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Nel documento STATISTICA ATTI (pagine 42-45)

Signor Presidente, grazie per avermi invitato. Porto in quest’aula il saluto del Governo, peraltro ampiamente rappresentato nella prima fila. Un saluto a tutte le Autorità presenti, cito solo per fare alcuni nomi e ne dimenticherò di importanti, il Ministro Fornero, il Ministro Giarda, il Sottosegretario Polillo, il Sottosegretario Martone, e fino a un minuto fa c’era anche il Presidente Giampaolino della Corte dei Conti. Un saluto a tutti gli esperti, a tutti i lavoratori. Un saluto a tutti gli intervenuti. Un saluto sentito perché questa XI Conferenza Nazionale di Statistica è un momento fondamentale per la vita del Sistema statistico nazionale.

Per l’importanza che la statistica ha assunto nella società è questa anche ottima occasione per riflettere sul presente e sul futuro del nostro Paese. Ed è per questo che ritengo che l’intervento che abbiamo appena sentito non sia un fuor d’opera, non sia stato fuori luogo. Nella relazione introduttiva il Presidente Giovannini ha sottolineato i motivi per cui la statistica svolge un ruolo importante nelle decisioni individuali e collettive. Sulla base della mia esperienza di Sottosegretario non posso non confermare che l’informazione statistica ha costituito nel corso della vita del Governo un ingrediente fondamentale nel processo decisionale.

Sulla base di questo posso affermare che lo sviluppo di questo bene pubblico essenziale richiede investimenti continui e partnership con il Sistema statistico europeo e con la comunità statistica internazionale.

All’Istat, al suo Presidente, va riconosciuto il merito di essere soggetti attivi nel progetto e nel dibattito sui temi strategici, quali la misura del benessere, le nuove fonti della crescita economica e lo sviluppo di modelli per la valutazione dell’impatto nelle politiche pubbliche.

Nell’epoca della società della conoscenza e della globalizzazione la crescita economica e lo sviluppo di un Paese dipendono dalla qualità dell’innovazione prodotta. L’Istat in questi anni ha progressivamente assunto un ruolo di leader a livello internazionale, anche per la qualità delle statistiche e delle metodologie che in alcuni casi sono state assunte come riferimento. Solo per fare un esempio: l’elaborazione dei conti nazionali. Il Governo ha dedicato particolare attenzione al futuro della statistica ufficiale inserendo nel Decreto sull’Agenda digitale la norma che, come abbiamo sentito poco fa dal Presidente Giovannini, consentirà di aggiornare la legge statistica nazionale. I princìpi di autonomia, indipendenza, qualità ed efficienza stabiliti a livello internazionale troveranno anche in Italia piena applicazione.

L’adozione del Codice italiano della statistica ufficiale e lo svolgimento delle peer

review sull’effettiva implementazione dei suoi principi e delle prescrizioni in esso

contenute non sono che alcune delle innovazioni che il Sistema ha realizzato per l’uso più avanzato degli strumenti di autogoverno.

Il rafforzamento della cooperazione con le Autorità statistiche nazionali ha migliorato la qualità dei dati, soprattutto per la finanza pubblica.

Governare un sistema di oltre 3 mila uffici di statistica, basato sul concetto di rete, non è facile, soprattutto nel momento in cui lo Stato punta a riorganizzare la propria articolazione territoriale. Per questo trovo interessante l’approccio descritto dal Presidente Giovannini, basato idealmente su cerchi concentrici tra loro connessi grazie alla collaborazione interistituzionale e all’uso delle moderne tecnologie Ict. Cioè un sistema che vede intorno all’Istat un primo cerchio composto dall’insieme delle Autorità statistiche nazionali; un secondo che comprende le altre amministrazioni centrali; un terzo, nel quale sono inserite le regioni e le province autonome; un quarto, in cui si collocano le province, le prefetture e le camere di commercio, maggiormente interessate queste ultime al processo di ridisegno in corso, e un cerchio finale in cui si collocano i comuni.

Antonio Catricalà

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Questa rappresentazione non è di tipo gerarchico e riconosce che ciascun insieme di istituzioni tende naturalmente a rivolgersi ad utenze diverse con esigenze differenti. D’altra parte, quella inversione del flusso informatico che le nuove tecnologie e il crescente uso di dati amministrativi determinano consente a ciascun insieme di beneficiare a pieno del lavoro svolto dagli altri. Tutto questo, naturalmente, richiede un forte coordinamento centrale sui formati dello scambio delle informazioni e sugli standard di qualità. Le norme approvate in questi anni e i princìpi indicati nel Decreto dell’agenda digitale attribuiscono all’Istat il delicato compito di definirli. In questa prospettiva credo che la governance del Sistema statistico potrebbe essere considerata un modello al quale ispirarsi, anche per altri ambiti di attività delle Pubbliche amministrazioni.

Per questo condivido appieno l’idea che la statistica pubblica possa essere un motore fondamentale per l’innovazione di tutta la Pa. Non a caso il Governo ha promosso varie azioni finalizzate ad aumentare l’efficienza e l’efficacia dell’azione pubblica, nonché la misurazione delle performance attraverso indicatori statistici, e quindi la loro accountability nei confronti dei cittadini. Il Decreto delegato sulla trasparenza e sulla messa a disposizione dei dati in formato aperto recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri va esattamente in questa direzione. La costruzione della banca dati sugli interventi finalizzati dai Fondi delle politiche di coesione territoriale renderà possibile valutare l’avanzamento di ogni singolo progetto.

Il tema di questa Conferenza – Conoscere il presente, progettare il futuro – è foriero di speranza mista a inquietudine. Sentimenti che mi hanno accompagnato in queste settimane di campagna elettorale che precedono le elezioni, momento fondamentale della vita democratica del nostro Paese. Chi sarà chiamato a governare questa meravigliosa ma molto problematica Italia si troverà a prendere decisioni complesse e fondamentali.

Guardando ai temi che verranno dibattuti in questi giorni, alla qualità dei relatori e avvertendo la tensione morale di cui è ricca la Relazione appena ascoltata del Presidente Giovannini, credo che questa sia un’occasione da non perdere. Vorrei quindi ringraziare l’Istat e il Comitato Scientifico che ha predisposto il programma della Conferenza per aver deciso di trasmettere anche in streaming le sessioni principali, sì da consentire a chi non può essere qui di cogliere i tanti messaggi che emergeranno dal vostro lavoro.

Il Presidente Giovannini, che ringrazio di cuore a nome del Governo per il lavoro svolto in questo e nei precedenti anni alla guida dell’Istat e del Sistan, ha detto che la statistica non dev’essere soltanto misurare il passato, ma deve aiutare tutti noi a guardare il futuro, sviluppando indicatori e modelli che consentano ai decisori di scegliere guardando al medio termine e non solo all’oggi. L’esperienza del Governo, di cui ho avuto l’onore di far parte, ci dice quanto sia difficile trasmettere all’opinione pubblica una prospettiva di medio termine. Essere intervenuti con leggi restrittive ha comportato costi economici e sociali rilevanti. Ma quale sarebbe stata l’alternativa? Se in passato, al di là del ben noto spread, avessimo preso in considerazione un numero maggiore di indicatori statistici in grado di segnalare con anticipo i rischi che il Paese correva, allora forse gli anni scorsi avrebbero visto una pressione da parte dell’opinione pubblica ad assumere per tempo i necessari provvedimenti, senza ridursi, come si dice, all’ultimo momento.

Guardando avanti, spero che il Sistema statistico nazionale sia effettivamente in grado di sviluppare nuove misure che leghino presente e futuro, nonché modelli da mettere a disposizione dei decisori pubblici per simulare ex ante gli effetti delle politiche. A tal proposito vorrei ricordare come l’art. 1 delle Legge di riforma del mercato del lavoro

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indica proprio il monitoraggio statistico e la valutazione indipendente della riforma da parte degli studiosi come uno degli strumenti fondamentali per migliorare le norme approvate. Sarebbe bello se in futuro tutte le leggi contenessero un primo articolo di questo tipo e prevedessero, come avviene in altri paesi europei, un finanziamento specifico per lo svolgimento delle attività statistiche-valutative.

In conclusione, non posso che confermarvi il sostegno del Governo per il lavoro fondamentale che svolgete nelle vostre istituzioni e il ringraziamento per il servizio che rendete al Paese. Come ho imparato di recente, la parola “statistica” viene da “scienza dello Stato”, e questo mi ha riconciliato con un periodo della mia vita in cui studiavo statistica per affrontare il concorso in Magistratura e non capivo quale fosse il legame tra Diritto romano, Diritto amministrativo e Statistica. Successivamente, però, ho avuto modo di apprezzare quel periodo e di capire il profondo legame tra statistica e azione politica, la cui importanza, così come l’importanza della vostra attività per il nostro futuro, tutti siamo chiamati a riconoscere. Un futuro che dev’essere segnato dalla qualità e dall’indipendenza della vostra governance.

Mi auguro che questa Conferenza faccia emergere nuove idee e nuove proposte per mettere la statistica ancor più al centro della vita economica e sociale del nostro Paese. Buon lavoro a tutti.

Nel documento STATISTICA ATTI (pagine 42-45)