4.1 – Il settore in sintesi
Le stime Ismea per il 2009 lasciano intrave-dere una situazione di instabilità per il setto-re lattiero caseario rispetto a quanto verifi-catosi l’anno precedente.
Considerando la minore richiesta provenien-te dall’industria di trasformazione, in conse-guenza sia della contrazione dei consumi in-terni sia del cattivo andamento delle espor-tazioni, le consegne di latte ai caseifici do-vrebbero subire un ulteriore rallentamento.
Le stesse motivazioni spiegherebbero anche la lieve contrazione stimata per le importa-zioni di latte sfuso, nonostante la maggiore competitività di prezzo di alcuni dei principali paesi fornitori.
Tab.4.1 Il settore in sintesi (000 t)
2008 1 2009 1 var % 09/08
Latte
- Produzione2 10.607 10.538 -0,7
- Import 1.592 1.584 -0,5
- Export 21 25 20,4
- Disponibilità mat.
pri-ma 12.178 12.097 -0,7
Latte alimentare
- Produzione 2.974 2.950 -0,8
- Import 381 404 6,0
- Export 49 58 18,2
- Consumo 3.305 3.296 -0,3
Formaggi3
- Produzione 1.071 1.066 -0,5
- Import 413 416 0,6
- Export 219 205 -6,3
- Consumo 1.265 1.276 0,9
Burro
- Produzione 110 108 -2,0
- Import 23 21 -8,2
- Export 7 7 2,6
- Consumo 127 123 -3,4
Indici (2000=100)
Prezzi alla prod.4 116,9 102,7 -12,1 Prezzi mezzi di prod.4 134,1 116,6 -13,0 Consumi domestici4 111,2 112,1 0,9 Prezzi al consumo4 121,3 121,1 -0,2 1) stime; 2) consegne ai caseifici; 3) solo vaccini; 4) cu-mulato fino al trimestre in esame
Fonte: elaborazione ISMEA su dati AGEA e ISTAT
Stime negative, quindi, per la produzione in-dustriale di tutti i principali derivati. In parti-colare, per quanto riguarda il latte alimenta-re, la tendenza al risparmio dei consumatori potrebbe indurre ad una minore produzione di latte fresco e ad un incremento delle im-portazioni di latte confezionato, in grado di soddisfare i livelli di prezzo richiesti dalla Gdo. Nel complesso, dovrebbe ridursi anche la produzione di formaggi, sebbene con an-damenti differenziati a seconda delle varie tipologie: si stima una flessione per il com-parto delle Dop e, all’opposto, una lieve cre-scita per il segmento dei freschi, che conti-nuano ad avere buone reazioni in termini di domanda interna. Per quanto riguarda, infi-ne, il burro, si stima una contrazione della produzione, in parte a causa della stretta connessione con il comparto dei grana e, in parte, a causa dell’orientamento delle impre-se che producono latte alimentare a dirottare la materia grassa verso altri derivati, come la panna o il mascarpone.
4.2 – La produzione 4.2.1 La produzione agricola
Per il I trimestre 2009 si stima un’ulteriore contrazione delle consegne nella misura del -3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Fig.4.1 Le consegne di latte (000 t)
2.400 2.500 2.600 2.700 2.800 2.900
I trim 07
II III IV I trim 08
II III IV I trim 09
Fonte: elaborazione ISMEA su dati AGEA e ISTAT
Apertasi all’insegna della cautela a causa del trend discendente del prezzo del latte alla stalla e proseguita in un clima di incertezza in merito alla distribuzione delle quote ag-giuntive assegnate dall’Ue, la campagna
ISMEA I trimestre 2009
8
2008/2009 è stata caratterizzata da una di-namica delle consegne di latte nettamente al di sotto dei livelli di quelle precedenti. La stagione di commercializzazione dovrebbe, infatti, chiudersi con una produzione inferio-re di circa il 2,5-3% rispetto a quella della precedente campagna.
4.2.2 La produzione industriale
Sul fronte della trasformazione industriale, il I trimestre 2009 dovrebbe chiudersi con un calo della produzione di latte alimentare (-0,7%) dovuto alla contrazione dei consumi sia del fresco che di quelli uht, mentre do-vrebbe risultare in lieve aumento la produ-zione di burro e formaggi, in entrambi i casi nella misura del +1% circa. Per quanto ri-guarda i formaggi, l’incremento produttivo è da attribuire al segmento dei freschi, visto il calo che sta interessando le principali Dop nazionali: in particolare, i dati produttivi dei Consorzi di tutela segnalano, per il periodo gennaio-marzo, una contrazione per en-trambi i grana (-4,1% per il Padano e -2%
per il Reggiano su base tendenziale) e per il Gorgonzola (-2,7%).
Fig.4.2 Andamento dell’indice della pro-duzione dell’industria lattiero-casearia1 (2005=100)
85 90 95 100 105 110 115
I trim 07 III I trim 08 III I trim 09 Ind. alimentari, bevande e tabacco Ind. Lattiero casearia
1)L’indice relativo al I trimestre 2009 è provvisorio Fonte: elaborazione ISMEA su dati ISTAT
La produzione industriale del settore lattiero caseario, per fattori dipendenti dalla stagio-nalità delle produzioni, presenta un anda-mento specularmente opposto a quello dell’industria alimentare complessivamente considerata. Nel I trimestre 2009, tuttavia, gli indici grezzi della produzione hanno evi-denziato una contrazione sia per l’industria
alimentare nel suo complesso (+8,4% su base tendenziale) che per l’industria lattiero casearia (-7,8%).
L’indice Ismea del Clima di Fiducia per l’industria lattiero casearia, che, nel trime-stre in esame, ha raggiunto un livello pros-simo a -16,2, è ulteriormente peggiorato sia su base congiunturale che tendenziale, ana-logamente a quanto verificatosi per il totale dell’industria alimentare. Scendendo nel det-taglio delle singole componenti che concor-rono alla formazione dell’indice, emerge che la fiducia degli operatori è calata soprattutto a causa alla contrazione degli ordinativi e dell’aumento delle giacenze di magazzino.
Fig.4.3 Indice del clima di fiducia
-20 -15 -10 -5 0 5 10
III trim 07
IV I trim 08
II III IV I trim 09 Totale Ind. alimentare
Industria lattiero-casaeria
Fonte: ISMEA
Fig.4.4 Componenti dell’indice del clima di fiducia dell’industria lattiero-casearia (saldo delle percentuali di risposta)
-45 -35 -25 -15 -5 5 15 25
III trim 07
IV I trim 08
II III IV I trim 09 ordinativi giacenze prod attesa
Fonte: ISMEA
ISMEA I trimestre 2009
9
4.3 – Gli scambi
Le stime Ismea per il I trimestre 2009 indi-cano una significativa flessione delle espor-tazioni di formaggi e latticini rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, impu-tabile soprattutto all’aggregato dei formaggi freschi. Per quanto riguarda l’import, pur proseguendo il trend discendente iniziato in chiusura di 2008, si stima una lieve crescita tendenziale degli acquisti di latte in cisterna e dei flussi in entrata di formaggi freschi.
I dati consuntivi relativi al 2008 hanno evi-denziato un rallentamento generale degli scambi di prodotti lattiero caseari: i volumi commercializzati si sono, infatti, ridotti, sia sul fronte dell’export (-4%) che dell’import (-3%) - soprattutto di provenienza extraco-munitaria -, determinando un lieve miglio-ramento del saldo della bilancia commercia-le, sebbene solo per i volumi.
Tab.4.2 La bilancia commerciale dei lat-tiero caseari (in equivalente latte)
2008 var % 08/07
mln € quant. valore val.un.
export tot. 1.549 -4,1 0,0 4,2
- UE 1.073 -4,4 -1,6 2,9
- Paesi terzi 476 -3,2 3,8 7,2 import tot. 3.203 -2,8 2,1 5,1
- UE 3.103 -2,3 2,4 4,7
- Paesi terzi 100 -20,5 -4,3 20,3
saldo -1.654 -2,1 4,2 -
Fonte: elaborazione ISMEA su dati ISTAT
Entrando nel dettaglio, si osserva come la performance negativa del 2008 sui mercati esteri sia stata determinata soprattutto dalla contrazione dell’export di formaggi a pasta dura (-5,4% rispetto al 2007). In flessione anche i flussi in uscita di formaggi a pasta semidura e di quelli erborinati che, nel con-fronto con l’anno precedente, hanno perso rispettivamente il 5,7% e l’1,6%; stabili, in-vece, le esportazioni di formaggi freschi, che, tuttavia, nel 2008 hanno rappresentato la categoria di prodotto maggiormente ven-duta all’estero rimuovendo il primato tradi-zionalmente detenuto dai formaggi duri.
Sul fronte dell’import, il calo complessiva-mente registrato nel 2008 è dipeso esclusi-vamente dalla contrazione degli acquisti
dall’estero di formaggi e latticini, soprattutto di quelli semiduri (-4%). All’opposto, sono particolarmente aumentati i flussi in entrata di latte sfuso (+4,1%) e gli acquisti dall’estero di formaggi freschi (+2,7% in vo-lume).
Fig.4.5 La dinamica dell’export nazionale di lattiero caseari (000 t)
9 12 15 18 21 24 27
I trim 07
II III IV I trim 08
II III IV I trim 09 grana/parmigiano formaggi freschi
Fonte: elaborazione ISMEA su dati ISTAT
Fig.4.6 La dinamica dell’import nazionale di lattiero caseari (000 t)
0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500
I trim 07
II III IV I trim 08
II III IV I trim 09 latte sf uso f ormaggi f reschi
Fonte: elaborazione ISMEA su dati ISTAT
La destinazione e l’origine degli scambi
Nel 2008 le esportazioni di formaggi e latti-cini italiani sono risultate in diminuzione ver-so tutte le principali destinazioni, ad ecce-zione della Francia e della Svizzera. Per quanto concerne le principali destinazioni Ue, Germania e Regno Unito, il calo delle spedi-zioni è stato determinato non solo dalla ridu-zione dei consumi interni, ma anche dalla maggiore preferenza, nel primo caso, per i
ISMEA I trimestre 2009
10
prodotti francesi e olandesi, e, nel secondo caso, di quelli irlandesi.
Tab.4.3 Paesi di destinazione dell’export di formaggi e latticini (000 t)
2008 2007 var %
Export tot. 238 246 -3,2
- Francia 45 43 4,6
- Stati Uniti 31 34 -11,2
- Germania 30 34 -11,6
- Regno Unito 23 25 -7,5
- Svizzera 17 16 4,1
- altri paesi 92 93 -0,9
Fonte: elaborazione ISMEA su dati ISTAT
Per quanto riguarda, invece, i principali mer-cati di sbocco extracomunitari è risultato particolarmente negativo il calo delle spedi-zioni verso gli Stati Uniti, mercato in cui a causa della minore competitività dell’euro tutti i principali fornitori Ue hanno visto ri-durre le proprie quote di mercato, mentre si è nuovamente affermato il ruolo dell’Argentina come paese di approvvigio-namento.
Sul fronte delle importazioni, è da notare come l’abbassamento dei prezzi del latte crudo cominciato in Germania a partire dal mese di agosto, abbia confermato, anche per il 2008, il ruolo di questo paese come princi-pale area di approvvigionamento per l’Italia, facendo registrare un incremento dei volumi acquistati nella misura del +12%. In diminu-zione, invece, le cisterne di latte provenienti da Francia, Ungheria e Austria, con un gra-duale effetto sostituzione di questi fornitori con altri paesi dell’est europeo come la Slo-vacchia, la Polonia e la Repubblica Ceca.
Tab.4.4 Paesi di origine dell’import di lat-te sfuso (000 t)
2008 2007 var %
Import tot. 1.592 1.529 4,1
- Germania 875 783 11,8
- Francia 201 239 -15,8
- Slovenia 158 147 7,5
- Ungheria 143 159 -10,1
- Austria 149 160 -6,9
- altri paesi 66 42 -36,5
Fonte: elaborazione ISMEA su dati ISTAT
Anche per quanto riguarda i formaggi fre-schi, il fenomeno più rilevante nelle dinami-che d’importazione è rappresentato dal gra-duale spostamento ad est dell’area di ap-provvigionamento: nel 2008, infatti, a fronte della sostanziale stabilità degli acquisti dalla Germania e della contrazione dei flussi pro-venienti dalla Francia (-10%), si sono sensi-bilmente accresciuti i quantitativi importati dalla Lituania (+4%), terzo fornitore sia in volume sia in valore, dalla Polonia (+8%) e dall’Ungheria, che da fornitore occasionale è arrivata a detenere una quota in volume pari al 3%.
4.4 – La domanda
4.4.1 Il consumo domestico
I dati Ismea definitivi degli acquisti domesti-ci confermano che nel 2008 si è assistito ad una stabilità dei consumi dei prodotti agroa-limentari e ad una crescita della spesa, no-nostante i segnali di ridimensionamento del-la spirale infdel-lazionistica cominciata neldel-la se-conda metà del 2007. Anche per quanto ri-guarda i lattiero caseari, il 2008 si conferma un anno di forte crescita della spesa, sebbe-ne dal punto di vista dei volumi acquistati si rilevi una maggiore dinamicità rispetto al to-tale agroalimentare.
Tab.4.5 Dinamica dell’indice degli acqui-sti (2000=100) e della spesa per i pro-dotti lattiero caseari (var.%)
2008/07 I trim 091/I
trim 08 q.tà val. q.tà val.
Tot. agro-alim. 0,5 3,9 0,8 2,5 Latte e
deriva-ti 0,8 6,9 0,9 1,0
Latte, di cui: 0,8 8,3 -0,4 -2,5 - latte fresco 0,9 6,4 -0,6 -4,2 - latte UHT 0,5 10,3 -1,1 -1,1 Formaggi, di
cui: 0,2 6,4 2,1 1,8
Formaggi Dop -0,7 4,5 0,2 -1,0
Grana Padano 3,8 8,4 4,5 0,5
Parmigiano R. 0,6 5,1 -1,4 -3,5
Yogurt -0,1 4,8 -5,1 -2,4
Burro 3,9 15,1 4,8 -3,7
1) stima Fonte: ISMEA
Il 2009 si è aperto con un incremento dell’1% circa degli acquisti rispetto al I tri-mestre del 2008 e con un’identica variazione della spesa, segnale che i prezzi sono rimasti stazionari rispetto a dodici mesi fa. In
parti-ISMEA I trimestre 2009
11
colare, sono rimaste stabili le vendite di lat-te, con una calo più pronunciato per quello a lunga conservazione, mentre i formaggi nel complesso sono stati caratterizzati, in questo primo trimestre, da una certa vivacità della domanda. Sono rimasti stabili, tuttavia, i consumi di formaggi a denominazione, con andamenti decisamente contrapposti tra le due principali Dop nazionali. Flessione soste-nuta, infine, per lo yogurt e crescita conside-revole per gli acquisti di burro.
Fig.4.7 Dinamica dell’acquisto medio di latte (lt/famiglia)
17 18 19 20 21 22 23 24 25
I trim 07
II III IV I trim 08
II III IV I trim 09
fresco uht
Fonte: ISMEA/ACNielsen
Per il latte fresco la stabilità della domanda finale è stata determinata da una serie di fattori: da un lato, si osserva un acquisto medio in contrazione, frutto di un acquisto medio per atto in leggera crescita e di un in-tervallo di acquisto più ampio; dall’altro lato, però, c’è stata una base acquirenti in au-mento che ha compensato l’acquisto medio in calo. Per il latte Uht, invece, alle dinami-che già descritte si aggiunge andinami-che una con-trazione del numero di acquirenti che è stata alla base della flessione delle vendite.
Anche per quanto riguarda i formaggi, la crescita della domanda è stata favorita da una maggiore penetrazione e da un leggero incremento dell’acquisto medio per atto, sebbene l’intervallo di acquisto sia aumenta-to.
Per lo yogurt, infine, la contrazione della domanda finale è stata determinata dal con-temporaneo aumento dell’intervallo e dal ca-lo dell’acquisto medio per atto e del numero di acquirenti.
Fig.4.8 Dinamica dell’acquisto medio for-maggi e yogurt (kg/famiglia)
4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 7,5 8,0
I trim 07
II III IV I trim 08
II III IV I trim 09
formaggi yogurt
Fonte: ISMEA/ACNielsen
4.5 – Il mercato
4.5.1 I prezzi alla produzione
Sulla scia di quanto verificatosi in chiusura d’anno, le quotazioni relative al I trimestre 2009 hanno evidenziato un trend significati-vamente decrescente, sopratutto se confron-tato con l’andamento dello stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, l’Indice Ismea dei prezzi alla produzione ha mostrato una variazione negativa di oltre 12 punti percentuali rispetto ai primi tre mesi del 2008, riducendosi di quasi 4 punti percen-tuali su base congiunturale.
Fig.4.9 Indice dei prezzi alla produzione di latte e derivati (2000=100)
70 80 90 100 110 120 130
I trim 07
II III IV I trim 08
II III IV I trim 09 Latte e derivati Burro Formaggi duri
Fonte: ISMEA
ISMEA I trimestre 2009
12
L’andamento del trimestre in esame è stato ancora determinato dalla performance nega-tiva dei formaggi duri e del burro, il cui indi-ce si è ridotto, rispettivamente, di -6 e -24 punti percentuali su base tendenziale. Anche i formaggi semiduri hanno contribuito nega-tivamente, con l’indice ridottosi di oltre 3 punti percentuali. L’unica eccezione è stata rappresentata dai formaggi fusi e molli che hanno presentato un andamento ancora cre-scente (+3,2%) in apertura d’anno, nono-stante i primi segnali di cedimento eviden-ziati su base congiunturale (-0,5 rispetto al IV trimestre 2008).
Entrando nel dettaglio dei singoli prodotti, è da notare, in primo luogo, la forte tendenza discendente del mercato della materia pri-ma, come evidenziato dal prezzo del latte spot che sulla piazza di Lodi ha perso 6 cent per quintale rispetto al I trimestre del 2008 (-18%). Tra i caseari monitorati nei primi tre mesi del 2009, è sempre il burro il prodotto con la peggior performance, con una varia-zione tendenziale negativa di quasi 30 punti percentuali. Prosegue il trend negativo anche per i due grana, il Parmigiano e il Padano, le cui quotazioni, nonostante la riduzione della produzione registrata in apertura d’anno, hanno perso in entrambi i casi quasi il 9%
rispetto al I trimestre dello scorso anno.
Tab.4.6 Prezzi medi di latte e derivati
Tra gli altri formaggi considerati, sono risul-tati in forte contrazione anche i listini dell’Asiago Pressato e della mozzarella vac-cina. L’unica eccezione al generalizzato an-damento negativo è stata rappresentata dal Gorgonzola, che ha mantenuto la medesima
quotazione di un anno fa.
4.5.2 I prezzi dei mezzi di produzione
Nel I trimestre 2009 l’Indice Ismea dei prezzi dei mezzi correnti di produzione per gli alle-vamenti bovini e bufalini ha proseguito il trend discendente cominciato nella seconda parte dell’anno precedente, evidenziando una flessione su base tendenziale del -13%.
Fig.4.10 Indice dei prezzi dei mezzi di produzione degli allevamenti (2000=100) Bovini e bufalini Tot. zootecnia
Fonte: ISMEA
L’andamento dell’indicatore è da attribuire esclusivamente alla contrazione dei costi di alimentazione (-19,4% su base tendenziale), in particolare di orzo e cruscami (-45%), mentre i costi per i prodotti energetici, so-prattutto energia elettrica, e per la manodo-pera salariata hanno continuato a crescere (rispettivamente +5,8% e +5,5%). Il tasso di riduzione dei costi su base tendenziale è stato, complessivamente, più elevato di quello registrato per i prezzi alla produzione (-12,1%), il che ha determinato, in apertura d’anno, una lieve ripresa della redditività a-gricola, come evidenziato dall’indice della ragione di scambio (+1,0% su base tenden-ziale).
4.5.3 I prezzi al consumo
Sul fronte dei prezzi al consumo, l’indice I-smea dei prezzi dei prodotti alimentari ac-quistati dalle famiglie italiane rileva, nel I trimestre 2009 una sostanziale stabilità spetto al periodo precedente, sebbene ri-manga positivo (+2,7%) il confronto con lo
ISMEA I trimestre 2009
13
stesso trimestre dell’anno precedente. Per quanto riguarda i lattiero caseari, il ridimen-sionamento dei prezzi all’origine, cominciato nella seconda metà del 2008, si è gradual-mente trasferito nella fase al consumo, come mostrato dalla generale stabilità dell’indicatore relativo al settore.
Fig.4.11 Indice dei prezzi al consumo1 di latte e derivati (2000=100)
110 Totale agroalimentare Latte e derivati
1) acquisti domestici; stima Fonte: ISMEA
Rispetto al IV trimestre del 2008, si sono e-videnziate contrazioni dei prezzi al consumo per quasi tutti i principali prodotti del com-parto, con la sola eccezione del Parmigiano Reggiano. Di segno negativo anche le varia-zioni su base tendenziale, soprattutto per il latte fresco, il Grana Padano ed il burro.
Tab.4.7 Indice ISMEA dei prezzi al con-sumo di latte e derivati (2000=100)
var % I trim Latte e derivati,
di cui: 121,6 121,1 -0,4 -0,2
Tab.4.8 I prezzi al consumo del latte per canale di acquisto (€/lt)
var % I trim 09/ li-stini del latte hanno evidenziato, rispetto al I trimestre 2008, una situazione di flessione o stabilità in tutte le tipologie di punto vendita.
Le contrazioni più significative si sono evi-denziate presso i discount, quelle meno ma-nifeste presso i supermercati e il dettaglio tradizionale. Relativamente ai formaggi, nel corso del I trimestre 2009, i prezzi medi so-no leggermente diminuiti su base congiuntu-rale in tutti i format distributivi; su base ten-denziale sono, invece, aumentati presso su-per e isu-permercati, e sono rimasti stabili negli altri canali di vendita.
Tab.4.9 I prezzi al consumo dei formaggi per canale di acquisto (€/kg)
var % I trim 09/
I risultati dell’indagine congiunturale sull’andamento delle vendite nella Grande Distribuzione Alimentare relativa al I trime-stre 2009, condotta attraverso il Panel I-smea, evidenziano una contrazione per tutti i principali raggruppamenti di prodotto, so-prattutto per lo yogurt e i formaggi. La fles-sione delle vendite rispetto agli ultimi tre mesi del 2008 ha interessato quasi esclusi-vamente gli ipermercati e i minimarket; nei supermercati, invece, le vendite si sono mantenute pressoché stabili a livello con-giunturale, in particolare per quanto riguarda il segmento del latte.
ISMEA I trimestre 2009