreazione e avvenimento della natura. I parchi sono bellezza. I parchi sono territori rurali fragili che presentano un patrimonio naturale di rilievo. I parchi sono riconosciuti a livello nazionale o internazionale per l‟inestimabile valore e l‟importanza paesaggistica. I parchi, come dice Carlo Da Pozzo, professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze dell‟uomo e dell‟ambiente dell‟Università di Pisa, sono i gestori di un qualcosa per conto di altri: ciò limita moltissimo la loro azione creando inconvenienti formali. Divengono una sorta di appaltatori di visite guidate a qualche cooperativa locale o appaltatori di gestioni di oasi faunistiche, tipo WWF o Legambiente, addirittura una sorta di promotori turistici. Viceversa i parchi salvaguardie biologiche e del patrimonio faunistico e, nel caso di parchi marini, interagiscono con le locali cooperative di pescatori. I parchi devono poter regolamentare anche le attività indirizzate allo sviluppo economico, perché se si lascia tutto alla legge di mercato, si avrà in

breve un sovraccarico di strutture che peserà negativamente sull‟ambiente e sul paesaggio e, in conseguenza, sulla domanda turistica. I parchi devono, dunque, essere visti come strumenti capaci di promuovere lo sviluppo economico nella salvaguardia della natura attraverso interventi razionali contenenti le giuste soglie dimensionali per tenere elevata la qualità dell‟ambiente e in esso dei servizi. I parchi o sono utili o meglio non farli; o se si fanno devono essere fatti seriamente. Infine i parchi per farli funzionare bene, specie se sono così estesi, come quello dell‟arcipelago Toscano, ma anche altri, devono essere dotati di molto personale, specie per i controlli a mare che, con tutta la buona volontà e collaborazione delle forze di polizia, sembra utopistico riuscire a garantire. I parchi sono aree nelle quali vengono riscontrati valori naturalistici di eccezionale importanza, spesso “unici” nel loro genere che si ritiene doveroso proteggere dalle possibili aggressioni umane affinché quei valori che li caratterizzano possano essere tramandati da questa alle generazioni future. I parchi sono una realtà dinamica, e non solo perché “dinamica” è la natura, ma perché “dinamico” deve essere il modo di intendere e realizzare il concetto di protezione. Questo modo di intendere la protezione oggi è superato dai fatti come dimostrano anche le esperienze che molti di noi possono raccontare. Tanto è vero che da qualche tempo è ricorrente lo slogan che invita a intendere i parchi non solo e non tanto come insieme di vincoli da rispettare, ma anche come occasione di sviluppo. È questo un approccio nuovo che, poi, sottintende sostanzialmente la consapevolezza della difficoltà di far accettare senza ostacoli l‟istituzione dei parchi, di aree protette. Già nel 1920 l‟allora Ministro della pubblica istruzione, Benedetto Croce, sottolineò che i parchi possono essere visti anche come elemento di promozione

economica. Ma ora con l‟auspicato proliferare di parchi e aree protette che hanno consentito di far toccare quasi l‟8% di superficie territoriale protetta in Italia (con l‟obiettivo di arrivare ad un eccezionale 10%), gli interessi, o presunti tali, in contrasto con quelli della protezione sono necessariamente più diffusi. Per cui per essere convincenti circa l‟importanza della protezione bisogna esserlo anche circa l‟utilità della stessa.

Quando si istituiscono nuovi parchi, spesso la gente è contraria perché male informata, perché difende interessi personali o perché i parchi in cui vivono non funzionano bene, quindi, è convinta dell‟idea dei parchi come vincoli e come risultati di una decisione “calata dall‟alto”. I parchi nascono per conservare e difendere la natura di un area di particolare importanza e complessità naturalistica. I parchi nazionali sono gli istituti di conservazione naturale dei territori, rientranti nei più vasti ambiti delle riserve naturali generali, di cui rappresentano i tipi più noti e più importanti.

I parchi servono alla:

conservazione, tutela e ripristino degli ecosistemi naturali; conservazione di specie animali e vegetali (ed in particolare di

quelle endemiche) per motivi zoogeografici, fitogeografici ed ecologici;

educazione e divulgazione ambientale (mediante visite libere o guidate su itinerari appositamente tracciati dagli enti gestori delle aree protette);

fruizione ricreativa e turistica;

promozione sociale, economica e culturale delle popolazioni locali;

ricerca scientifica.

I parchi nazionali sono istituiti per proteggere territori di particolare interesse di natura geologica e di preminente bellezza paesaggistica. Per insegnare ai giovani, e anche agli adulti che spesso ne hanno grande bisogno, come conservare il nostro habitat. L‟educazione ambientale è un‟impresa difficile in un mondo dove ben poca gente guarda oltre la punta del proprio naso, e non pensa mai al domani. C‟è da chiedersi se la maggioranza degli adulti sia ancora recuperabile, o se dovremo mandarli a scuola dai ragazzi…

Osservare gli animali, le piante, studiare i rapporti tra gli uni e le altre è meraviglioso, ma bisogna farlo sempre con molto rispetto. Però c‟è da dire che oggi il rapporto dei cittadini residenti con i parchi è fondamentalmente positivo (in quanto i parchi migliorano il turismo).

Il WWF è stata la prima associazione a organizzare sistemi di capanni, torri, camminamenti, costruiti con materiali naturali e ben inseriti nel paesaggio, in modo che la presenza umana non spaventi gli animali e non alteri il loro comportamento. Gli ambienti più interessanti sono le aree montane, le zone umide, le coste, i boschi, i parchi marini.

Anche altre associazioni si occupano della protezione di quel po‟ che resta della natura, ormai arrivata quasi ovunque al degrado (se potessero parlare gli animali, chissà quante ce ne direbbero!). Sono moltissimi i giovani che si sono specializzati in studi ecologici e lavorano in questi settori.

2. Storie di successo e critiche della legge quadro sulle aree protette.