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4. RISULTATI

4.9 Sezione “impressioni”

Nella parte conclusiva del questionario è stato chiesto ai compilatori di esprimere la propria opinione personale sugli Interventi Assistiti con asini tramite due domande aperte per inquadrare i punti di forza ed i punti di debolezza. Le risposte ottenute sono state sintetizzate in modo da essere ridotte a frasi chiave apprezzabili nelle Tabelle 10 e 11.

Per i punti di forza le affermazioni più frequenti riguardano la percezione da parte dei compilatori degli effetti benefici degli IAA con asini sui loro utenti accompagnata dal fatto che gli

Tariffario

fisso (€/ora) minimo massimo media mediana

deviazione standard singolo 27 80 41,0 35,0 17,7 gruppi 6 35 20,0 19,0 12,8 43% 38% 19%

Tariffe singoli

nessun tariffario fisso tariffario fisso

IAA compresi tra i vari servizi offerti agli utenti 62% 19% 19%

Tariffe gruppi

nessun tariffario fisso tariffario fisso

IAA compresi tra i vari servizi offerti agli utenti

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asini risultino dei facilitatori delle relazioni interpersonali aiutando di fatto l’interazione tra l’operatore e l’utente. In maniera minore, ma comunque con una certa frequenza vengono indicati: i legami che si creano tra utenti ed asini, la disponibilità di questa specie per le proprie caratteristiche comportamentali nei confronti di ogni categoria di persona indipendentemente dal suo handicap o svantaggio e la capacità di questo genere di attività di rendere partecipi anche utenti solitamente passivi. Da non sottovalutare anche risposte emerse con meno frequenza come la percezione di un effetto benefico degli IAA anche sugli operatori e l’opportunità di diversificazione che forniscono per realtà di piccole dimensioni.

Tabella 10: punti di forza degli IAA con asini (fonte: CRN IAA).

Punti di forza Totale

benefici evidenti degli IAA con asini sugli utenti 10

facilitazione delle relazioni 10

legame che si crea tra l'asino e l'utente 5

disponibilità dell'asino verso ogni categoria di persona 4

coinvolgimento anche di utenti solitamente passivi e non interessati alle altre attività 3

benefici degli IAA con asini sugli operatori 2

collaborazione tra professionalità diverse 2

contesto rurale 2

l'ansino stimola e motiva le persone al miglioramento 2

opportunità di diversificazione per realtà piccole 2

settore innovativo e stimolante per gli operatori 2

contesto percepito come non giudicante, più sicuro e meno potenzialmente ambiguo rispetto a

quello dell'interazione con altri esseri umani 1

creazione di reti con realtà del territorio 1

efficace associazione con terapia occupazionale 1

flessibilità di orario 1

grande valore anche delle semplici AAA 1

promozione della fiducia in se stessi, dell’automonitoraggio e del controllo degli impulsi 1

raggiungimento di risultati inaspettati 1

regolamentazione del settore data dalle linee guida 1

versatilità dell'asino 1

Passando ai punti di debolezza si ha una maggiore variabilità ma si riconduce spesso a fattori economici. Alcuni dei compilatori non ne hanno indicato nessuno (19%) mentre altri lamentano una scarsa considerazione degli IAA da parte delle istituzioni, fattore che si può collegare ad un altro dei punti di debolezza maggiormente citati come la scarsa conoscenza del settore degli IAA in generale da parte sia delle persone comuni sia di chi si occupa di persone svantaggiate. Altra debolezza percepita da più di un operatore è la scarsa redditività, collegabile all’incertezza economica di poter svolgere tali attività nel futuro e alla difficile definizione di un tariffario visto che il servizio fornito

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non viene in alcuni casi percepito correttamente dagli esterni e non si considerano le professionalità e gli investimenti necessari per realizzare IAA.

Tabella 11: punti di debolezza degli IAA con asini (fonte: CRN IAA).

Punti di debolezza Totale

Nessuno 4

poca considerazione da parte delle istituzioni 4

scarsa conoscenza del settore 4

bassa redditività 3

difficile definizione di un tariffario 3

mancanza di polizze assicurative specifiche 2

mancanza professionisti con competenze 2

sostenibilità economica incerta 2

burocrazia non preparata a queste attività innovative e leggi poco aggiornate dal punto di vista

fiscale 1

carenza di veterinari specializzati in asini 1

concorrenza sleale di chi non segue le linee guida 1

costi della formazione 1

difficoltà iniziali nel mettere in piedi l'attività 1

inadeguato riconoscimento economico del servizio reso 1

linee guida troppo stringenti 1

mancanza di un modo di scambiarsi le esperienze tra le varie realtà 1 non poter concorrere per fondi dedicati all'agricoltura sociale se si effettuano esclusivamente IAA non associati ad attività agricola pur operando con animali da produzione in un contesto rurale 1 supporto economico da parte delle istituzioni ingiustamente assente 1

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5. DISCUSSIONI

Come già premesso nel capitolo precedente sono state escluse dall’analisi le sezioni dei dati personali dei compilatori perché non rilevanti per il lavoro di tesi, ma solamente utili in fase di somministrazione per verificare la corrispondenza con i database utilizzati per ricercare le realtà.

Per quanto riguarda la parte dedicata alla gestione degli asini è emerso un quadro di rispetto delle caratteristiche di benessere degli animali con tutte le gestioni conformi al protocollo AWIN (Minero et al., 2015) e non avrebbe avuto rilevanza ai fini degli obiettivi del lavoro di tesi distinguere le minime differenze emerse. L’esclusione di singole domande è stata infine determinata dalla loro incompletezza o scarsa precisione delle risposte che le ha rese inutilizzabili ai fini dell’analisi statistica. Le informazioni sono state comunque reperite con altre domande.

A conferma di quanto emerso dai dati raccolti attraverso il censimento volontario del CRN IAA (De Santis et al., in press), le realtà che erogano Interventi Assistiti con gli asini in Regione Veneto sono abbastanza diffuse e gli asini coinvolti in IAA rispetto all’insieme degli animali stabulati in queste strutture sono prevalenti. Viste le caratteristiche degli IAA e il target di utenza a cui sono generalmente diretti gli IAA, la maggioranza delle strutture è no-profit e la principale forma giuridica è la cooperativa sociale, come prevedibile considerandone le caratteristiche (ovvero perseguire l’interesse della comunità e promuovere l’integrazione sociali dei cittadini tramite: per le A gestione dei servizi socio-sanitari, formativi e di educazione permanente; per le B svolgimento di attività diverse al fine dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate) (Repubblica Italiana, 1991); ciò accomuna questi progetti di IAA con quelli di Agricoltura Sociale (Di Iacovo, 2008). In generale il no profit è in crescita costante nel nostro paese (il numero di istituzioni aumenta di circa il 2% annuo) anche se dall’ultimo censimento le cooperative sociali risultano in leggero calo rispetto agli anni precedenti, restano comunque la terza forma giuridica più diffusa e la prima per numero di dipendenti (il 53% dei dipendenti del no profit è impiegato in una cooperativa sociale, con una media di 27,5 dipendenti l’una (ISTAT, 2018).

Molto rilevante, ma non scontata, la forte presenza nel profit delle aziende agricole (che con 6 su 8 rispondenti rappresentano il 75%) fatto che dimostra come gli IAA siano considerati una forma di diversificazione aziendale; come si vede esplicitamente tra i motivi di inizio attività.

La distribuzione nel tempo dell’inizio degli IAA è molto varia, compatibilmente anche alle motivazioni di inizio che sono sempre molto personali e non apparentemente collegate a fattori esterni, come ad esempio dei finanziamenti specifici per IAA. Nessuna delle realtà intervistate ne ha infatti ricevuti. Questo fatto evidenzia la forte spinta personale degli operatori.

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La pratica più diffusa negli IAA esaminati è quella che richiama l’utilizzo di più specie; le prevalenti sono cane e cavallo (coerentemente con quanto emerso dal sopracitato censimento volontario), spesso per avere modo di strutturare progetti adattando la scelta della specie animale da coinvolgere alle caratteristiche dell’utente e agli obiettivi che il progetto si prefigge. L’asino infatti con il suo comportamento e il suo aspetto, descritti nel Capitolo 1.3, pur essendo molto versatile può non essere sempre la scelta migliore. Inoltre tutte le realtà effettuano AAA per le quali le Linee Guida permettono il coinvolgimento di qualunque specie domestica quindi spesso vengono scelti individui di altre specie, anche da reddito, con un comportamento adeguato.

Analizzando i contratti del personale coinvolto negli IAA vediamo come la maggior parte delle strutture, 71%, impieghino i titolari/proprietari della realtà che quindi sono la colonna portante sia degli Interventi Assistiti che delle altre attività e che fanno sì che insieme ai dipendenti a tempo determinato e indeterminato ci sia una maggior diffusione di personale stabilizzato. Il 40% del personale restante, quello non strutturato, comprende molti liberi professionisti e contratti di prestazione occasionale (che sono utili quando servono professionisti specifici per particolari tipi di utenza o di intervento) e i volontari che sono quasi sempre indicati come figure di supporto nella gestione logistica degli IAA specialmente quando si tratta di gruppi, ad esempio per spostare gli animali o guidare gli utenti stessi nei luoghi adibiti agli IAA.

Attraverso il questionario si è cercato di mettere in luce anche il ruolo che il medico veterinario riveste in queste realtà. Le Linee Guida prevedono infatti che gli IAA siano erogati da un’équipe multidisciplinare che include in ogni caso un medico veterinario esperto in IAA responsabile sia della scelta della specie animale più idonea alla realizzazione del progetto, sia del/degli animali in possesso dei requisiti sanitari e comportamentali adeguati. Inoltre il medico veterinario è colui che definisce il monitoraggio sanitario e comportamentale a cui gli animali coinvolti devono essere sottoposti a garanzia della sicurezza dell’utenza. Dalla survey emerge come esista una carenza da questo punto di vista in quanto è molto comune affidarsi a medici veterinari che non sono in possesso di specifica formazione per gli IAA e questo punto viene giustificato con la difficoltà a reperire sul territorio veterinari esperti in IAA con competenze specifiche sulla specie asino.

Per la sezione riguardante i setting il fatto che siano nominate frequentemente aree aperte ci conferma come in questo genere di attività ci sia un forte legame con il contesto rurale come è evidente nello schema di Elsey et al. (Elsey et al., 2014) riportato nel Capitolo 1.1.2 (Fig. 1). Invece la presenza di aree coperte dedicate menzionate nel 38% dei casi indica la possibilità di erogare interventi con qualsiasi condizione climatica quindi una certa specializzazione.

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Da sottolineare il fatto che alcuni svolgono gli IAA nelle aree dove normalmente vivono gli animali, questo tipo di gestione dovrebbe essere evitata ai sensi del Capitolo 5 delle Linee Guida dove anche per i centri non specializzati in terapia ed educazione assistita, si suggerisce per quanto possibile di essere in possesso di un’area dedicata all’erogazione degli interventi di dimensione adeguata e possibilmente separata o separabile. Quanto la pratica di svolgere IAA nell’area di stabulazione impatti sul benessere degli animali non è noto.

Considerando invece i setting esterni alla realtà, le scuole sono il contesto più comune perché se si effettuano abitualmente AAA con classi di bambini risulta più comodo logisticamente spostare alcuni animali rispetto che le intere classi; stessa condizione quando si svolgono IAA con persone anziane o con altre realtà che ospitano disabili gravi. Comunque nel totale del tempo dedicato agli IAA fuori sede si nota che, tranne un’eccezione che effettua esclusivamente IAA con questa formula, la maggior parte delle realtà non li svolge. Delle 10 realtà che erogano IAA fuori sede 8 impiegano a tale modalità di gestione meno del 30% del tempo totale.

Soffermandoci sull’utenza è emersa una variabilità inaspettata sia delle categorie di utenti sia delle età coinvolte. Si passa dalle disabilità fisiche e/o motorie, alle patologie psichiche e croniche presenti con ogni fascia di età, inoltre è molto utilizzato anche per AAA con classi di bambini a sviluppo tipico. Tutto ciò dimostra come l’asino sia molto versatile come animale da IAA e possa essere adatto sia a bambini sia ad adulti che ad anziani, inoltre è adatto a sedute sia con singoli che con gruppi anche con più asini contemporaneamente.

Quindi partendo dalle caratteristiche dell’animale che lo rendono adatto ai diversi tipi di intervento gli operatori sono in grado, ognuno con la propria personalità e nel proprio contesto, di creare percorsi adeguati ad ogni tipo di utenza.

Per quanto riguarda la tipologia di Interventi Assistiti è importante evidenziare il divario tra la diffusione delle AAA rispetto alle EAA e alle TAA. Ciò è dovuto probabilmente alla minor complessità delle AAA che sono caratterizzate da un’équipe multidisciplinare con un minor numero di figure professionali. Inoltre spesso le professionalità necessarie per erogare Educazione e Terapia sono difficili da reperire sul territorio, l’organizzazione e progettazione dell’intervento comporta dei costi maggiori e ciò non viene compreso da chi usufruisce del servizio che di conseguenza non è disposto a remunerare adeguatamente gli operatori.

I richiedenti del servizio sono diversificati. Si nota tuttavia la mancanza di enti pubblici come ASL e comuni che richiedono il servizio in modo marginale rispetto a famiglie e associazioni. Questa mancanza di rete tra realtà che erogano IAA ed enti sanitari, socio-sanitari e comuni è infatti

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evidenziato come uno dei maggiori punti di debolezza. Di fatto gli IAA sono un movimento bottom

up che, innestato in una politica socio-sanitaria fondata sul concetto di community care in cui lo

stato agisce come ordinatore generale e non come gestore, permetterebbe di migliorare il servizio sanitario nazionale offrendo supporto in ambiti come quello socio-sanitario che attualmente non riescono a rispondere alle necessità dell’utenza in modo efficace. Come anche riportato in studi sull’agricoltura sociale le potenzialità del “privato sociale” nel contesto rurale sono molto elevate (Di Iacovo et al., 2014).

Approfondendo l’analisi degli aspetti economici emerge che, specialmente nel no profit, gli Interventi Assistiti sono spesso considerati come integrazione di altri servizi già presenti per gli utenti e quindi mancano di tariffe dedicate. Nella maggioranza dei casi, 10/13, costituiscono solo una piccola parte degli introiti della realtà anche perché non esistono finanziamenti pubblici dedicati a progetti di IAA. Fa eccezione, una realtà che eroga esclusivamente IAA, nata con questo scopo e strutturata come un centro specializzato ai sensi del Capitolo 5 delle Linee Guida, in grado di erogare oltre ad AAA anche TAA e EAA con diverse specie animale e con il coinvolgimento di professionisti del settore.

Per il profit invece vediamo come 2 realtà abbiano dichiarato di non ottenere nessun reddito una perché ha iniziato recentemente l’attività e quindi non ancora in grado di valutare l’impatto degli IAA sul bilancio complessivo, l’altra perché porta avanti gli IAA per sola passione personale.

Il 50% delle realtà profit, considerano gli IAA un’integrazione al reddito che incide sul bilancio per meno del 30%. Il resto del reddito deriva da agricoltura, allevamento e fattoria didattica, tutte attività coerenti con il fatto che la maggioranza di queste realtà siano aziende agricole.

Il costo del servizio di IAA viene inoltre difficilmente stabilito attraverso un tariffario. Escludendo chi comprende gli IAA in altri servizi presenti, le realtà nella maggior parte dei casi non fissano una tariffa oraria chiara in particolare quando gli interventi sono di gruppo.

Spesso i prezzi cambiano in base al tipo di utente e in base anche a quanto le persone possono e sono disposte a pagare. Gli operatori lamentano quale principale punti di debolezza il fatto che non venga riconosciuto il costo della gestione e della remunerazione delle professionalità necessarie all’erogazione degli interventi. Allo stesso tempo tuttavia la mancanza di tariffari fissi e la scarsa trasparenza del mercato possono potenzialmente incidere sulla fiducia dei fruitori e sulla loro disponibilità ad investire su questo tipo di interventi.

La sezione finale riguardante le impressioni sui punti di forza e quelli di debolezza ci da molti spunti di riflessione. Gli operatori del settore sottolineano la loro convinzione che gli IAA con asini siano evidentemente un beneficio, facilitino le relazioni e creino un legame forte e positivo con gli

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utenti; i pochi studi presenti sull’argomento confermano questa ipotesi (De Rose et al., 2011; Marianetti et al., 2013), anche se la necessità di approfondimenti sugli ambiti di intervento e sull’efficacia degli Interventi Assistiti con gli asini è imprescindibile per poterla sostenere scientificamente. Essa viene affermata anche nei manuali pratici citati in precedenza (ASL Brescia & Associazione Centro Natura Amica Onlus, 2010; Fondazione Iniziative zooprofilattiche e zootecniche - Brescia, 2010) ma anche in questo caso la solidità scientifica è scarsa.

Molte delle altre possibili risposte sono state menzionate solo marginalmente da pochissime realtà. Questo mette in luce l’esistenza di punti di vista eterogenei sugli IAA: ogni contesto ha proprie caratteristiche peculiari attraverso cui gli IAA possono essere valorizzati.

Per i punti di debolezza vi è molta meno variabilità ed è possibile notare come spesso diverse affermazioni siano punti di vista diversi dello stesso problema. Il prevalente è la scarsa conoscenza del settore, specialmente da parte delle istituzioni. Le conseguenze sono a) mancanza di finanziamenti; b) assenza di una rete con il SSN che permetta una presa in carico integrata del paziente e quindi difficoltà nel reperire gli utenti del servizio; c) difficoltà ad avviare l’attività a causa di un sistema burocratico ancora impreparato; d) l’assenza di polizze assicurative specifiche.

Indicativo e correlabile alla poco diffusa conoscenza dell’ambito anche il fatto che gli IAA non abbiano fondi specifici stanziati e nonostante si svolgano in un contesto rurale e in alcuni casi propriamente agricolo non sia possibile accedere direttamente ai fondi per l’Agricoltura Sociale, la quale per legge può essere praticata esclusivamente da imprenditori agricoli o da cooperative sociali riconosciute dalle Regioni come operanti in tale ambito; quindi nonostante i fini perseguiti spesso siano comuni con gli Interventi Assistiti i percorsi seguiti dagli operatori sono diversi perché le normative di queste due attività non prevedono esplicitamente una loro possibile integrazione reciproca, come già esplicitato nel capitolo introduttivo, creando così un ostacolo puramente burocratico.

Altro macro aspetto la scarsa redditività o comunque l’incertezza economica nel settore degli IAA correlata alla difficoltà di definire un tariffario e all’inadeguato riconoscimento economico del servizio reso. Ciò era emerso anche da altri operatori degli IAA non solo da coloro che erogano Interventi Assistiti con asini (Ministero della Salute, 2015b).

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6. CONCLUSIONI

Il lavoro svolto ci ha fornito informazioni molto precise sulle strutture coinvolte nell’erogazione degli Interventi Assistiti con asini, utili ad inquadrare lo stato dell’arte di questo settore molto diffuso ma poco conosciuto.

La metodologia utilizzata è risultata adatta allo scopo, anche se è necessario precisare che il questionario è risultato lungo e al momento dell’analisi alcune domande si sono rivelate non necessarie per ottenere e confrontare le informazioni richieste. Di conseguenza, per ampliare l’indagine a livello nazionale sarebbe necessario pensare a una versione più snella del questionario.

Da precisare tuttavia che, in un futuro prossimo, l’utilizzazione di una tale metodologia sarà probabilmente più semplice, visto che l’individuazione degli operatori del settore ai quali sottoporre il questionario sarà molto più facile perché ci si potrà avvalere del portale DigItal Pet, che al momento della ricerca qui riportata presentava ancora un database incompleto.

Come ci si aspettava il quadro degli Interventi Assistiti con asini emerso è ad oggi molto variegato; infatti possono esservi coinvolte varie tipologie di strutture, dalle cooperative sociale alle aziende agricole, ognuna con una propria attività operativa. Imprescindibile è solamente il contesto rurale che è parte integrante dell’intervento stesso, confermando quindi la forte affinità tra IAA e Agricoltura Sociale.

Le realtà eroganti Interventi Assistiti con asini spesso si reggono su coloro che le hanno create e ne sono i conduttori, affiancandosi quando necessario a professionisti di altre estrazioni, ma sono diffusi anche i casi di realtà consolidate con personale stabilizzato che hanno deciso di integrare le proprie attività con gli IAA.

Abbiamo appurato che gli asini sono spesso presenti nelle varie strutture insieme ad altri animali da IAA per dare maggior variabilità all’offerta del servizio. In ogni caso l’asino si è rivelato un animale estremamente versatile, impiegabile in questo ambito con nessuna restrizione di categoria di età o patologia degli utenti ed in grado di lavorare sia nell’ambiente familiare sia in luoghi esterni, sia in gruppo che da solo.

Il lavoro ha evidenziato inoltre come l’AAA sia la forma prediletta, sia perché la più semplice da

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