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L'argomento di questa

edizione, "Lo spirito dell'umorismo ebraico", ha offerto l'opportunità di far conoscere al grande pubblico un altro aspetto della cultura ebraica, in molte forme diverse: arte, letteratura, teatro, cinema, eccetera47.

L’umorismo ebraico nasce dalle migrazioni e dalle dispersioni dei popoli ed è germogliato in un contesto multiculturale. Le motivazioni possono essere molteplici: dall’instabilità dell’Europa orientale, alla

goldeneh medineh (il sogno americano). È anche per questi motivi che la maggior parte delle

produzioni ironiche ebraiche sono di matrice yiddish, la quale ne ha arricchito il linguaggio e le espressioni.

La condizione di diversità, com’è evidente, è sempre stata presente nell’immaginario ebraico e, da handicap, è stata presto trasformata in punto di forza (come, ad esempio, nel caso degli stand-up artists della borscht belt).

L’umorismo ebraico, dunque, è germogliato da un fondamento antropologico e culturale tutt’altro che semplice, e certamente non è fiorito in un contesto di apprezzamento. Al contrario, ha avuto una storia piuttosto turbolenta, fatta di insoddisfazioni, preoccupazioni e mancanza di risorse.

Gli ebrei, infatti, sono sempre stati disseminati in piccole comunità e, molto spesso, emarginati, relegati ed incompresi, per non dire scherniti o addirittura

47 The European Association for the Preservation and Promotion of Jewish Culture and Heritage:

https://www.jewisheritage.org/web/

Figura 12. Poster Giornata Europea della Cultura Ebraica

52 disprezzati. Paradossalmente, è stata proprio questa la fonte della loro forza e della loro autoironia: si sono dimostrati spesso in grado di sorridere delle proprie limitazioni e imperfezioni, con un effetto catartico che esorcizzava le loro inquietudini e le loro paure, permettendo loro, talvolta, di trarre insegnamenti preziosi di auto- comprensione.

Un esempio lampante è costituito dall’accusa antisemita e dalla conseguente reazione ebraica. La condizione dell’ebreo, in questo caso, è paragonabile a quella esposta da Kafka nel Processo: l’autodifesa, in qualsiasi forma venga messa in atto, risulta controproducente, per non dire dannosa. L’ebreo è macchiato di una colpa- non-colpa: la sua responsabilità trascende il suo effettivo operato, poiché è considerato reo a prescindere dalla sua condotta e ogni tentativo di auto-protezione gli si ritorce inevitabilmente contro. Il Witz (la storiella ebraica) è la risposta che non concepisce l’affronto dell’antisemita con le sue stesse armi, in quanto comporterebbe scendere al suo livello, confermare il suo pensiero e perdere la propria rettitudine morale. L’ebreo, in questo modo, si appropria dell’accusa mossagli e la elabora a suo modo, quasi spogliandola della componente negativa. Le difficoltà della vita ebraica sono in tal modo esaminate sotto una luce differente, ma anche rielaborate e talvolta esasperate, in modo tale da liberare chi ne soffre.

“E’ il ridicolo ad abbattere i dittatori. Tutti i tiranni devono essere distrutti e lo puoi fare solo con l’umorismo… Lo humour è solo un’altra grande difesa nei confronti dell’universo.” Mel Brooks, riferendosi a Il Grande Dittatore di Charlie Chaplin.

Lo humor ebraico, dunque, procede dal basso verso l’alto, e dall’interno verso l’esterno, come reazione a una condizione di inferiorità circostanziale. In tal modo, l’ebreo riesce a porsi al di fuori di se stesso, guardandosi da una prospettiva straniata, che gli permette di osservare il proprio io con ironia e disinnescare l’ostilità esterna. Per avviare questo meccanismo, è necessaria una notevole capacità di immaginazione e una spiccata creatività: l’effetto deve essere sorprendente, per non dire scioccante, e trasmettere una sensazione di dissociazione e ambiguità. Questo è il frutto di una condizione di esistenza che ha costretto le persone a scegliere solamente fra due possibilità, e la reazione è stata chiaramente quella di impegnarsi per trovarne una terza, sconfiggendo l’abitudine con l’originalità.

In verità, anche il Talmud parla della trasformazione delle situazioni, come quando racconta del mutamento della condizione di infertilità di Sara, o della sostituzione di suo figlio Isacco, destinato al sacrificio, con un animale. Questi episodi aprono,

53 dunque, alla presa di coscienza della possibilità di mettere in atto un capovolgimento. Nonostante le caratteristiche di base dell’umorismo ebraico affondino le proprie radici in premesse così antiche, la sua forma si è evoluta nel tempo, fino ad arrivare ai giorni nostri. Oggi, chiaramente, ha una possibilità di espressione e diffusione maggiormente estesa: la televisione, il cinema e Internet hanno dato una spinta rinvigorente allo spirito ebraico e all’ebraismo in generale. Lo humour ebraico, oltre a stimolare la risata, permette anche di raccontare, di riflettere e, se necessario, è in grado di trasformarsi in una potente arma di difesa.

È da questo punto di vista che è possibile leggere la comicità di numerosi attori e registi ebrei o di origine ebraica, per esempio: Woody Allen, Adam Sandler, Ben Stiller, Sacha Baron Cohen, Mel Brooks e tanti altri. È evidente come la commedia moderna sia stata intimamente influenzata dall’umorismo ebraico. Si tratta di artisti che, grazie al loro lavoro e al loro successo, hanno contribuito ad abbattere molti pregiudizi, ad influenzare e migliorare l’immaginario collettivo e, forse, ad avvicinare le persone alla realtà ebraica, mostrandone uno dei lati maggiormente attraenti.

Anche l’Italia ha avuto i suoi esponenti, caratterizzati da una comicità sottesa, astratta e impalpabile: si pensi a personaggi come Petrolini, Sordi e Tognazzi, sebbene i livelli più elevati siano stati raggiunti da personalità come Totò e Troisi.

L’umorismo non è una prerogativa dei comici: anche altri artisti, poeti, scrittori, compositori, cantanti e cantautori si sono cimentati nel gioco dell’ironia (un esempio, fra tanti, è il canadese Leonard Cohen).

In conclusione, lo humor ebraico, nonostante la sua storia travagliata e irta di difficoltà, ha saputo risollevarsi brillantemente, prosperando in tutti i campi dell’intrattenimento e trasmettendo valori preziosi e universali48.

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