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La sessualità come incarnazione: per una liberazione sessuale cristiana

«Persona e psiche» pp. 336 - L. 42.000 VIA NOSADELLA 6 40123 - BOLOGNA EDIZIONI DEHONIANE BOLOGNA TEL. 051/306811 FAX 051/341706

sualità naturale), sicché una scien-za che inizialmente presentava ipo-tesi rivoluzionarie rispetto alle strettoie ideologiche del vittoria-nesimo finisce paradossalmente con l'allinearsi ai dettami della mo-rale cattolica. Connell ricorda poi sommariamente i contributi di Ad-ler, Jung, Horney e Reich, per pas-sare infine ai modi in cui le scienze sociali, sorte dal positivismo otto-centesco, hanno dal canto loro fi-nito col rafforzare una rigida di-stinzione tra i sessi fondata sulla biologia. Su tale distinzione opere-ranno fabbriche e aziende nel dise-gnare l'organizzazione del lavoro e i ruoli sociali che ne discendono. ROBERT WILLIAM CONNELL,

Maschilità. Identità e trasfor-mazioni del maschio occiden-tale, Feltrinelli, Milano 1996,

ed. orig. 1995, trad. dall'inglese di David Mezzacapa, pp. 196, Lit 40.000.

Un po' di anni fa, quando inse-gnavo all'Università di Messina, mi capitò di apprendere che proprio in quella città aveva sede un Istitu-to, credo di medicina legale, dove venivano convogliati d'ufficio, per l'autopsia e gli accertamenti di rito, tutti i cadaveri di mafiosi, 'ndran-ghettari e consimili, ammazzati da qualche loro collega nell'esercizio del comune mestiere. Nel corso del tempo, il direttore dell'Istituto ave-va così potuto raccogliere una ave- va-stissima e impressionante docu-mentazione clinica sui processi de-generativi in atto in quei corpi pri-ma che venissero sparati: fegati esplosi, metastasi impazzite, arterie sbrindellate. Anche senza l'inter-vento dei kalashnikov, dunque, gli sciagurati non avrebbero tirato avanti a lungo. Lì stava la prova provata che vivere da mafiosi non fa bene alla salute. Troppo stress.

Se anziché dedicarsi all'analisi dei comportamenti del maschio urbano bianco evoluto nel mondo anglosassone e australiano Connell si fosse rivolto a questa nostra ar-caica forma di criminalità - omici-da sì, ma anche largamente suiciomici-da - , egli avrebbe certo identificato la mafia come una struttura maschile per eccellenza, e i suoi affiliati co-me supremi rappresentanti di un codice di comportamento patriar-cale allo stato puro, proprio nella sua arcaicità.

Dal libro di Connell - il primo nella meritoria collana "Gender", diretta da Patrizia Nanz, a essere dedicato al maschile - si deduce infatti come l'adesione ai codici della maschilità tradizionale sia, tutto sommato, piuttosto sgrade-vole e anche faticosa, quando non mortale, e come diventare uomini risulti forse altrettanto difficile che per le donne riuscire a essere don-ne in un mondo fatto dai maschi sulla propria misura. Perché il ma-schio, alla fin fine, e il più delle vol-te inconsapevolmenvol-te, paga abba-stanza caro il proprio dominio sulle donne, sui più deboli, sul mondo. Tuttavia nell'Occidente avanzato il canone virile si va da tempo sfal-dando, per lasciare spazio a nuovi e più variegati modi di essere ma-schi.

Bob Connell è un sociologo di origine australiana che insegna in California, all'Università di Santa Cruz. La sua familiarità con Au-stralia e Nuova Zelanda consente a noi lettori europei di spingere lo sguardo oltre i consueti confini del mondo anglosassone nordatlanti-co, e di cogliere la fondamentale omogeneità di pensiero e di com-portamenti che accomuna il più vasto mondo "occidentale": ovve-ro il mondo maschile bianco, povve-ro- pro-testante, ex colonialista e tuttora egemone. Il suo libro, un po' sma-grito nella versione italiana, si inti-tolava Masculinities, e questo plu-rale metteva subito in chiaro l'atteg-giamento dell'autore nei confronti del suo tema. Non si parla di un'unica dimensione, tradizional-mente ritenuta fissa in quanto lega-ta a un dato puramente biologico-cromosomico-genetico, ma piutto-sto della maschilità come costruzio-ne ideologico-culturale normativa, cui l'autore oppone la realtà

pluri-Questo triplice punto di vista, sommato all'ampiezza del panora-ma geografico e sociale, conferisce all'opera di Connell una vastità di orizzonti inconsueta, che per altro verso obbliga l'autore a una tratta-zione sintetica e rapida. Ne risulta un libro svelto e scorrevole, che raccomanderei in particolare a in-segnanti, psicologi e operatori so-ciali. Nell'ambito di una collana ricca di titoli femminili dall'im-pianto teorico assai più arduo, può ben funzionare come un'invo-gliante apertura alle problemati-che del maschile e del gender, tut-tora largamente ignorate in Italia.

La seconda parte di Maschilità, nella quale il sociologo ci conduce "sul campo", incontro a un fascio di case histories, accosta in modo abile e brillante storie individuali di figure maschili abbastanza tipi-che e riconoscibili (giovani studen-ti, lavoratori, impiegastuden-ti, professio-nisti metropolitani) a storie più singolari e talvolta sconcertanti, ma tutte allineate lungo il cangian-te asse di un continuum sessuale che attraversa eterosessualità, bi-sessualità e omobi-sessualità, e, insie-me, tutti i luoghi sociali dove si ela-borano e si praticano i codici della maschilità: dalle aule parlamentari alle associazioni professionali, dai campi sportivi alle scuole alle chie-se alle palestre dove i bodybuilders costruiscono pazientemente la lo-ro immagine ipervirile.

Il libro si conclude con una par-te che invespar-te direttamenpar-te que-stioni di azione politica. Credo sia istruttivo - e obbligatorio - per il lettore italiano osservare quanto diversi dai nostri siano i meccani-smi sociali e ideologici che produ-cono azione politica in un contesto anglosassone, ovvero di impronta protestante, ovvero statutariamen-te pluralistico e dunque intrinseca-mente democratico. In assenza di negoziati tutti interni ai nostri schieramenti politici esistenti (par-titi, sindacati, ecc.) si svilupperan-no campagne di base, organizzate e autofinanziate dai più svariati gruppi indipendenti e/o settoriali su problemi specifici (issues), cam-pagne tese in primo luogo a susci-tare riflessioni e consapevolezza e adesioni, e solo in ultima istanza volte a far pressione, attraverso il lobbying, sui deputati locali e fede-rali coinvolti nell'azione legislati-va.

Muovendosi all'interno di strut-ture e meccanismi a lui ben noti (e assai diversi dai nostri), Connell è in grado di coglierne le contraddi-zioni e le difficoltà e di prospetta-re, senza eccessivi ottimismi, qual-che linea di azione da sviluppare in ambiti multipli e in momenti diver-si: gruppi di autocoscienza, iniziati-ve ecologiche, campagne per una migliore assistenza sanitaria, inter-venti nella scuola, accudimento pa-terno dei figli, un mutato atteggia-mento verso gli sport violenti e ver-so il proprio corpo, e così via. L'au-tore resta tuttavia ben consapevole che la lotta contro il patriarcato la sviluppano più incisivamente le donne e i gay: "Un movimento ma-schile contro la maschilità egemone è condannato a essere debole. L'in-teresse generale che gli uomini han-no nel patriarcato è formidabile". Posto, appunto, che si tratti di un interesse alla fin fine intelligente, e portatore, oltre che di potere e di soldi, di benessere per sé e per gli altri. I cadaveri dei mafiosi allineati sui tavoli delle autopsie sembrano dimostrare il contrario.

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