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Tendenze. I trimestre 2009 numero 2/09 23 aprile 2009

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I trimestre 2009 numero 2/09 – 23 aprile 2009

ISMEA I trimestre 2009

1

LATTIERO CASEARIO

La congiuntura in sintesi

@ Il contesto internazionale

Dopo una fase di quotazioni record, il mercato mondiale dei prodotti lattiero-caseari si trova ad affron- tare una situazione caratterizzata da un trend fortemente discendente dei prezzi alla produzione. A fronte di un’offerta mondiale di latte in crescita, trainata soprattutto da India, Usa, Brasile e Argentina, resta statica la situazione dell’Ue-27, con le consegne rimaste invariate da un anno all’altro e la contra- zione della produzione di tutti i principali derivati, ad eccezione del latte intero in polvere. Quest’ultimo, non risentendo della competitività statunitense sui mercati internazionali, continua ad essere anche l’unica referenza con un trend positivo delle esportazioni.

@ Il mercato in Italia

Nel I trimestre 2009, il mercato lattiero caseario nazionale continua ad evidenziare un andamento nega- tivo, influenzato soprattutto dal calo dei prezzi del latte e dei formaggi duri. Diminuiscono anche i costi di produzione per gli allevamenti, in particolare grazie alla contrazione dei prezzi dei mangimi, e miglio- ra lievemente la redditività agricola. La contrazione delle quotazioni all’origine si sta gradualmente tra- sferendo alla fase al consumo, come evidenziato dalla stabilità dei prezzi al dettaglio, sia su base con- giunturale che tendenziale.

Si riducono le consegne di latte e sul fronte della trasformazione industriale si stima un lieve incremento solo della produzione di burro e formaggi, nonostante la performance negativa del comparto delle Dop con tutte le principali produzioni in contrazione.

Sul fronte degli acquisti domestici, risulta in lieve ripresa solo la domanda di formaggi, mentre diminui- scono in misura significativa i consumi di latte fresco, yogurt e burro.

@ Gli scambi con l’estero

In calo le esportazioni di formaggi, in particolare di quelli freschi. Maggiore dinamismo sul fronte dell’import, con una crescita stimata dei flussi in entrata di latte, sia sfuso sia confezionato; in aumento anche le importazioni di formaggi freschi.

Indice degli argomenti

1. I principali indicatori ... 2

2. Il settore agroalimentare in Italia e nell’UE ... 3

3. Il settore lattiero caseario nel contesto internazionale... 5

3.1 – La produzione... 5

3.2 – Gli scambi ... 5

3.3 – Il mercato di riferimento ... 6

4. Il settore lattiero caseario in Italia ... 7

4.1 – Il settore in sintesi ... 7

4.2 – La produzione... 7

4.2.1 La produzione agricola... 7

4.2.2 La produzione industriale ... 8

4.3 – Gli scambi ... 9

4.4 – La domanda ...10

4.4.1 Il consumo domestico...10

4.5 – Il mercato ...11

4.5.1 I prezzi alla produzione...11

4.5.2 I prezzi dei mezzi di produzione ...12

4.5.3 I prezzi al consumo ...12

5. Focus on: andamento dell’offerta dell’industria lattiero-casearia ... 14

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ISMEA I trimestre 2009

2

1. I principali indicatori

Tab.1.1 Le tendenze in Italia

IV trim 2008

I trim

2009 2009/2008 Produzione1 forte calo forte calo lieve calo Prezzi alla

produzione forte calo forte calo forte calo Import2 stabile stabile stabile Export2 forte calo forte calo forte calo Consumo del-

le famiglie3 stabile lieve cre-

scita lieve crescita Prezzi al con-

sumo

lieve cre-

scita stabile lieve calo

1) consegne di latte; 2) formaggi vaccini in volume;

3) quantità. Le caselle scure sono stime Fonte: ISMEA

Tab.1.2 Rischio di mercato

2009 gen feb mar

(max1) 0,35 0,33 0,31 latte spot rilevato 0,31 0,30 0,28 (lodi) (min1) 0,34 0,32 0,30

(max1) 6,78 6,76 6,76 grana pa-

dano rilevato 6,20 6,18 6,18 (12/15 mesi) (min1) 6,64 6,62 6,62

(max1) 7,81 7,84 7,88 parmigiano

reggiano rilevato 7,14 7,17 7,21 (1 anno) (min1) 7,64 7,67 7,71

1) intervallo atteso in base all’andamento normale di mercato degli ultimi 3 anni

Legenda:  tensioni al rialzo;  tensioni al ribasso Fonte: ISMEA

Fig.1.1 Indice della ragione di scambio della fase agricola1 (2000=100)

80 83 86 89 92

I trim 07

II III IV I trim 08

II III IV I trim 09

1) rapporto tra l’indice dei prezzi agricoli alla produzione e l’indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione Fonte: ISMEA

Fig.1.2 Indice del clima di fiducia per l’industria lattiero-casearia

Legenda : I trimestre 2009 IV trimestre 2008

Fonte: ISMEA

Fig.1.3 Indice del margine di filiera1 (2000=100)

95 100 105 110 115 120

I trim 07

II III IV I trim 08

II III IV I trim 09

1) rapporto tra l’indice dei prezzi al consumo e l’indice dei prezzi agricoli alla produzione

Fonte: ISMEA

-16,2 -7,5

+

-

-100 0 +100

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ISMEA I trimestre 2009

3

2. Il settore agroalimentare in Italia e nell’UE

La produzione UE. Il 2008 ha visto una buona crescita del valore aggiunto agricolo reale dell’UE-27, che ha segnato una varia- zione del 4% rispetto al 2007. In particolare il quarto trimestre ha mostrato una ripresa (+2%) dopo il calo registrato nel terzo. A di- spetto della crescita in termini reali, l’incidenza del valore aggiunto a prezzi cor- renti sul Pil dell’UE si è ridotta anche nell’ultimo trimestre del 2008: il Pil dell’UE ha subito una contrazione congiunturale (- 3%) a seguito della crisi economica, ma il valore aggiunto agricolo a prezzi correnti si è ridotto in misura più consistente (-4%). Pas- sando alla fase di trasformazione, nei primi due mesi del 2009, rispetto all’ultimo trime- stre del 2008, la produzione industriale me- dia nell’UE-27 è risultata in calo (-7%), con- tro la lieve crescita registrata dall’industria alimentare (+1%).

Tab.2.1 Le tendenze del settore agroali- mentare nell’Ue a 27 (var.%)

2008/

2007

IV trim 08/III trim 08

IV trim 08/IV trim 07 Valore aggiunto

agricolo (valori costanti)

+4,1 +1,5 +4,6

Prezzi dei mezzi correnti in agri- coltura

+12,0 -4,3 +20,0 Prezzi agricoli alla

produzione +5,5 -1,6 -0,8

Prezzi alla produ-

zione industriale1 +7,3 -1,0 +3,3 Prezzi al consumo

dei prodotti ali- mentari

+6,4 +0,5 +4,7

1) base 2005=100;

Fonte: elaborazioni ISMEA su dati EUROSTAT

Contestualmente, l’indice del clima di fiducia dell’industria alimentare comunitaria ha evi- denziato una riduzione da attribuirsi al peg- gioramento degli ordini e delle aspettative di produzione.

Il mercato. Nel quarto trimestre del 2008 sono continuati a diminuire i prezzi alla pro- duzione della fase agricola ma, contestual- mente, si è avuto il primo importante arre- tramento per i prezzi dei mezzi correnti (ri- spettivamente -2% e -4% la variazione con- giunturale). Anche nella fase industriale si è registrato un decremento dei prezzi alla pro-

duzione che è proseguito anche nei primi mesi del 2009. Nella fase consumo, invece, i prezzi dei prodotti alimentari hanno continu- ato a segnare una crescita, sia nell’ultimo trimestre del 2008 che nei primi tre mesi del 2009 (entrambi intorno all’1%), mentre in generale i prezzi al consumo hanno mostrato un’ulteriore lieve flessione. Ciò è dovuto agli effetti della crisi economica che sta proba- bilmente contenendo i prezzi dei prodotti non strettamente necessari come sono inve- ce quelli alimentari.

Tab.2.2 Le tendenze del settore agroali- mentare nazionale in sintesi (var.%)

2008/

2007

I trim 09/IV trim 08

I trim 09/I trim 08 Produzione agri-

cola totale (valori costanti)

+0,4 +0,9 -0,6

Prezzi agricoli alla

produzione +7,5 +1,0 -12,1

Prezzi dei mezzi correnti in agri- coltura

+9,3 -2,1 +1,7

Import agroali- mentare (quanti- tà coeff.)

-1,6 -4,9 -2,7

Export agroali- mentare (quanti- tà coeff.)

+0,1 -8,7 +0,5

Consumi domesti- ci alimentari delle famiglie (indice delle quantità)

+0,5 +0,1 +0,8

Prezzi al consumo dei prodotti ali- mentari

+4,4 +1,3 +2,7

1) dati consuntivi 2008; le caselle scure sono stime.

Fonte: elaborazioni ISMEA su dati ISMEA e ISTAT

La produzione nazionale. Nel 2008 si con- ferma la sostanziale tenuta dell’agricoltura, confermando il ruolo anticiclico del settore primario in un contesto di crisi. Nel primo trimestre del 2009 in base alle prime stime Ismea si dovrebbe registrare un leggero ma significativo aumento congiunturale sia del valore aggiunto che della produzione agrico- la (rispettivamente +1% e +2%). La fase industriale è stata caratterizzata, invece, da una decisa flessione della produzione dell’intero settore manifatturiero per tutto il 2008, proseguita anche nei primi due mesi del 2009; al contrario, la produzione dell’industria alimentare in questo inizio del 2009 si sta stabilizzando, confermando la

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ISMEA I trimestre 2009

4

migliore tenuta del comparto alimentare. In coerenza con questo, si attenua il calo della fiducia degli operatori dell’industria alimen- tare, soprattutto grazie ad un miglioramento delle attese di produzione. Anche sul fronte del settore distributivo alimentare, il clima di fiducia degli operatori della GD mostra un miglioramento, grazie ad una normalizzazio- ne delle scorte e ad un giudizio meno pessi- mista sulle previsioni di vendita.

Tab.2.3 Tendenza e congiuntura agrico- la1,2 (var %)

2008/

2007

I trim 09/IV trim 08

I trim 09/I trim 08 Produzione agrico-

la totale +0,4 +0,9 -0,6

Coltivazioni vege-

tali +1,2 +1,5 -0,3

Produzione zoo-

tecnica -0,8 -0,1 -0,9

Valore Aggiunto branca agricoltu- ra3

+0,1 +1,9 +3,5

Unità di lavoro

agricole -1,7 -0,7 -2,6

1) dati destagionalizzati e corretti per i giorni lavorativi;

2) stima per il I trim 2009, scenario base modello Arima;

3) comprende anche la silvicoltura e la pesca Fonte: elaborazioni ISMEA su dati ISMEA e ISTAT

Fig.2.1 Indice della produzione dell’in- dustria alimentare in Italia e nell’UE1 (2005=100)

98 99 100 101 102 103 104 105

I trim

07

II III IV I

trim 08

II III IV I

trim 09*

Italia UE

1) destagionalizzato

Fonte: elaborazioni ISMEA su dati ISTAT e EUROSTAT

I consumi. Le stime del primo trimestre 2009 indicano nel complesso una lieve ri- presa degli acquisti in volume nei confronti dello stesso periodo dell’anno passato. La spesa è aumentata in misura più che propor- zionale in virtù della crescita dei prezzi. La

spinta inflattiva ha comunque manifestato cenni di ridimensionamento rispetto a quan- to si è osservato nei periodi precedenti.

Il mercato. Nel primo trimestre 2009 la redditività degli agricoltori mostra timidi se- gnali di ripresa: i prezzi alla produzione ac- cennano ad una leggera risalita mentre sul fronte dei costi si assiste ad una contrazione delle quotazioni; la ragione di scambio, infat- ti, risulta in crescita nel periodo.

Gli scambi. La crisi economica mondiale do- vrebbe creare nel corso del 2009 una ridu- zione dei flussi commerciali, caratterizzata da una flessione più marcata dei volumi in entrata rispetto a quelli in uscita. Tale dina- mica dovrebbe produrre un miglioramento del significativo del disavanzo strutturale che caratterizza il settore, in quanto le esporta- zioni mostrerebbero una maggiore tenuta, soprattutto in valore, rispetto alle importa- zioni.

Tab.2.4 Scambi con l’estero del settore agroalimentare

2008 2008/2007 (var. %) mil € q.tà val val un

export tot. 25.824 0,1 9,6 9,5

- UE a 27 17.894 -0,3 9,5 9,8

- Paesi terzi 7.930 1,0 9,7 8,7 import tot. 32.917 -1,6 6,0 7,8

- UE a 27 23.541 -1,5 3,5 5,2

- Paesi terzi 9.375 -1,8 12,9 15,0 saldo totale -7.092 -5,6 -5,1 - saldo Made in

Italy 9.786 -3,1 14,3 -

Fonte: elaborazioni ISMEA su dati ISTAT

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ISMEA I trimestre 2009

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3. Il settore lattiero caseario nel contesto internazionale

3.1 – La produzione

Nel 2008 l’offerta mondiale di latte è aumen- tata, trainata soprattutto dall’India (+3%), secondo produttore dietro l’Unione Europea, dagli Usa (+2%) e dai Paesi dell’America La- tina, in particolare Argentina (+6%) e Brasi- le (+8%), che sta diventando un competitor importante, soprattutto nel mercato del latte intero in polvere. Per il 2009 le stime Usda indicano un’ulteriore crescita della produzio- ne mondiale di latte, grazie anche alla ripre- sa attesa in Nuova Zelanda. Di fronte a que- sto dinamismo internazionale è risultata piuttosto statica la situazione produttiva dell’Ue-27, dove, nonostante l’incremento delle quote nella misura del 2% fissato per la campagna 2008/2009, le consegne di latte sono rimaste sostanzialmente invariate da un anno all’altro.

Tab.3.1 La produzione di latte e derivati nell’UE-27 (000 t)

2007 20081 var

% Consegne di latte 133.395 133.816 0,3 Latte alimentare 33.941 33.078 -2,5

Burro 1.947 1.938 -0,4

Formaggi 8.162 8.067 -1,2

Latte scremato in polvere1 907 890 -1,9 Latte intero in polvere1 701 795 13,5 1) provvisori

Fonte: EUROSTAT, AGEA, ISMEA

Considerando i principali paesi produttori, rispetto al 2007, le consegne di latte sono aumentate in misura considerevole solo in Polonia (+4,3%) grazie alle condizioni clima- tiche che hanno maggiormente favorito il pascolo e anche all’incremento delle consi- stenze di bestiame, in Francia (+3,6%), do- ve sono stati recuperati i livelli poco soddi- sfacenti degli anni passati, e nei Paesi Bassi (+1,9%) grazie al mantenimento del prezzo del latte alla stalla su buoni livelli. In aumen- to, anche le consegne di Spagna (+1,7%), Danimarca (+1,6%), Portogallo (+3,0%) e Austria (+1,7%), mentre sono risultate in calo in Germania (-1,4%), Italia (-2,1%), Irlanda (-2,7%) e Regno Unito (-2,2%). In particolare, sull’andamento della produzione tedesca hanno fortemente inciso diversi fat-

tori (gli scioperi di maggio-giugno, il calo re- pentino dei prezzi del latte alla stalla e il li- vello ancora sostenuto dei costi di produzio- ne), che dovrebbero portare ad una sotto- realizzazione record, stimata in 1-1,2 milioni di tonnellate per la campagna 2008/09.

Per quanto riguarda la trasformazione indu- striale dell’Ue-27, ad eccezione del latte in- tero polvere che ha evidenziato una varia- zione del +13,5%, la produzione di tutti i principali derivati è risultata in contrazione rispetto al 2007. Da notare, in particolare, come il trend discendente che ha interessato il latte scremato in polvere, soprattutto nel II e nel III trimestre del 2008, sia stato deter- minato dalla concorrenza esercitata dagli Stati Uniti, favoriti sia da una maggiore di- sponibilità all’export sia da un cambio van- taggioso.

3.2 – Gli scambi

Nel 2008 sono sensibilmente diminuite le e- sportazioni dell’Ue-27 verso i paesi terzi di tutti i principali derivati, ad eccezione del lat- te intero in polvere i cui flussi in uscita sono aumentati del +32%. In crescita, soprattutto le richieste provenienti dai paesi nordafricani (Algeria +35% e Nigeria +13%), da quelli mediorientali e dal Venezuela.

Fig.3.1 L’import-export1 di formaggi dell’UE-27 (000 t)

620 670 720 770 820 870 920 970

I trim 07

II III IV I trim 08

II III IV export

im port

1) intra Ue27+extra Ue27

Fonte: elaborazioni ISMEA su dati EUROSTAT

Le contrazioni dell’export hanno riguardato soprattutto il burro (-28%) e il latte screma- to in polvere (-11%), ma anche il siero (- 5%), i formaggi (-7%) e il latte concentrato

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ISMEA I trimestre 2009

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(-2%). Per quanto riguarda il burro, il rallen- tamento delle esportazioni è risultato meno evidente sul mercato interno, mentre sul fronte extracomunitario è calata soprattutto la domanda proveniente dalla Russia (-23%) e dall’Arabia Saudita (-42%). Il burro comu- nitario ha perso competitività soprattutto sui mercati sudamericani, dove ha subito la con- correnza del prodotto statunitense, e nel sud-est asiatico, dove invece si è riproposta con forza la Nuova Zelanda. La flessione del- le esportazioni di formaggi ha riguardato so- prattutto il mercato statunitense (-14%), mentre la Russia, primo mercato di sbocco con una quota pari al 30% del totale delle esportazioni extracomunitarie, ha presentato buone opportunità di business con una cre- scita del +3,5% rispetto al 2007.

Fig.3.2 L’import-export1 di burro dell’UE- 27 (000 t)

150 170 190 210 230 250 270

I trim 07

II III IV I trim 08

II III IV e xport im por t

1) intra Ue27+extra Ue27

Fonte: elaborazioni ISMEA su dati EUROSTAT

Sul fronte opposto della bilancia commercia- le, nel 2008, sono diminuite le importazioni da paesi terzi sia di formaggi (-11%) sia di burro (-30%). In quest’ultimo caso, la con- trazione degli flussi in entrata, soprattutto di provenienza neozelandese, è stata determi- nata in parte dall’aumento degli stock comu- nitari e in parte al calo dei consumi interni.

3.3 – Il mercato di riferimento

A partire dal IV trimestre 2008, il mercato comunitario ha risentito delle conseguenze connesse all’aumento dell’offerta mondiale di prodotti industriali e al contemporaneo ral- lentamento della domanda, dovuta all’eccessiva crescita dei prezzi al dettaglio e alle aspettative negative sull’andamento dell’economia mondiale. In mancanza di sbocchi di mercato, gli industriali hanno de- ciso di stoccare burro e latte scremato in

polvere, le cui scorte sono aumentate nel 2008 rispettivamente di 60mila e 100mila tonnellate. Questa situazione ha continuato ad influire sull’equilibrio del mercato comuni- tario anche in questi primi mesi del 2009.

Fig.3.3 I prezzi dei lattiero caseari in Francia (€/kg)

2,50 3,50 4,50 5,50 6,50 7,50

I trim 07

II III IV I trim 08

II III IV I trim 09 Emmental (Rungis)

Burro conf (Rungis)

Fonte: SNM, ISMEA

In particolare, nel mercato dei formaggi hanno maggiormente risentito della crisi i prodotti destinati ai paesi terzi. Nel I trime- stre 2009, il prezzo dell’Edamer è sceso in Germania a 2,50 €/Kg, facendo registrare una variazione tendenziale del -34%; diver- samente sul mercato francese l’Emmental, che è prevalentemente destinato alla do- manda comunitaria, è rimasto stazionario, mantenendo il livello di 6,40 €/kg. Molto ne- gativa l’apertura d’anno anche per il burro e per il latte scremato in polvere che, scesi ormai al disotto dei livelli d’intervento, han- no registrato rispettivamente una contrazio- ne del 25% e del 56% su base tendenziale.

Fig.3.4 I prezzi dei lattiero caseari in Germania (€/kg)

2,20 2,70 3,20 3,70 4,20 4,70

I trim 07

II III IV I trim 08

II III IV I trim 09 Edamer (Kempten)

Burro conf. (Hannover)

Fonte: ZMP, ISMEA

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ISMEA I trimestre 2009

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4. Il settore lattiero caseario in Italia

4.1 – Il settore in sintesi

Le stime Ismea per il 2009 lasciano intrave- dere una situazione di instabilità per il setto- re lattiero caseario rispetto a quanto verifi- catosi l’anno precedente.

Considerando la minore richiesta provenien- te dall’industria di trasformazione, in conse- guenza sia della contrazione dei consumi in- terni sia del cattivo andamento delle espor- tazioni, le consegne di latte ai caseifici do- vrebbero subire un ulteriore rallentamento.

Le stesse motivazioni spiegherebbero anche la lieve contrazione stimata per le importa- zioni di latte sfuso, nonostante la maggiore competitività di prezzo di alcuni dei principali paesi fornitori.

Tab.4.1 Il settore in sintesi (000 t)

2008 1 2009 1 var % 09/08

Latte

- Produzione2 10.607 10.538 -0,7

- Import 1.592 1.584 -0,5

- Export 21 25 20,4

- Disponibilità mat. pri-

ma 12.178 12.097 -0,7

Latte alimentare

- Produzione 2.974 2.950 -0,8

- Import 381 404 6,0

- Export 49 58 18,2

- Consumo 3.305 3.296 -0,3

Formaggi3

- Produzione 1.071 1.066 -0,5

- Import 413 416 0,6

- Export 219 205 -6,3

- Consumo 1.265 1.276 0,9

Burro

- Produzione 110 108 -2,0

- Import 23 21 -8,2

- Export 7 7 2,6

- Consumo 127 123 -3,4

Indici (2000=100)

Prezzi alla prod.4 116,9 102,7 -12,1 Prezzi mezzi di prod.4 134,1 116,6 -13,0 Consumi domestici4 111,2 112,1 0,9 Prezzi al consumo4 121,3 121,1 -0,2 1) stime; 2) consegne ai caseifici; 3) solo vaccini; 4) cu- mulato fino al trimestre in esame

Fonte: elaborazione ISMEA su dati AGEA e ISTAT

Stime negative, quindi, per la produzione in- dustriale di tutti i principali derivati. In parti- colare, per quanto riguarda il latte alimenta- re, la tendenza al risparmio dei consumatori potrebbe indurre ad una minore produzione di latte fresco e ad un incremento delle im- portazioni di latte confezionato, in grado di soddisfare i livelli di prezzo richiesti dalla Gdo. Nel complesso, dovrebbe ridursi anche la produzione di formaggi, sebbene con an- damenti differenziati a seconda delle varie tipologie: si stima una flessione per il com- parto delle Dop e, all’opposto, una lieve cre- scita per il segmento dei freschi, che conti- nuano ad avere buone reazioni in termini di domanda interna. Per quanto riguarda, infi- ne, il burro, si stima una contrazione della produzione, in parte a causa della stretta connessione con il comparto dei grana e, in parte, a causa dell’orientamento delle impre- se che producono latte alimentare a dirottare la materia grassa verso altri derivati, come la panna o il mascarpone.

4.2 – La produzione 4.2.1 La produzione agricola

Per il I trimestre 2009 si stima un’ulteriore contrazione delle consegne nella misura del - 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Fig.4.1 Le consegne di latte (000 t)

2.400 2.500 2.600 2.700 2.800 2.900

I trim 07

II III IV I trim 08

II III IV I trim 09

Fonte: elaborazione ISMEA su dati AGEA e ISTAT

Apertasi all’insegna della cautela a causa del trend discendente del prezzo del latte alla stalla e proseguita in un clima di incertezza in merito alla distribuzione delle quote ag- giuntive assegnate dall’Ue, la campagna

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ISMEA I trimestre 2009

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2008/2009 è stata caratterizzata da una di- namica delle consegne di latte nettamente al di sotto dei livelli di quelle precedenti. La stagione di commercializzazione dovrebbe, infatti, chiudersi con una produzione inferio- re di circa il 2,5-3% rispetto a quella della precedente campagna.

4.2.2 La produzione industriale

Sul fronte della trasformazione industriale, il I trimestre 2009 dovrebbe chiudersi con un calo della produzione di latte alimentare (- 0,7%) dovuto alla contrazione dei consumi sia del fresco che di quelli uht, mentre do- vrebbe risultare in lieve aumento la produ- zione di burro e formaggi, in entrambi i casi nella misura del +1% circa. Per quanto ri- guarda i formaggi, l’incremento produttivo è da attribuire al segmento dei freschi, visto il calo che sta interessando le principali Dop nazionali: in particolare, i dati produttivi dei Consorzi di tutela segnalano, per il periodo gennaio-marzo, una contrazione per en- trambi i grana (-4,1% per il Padano e -2%

per il Reggiano su base tendenziale) e per il Gorgonzola (-2,7%).

Fig.4.2 Andamento dell’indice della pro- duzione dell’industria lattiero-casearia1 (2005=100)

85 90 95 100 105 110 115

I trim 07 III I trim 08 III I trim 09 Ind. alimentari, bevande e tabacco Ind. Lattiero casearia

1)L’indice relativo al I trimestre 2009 è provvisorio Fonte: elaborazione ISMEA su dati ISTAT

La produzione industriale del settore lattiero caseario, per fattori dipendenti dalla stagio- nalità delle produzioni, presenta un anda- mento specularmente opposto a quello dell’industria alimentare complessivamente considerata. Nel I trimestre 2009, tuttavia, gli indici grezzi della produzione hanno evi- denziato una contrazione sia per l’industria

alimentare nel suo complesso (+8,4% su base tendenziale) che per l’industria lattiero casearia (-7,8%).

L’indice Ismea del Clima di Fiducia per l’industria lattiero casearia, che, nel trime- stre in esame, ha raggiunto un livello pros- simo a -16,2, è ulteriormente peggiorato sia su base congiunturale che tendenziale, ana- logamente a quanto verificatosi per il totale dell’industria alimentare. Scendendo nel det- taglio delle singole componenti che concor- rono alla formazione dell’indice, emerge che la fiducia degli operatori è calata soprattutto a causa alla contrazione degli ordinativi e dell’aumento delle giacenze di magazzino.

Fig.4.3 Indice del clima di fiducia

-20 -15 -10 -5 0 5 10

III trim 07

IV I trim 08

II III IV I trim 09 Totale Ind. alimentare

Industria lattiero-casaeria

Fonte: ISMEA

Fig.4.4 Componenti dell’indice del clima di fiducia dell’industria lattiero-casearia (saldo delle percentuali di risposta)

-45 -35 -25 -15 -5 5 15 25

III trim 07

IV I trim 08

II III IV I trim 09 ordinativi giacenze prod attesa

Fonte: ISMEA

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ISMEA I trimestre 2009

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4.3 – Gli scambi

Le stime Ismea per il I trimestre 2009 indi- cano una significativa flessione delle espor- tazioni di formaggi e latticini rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, impu- tabile soprattutto all’aggregato dei formaggi freschi. Per quanto riguarda l’import, pur proseguendo il trend discendente iniziato in chiusura di 2008, si stima una lieve crescita tendenziale degli acquisti di latte in cisterna e dei flussi in entrata di formaggi freschi.

I dati consuntivi relativi al 2008 hanno evi- denziato un rallentamento generale degli scambi di prodotti lattiero caseari: i volumi commercializzati si sono, infatti, ridotti, sia sul fronte dell’export (-4%) che dell’import (-3%) - soprattutto di provenienza extraco- munitaria -, determinando un lieve miglio- ramento del saldo della bilancia commercia- le, sebbene solo per i volumi.

Tab.4.2 La bilancia commerciale dei lat- tiero caseari (in equivalente latte)

2008 var % 08/07

mln € quant. valore val.un.

export tot. 1.549 -4,1 0,0 4,2

- UE 1.073 -4,4 -1,6 2,9

- Paesi terzi 476 -3,2 3,8 7,2 import tot. 3.203 -2,8 2,1 5,1

- UE 3.103 -2,3 2,4 4,7

- Paesi terzi 100 -20,5 -4,3 20,3

saldo -1.654 -2,1 4,2 -

Fonte: elaborazione ISMEA su dati ISTAT

Entrando nel dettaglio, si osserva come la performance negativa del 2008 sui mercati esteri sia stata determinata soprattutto dalla contrazione dell’export di formaggi a pasta dura (-5,4% rispetto al 2007). In flessione anche i flussi in uscita di formaggi a pasta semidura e di quelli erborinati che, nel con- fronto con l’anno precedente, hanno perso rispettivamente il 5,7% e l’1,6%; stabili, in- vece, le esportazioni di formaggi freschi, che, tuttavia, nel 2008 hanno rappresentato la categoria di prodotto maggiormente ven- duta all’estero rimuovendo il primato tradi- zionalmente detenuto dai formaggi duri.

Sul fronte dell’import, il calo complessiva- mente registrato nel 2008 è dipeso esclusi- vamente dalla contrazione degli acquisti

dall’estero di formaggi e latticini, soprattutto di quelli semiduri (-4%). All’opposto, sono particolarmente aumentati i flussi in entrata di latte sfuso (+4,1%) e gli acquisti dall’estero di formaggi freschi (+2,7% in vo- lume).

Fig.4.5 La dinamica dell’export nazionale di lattiero caseari (000 t)

9 12 15 18 21 24 27

I trim 07

II III IV I trim 08

II III IV I trim 09 grana/parmigiano formaggi freschi

Fonte: elaborazione ISMEA su dati ISTAT

Fig.4.6 La dinamica dell’import nazionale di lattiero caseari (000 t)

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500

I trim 07

II III IV I trim 08

II III IV I trim 09 latte sf uso f ormaggi f reschi

Fonte: elaborazione ISMEA su dati ISTAT

La destinazione e l’origine degli scambi

Nel 2008 le esportazioni di formaggi e latti- cini italiani sono risultate in diminuzione ver- so tutte le principali destinazioni, ad ecce- zione della Francia e della Svizzera. Per quanto concerne le principali destinazioni Ue, Germania e Regno Unito, il calo delle spedi- zioni è stato determinato non solo dalla ridu- zione dei consumi interni, ma anche dalla maggiore preferenza, nel primo caso, per i

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ISMEA I trimestre 2009

10

prodotti francesi e olandesi, e, nel secondo caso, di quelli irlandesi.

Tab.4.3 Paesi di destinazione dell’export di formaggi e latticini (000 t)

2008 2007 var %

Export tot. 238 246 -3,2

- Francia 45 43 4,6

- Stati Uniti 31 34 -11,2

- Germania 30 34 -11,6

- Regno Unito 23 25 -7,5

- Svizzera 17 16 4,1

- altri paesi 92 93 -0,9

Fonte: elaborazione ISMEA su dati ISTAT

Per quanto riguarda, invece, i principali mer- cati di sbocco extracomunitari è risultato particolarmente negativo il calo delle spedi- zioni verso gli Stati Uniti, mercato in cui a causa della minore competitività dell’euro tutti i principali fornitori Ue hanno visto ri- durre le proprie quote di mercato, mentre si è nuovamente affermato il ruolo dell’Argentina come paese di approvvigio- namento.

Sul fronte delle importazioni, è da notare come l’abbassamento dei prezzi del latte crudo cominciato in Germania a partire dal mese di agosto, abbia confermato, anche per il 2008, il ruolo di questo paese come princi- pale area di approvvigionamento per l’Italia, facendo registrare un incremento dei volumi acquistati nella misura del +12%. In diminu- zione, invece, le cisterne di latte provenienti da Francia, Ungheria e Austria, con un gra- duale effetto sostituzione di questi fornitori con altri paesi dell’est europeo come la Slo- vacchia, la Polonia e la Repubblica Ceca.

Tab.4.4 Paesi di origine dell’import di lat- te sfuso (000 t)

2008 2007 var %

Import tot. 1.592 1.529 4,1

- Germania 875 783 11,8

- Francia 201 239 -15,8

- Slovenia 158 147 7,5

- Ungheria 143 159 -10,1

- Austria 149 160 -6,9

- altri paesi 66 42 -36,5

Fonte: elaborazione ISMEA su dati ISTAT

Anche per quanto riguarda i formaggi fre- schi, il fenomeno più rilevante nelle dinami- che d’importazione è rappresentato dal gra- duale spostamento ad est dell’area di ap- provvigionamento: nel 2008, infatti, a fronte della sostanziale stabilità degli acquisti dalla Germania e della contrazione dei flussi pro- venienti dalla Francia (-10%), si sono sensi- bilmente accresciuti i quantitativi importati dalla Lituania (+4%), terzo fornitore sia in volume sia in valore, dalla Polonia (+8%) e dall’Ungheria, che da fornitore occasionale è arrivata a detenere una quota in volume pari al 3%.

4.4 – La domanda

4.4.1 Il consumo domestico

I dati Ismea definitivi degli acquisti domesti- ci confermano che nel 2008 si è assistito ad una stabilità dei consumi dei prodotti agroa- limentari e ad una crescita della spesa, no- nostante i segnali di ridimensionamento del- la spirale inflazionistica cominciata nella se- conda metà del 2007. Anche per quanto ri- guarda i lattiero caseari, il 2008 si conferma un anno di forte crescita della spesa, sebbe- ne dal punto di vista dei volumi acquistati si rilevi una maggiore dinamicità rispetto al to- tale agroalimentare.

Tab.4.5 Dinamica dell’indice degli acqui- sti (2000=100) e della spesa per i pro- dotti lattiero caseari (var.%)

2008/07 I trim 091/I

trim 08 q.tà val. q.tà val.

Tot. agro-alim. 0,5 3,9 0,8 2,5 Latte e deriva-

ti 0,8 6,9 0,9 1,0

Latte, di cui: 0,8 8,3 -0,4 -2,5 - latte fresco 0,9 6,4 -0,6 -4,2 - latte UHT 0,5 10,3 -1,1 -1,1 Formaggi, di

cui: 0,2 6,4 2,1 1,8

Formaggi Dop -0,7 4,5 0,2 -1,0

Grana Padano 3,8 8,4 4,5 0,5

Parmigiano R. 0,6 5,1 -1,4 -3,5

Yogurt -0,1 4,8 -5,1 -2,4

Burro 3,9 15,1 4,8 -3,7

1) stima Fonte: ISMEA

Il 2009 si è aperto con un incremento dell’1% circa degli acquisti rispetto al I tri- mestre del 2008 e con un’identica variazione della spesa, segnale che i prezzi sono rimasti stazionari rispetto a dodici mesi fa. In parti-

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ISMEA I trimestre 2009

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colare, sono rimaste stabili le vendite di lat- te, con una calo più pronunciato per quello a lunga conservazione, mentre i formaggi nel complesso sono stati caratterizzati, in questo primo trimestre, da una certa vivacità della domanda. Sono rimasti stabili, tuttavia, i consumi di formaggi a denominazione, con andamenti decisamente contrapposti tra le due principali Dop nazionali. Flessione soste- nuta, infine, per lo yogurt e crescita conside- revole per gli acquisti di burro.

Fig.4.7 Dinamica dell’acquisto medio di latte (lt/famiglia)

17 18 19 20 21 22 23 24 25

I trim 07

II III IV I trim 08

II III IV I trim 09

fresco uht

Fonte: ISMEA/ACNielsen

Per il latte fresco la stabilità della domanda finale è stata determinata da una serie di fattori: da un lato, si osserva un acquisto medio in contrazione, frutto di un acquisto medio per atto in leggera crescita e di un in- tervallo di acquisto più ampio; dall’altro lato, però, c’è stata una base acquirenti in au- mento che ha compensato l’acquisto medio in calo. Per il latte Uht, invece, alle dinami- che già descritte si aggiunge anche una con- trazione del numero di acquirenti che è stata alla base della flessione delle vendite.

Anche per quanto riguarda i formaggi, la crescita della domanda è stata favorita da una maggiore penetrazione e da un leggero incremento dell’acquisto medio per atto, sebbene l’intervallo di acquisto sia aumenta- to.

Per lo yogurt, infine, la contrazione della domanda finale è stata determinata dal con- temporaneo aumento dell’intervallo e dal ca- lo dell’acquisto medio per atto e del numero di acquirenti.

Fig.4.8 Dinamica dell’acquisto medio for- maggi e yogurt (kg/famiglia)

4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 7,5 8,0

I trim 07

II III IV I trim 08

II III IV I trim 09

formaggi yogurt

Fonte: ISMEA/ACNielsen

4.5 – Il mercato

4.5.1 I prezzi alla produzione

Sulla scia di quanto verificatosi in chiusura d’anno, le quotazioni relative al I trimestre 2009 hanno evidenziato un trend significati- vamente decrescente, sopratutto se confron- tato con l’andamento dello stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, l’Indice Ismea dei prezzi alla produzione ha mostrato una variazione negativa di oltre 12 punti percentuali rispetto ai primi tre mesi del 2008, riducendosi di quasi 4 punti percen- tuali su base congiunturale.

Fig.4.9 Indice dei prezzi alla produzione di latte e derivati (2000=100)

70 80 90 100 110 120 130

I trim 07

II III IV I trim 08

II III IV I trim 09 Latte e derivati Burro Formaggi duri

Fonte: ISMEA

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ISMEA I trimestre 2009

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L’andamento del trimestre in esame è stato ancora determinato dalla performance nega- tiva dei formaggi duri e del burro, il cui indi- ce si è ridotto, rispettivamente, di -6 e -24 punti percentuali su base tendenziale. Anche i formaggi semiduri hanno contribuito nega- tivamente, con l’indice ridottosi di oltre 3 punti percentuali. L’unica eccezione è stata rappresentata dai formaggi fusi e molli che hanno presentato un andamento ancora cre- scente (+3,2%) in apertura d’anno, nono- stante i primi segnali di cedimento eviden- ziati su base congiunturale (-0,5 rispetto al IV trimestre 2008).

Entrando nel dettaglio dei singoli prodotti, è da notare, in primo luogo, la forte tendenza discendente del mercato della materia pri- ma, come evidenziato dal prezzo del latte spot che sulla piazza di Lodi ha perso 6 cent per quintale rispetto al I trimestre del 2008 (-18%). Tra i caseari monitorati nei primi tre mesi del 2009, è sempre il burro il prodotto con la peggior performance, con una varia- zione tendenziale negativa di quasi 30 punti percentuali. Prosegue il trend negativo anche per i due grana, il Parmigiano e il Padano, le cui quotazioni, nonostante la riduzione della produzione registrata in apertura d’anno, hanno perso in entrambi i casi quasi il 9%

rispetto al I trimestre dello scorso anno.

Tab.4.6 Prezzi medi di latte e derivati (€/kg)

var % I trim 09/

IV trim 08

I trim 09

IV trim 08

I trim 08 Grana Padano

(12-15 mesi) 6,30 6,19 -1,7 -8,7 Parmigiano R.

(1 anno) 7,20 7,17 -0,4 -8,8

Gorgonzola

(maturo) 4,69 4,63 -1,2 -0,1

Asiago pres-

sato 4,54 4,37 -3,9 -10,5

Mozzarella

(125 g) 4,94 4,77 -3,5 -6,5

Burro

(zangolato) 0,92 0,99 7,5 -27,7 Latte spot

(Lodi) 0,34 0,30 -12,2 -18,0

Fonte: ISMEA

Tra gli altri formaggi considerati, sono risul- tati in forte contrazione anche i listini dell’Asiago Pressato e della mozzarella vac- cina. L’unica eccezione al generalizzato an- damento negativo è stata rappresentata dal Gorgonzola, che ha mantenuto la medesima

quotazione di un anno fa.

4.5.2 I prezzi dei mezzi di produzione

Nel I trimestre 2009 l’Indice Ismea dei prezzi dei mezzi correnti di produzione per gli alle- vamenti bovini e bufalini ha proseguito il trend discendente cominciato nella seconda parte dell’anno precedente, evidenziando una flessione su base tendenziale del -13%.

Fig.4.10 Indice dei prezzi dei mezzi di produzione degli allevamenti (2000=100)

110,0 115,0 120,0 125,0 130,0 135,0

I trim 07

II III IV I trim 08

II III IV I trim 09 Bovini e bufalini Tot. zootecnia

Fonte: ISMEA

L’andamento dell’indicatore è da attribuire esclusivamente alla contrazione dei costi di alimentazione (-19,4% su base tendenziale), in particolare di orzo e cruscami (-45%), mentre i costi per i prodotti energetici, so- prattutto energia elettrica, e per la manodo- pera salariata hanno continuato a crescere (rispettivamente +5,8% e +5,5%). Il tasso di riduzione dei costi su base tendenziale è stato, complessivamente, più elevato di quello registrato per i prezzi alla produzione (-12,1%), il che ha determinato, in apertura d’anno, una lieve ripresa della redditività a- gricola, come evidenziato dall’indice della ragione di scambio (+1,0% su base tenden- ziale).

4.5.3 I prezzi al consumo

Sul fronte dei prezzi al consumo, l’indice I- smea dei prezzi dei prodotti alimentari ac- quistati dalle famiglie italiane rileva, nel I trimestre 2009 una sostanziale stabilità ri- spetto al periodo precedente, sebbene ri- manga positivo (+2,7%) il confronto con lo

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ISMEA I trimestre 2009

13

stesso trimestre dell’anno precedente. Per quanto riguarda i lattiero caseari, il ridimen- sionamento dei prezzi all’origine, cominciato nella seconda metà del 2008, si è gradual- mente trasferito nella fase al consumo, come mostrato dalla generale stabilità dell’indicatore relativo al settore.

Fig.4.11 Indice dei prezzi al consumo1 di latte e derivati (2000=100)

110 115 120 125 130 135

I trim 07

II III IV I trim 08

II III IV I trim 09 Totale agroalimentare Latte e derivati

1) acquisti domestici; stima Fonte: ISMEA

Rispetto al IV trimestre del 2008, si sono e- videnziate contrazioni dei prezzi al consumo per quasi tutti i principali prodotti del com- parto, con la sola eccezione del Parmigiano Reggiano. Di segno negativo anche le varia- zioni su base tendenziale, soprattutto per il latte fresco, il Grana Padano ed il burro.

Tab.4.7 Indice ISMEA dei prezzi al con- sumo di latte e derivati (2000=100)

var % I trim 09/

IV trim

08

I trim 091 IV

trim 08

I trim 08 Tot. agro-alim. 129,8 129,9 0,1 2,7 Latte e derivati,

di cui: 121,6 121,1 -0,4 -0,2

Latte 125,5 123,4 -1,7 -2,5

Latte fresco 122,1 119,4 -2,2 -5,0 Latte Uht 129,4 128,0 -1,1 -0,3

Formaggi 122,2 121,4 -0,7 0,2

Formaggi Dop 115,8 115,1 -0,6 2,4 Grana Padano 110,9 109,5 -1,2 -4,4 Parmigiano R. 121,7 122,6 0,7 -0,6

Yogurt 120,3 120,1 -0,1 -0,9

Burro 114,9 110,4 -3,9 -8,3

1) stime Fonte: ISMEA

Tab.4.8 I prezzi al consumo del latte per canale di acquisto (€/lt)

var % I trim 09/

IV trim 08

I trim

091 IV trim 08

I trim 08

Iper 1,11 1,10 -0,7 -1,8

Super 1,18 1,18 -0,3 -0,1

Liberi serv. 1,11 1,07 -2,7 -6,4

Discount 0,73 0,69 -6,0 -9,9

Dett. trad. 1,31 1,31 0,2 -0,7 1) provvisorio

Fonte: ISMEA/ACNielsen

Per quanto riguarda le fonti di acquisto, i li- stini del latte hanno evidenziato, rispetto al I trimestre 2008, una situazione di flessione o stabilità in tutte le tipologie di punto vendita.

Le contrazioni più significative si sono evi- denziate presso i discount, quelle meno ma- nifeste presso i supermercati e il dettaglio tradizionale. Relativamente ai formaggi, nel corso del I trimestre 2009, i prezzi medi so- no leggermente diminuiti su base congiuntu- rale in tutti i format distributivi; su base ten- denziale sono, invece, aumentati presso su- per e ipermercati, e sono rimasti stabili negli altri canali di vendita.

Tab.4.9 I prezzi al consumo dei formaggi per canale di acquisto (€/kg)

var % I trim 09/

IV trim 08

I trim

091 IV trim 08

I trim 08

Iper 9,12 9,03 -1,0 1,7

Super 9,13 9,10 -0,3 1,6

Liberi serv. 8,48 8,37 -1,3 -0,7

Discount 6,08 5,99 -1,4 0,6

Dett. trad. 8,89 8,85 -0,4 -0,3 1) provvisorio

Fonte: ISMEA/ACNielsen

I risultati dell’indagine congiunturale sull’andamento delle vendite nella Grande Distribuzione Alimentare relativa al I trime- stre 2009, condotta attraverso il Panel I- smea, evidenziano una contrazione per tutti i principali raggruppamenti di prodotto, so- prattutto per lo yogurt e i formaggi. La fles- sione delle vendite rispetto agli ultimi tre mesi del 2008 ha interessato quasi esclusi- vamente gli ipermercati e i minimarket; nei supermercati, invece, le vendite si sono mantenute pressoché stabili a livello con- giunturale, in particolare per quanto riguarda il segmento del latte.

(14)

ISMEA I trimestre 2009

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5. Focus on: andamento dell’offerta dell’industria lattiero-casearia

In occasione dell’indagine congiunturale rela- tiva al I trimestre 2009, le imprese del Panel Ismea sono state invitate a rispondere ad alcune domande di approfondimento finaliz- zate ad individuare, sotto il profilo mera- mente tecnico, l’evoluzione dell’offerta nel corso dell’anno dell’industria agroalimentare nel complesso e di quella lattiero-casearia in dettaglio. In particolare, la tematica è stata esplorata investigando se le aziende, per l’anno in corso, prevedono delle variazioni, o meno, del piano di produzione e nel livello della mano d’opera e se intendono realizzare investimenti per innovazioni di prodotto e di processo.

Nel complesso, le imprese del settore lattie- ro-caseario presentano una prospettiva in linea con quella dell’intero settore agroali- mentare, con la maggioranza degli operatori intenzionati a mantenere invariato il proprio piano produttivo e la manodopera aziendale nel corso del 2009. Rispetto all’analoga in- dagine condotta nel I trimestre del 2008, aumenta lievemente sia la quota di imprese del settore lattiero-caseario intenzionate ad espandere il proprio piano di produzione (dal 9,5% al 10,8%) sia di quelle che ne preve- dono una contrazione (dal 20,7% al 21,5%);

si riduce, invece, la percentuale delle impre- se che prevede di mantenere lo status quo produttivo (dal 66,6% al 64,4%).

Tab.5.1 Caratteristiche dell’offerta dell’industria lattiero-casearia: le previ- sioni per il 2009

Piano di con manodopera in:

produzione   

espansione 10,8 2,8 8,0 0,0

stabilità 64,4 1,5 60,1 2,5

flessione 21,5 0,0 8,7 12,1

Fonte: ISMEA

Allo stesso tempo, sul fronte della manodo- pera, si riduce sia la percentuale delle im- prese che hanno dichiarato un incremento

della stessa (dal 9,3% del 2008 al 4,4% del 2009) sia di chi prevede una contrazione (dal 15,5% al 14,7%); in aumento la quota di aziende che non prevede alcuna variazio- ne (dal 70,6% al 76,8%).

Sul fronte delle innovazioni, nell’ambito dell’indagine è emerso che le imprese del settore lattiero-caseario sono maggiormente orientate all’innovazione rispetto alla media del settore agroalimentare. In dettaglio, per il 2009, il 40,7% delle imprese del settore lattiero-caseario conta di realizzare investi- menti per innovazioni di prodotto e il 43,2%

investimenti per innovazioni di processo. Nel 36% circa dei casi le due tipologie di inve- stimento si sovrappongono, ossia le imprese realizzeranno entrambi. Rispetto al 2008 la propensione ad investire in innovazioni di prodotto e/o processo risulta ampliata, dato che lo scorso anno tali tipologie di investi- mento risultavano caratterizzate da percen- tuali più contenute: 38,1% la quota delle imprese che aveva pianificato investimenti per innovazioni di prodotto ad inizio anno;

41,3% la quota riferita agli investimento di processo; 31,0% la percentuale riferita alla realizzazione di entrambe le tipologie di in- vestimento.

Fig.5.1 Caratteristiche dell’offerta dell’industria lattiero-casearia: % di a- ziende che prevedono innovazioni di pro- dotto e/o processo nel corso del 2009

Fonte: ISMEA

Direzione Mercati e Risk Management Responsabile: Claudio Federici, Antonella Finizia

Redazione a cura di: Mariella Ronga, Veruska Giralico, Letizia Fini m.ronga@ismea.it

40,7%

Innovazione di prodotto

Innovazione di processo

Innovazione di prodotto e di processo

43,2%

35,7%

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