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Modelli organizzativi e sistemi di supporto negli Interventi Assistiti con Animali: gestione e sostenibilità di realtà con asini in Veneto

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Academic year: 2021

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UNIVERSITA' DI PISA

DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE

Corso di Laurea Magistrale in

SCIENZE E TECNOLOGIE DELLE PRODUZIONI ANIMALI

TESI DI LAUREA

Modelli organizzativi e sistemi di supporto negli Interventi Assistiti

con Animali: gestione e sostenibilità di realtà con asini in Veneto

Candidato: Relatore:

Morgana Galardi Dott.ssa Roberta Moruzzo

Correlatore:

Dott.ssa Laura Contalbrigo

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INDICE

ABSTRACT ... 3

INDICE FIGURE ... 4

INDICE TABELLE ... 5

1. INTRODUZIONE ... 6

1.1 Gli Interventi Assistiti con Animali (IAA): storia e situazione internazionale ... 6

1.1.1 Storia ... 6

1.1.2 IAA e Care Farming ... 7

1.1.3 One Health e One Welfare negli IAA ... 10

1.1.4 Situazione internazionale IAA ... 12

1.2 Gli IAA in Italia ... 17

1.2.1 Linee Guida per gli IAA: l’Accordo Stato-Regioni ... 17

1.2.2 Il Centro di Referenza Nazionale ... 23

1.2.3 Il DigItal Pet ... 24

1.3 Gli Asini negli IAA ... 26

2. OBIETTIVI ... 30

3. METODOLOGIA ... 31

3.1 Strutturazione del questionario ... 31

3.2 Campionamento ... 32

3.3 Modalità di somministrazione... 34

3.4 Analisi statistica ... 34

4. RISULTATI ... 35

4.1 Sezione “anagrafica realtà” ... 35

4.2 Sezione “attività di IAA” ... 36

4.3 Sezione “animali” ... 37

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2

4.5 Sezione “setting IAA con asini” ... 40

4.6 Sezione “utenti IAA” ... 42

4.7 Sezione “interventi” ... 43

4.8 Sezione “aspetti economici IAA” ... 44

4.9 Sezione “impressioni” ... 46

5. DISCUSSIONI ... 49

6. CONCLUSIONI ... 54

BIBLIOGRAFIA ... 54

SITOGRAFIA ... 62

APPENDICE ... 62

1.

Questionario ... 63

2.

Linee Guida ... 75

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3

ABSTRACT

Gli Interventi Assistiti con gli Animali comprendono una vasta gamma di progetti con finalità terapeutiche, educative o ludico-ricreative volti a migliorare la salute e il benessere delle persone attraverso il coinvolgimento di animali domestici e con un approccio multidisciplinare. Questo fenomeno nato negli anni ‘60 negli Stati Uniti si è diffuso sempre più in Europa e anche in Italia tanto da determinare da parte delle istituzioni italiane la necessità di regolamentare il settore attraverso un Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano sul documento recante “Linee Guida nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA)” siglato il 25 marzo del 2015.

Il presente lavoro di tesi prende spunto dalle Linee Guida per gli IAA e dalla loro applicazione sul territorio e si focalizza sui modelli organizzativi e gestionali delle realtà che erogano Interventi Assistiti con gli asini in Regione Veneto. La specie asino è una delle 5 specie che le Linee Guida stabiliscono poter essere coinvolta in tutte e tre le tipologie di IAA (terapia, educazione e attività), si tratta di un animale storicamente presente a fianco dell’uomo e nelle aziende agricole che ha trovato in Italia, nell’ultimo decennio, una nuova collocazione e valorizzazione nel settore degli IAA. Le informazioni sulle realtà che erogano Interventi Assistiti con asini sono ad oggi poche e frammentarie, derivanti soprattutto dalle relazioni dirette del Centro di Referenza Nazionale per gli Interventi Assistiti con gli Animali (CRN IAA) con gli operatori del territorio. Al fine di migliorare e oggettivare la conoscenza del settore da parte degli interlocutori istituzionali il CRN IAA ha supportato l’elaborazione della survey che è stata somministrata con la modalità CATI (Computer

Assisted Telephone Interviewing).

Lo studio in quanto pilota è stato svolto esclusivamente in Regione Veneto e ha fornito un quadro interessante dello stato dell’arte degli IAA con asini (e non solo) tale da poter affermare che lo strumento del questionario, opportunamente ottimizzato, possa essere reimpiegato per comprendere la gestione e la sostenibilità di realtà eroganti Interventi Assistiti con asini in tutto il territorio nazionale.

I dati raccolti hanno messo in luce le caratteristiche organizzative principali delle realtà che erogano Interventi Assistiti con asini in Veneto, offrendo alcuni importanti spunti di riflessione per le istituzioni.

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INDICE FIGURE

Figura 1: tutte le sfaccettature della Green Care ... 9

Figura 2: la dimensione sociale delle imprese agricole ... 10

Figura 3: indice dei capitoli delle Linee Guida ... 18

Figura 4: punti chiave della formazione delle diverse categorie di operatori ... 21

Figura 5: punti chiave della formazione delle diverse categorie di operatori ... 21

Figura 6: elenco delle regioni con annessi pdf sempre aggiornati dei recepimenti delle Linee

Guida ... 23

Figura 7: homepage del DigItal Pet ... 25

Figura 8: prima pagina del questionario ... 31

Figura 9: forme giuridiche realtà ... 36

Figura 10: anno di inizio attività di IAA ... 37

Figura 11: asini totali per realtà... 37

Figura 12: specie coinvolte negli IAA e dettaglio della frequenza delle altre specie

coinvolte………..38

Figura 13: percentuale di personale stabilizzato nelle diverse realtà ... 39

Figura 14: il medico veterinario e gli IAA. ... 40

Figura 15: frequenza dei setting per tipo ... 41

Figura 16: tempo impiegato in IAA fuori dalla sede della realtà ... 42

Figura 17: enti o persone che richiedono gli IAA per l’utente ... 44

Figura 18: fascia di remunerazione media per gli IAA nel bilancio complessivo ... 45

Figura 19: principali fonti di reddito della realtà ... 45

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INDICE TABELLE

Tabella 1: distribuzione per provincia dei contatti effettuati e delle risposte ottenute. ... 33

Tabella 2: numero di asini totali e da IAA delle realtà intervistate per provincia ... 35

Tabella 3: motivi inizio IAA ... 36

Tabella 4: asini totali per realtà ... 37

Tabella 5: inquadramento del personale addetto agli IAA ... 39

Tabella 6: combinazione dei setting per gli IAA con asini ... 41

Tabella 7: sedi alternative alla realtà ... 42

Tabella 8: periodi di svolgimento degli IAA ... 43

Tabella 9: media tariffari fissi ... 46

Tabella 10: punti di forza degli IAA con asini ... 47

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1. INTRODUZIONE

1.1 Gli Interventi Assistiti con Animali (IAA): storia e situazione internazionale

1.1.1 Storia

Tralasciando il fatto che il rapporto tra uomo e animali è sempre esistito e che lo si può riscontrare anche in reperti archeologici, testi religiosi e opere d’arte, il primo approccio riconducibile agli IAA risale agli inizi del 1800 quando il quacchero, Samuel Tuke, investì il suo tempo e il suo denaro per un progetto in un ospedale per pazienti con disagi mentali. Egli non solo fece sì che i pazienti venissero trattati in maniera più umana, ma propose anche una sorta di terapia occupazionale prevedendo che questi curassero piante e animali da cortile. Tuke descrisse l’esperienza del rapporto tra pazienti ed animali come benefica per i loro rapporti sociali. Ulteriori testimonianze risalgono al 1860, presso il Bethlem Hospital in Inghilterra dove diverse specie animali furono introdotte per migliorare le condizioni di vita dei pazienti.

Il primo vero approccio scientifico al rapporto uomo animale però si ha negli anni sessanta del 1900 quando lo psichiatra infantile Boris Levinson pubblicò sotto forma di libri e articoli scientifici le sue esperienze con animali domestici come co-terapeuti per facilitare la comunicazione con i suoi giovani pazienti e sottolineando come i bambini li percepissero come parte del nucleo familiare e riuscissero facilmente ad indentificarsi con essi. Inoltre, secondo Levinson, avendo gli animali un ruolo molto importante nell’evoluzione umana sono anche parte integrante del benessere psicologico della nostra specie.

Da allora e nei decenni successivi fino ai nostri giorni si sono moltiplicati gli studi scientifici per indagare gli effetti benefici sulla salute del rapporto uomo-animale, principalmente per mano di Erika Friedmann che ha dato una spinta fondamentale a questo genere di ricerca (Friedmann, Honori Katcher, Lynch, & Thomas, 1980; Friedmann, Katcher, Thomas, Lynch, & Messent, 1983; Friedmann & Son, 2009; Friedmann & Thomas, 1995). L’argomento resta ad oggi controverso e dibattuto, spesso sostenuto solo su esperienze soggettive basate sulla convinzione che la relazione uomo-animale contribuisca al benessere delle persone.

La questione è estremamente complessa e presenta molteplici sfaccettature che rendono difficile un rigido approccio scientifico. Resta comunque il fatto che la relazione uomo-animale è vista dal grande pubblico con un’accezione positiva e che alcune ricerche hanno dimostrato scientificamente, in più frangenti, alcuni benefici reali apportati dagli animali agli esseri umani come ad esempio la diminuzione della pressione arteriosa e del cortisolo plasmatico o la funzione di facilitatore sociale.

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Il settore degli IAA manca tuttavia ancora di un corpo di rigorosa letteratura scientifica che permetta di dimostrare attraverso la evidence based medicine l’efficacia di questa co-terapia. La standardizzazione delle modalità operative, la loro codifica, l’individuazione delle specie più idonee per ogni tipologia di paziente e di Intervento, il monitoraggio degli Interventi sono ancora lontani dall’essere definiti in modo preciso nell’ambito degli IAA (Berry, 2013; Fine, 2010; Macauley, 2006).

1.1.2 IAA e Care Farming

Prima di affrontare questo paragrafo è necessario premettere che le attività che utilizzano le risorse dell’agricoltura, piante e animali con il fine di promuovere il benessere sociale spesso confluiscono sotto l’etichetta di Agricoltura Sociale, questo termine non trova in Europa un riscontro uniforme e condiviso, poiché sono molti i termini usati per indicare tali attività, tra cui

Farming for Health (agricoltura per la salute), Green Care o Green Therapies (terapie verdi), Social Farming e Care Farming (agricoltura sociale), il termine Social Farming, è un termine che può essere

usato in modo intercambiabile con gli altri, che tuttavia presentano diverse sfumature. Di conseguenza sarebbe necessario per il futuro sviluppo del settore in Europa arrivare ad una visione ed una terminologia condivisa (Di Iacovo, 2006).

Qui utilizzeremo il termine Care Farming inteso come lo svolgersi di attività in imprese agricole e in un ambiente rurale con il fine di promuovere la salute mentale e fisica (B. Berget et al., 2010).

Focalizzandoci sugli IAA, essi, ad oggi, sono riconducibili ad una vasta gamma di attività che vengono svolte con gli animali in setting molto diversi (dall’abitazione privata, alla scuola, alla struttura sanitaria) con target di utenza altrettanto variegati. Un contesto particolare nel quale gli IAA trovano spazio sono le aziende agro-zootecniche, dove vengono svolti con fini sociali ed inclusivi.

Per quanto riguarda questa ultima categoria recentemente è stata riscoperta nell’ambito dell’Agricoltura Sociale (Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, 2015) e della Farm

Therapy con una vasta gamma di possibili utenti, le cui necessità spaziano da semplici AAA fino a

vere e proprie TAA. Si considera Farm Therapy ogni attività che comporta un rapporto con piante o animali dove, in particolare, il rapporto con l’animale non è visto solo come cofattore terapeutico, ma anche come un vero e proprio oggetto di lavoro e una possibile fonte di reddito. In questo caso la totalità o parti dell’impresa sono utilizzati per fornire salute, servizi sociali o educativi attraverso un programma strutturato e monitorato di attività collegate all’impresa (Di Iacovo, 2008).

Alla luce di tali fatti nelle imprese si realizzano ad oggi sia IAA che terapia occupazionale mirata all’inclusione lavorativa di persone svantaggiate nelle ordinarie mansioni aziendali, ad esempio quelle riguardanti la cura degli animali. Presso le stesse aziende vengono strutturati anche percorsi di vera e propria Terapia Assistita con Animali dove vengono perseguiti dal professionista per ogni

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paziente specifici obiettivi terapeutici (Bente Berget et al., 2013; De Bruin, Ferwerda-van Zonneveld, Elings, & Hassink, 2013).

Gli IAA realizzati con animali non strettamente da compagnia hanno un doppio vantaggio: la promozione della salute, dell’inclusione sociale e dell’educazione umana (le attività svolte fanno sì che l’utente si senta utile per la società collaborando alle normali attività dell’azienda), e la valorizzazione di normali imprese agricole e dell’ambiente rurale in una logica di co-produzione di valore economico e sociale (Di Iacovo, Moruzzo, Rossignoli, & Scarpellini, 2014).

In queste situazioni ci si collega all’Agricoltura Sociale, con questo termine si intendono quelle attività che hanno la finalità di migliorare il benessere e la salute degli esseri umani e potenziare le disponibilità e l’efficacia dei servizi alla persona tramite l’utilizzo di piante, animali o paesaggi rurali; gli Interventi Assistiti con Animali possono essere quindi uniti alla funzione di Farm Therapy.

Infatti, se l’impresa agricola ha anche animali da produzione questi possono essere coinvolti negli IAA strutturando appositi percorsi educativi e terapeutici supportati da professionisti tenendo presente che in Italia tutte le specie domestiche quindi anche quelle ad uso zootecnico possono essere coinvolte nelle Attività Assistite, mentre per la Terapia e l’Educazione Assistita sono coinvolgibili solo cinque specie di cui tre (cavallo, asino e coniglio) possono potenzialmente avere una duplice funzione ovvero essere utilizzati anche a fini zootecnici.

Quindi si può dire che l’Agricoltura Sociale tra le sue molteplici sfaccettature include sia gli IAA che il Care Farming, specialmente quando gli Interventi si svolgono in un contesto produttivo come quello di un’azienda zootecnica o agricola, che sia questa una comune attività produttiva che diversifica nell’ambito della multifunzionalità o un ambiente collegato in qualche modo ai servizi sanitari (come ad esempio un centro diurno per disabili o una casa di riposo).

Il paese in cui il legame tra IAA e questo tipo di realtà è più sviluppato è la Norvegia, dove da diversi anni si investigano i benefici degli IAA in ambiente zootecnico, con il coinvolgimento di animali tipicamente da produzione (Bente Berget & Braastad, 2011). A livello europeo non esiste attualmente una mappatura organica della realtà delle Care Farms e una codifica precisa e armonizzata dei servizi che esse offrono, né l’UE ha stabilito una pianificazione della sua politica di

Green Care. Lo studio condotto da Elsey (Elsey et al., 2014) riassume e schematizza le branche oggi

esistenti nelle Care Farm identificando IAA e Care Farming come servizi diversi, ma accumunati dalla caratteristica di essere basati sull’interazione uomo-animale utilizzata dai professionisti con finalità e modalità diverse (Fig. 1).

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Figura 1: tutte le sfaccettature della Green Care (fonte: (Elsey et al., 2014)).

Gli obiettivi della terapia occupazionale e della Terapia Assistita con Animali hanno la potenzialità di agire a livelli diversi per migliorare la qualità di vita dei pazienti in quello specifico ambiente come dimostrato dall’applicazione del LELQ Model1 che rileva l’azione degli IAA e della

terapia occupazionale sul contesto di vita del paziente (Wood, Fields, Rose, & McLure, 2017). Infine se si considerano le opportunità in ambito sociale e di educazione della multifunzionalità in agricoltura si ritrova un legame tra IAA e Fattorie Sociali (Contò, Fiore, & di Matteo, 2013). Nonostante la necessità di avvalersi di professionisti dell’ambito sanitario, anche la Terapia Assistita con Animali può collocarsi tra le offerte di servizi dell’impresa agricola offrendo un’ulteriore sfaccettatura della multifunzionalità insita nella Fattoria Sociale (Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, 2015).

Dalla Figura 2 si può notare come, nonostante nel testo venga sottolineato che per processi terapeuti sono necessari dei professionisti in ambito sanitario, si può comunque collocare questo tipo di offerta nel contesto dell’impresa agricola fornendo quindi un servizio che rientra nell’ambito della multifunzionalità.

1Il Lived Environment Life Quality Model è un modello specifico pensato per gli adulti affetti da demenza

residenti in strutture specializzate che prevede la terapia occupazionale strutturata sull’esperienza di vita del singolo paziente come mezzo per migliorargli la qualità della vita all’interno dell’istituto (Wood, Lampe, Logan, Metcalfe, & Hoesly, 2017).

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Figura 2: la dimensione sociale delle imprese agricole (fonte:(Contò et al., 2013)).

1.1.3 One Health e One Welfare negli IAA

Gli IAA, inoltre, sono legati a doppio filo al concetto di One Health. Sebbene non ve ne sia una definizione codificata, è largamente condivisa quella dell’American Veterinary Medical Association, secondo cui One Health è lo “sforzo congiunto di più discipline professionali che operano, a livello locale, nazionale e globale, per il raggiungimento di una salute ottimale delle persone, degli animali e dell’ambiente” (American Veterinary Medical Association (AVMA), 2008, pag. 13). Tale concetto ha iniziato ad affermarsi in modo forte nei primi anni 2000, come dimostra ad esempio la creazione nel 2007 della piattaforma “One Health Initiative” (http://www.onehealthinitiative.com/) da parte di AMA e AVMA, ovvero le associazioni americane, rispettivamente, di medici e medici veterinari, con l’obiettivo di condividere informazioni e promuovere la collaborazione intersettoriale.

Con One Health si intende quindi una strategia a livello mondiale per promuovere l’interdisciplinarietà e la collaborazione tra professionisti in tutti gli aspetti che riguardano la salute di esseri umani, animali e ambiente. È un approccio focalizzato principalmente sugli aspetti sanitari e di malattie infettive trasmissibili tra uomo e animali, ma include anche elementi riguardanti il benessere animale e ambientale, l’epidemiologia e la salute pubblica (Zinsstag, Schelling, Waltner-Toews, Whittaker, & Tanner, 2015).

Più recentemente, si sta facendo strada il nuovo concetto di One Welfare, che estende (e in parte si sovrappone) quello di One Health, abbracciando più sfaccettature dell’interconnessione tra benessere animale e umano. One Welfare riconosce che il concetto di benessere è legato a quello di salute e i miglioramenti nel benessere animale sono di conseguenza legati a miglioramenti in quelli dell’uomo e dell’ambiente. Per progredire in questo senso è necessario adottare un approccio

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olistico, che tenga in considerazione non solo aspetti scientifici, ma anche etici, economici, religiosi, culturali e di politiche commerciali internazionali (Pinillos et al., 2016).

L’accento sulla multidisciplinarietà è ancora maggiore, tanto che è incoraggiato il coinvolgimento di nuovi ambiti di ricerca: dalla genetica alle scienze ecologiche, dalle neuroscienze alle scienze sociali, dall’economia alla pubblica amministrazione (Colonius & Earley, 2013). Tutto ciò ha diverse ricadute per la riduzione della violenza sugli animali e sulle persone appartenenti alle categorie più fragili, la diminuzione del disagio sociale che non di rado è collegato al maltrattamento di animali, il benessere degli animali negli allevamenti e la sicurezza alimentare (Pinillos et al., 2016).

Per quanto riguarda in particolare gli animali da compagnia, alcuni recenti lavori considerano l’impatto non solo sociale, ma anche economico della loro sempre maggiore presenza nella società. Essi infatti forniscono supporto emotivo e sociale, ed hanno un effetto positivo sullo sviluppo cognitivo ed emozionale dei loro proprietari (Friedmann & Son, 2009), ma portano anche benefici economici in termini di risparmio per i Servizi Sanitari Nazionali (Senior Italia FederAnziani, 2015; Takashima & Day, 2014).

La correlazione tra benessere degli animali, in particolare quelli da compagnia, e benessere dell’uomo è di particolare interesse per la relazione uomo-animale che è al centro degli IAA, come riconosciuto anche dalla International Association of Human-Animal Interaction Organizations (IAHAIO). Questa è un’organizzazione che lavora a livello globale al fine di diffondere ricerca, educazione ed informazione su tutto ciò che riguarda l’interazione uomo-animale, in particolare sugli IAA, e che negli ultimi anni ha anche cercato di portare chiarezza nella terminologia riguardante gli Interventi Assistiti a livello internazionale.

Per quanto riguarda i concetti di One Health e One Welfare, IAHAIO sottolinea il necessario approccio multidisciplinare agli Interventi Assistiti con Animali per poter ottenere dalla collaborazione tra i diversi professionisti e portatori di interesse, un ottimale salute di animali, uomo ed ambienti interessati. Infatti nella progettazione e realizzazione di questo tipo di interventi non si può pensare esclusivamente ai benefici che potrà trarne il paziente, ma è necessario considerare il benessere dell’animale coinvolto e trovare il giusto compromesso.

L’approccio interdisciplinare insito nei concetti di One Health e One Welfare è, secondo IAHAIO, la base per una strutturazione e pianificazione degli Interventi rigorosa ed atta a monitorare continuamente il benessere, la sicurezza e miglioramenti nella salute di tutte le parti coinvolte, quindi anzitutto il paziente/utente ma anche l’animale e gli operatori dell’équipe (IAHAIO, 2018).

Riprendendo il riferimento agli aspetti economici del rapporto uomo-animale da compagnia nella società contemporanea, è evidente che anche la portata economica degli IAA ha una certa rilevanza, soprattutto alla luce dell’indispensabile coinvolgimento di una équipe multidisciplinare. Ecco perché, oltre alla ricerca scientifica relativa alla loro efficacia, è necessario anche un

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approfondimento sulla loro fattibilità economica in generale (Grubbs, Artese, Schmitt, Cormier, & Panton, 2016; Stern, 2011).

1.1.4 Situazione internazionale IAA

Avere un quadro di quale sia lo stato dell’arte degli Interventi Assistiti con Animali a livello internazionale è tutt’altro che semplice. A differenza dell’agricoltura sociale e del Care Farming per i quali esistono raccolte di esperienze e pubblicazioni (J. Hassink & Dijk, 2006), non esiste niente del genere incentrato sugli IAA.

Le organizzazioni più importanti che a livello internazionale si occupano di creare e mantenere il network tra coloro che a vari livelli sono coinvolti nel settore degli Interventi Assistiti sono IAHAIO (http://iahaio.org/) e AAII (Animal Assisted Intervention International) (https://aai-int.org/). La prima raccoglie organizzazioni e enti pubblici e privati mentre AAII comprende i singoli operatori.

Nonostante lo sforzo di networking e condivisione di buone pratiche da parte di queste due importanti organizzazioni, esse non sono in grado di fornire un quadro esaustivo di ciò che avviene nei singoli paesi visto che l’adesione ad entrambe è su base volontaria.

Stati Uniti: Per quanto riguarda gli Stati Uniti possiamo dire che sono molto attivi in ambito di

IAA ed utilizzare come dimostrazione le storie delle due realtà maggiormente rappresentative e più organicamente costituite “Green Chimneys” e “Delta Society”.

Green Chimneys: interessante esperienza quella a New York dei Green Chimneys un’associazione che aiuta bambini e ragazzi con ogni genere di problema e difficoltà. È nata negli anni ‘40 come una scuola collocata in un ambiente agricolo (all’interno della struttura oltre alla scuola era presente un’azienda con bovine da latte) e si è successivamente evoluta prima a scuola specializzata per giovani con problematiche emotive e comportamentali fino ad un vero e proprio centro diurno e residenziale per questa categoria di utenti. Particolare il rapporto molto stretto mantenuto con gli animali che inizialmente erano solo parte del contesto agricolo e naturale della scuola, ma che con il tempo (anni ‘70) sono diventati parte delle attività e delle terapie portate avanti ogni giorno dall’associazione. Ciò è avvenuto per l’esperienza diretta degli operatori che si sono resi conto dei benefici apportati dal rapporto con gli animali ai giovani in difficoltà. Con il tempo l’attività si è strutturata attraverso la standardizzazione e il monitoraggio dei progetti educativi o terapeutici: infatti ogni risultato dell’interazione viene monitorato e registrato da chi si occupa della parte clinica. Per le semplici attività con gli animali ci si affida invece a personale formato, ma non specializzato e non vengono registrati gli esiti. Le attività dei Green Chimneys con gli animali sono molto varie e strutturate con attenzione per la composizione dello staff che fornisce terapie e che ha competenze multidisciplinari in ambito sia umano che animale. Viene data molta importanza

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alle caratteristiche individuali dell’utente: i nuovi arrivati sono sottoposti a visite mediche ed esami per verificare che non abbiano allergie nei confronti degli animali, inoltre sono intervistati per capire la loro percezione degli animali e come si relazionano ad essi. Infine viene sistematicamente richiesto loro il gradimento sui programmi nei quali vengono coinvolti. Oltre a ciò viene curata molto anche la selezione degli animali. L’associazione possiede strutture collocate in un contesto rurale, per loro è possibile detenere animali, sia da compagnia che da produzione e negli ultimi anni anche fauna selvatica recuperata, garantendo a tutti adeguate condizioni di stabulazione e gestione. Essendo i Green Chimneys un’organizzazione no profit ovviamente finanziano i loro programmi (inclusi quelli con animali) con i fondi raccolti e con le donazioni anche se in alcuni casi mettono tariffe su servizi specifici per poterne coprire le spese (ad esempio animali portati in visita in altre strutture o servizi di addestramento come quelli per i cani da assistenza), inoltre essendo una delle associazioni più riconosciute nel settore si distingue anche per una attenta gestione del rischio, con piani specifici per minimizzarli in ogni programma attuato e coperture assicurative per gli animali (Mallon, Ross, Klee, & Ross, 2010).

Delta Society: ora denominata Pet Partners, inizia le sue attività nel 1970 dalle idee di un gruppo di veterinari e psichiatri che dalle loro esperienze personali ritenevano gli animali benefici per la salute dei loro pazienti e dopo aver constatato che non esisteva letteratura in merito decisero di intraprendere loro stessi degli studi. Uno dei medici veterinari fondatori Leo K. Bustad è considerato uno dei primi ad aver introdotto il termine “human-animal bond” e l’allora Delta Society si è impegnata nel dimostrarne scientificamente l’importanza. Negli anni ‘90 fu avviato il programma

Pet Partners ovvero il primo corso standardizzato per Attività Assistite con Animali sia per volontari

che per professionisti in ambito sanitario e da allora continua la sua missione di informazione e formazione negli Stati Uniti (https://petpartners.org).

Francia: da quanto è stato possibile reperire è emerso che le prime esperienze in questo paese

risalgono agli anni ‘80 del 1900 quando il veterinario Ange Condoret studiò l’impatto degli animali domestici sui bambini, specialmente su quelli con ritardi nel linguaggio, in seguito uno psichiatra, il Dottor Subra, iniziò ad introdurre un cane nelle sue sedute. Da qui in poi nel tempo, grazie anche i risultati raggiuti dalla ricerca sul rapporto uomo animale in altri paesi (USA, Australia, Regno Unito, Canada), in Francia si è iniziato ad investigare questo campo e sono nate organizzazioni come “L’Association Française d’Information et de Recherche sur l’Animal de Compagnie” con lo scopo specifico di investigare gli effetti benefici degli animali da compagnia sui bambini e sulla vita nell’ambiente urbano, in modo da fare ricerca, informare ed educare. All’inizio degli anni 2000 nacque un’altra organizzazione il “Groupe de Recherche et d’Etude sur la Thérapie Facilitée par

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psicologi, ecc.) che ha portato alla pubblicazione di un libro da parte del leader del gruppo, il Dottor Didier Vernay neurologo presso il “Centre Hospitalier Universitaire de Clermont-Ferrand”, sui loro risultati. Nel 2008 sono arrivati alla costituzione di un ulteriore gruppo informale “Groupe d’Etudes

et de Recherche en Médiation Animale” che ha elaborato una serie di buone pratiche per cercare

di standardizzare le modalità operative tra le associazioni più grandi. Inoltre fu creato, sempre dal Dottor Didier Vernay, un corso di studi universitario in modo da offrire una formazione specifica sugli IAA e la relazione uomo-animale. Altro punto di rifermento in questo paese è la “Fondation

Adrienne et Pierre Sommer” fondata nel 1971 e che ad oggi è l’organizzazione no-profit più

importante in Francia. Si tratta di un’organizzazione privata e indipendente che sostiene lo sviluppo di pratiche basate sulle interazioni uomo-animale e negli anni ha contribuito attivamente a strutturare il settore, sviluppando un vocabolario e concetti condivisi da tutti gli attori e incentivando, anche economicamente, nuovi campi di ricerca e nuovi progetti (Kohler, 2011).

Regno Unito: Per quanto riguarda il Regno Unito sappiamo che fu sicuramente il luogo dove fu

effettuato il primo esperimento di interazione positiva tra uomo e animale con l’idea di Samuel Tuke di introdurre animali da cortile all’interno di una struttura residenziale per persone con disagi mentali (Serpell, 2010) e dove è nata nel 1990 la “International Society for Anthrozoology” (ISAZ) che promuove studi sull’interazione uomo animale, riunisce ricercatori sia a livello europeo che internazionale e negli anni si è affermato fino ad acquisire nel 2001 la rivista scientifica Anthrozoös (http://www.isaz.net/isaz/). Il primo presidente della ISAZ fu Erika Friedmann ovvero la ricercatrice che ha dimostrato in più occasioni che il rapporto con gli animali sia positivo per la salute degli esseri umani, aprendo molte strade agli IAA (Friedmann et al., 1980, 1983; Friedmann & Thomas, 1995). Quindi anche se non è propriamente chiara l’evoluzione delle esperienze di IAA sul territorio Inglese possiamo dire che in questo paese c’è una forte sensibilità a livello scientifico sul tema.

Austria: In generale l’Austria è molto attiva nella ricerca e nella sperimentazione di integrazione

tra imprese agricole ed agricoltura sociale, e molti progetti prevedono l’utilizzo di animali. In particolare è l’unico paese che utilizza gli animali da produzione per vere e proprie terapie con un approccio scientifico atto, nel prossimo futuro, a dimostrare l’efficacia di questi interventi in modo da vederli accettati al pari di quelli tradizionali. Tutto ciò con il supporto istituzionale del Ministero Federale dell’Agricoltura (Wiesinger, Neuhauser, & Putz, 2006). Per adesso in Austria il riconoscimento più importante in ambito di Interventi Assistiti con Animali da fattoria è dato dal Ministero dell’Agricoltura all’ÖKL (Österreichische Kuratorium für Landtechnik und

Landentwicklung) ovvero Consiglio Austriaco per Ingegneria Agraria e lo Sviluppo Rurale, all’interno

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sviluppo rurale. Il Ministero ha anche decretato che le varie province austriache contribuiscano per il 50% alle spese per le terapie in modo da supportare gli imprenditori, ma essendo un governo federale, le province possono svincolarsi dalle decisioni del governo centrale se non in grado di sostenerle economicamente, quindi solo la provincia di Salisburgo, ad oggi, si sta attenendo a questa norma (Bente Berget et al., 2013). Gli IAA sono strettamente legati ad altre discipline scientifiche affini come psicoterapia, psicologia, pedagogia, scienze infermieristiche, scienze sociali, antropologia, etologia, biologia, medicina e medicina veterinaria. Alla base vi è la relazione tra cliente, animale e terapista; infatti la formazione include: metodi con cui i clienti interagiscono con gli animali e comunicano attraverso e con gli animali, l’interazione guidata è uno degli obiettivi. I progetti sono definiti e strutturati basandosi su principi etici, riflessioni tecniche e valutazioni periodiche. L'etica degli Interventi Assistiti con Animali prevede la percezione degli animali in quanto esseri senzienti e una formazione specie-specifica. Il personale che lavorerà nelle aziende certificate da ÖKL deve seguire un corso di formazione che comprende ambito terapeutico, educativo o sociale di base e gestione degli animali. Alla fine di questo percorso verrà valutato dai responsabili dell’organizzazione. La garanzia della qualità è fornita proprio dalla certificazione di esseri umani, animali o strutture (http://www.oekl-tgi.at).

Paesi Bassi: in questa area d’Europa la ricerca in ambito di IAA è molto attiva ed è portata avanti

ad esempio dalla Facoltà di Psicologia della Open Universiteit di Heerlen come si vede dal loro programma di ricerca (Faculty of Psychology and Educational Sciences - Open Universiteit, 2014). Inoltre di questa organizzazione fa parte come Professore anche Marie Jose Enders-Slegers, molto attiva nell’ambito degli IAA, attuale presidente IAHAIO (http://iahaio.org/) e fondatrice nel 2009 di AAIZOO, fondazione no profit con lo scopo di sostenere e rafforzare gli Interventi Assistiti nei Paesi Bassi e creare uno standard di benessere per gli animali coinvolti (http://www.aaizoo.nl/).

Norvegia: in Norvegia si sono sviluppate principalmente fattorie sociali e si sono concentrati gli

studi sul coinvolgimento di animali da produzione negli Interventi Assistiti, infatti già nel 2010 erano presenti sul territorio norvegese ben 950 Care Farms con caratteristiche variabili sia per struttura dell’azienda sia per il tipo di utenti trattati, inoltre in questo paese è stato studiato come l’ambiente agricolo in sé e anche l’interazione con il proprietario dell’azienda fossero un beneficio per gli utenti (Bente Berget & Braastad, 2011), e come vi sia una percezione positiva da parte degli operatori del settore nei confronti degli IAA con animali da produzione all’interno delle aziende agricole (Bente Berget, Ekeberg, & Braastad, 2008). Inoltre è presente il NODAT “Norsk Organisasjon for

DyreAssistert Terapi” un’organizzazione che promuove la diffusione delle Terapie Assistite con

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IAHAIO (http://www.nodat.no/nodat). Inoltre è presente il “Norwegian Centre of Anthrozoology” (AZS) che opera in diverse aree dell’interazione uomo-animale e anche nell’ambito degli IAA assicurando che gli animali coinvolti siano adeguati e che gli operatori del settore abbiano adeguata esperienza e anche offrendo formazione specifica in collaborazione con la Norwegian University of

Life Sciences e addirittura corsi per chi è interessato ad intraprendere AAA con cani. Inoltre

collaborano con il Ministero della Salute del loro paese per implementare e fare informazione sulle TAA in varie istituzioni pubbliche (http://azs.no/hjem/english-2/).

Spagna: un’esperienza importante riguarda la “Fundación Affinity” creata da Purina nel 1987

inizialmente con lo scopo di promuovere campagne di adozione per cane e gatti abbandonati, ma che progressivamente ha incentrato i suoi interessi sul legame uomo e animali da compagnia e sul loro effetto benefico sulla salute fino a creare nel 1992 il primo programma di IAA nelle case di riposo. In seguito i programmi furono ampliati a prigioni, centri per la salute mentale, e sono state avviate vere e proprie collaborazioni con varie Università spagnole per formare dei professionisti delle Terapie Assistite con Animali (http://www.fundacion-affinity.org/). Secondo un articolo pubblicato nel 2015 in Spagna il settore degli IAA è in espansione dagli anni ‘90 quando hanno iniziato a svilupparsi varie iniziative di privati. Da quanto emerso dal questionario sottoposto a 57 realtà operanti nel settore degli IAA sono coinvolti nel paese più di 200 professionisti ed animali, di cui la maggior parte sono cani e cavalli, in vari ambiti dalla neuro-riabilitazione all’integrazione sociale (Martos-Montes, Ordóñez-Pérez, de la Fuente-Hidalgo, Martos-Luque, & García-Viedma, 2015). Per quanto riguarda la legge non esiste una normativa a livello nazionale per gli animali da IAA mentre ne esiste una per i cani guida per ciechi (Real Decreto 3250/1983, de 7 de diciembre; Orden de 18 de junio de 1985 sobre uso de perros guía para deficientes visuales BOE 27/06/1985) e a Valencia una regolamentazione locale sui cani da assistenza che comprende anche i cani da IAA

“LEY 12/2003, de 10 de abril, de la Generalitat, sobre Perros de Asistencia para Personas con Discapacidades” (Laucirica, 2007).

Germania: della Germania sappiamo che nel 1867 a Bethel, nella Germania Ovest, i pazienti

epilettici avevano animali da fattoria e cavalli nei loro piani di cura (Morrison, 2007); in Germania gli IAA sono diventati interessanti nell’ultimi decenni del 1900 quando sono stati per la prima volta inseriti animali negli istituti geriatrici, negli ospedali e nelle scuole e sono iniziati i primi studi scientifici sull’argomento, anche se solo pochi anni fa si sono sviluppate organizzazioni che si occupano seriamente dell’argomento informando e definendo adeguate metodologie e animali (Greiffenhagen & Buck-Werner, 2011). Oltre a ciò presso “Interdisciplinary Centre for Palliative

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sull’implementazione delle TAA in piani di cure palliative concludendo che le TAA possono essere una valida e praticabile aggiunta alle cure palliative interdisciplinari offerte all’interno degli ospedali (Schmitz, Beermann, MacKenzie, Fetz, & Schulz-Quach, 2017).

1.2 Gli IAA in Italia

In Italia la situazione è complessa perché con la regolamentazione attuata dall’Accordo Stato Regioni sulle Linee Guida Nazionali sugli IAA (Ministero della Salute, 2015a) e con la quasi contemporanea promulgazione della legge sull’Agricoltura Sociale (Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, 2015) non è avvenuto un dialogo tra le parti quindi le interazioni positive uomo - animale sono previste in entrambi i casi ma vengono considerate da punti di vista diversi.

Ad esempio nelle Linee Guida, che verranno trattate più approfonditamente nel paragrafo successivo, gli animali da reddito utilizzabili in tutte le categorie di IAA sono solo cavallo, asino e coniglio mentre le altre specie, che comunque sono comuni nelle aziende agricole e zootecniche, sono utilizzabili solo in Attività Assistite con Animali.

Considerando che per svariati aspetti gli intenti di base di Agricoltura Sociale e Interventi Assistiti con Animali si sovrappongono sarebbe auspicabile in un futuro prossimo un’implementazione e un’armonizzazione delle norme in modo che anche gli esisti di queste attività possano procedere di pari passo.

1.2.1 Linee Guida per gli IAA: l’Accordo Stato-Regioni

In Italia le Linee Guida Nazionali sugli IAA (vedi allegato 2) sono state approvate il 25 marzo 2015 con l’accordo tra Stato, Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano. Questo tipo di regolamentazione, portata avanti dalle istituzioni nazionali, risulta essere unica al mondo e scaturisce da una lunga serie di proposte di legge e documenti ufficiali (quali la Carta di Modena o le opinioni del Comitato Italiano di Bioetica sull’argomento) il cui principio risale al 1997, con una proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati nella quale si sottolineava come che gli animali domestici apportassero effetti positivi alla salute dei pazienti (Simonato et al., 2018).

È necessario quindi trattare le Linee Guida (Fig. 3) per comprendere l’indirizzo che stanno prendendo gli IAA in Italia visto che, a seguito dei recepimenti regionali, tutti gli operatori del settore si stanno adeguando alla regolamentazione nazionale, garantendo in tal modo un servizio professionale e rispettoso del benessere di utenti ed animali coinvolti.

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Figura 3: indice dei capitoli delle Linee Guida (fonte: CRN IAA).

In primo luogo si chiarisce la terminologia da utilizzare quando si parla di IAA. Infatti è importante distinguere gli IAA nelle loro tre categorie fondamentali ed andare oltre al generico termine “Pet Therapy” utilizzato più o meno propriamente per molti anni. La classificazione consiste in:

 Terapia Assistita con Animali (TAA): viene definito un “intervento a valenza terapeutica finalizzato alla cura di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale, rivolto a soggetti con patologie fisiche, psichiche, sensoriali o plurime, di qualunque origine. L’intervento è personalizzato sul paziente e richiede apposita prescrizione medica” (Ministero della Salute, 2015, pag. 18).

 Educazione Assistita con Animali (EAA): viene definito un “intervento di tipo educativo che ha il fine di promuovere, attivare e sostenere le risorse e le potenzialità di crescita e progettualità individuale, di relazione ed inserimento sociale delle persone in difficoltà. L’intervento può essere anche di gruppo e promuove il benessere delle persone nei propri ambienti di vita, particolarmente all’interno delle istituzioni in cui l’individuo deve mettere in campo capacità di adattamento. L’EAA contribuisce a migliorare la qualità di vita della persona e a rinforzare l’autostima del soggetto coinvolto. Attraverso la mediazione degli animali domestici vengono attuati anche percorsi di rieducazione comportamentale. L’EAA trova quindi applicazioni in diverse situazioni quali, ad esempio: prolungata ospedalizzazione o ripetuti ricoveri in strutture sanitarie; difficoltà dell’ambito relazionale nell’infanzia e nell’adolescenza; disagio emozionale e psicoaffettivo; difficoltà comportamentali e di adattamento socio-ambientale; situazioni di istituzionalizzazione di vario tipo (istituti per anziani e per pazienti psichiatrici, residenze

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sanitarie assistenziali, comunità per minori, carceri, ecc.); condizioni di malattia e/o disabilità che prevedano un programma di assistenza domiciliare integrata” (Ministero della Salute, 2015, pag.18).

 Attività assistita con gli animali (AAA): “intervento con finalità di tipo ludico-ricreativo e di socializzazione attraverso il quale si promuove il miglioramento della qualità della vita e la corretta interazione uomo-animale. Non rientrano nelle AAA le attività sportivo-agonistiche con animali. Nelle AAA la relazione con l’animale costituisce fonte di conoscenza, di stimoli sensoriali ed emozionali; tali attività sono rivolte al singolo individuo o ad un gruppo di individui e promuovono nella comunità il valore dell’interazione uomo-animale al fine del reciproco benessere. Le AAA in alcuni casi sono propedeutiche alle TAA/EAA e sono finalizzate, tra l’altro a: sviluppare competenze attraverso la cura dell’animale; accrescere la disponibilità relazionale e comunicativa; stimolare la motivazione e la partecipazione” (Ministero della Salute, 2015, pag.19).

Inoltre all’interno delle Linee Guida vengono specificate le figure professionali che costituiscono l’équipe multidisciplinare necessaria alla realizzazione degli IAA. Le figure professionali cambiano secondo la categoria di intervento. Infatti imprescindibili sono il medico veterinario esperto in IAA, che ha il compito di valutare non solo la specie adatta al tipo di intervento e di utente ma anche l’individuo e di garantirne l’adeguatezza sanitaria e comportamentale, e il coadiutore dell’animale il quale ha la responsabilità dell’animale durante la seduta e deve essere formato adeguatamente per ogni specie con cui lavora. Quando si tratta di TAA ed EAA, devono essere coinvolte due ulteriori figure: il responsabile di progetto e il referente di intervento. Il primo ha il compito di definire obiettivi, modalità e valutare gli esiti del progetto, mentre il secondo viene incaricato direttamente dal responsabile di progetto e prende in carico la persona durante la seduta. La differenza tra queste figure nei progetti di TAA ed EAA sta nelle competenze professionali ovvero: il responsabile di progetto di TAA deve necessariamente essere un medico specialista o uno psicologo-psicoterapeuta e il referente di intervento deve essere una figura o dell’area sanitaria o delle professioni sanitarie; nell’EAA invece il responsabile deve essere un pedagogista, un educatore professionale, uno psicologo o uno psicologo-psicoterapeuta e il referente deve possedere un background in ambito socio sanitario, psicologico, educativo o documentata esperienza e competenza in relazione agli obiettivi stabiliti nel progetto. Per le AAA, invece, oltre al medico veterinario e al coadiutore è presente solo un’ulteriore figura, ossia il responsabile di Attività, il quale deve possedere esperienza e competenza in relazione agli obiettivi dell’attività che egli stesso coordina e organizza.

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Dalle Linee Guida si evince che in Italia per gli IAA si predilige l’approccio a diamante, descritto per la prima volta da Brooks nel 2006. Secondo questo modello, il professionista in carico dell’utente (sia esso un medico, uno psicologo o un educatore) lavora in partnership con il coadiutore dell’animale e da entrambe le parti vi è fiducia e collaborazione al fine di raggiungere gli obiettivi definiti per il paziente/utente. In questo modo si vuole garantire maggiore sicurezza del

setting e benessere di tutte le parti in campo. Il modello a diamante si differenzia dal modello

triangolare, in cui il professionista lavora solamente con il paziente e l’animale senza l’aiuto di un coadiutore, assumendo quindi ruolo e responsabilità di entrambi. Secondo Brooks, tale approccio è possibile solo in contesti dove l’interazione con l’animale è limitata per evitare complicazioni indesiderate, come un eccessivo stress dell’animale stesso che senza la supervisione del coadiutore possa passare inosservato (Fredrickson-MacNamara & Butler, 2010).

All'interno delle linee guida si affrontano anche i requisiti delle strutture dividendole in due macro categorie: centri specializzati per TAA ed EAA e centri non specializzati. Questi ultimi hanno obblighi generici relativi alla sicurezza degli utenti durante l’attività; se però all’interno della struttura vi sono animali residenziali è necessario che i loro ricoveri rispettino gli stessi obblighi dei centri specializzati. Per quanto riguarda i centri specializzati, gli obblighi sono molteplici, non solo riguardanti gli animali, ma anche le strutture e le procedure gestionali; le Linee Guida però non stabiliscono prescrizioni specifiche, ma rimandano la responsabilità alle autorità sanitarie territorialmente competenti che devono valutare i centri che ne fanno richiesta e rilasciare un nulla osta. Nonostante il recepimento da parte delle regioni delle linee guida, non tutte hanno implementato adeguatamente il riconoscimento delle strutture con delibere attuative. Solo alcune regioni come Sicilia e Lombardia hanno fornito specifiche per le strutture dei centri eroganti IAA (Regione Lombardia, 2018; Regione Sicilia, 2018).

Le linee guida stabiliscono la necessità per gli operatori del settore di essere inseriti in un apposito registro gestito dalle autorità regionali. Il Ministero della Salute e il Centro di Referenza Nazionale per gli Interventi Assistiti con Animali CRN IAA hanno messo a disposizione delle autorità regionali una piattaforma informatica chiamata DigItal Pet che accoglie i registri degli operatori che hanno completato il percorso formativo previsto al capitolo 9 (Fig. 4 e 5) ottenendo l’attestato di idoneità, di questa piattaforma affronteremo i dettagli nei paragrafi successivi.

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Figura 4: punti chiave della formazione delle diverse categorie di operatori (fonte: CRN IAA).

Figura 5: punti chiave della formazione delle diverse categorie di operatori (fonte: CRN IAA).

Le Linee Guida prevedono inoltre un capitolo sulle modalità operative, ovvero vengono date indicazioni su come progettare, monitorare e valutare l’efficacia delle diverse categorie di IAA. Si distingue la progettazione per terapie, educazione e attività nell’ultimo caso la questione è molto semplice perché il responsabile di attività da solo definisce un programma, individua eventuali membri dell’equipe, realizza e elabora una relazione dell’attività. Per l’ambito educativo invece si

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devono aggiungere i passaggi della valutazione della richiesta e dell’identificazione di un responsabile di progetto con le competenze adeguate e della famiglia dell’utente stesso prima della stesura di un progetto. Per la terapia infine si passa necessariamente dalla prescrizione medica e dal coinvolgimento delle figure sanitarie. Per quanto riguarda invece la valutazione dell’efficacia è necessario confrontare gli obiettivi con i risultati e cercare di utilizzare, quando possibile, metodi standardizzati e validati scientificamente.

Per quanto riguarda gli animali solo 5 specie vengono indicate nelle Linee Guida come idonee per progetti di TAA ed EAA: cane, gatto, asino, cavallo e coniglio; ma ulteriori specie possono essere valutate dal CRN IAA a e dal Ministero della Salute. Gli animali coinvolti in IAA devono appartenere alle specie domestiche, essere soggetti socialmente maturi e adeguatamente educati a svolgere questo tipo di attività. Non possono essere animali in estro, nella fase finale della gravidanza o in allattamento. Sono inoltre esclusi gli animali con anamnesi recente di maltrattamento o abbandono. Per essere ritenuti idonei il medico veterinario dell’équipe verifica che possiedano gli specifici requisiti sanitari e comportamentali necessari per la realizzazione dello specifico progetto. Inoltre il medico veterinario fornisce al coadiutore dell’animale prescrizioni per la sua gestione dentro e fuori dal setting e per il monitoraggio del suo benessere.

La parte più corposa delle Linee Guida riguarda la formazione che risulta imprescindibile e diversificata per le categorie di intervento e per gli operatori. Ne consegue che i corsi che possono essere tenuti da enti pubblici e privati riconosciuti dalle autorità regionali competenti debbano rispettare le Linee Guida per i contenuti formativi, la durata e la possibilità di accesso; infatti come precedentemente illustrato per alcune figure sono necessari titoli specifici e di conseguenza non è possibile per chi non ha una formazione adeguata frequentare, ad esempio, il corso di responsabile di progetto.

Le Linee Guida quindi disciplinano in maniera specifica gli Interventi Assistiti ma non sono un documento immutabile, anzi nell’accordo stesso è prevista la possibilità di proporre revisioni (Fig. 6) (Ministero della Salute, 2015a).

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Figura 6:elenco delle regioni con annessi pdf sempre aggiornati dei recepimenti delle Linee Guida (fonte: https://www.izsvenezie.it/temi/altri-temi/interventi-assistiti-con-gli-animali/normativa/).

Per quanto riguarda la Regione Veneto ha esplicitamente stabilito nella delibera di recepimento delle linee guida dell’11 marzo 2016 la necessità di istituire un albo regionale degli operatori del settore per tutelare utenti e animali, e decretato che la formazione in ambito di IAA possa essere erogata esclusivamente da enti di formazione iscritti nell’elenco regionale nell’ambito della Formazione Continua (Regione Veneto, 2002). Inoltre prevede che chi già era impiegato in progetti di “terapie complementari” nel rispetto della legge regionale del 3 gennaio 2005, n.3 abbia a disposizione due anni di tempo per adeguare la propria formazione alle Linee Guida (Regione Veneto, 2016).

1.2.2 Il Centro di Referenza Nazionale

Il Centro di Referenza Nazionale è situato presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, precisamente nella sede centrale di Legnaro (PD). È stato istituito dal decreto del 18 giugno 2009 del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali con il preciso compito di:

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promuovere la ricerca in ambito di IAA al fine di standardizzare protocolli operativi per garantire il benessere degli animali coinvolti, promuovere il potenziamento della collaborazione tra medicina umana e veterinaria, migliorare le conoscenze sull’applicabilità degli IAA a molteplici categorie di pazienti, organizzare percorsi formativi e raccogliere e diffondere dati scientifici sugli IAA (Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali, 2009).

Inoltre dopo l’Accordo Stato-Regioni del 25 marzo 2015 il Centro di Referenza è stato investito di nuovi compiti: quali raccogliere e pubblicare l’elenco dei centri specializzati e degli operatori del settore e produrre annualmente un report per il Ministero della Salute sui progetti di TAA e EAA realizzati annualmente sul territorio italiano. Inoltre il CRN IAA resta punto di riferimento e coordinamento delle modifiche e implementazioni alle Linee Guida per mantenerle un documento dinamico e in costante evoluzione in armonia con i cambiamenti sociali in atto nel nostro paese (Ministero della Salute, 2015a).

1.2.3 Il DigItal Pet

È un progetto del Centro di Referenza Nazionale per gli IAA in collaborazione con il Ministero della Salute. Tale progetto ha lo scopo di creare un elenco nazionale delle figure professionali, degli operatori, dei centri specializzati, delle strutture riconosciute e dei progetti di TAA ed EAA secondo quanto stabilito dall’Accordo Stato Regioni, all’Art. 7, comma 1 (Ministero della Salute, 2015a). Il 17 luglio 2017 è stato presentato e approvato da tutti i referenti regionali per gli IAA riunitisi a Roma, presso il Ministero della Salute.

Il portale è uno strumento informatico flessibile strutturato su più livelli. Esso svolge molteplici funzioni, mettendo a disposizione del pubblico alcune informazioni sul settore come ad esempio l’elenco degli operatori. Le informazioni presenti (Fig. 7) permettono alle Autorità locali di gestire il processo di autorizzazione delle strutture che erogano IAA e di accedere a dati sugli IAA per la produzione della reportistica richiesta dalle Autorità Regionali e Centrali.

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Figura 7: homepage del DigItal Pet (fonte: CRN IAA).

Ogni utente autorizzato possiede un proprio account attraverso cui può accedere ad uno specifico profilo con privilegi di visualizzazione che dipendono dal suo ruolo (Autorità Regionale, CRN IAA, professionista del settore).

L’Autorità Competente, ovvero i servizi veterinari regionali, nello specifico lo utilizza con finalità di controllo e gestione del settore sul proprio territorio, inserendo le anagrafiche delle strutture riconosciute e dei centri specializzati che hanno ottenuto il nulla osta, inserendo le figure professionali che hanno ottenuto l’idoneità a seguito della frequenza ai corsi di formazione previsti dalle Linee Guida. L’inserimento dei progetti di TAA e EAA è invece a carico dei Responsabili di Progetto su specifico form.

In futuro su questa piattaforma verranno anche inseriti gli elenchi degli animali coinvolti negli IAA e in questa occasione si creerebbe l’opportunità di incrociare i dati con quelli delle anagrafi delle diverse specie animali fornendo un database completo e affidabile (CRN IAA, 2017 ; DigItal Pet).

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1.3 Gli Asini negli IAA

I dati scientifici sull’efficacia degli IAA con gli asini risultano ad oggi quasi inesistenti. L’asino è attualmente una specie poco studiata in generale, eccetto come animale per la produzione di latte. Infatti negli ultimi anni il latte d’asina ha destato molto interesse per le sue particolari proprietà (Aspri, Economou, & Papademas, 2017), come è possibile constatare cercando sul web materiale in merito. Molto spesso anche in ambito clinico viene assimilato al cavallo anche se sono specie diverse e quindi anche la loro fisiologia in realtà non è sovrapponibile e ancora meno il comportamento e la relazione con l’uomo (Burden & Thiemann, 2015).

Il rapporto tra asino e uomo ha origine antichissima e spesso lo si può riscontrare in scritti di carattere religioso o in miti e racconti (Root, 2000); a quanto risulta da indagini genetiche l’asino domestico deriva dall’asino selvatico africano e fu addomesticato dall’uomo nel medesimo continente circa 5000 anni fa (Beja-Pereira et al., 2004). La sua capacità di sopravvivere in ambienti molto aridi e inospitali fu utile anche dopo la domesticazione perché rendeva l’asino uno strumento per il lavoro con un’ottima resistenza alle malattie e esigenze alimentari modeste; infatti gli asini sono in grado di digerire alimenti fibrosi con scarsi valori nutrizionali e, anzi, se alimentati con cibi particolarmente energetici rischiano l’insorgenza di problemi metabolici.

L’asino è un animale sociale, quindi ama stare in gruppo ed è stato dimostrato che crea pair

bonding con conspecifici e che, nonostante viva serenamente con equidi di altre specie, se ha la

possibilità preferisce la compagnia di altri asini (Murray, Byrne, & D’Eath, 2013; Proops, Burden, & Osthaus, 2012).

Inoltre l’asino ha una particolare attitudine verso il pericolo; infatti essendo una preda ma non avendo grande velocità di fuga tende a restare fermo, di conseguenza, in ogni situazione in cui l’asino non si sente sicuro la sua reazione è quella di fermarsi e “analizzare il problema” prima di agire. Questo atteggiamento, che in passato è stato erroneamente interpretato come una carenza di intelligenza, lo distingue profondamente dal cavallo che invece istintivamente tende a fuggire o comunque a reagire in maniera nevrile agli stimoli inaspettati (Burden & Thiemann, 2015).

In Italia, l’asino risulta essere la terza specie, dopo cane e cavallo, ad essere maggiormente coinvolta negli IAA, secondo quanto emerge dal censimento on line svolto dal 2013 al 2016 dal Centro di Referenza Nazionale per gli IAA. (De Santis et al., in press).

Questo dato è particolarmente interessante a dimostrazione del profondo cambiamento del ruolo di questa specie, non più utilizzato in agricoltura come animale da soma ma sempre più reimpiegato con favore in attività quali gli Interventi Assistiti grazie alle sue particolari caratteristiche.

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Gli operatori del settore lamentano, tuttavia, la difficile sostenibilità del servizio dopo l’entrata in vigore delle Linee Guida a causa principalmente di compensi non adeguati e del fatto che non vi sia un tariffario di riferimento (Ministero della Salute, 2015b).

Per quanto riguarda la letteratura sugli Interventi Assistiti con equidi sono molto più diffuse raccolte di esperienze e studi clinici riguardanti il cavallo (Cairo, 2016), essendo la riabilitazione equestre una disciplina ormai affermata tra gli operatori del settore; sono invece molto pochi gli articoli riguardanti IAA con asini.

Non esistono review sulla Terapia Assistita con l’asino e come spesso accade anche per la letteratura sulla riabilitazione equestre, i pochi studi a disposizione hanno numerosità campionarie molto ridotte, disegni sperimentali discutibili e spesso inadeguati strumenti per la rilevazione dell’efficacia.

L’asino viene coinvolto in interventi terapeutici diretti per lo più a pazienti anziani, affetti da demenza o a soggetti con disabilità intellettiva. Il suo ruolo è quello di mediatore nella terapia che viene strutturata dal professionista incaricato in funzione delle sue competenze specifiche. Le aree di intervento nel caso dell’asino sono solitamente: l’area verbale e della comunicazione, l’area percettiva, l’area emotivo-relazionale, l’area dell’attenzione-partecipazione e nell’area della memoria proprio per le caratteristiche fisiche e comportamentali della sua specie.

Tutto di questo animale, dalle sue dimensioni alla morbidezza del pelo al tatto passando per l’indole socievole, può essere utile alla terapia se il terapista è in grado di contestualizzarlo correttamente in funzione degli obiettivi stabiliti per il singolo paziente secondo le sue problematiche. Ciò è possibile specialmente in ambito di riabilitazioni di lunga durata che tendano al “miglioramento del funzionamento della persona” ovvero non a guarire i sintomi, ma a gestirli per poter avere una qualità della vita adeguata e convivere al meglio nelle necessità quotidiane con malattie senza cure (Marianetti, Pinna, & Cantiello, 2013).

Altre sue caratteristiche peculiari che lo rendono adeguato ad approcci con i bambini, le dimensioni dell’asino lo rendono più rassicurante di un cavallo nonostante sia visto dai giovani utenti come un grosso animale; inoltre il suo temperamento riflessivo evita reazioni brusche dell’animale e la sua naturale curiosità facilità la creazione di un legame con il bambino.

L’asino viene descritto come un perfetto mediatore tra il bambino e il terapista, inoltre spinge all’utilizzo del linguaggio non verbale ed essendo un essere vivente ad ogni azione del bambino fornisce un feedback che è molto importante nella riabilitazione specialmente quando è necessario lavorare sulla sfera emozionale ed affettiva. L’asino, come tutti gli animali, instaura una relazione con il paziente senza giudicare e questo facilità il lavoro su autostima e ansia (De Rose, Cannas, & Cantiello, 2011).

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L’asino viene considerato adatto anche a lavorare con adulti con disabilità intellettive. Nello studio condotto da Borioni (Borioni et al., 2012) su un campione di 8 adulti con il cavallo e 15 con l’asino, in cui si utilizza la classificazione internazionale ICF si evidenzia, dopo 3 mesi di terapia con l’asino, che i pazienti risultano più consapevoli dell’ambiente che li circonda e si registra un aumento di fiducia in se stessi e autostima quindi una maggiore partecipazione nelle attività sociali; concludendo quindi che sia l’asino che il cavallo sono dei validi supporti nelle terapie per la riabilitazione mentale e neuromotoria nonostante siano necessarie ulteriori indagini (Borioni et al., 2012).

Per quanto riguarda l’animale, uno studio si focalizza sul monitoraggio del comportamento e benessere di asine idonee al coinvolgimento in IAA a seguito di visita clinica e comportamentale attraverso l’analisi del cortisolo fecale. In funzione dei risultati ottenuti, gli asini vengono classificati in sottogruppi da quelli perfettamente adeguati, a quelli adeguati ma da monitorare, fino a quelli non adeguati, valutando le attività che per loro risultavano stressanti, al fine di garantire il benessere degli asini ma anche la sicurezza degli utenti (Amendola et al., 2012).

Anche alcuni ricercatori spagnoli si sono dedicati a ricerche sull’asino, ad esempio per investigare come si possono selezionare in maniera analitica i soggetti più adeguati a svolgere IAA con test sia sensoriali (uditivi e tattili) sia di temperamento (su paura e reazione ad umani sconosciuti). Le conclusioni mostrano che, nonostante sia chiaro che gli asini non sono assimilabili ai cavalli per la risposta agli stimoli, sono necessari ulteriori indagini per definire l’attitudine individuale ad essere coinvolti in IAA e se in questa influiscano razza ed età dell’animale visto che si considerano da escludere solo quelli risultati ipersensibili ai vari test (Gonzalez-De Cara, Perez-Ecija, Aguilera-Aguilera, Rodero-Serrano, & Mendoza, 2017).

Un altro studio spagnolo indaga su come siano geneticamente correlate le capacità cognitive degli asini e afferma la possibilità di selezionarle nel futuro insieme ad altri caratteri al fine di ottenere soggetti adatti ai nuovi usi che si stanno facendo di questa specie ora che ha perso il suo ruolo in agricoltura in modo da facilitare la conservazione delle varie razze (Navas et al., 2017).

Senza dubbio conoscere meglio gli animali e le loro caratteristiche comportamentali renderebbe più sicuro il loro impiego in situazioni delicate come possono essere le TAA con bambini o disabili gravi.

Oltre alla letteratura scientifica è possibile trovare manuali sugli asini in IAA creati prima delle Linee Guida da associazioni che già ne facevano esperienza da anni insieme a enti del territorio dove si affronta la questione da un punto di vista più empirico. In questo genere di documento si affronta tutto ciò che riguarda l’asino: la differenziazione tra le razze più diffuse in Italia, l’alimentazione, le malattie più comuni, le strutture necessarie per la detenzione. Poi, in particolare, si specificano le

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parti più inerenti agli IAA, le leggi vigenti all’epoca, la formazione degli operatori che erogano IAA, gli spazi dedicati esclusivamente agli IAA, le caratteristiche che i soggetti impiegati devono avere e l’addestramento prima di iniziare l’interazione con l’utente (Associazione un Asino per Amico, 2009; Pasolli, Roccato, Grisenti, & Wegher, 2008).

Un altro manuale oltre ad affrontare gli aspetti generali precedenti include anche una parte esplicativa delle varie attività (ad esempio avvicinamento a terra, lavoro in groppa, ecc.) con l’asino con anche fotografie di reali IAA con utenti, e con un particolare accento sulla diversità tra lavoro di gruppo e lavoro con il singolo individuo. Nella parte finale di questo manuale vengono descritti anche i benefici del lavoro con l’asino e l’importanza in questo ambito dell’approccio multidisciplinare (ASL Brescia & Associazione Centro Natura Amica Onlus, 2010).

L’ultimo libro reperito ha una duplice impronta di raccolta di articoli scientifici ed esperienze pratiche, infatti è suddiviso in aree tematiche che spaziano dalla veterinaria affrontando la fisiologia e il benessere dell’animale, fino alla psicologia e alla pedagogia quindi inquadrando la mediazione con l’asino in tutto il suo complesso (Fondazione Iniziative zooprofilattiche e zootecniche - Brescia, 2010).

Tutto questo ci fa pensare a come probabilmente esista altro materiale in merito all’impiego di asini in Interventi Assistiti, ma che essendo limitato alle esperienze di casi specifici, forse anche in altri paesi, non sia reperibile facilmente e comunque non abbia una valenza paragonabile ad un articolo scientifico. In ogni caso tutto ciò ci autorizza a considerare le potenzialità di questa specie animale in tale ambito e a sperare che in futuro il suo impiego venga studiato in maniera più articolata.

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2. OBIETTIVI

L’obiettivo di questo studio è analizzare nel dettaglio l’organizzazione e il management di realtà che erogano Interventi Assistiti con asini sul territorio della Regione Veneto. L’indagine nasce dall’esigenza da parte del CRN IAA di approfondire dati preliminari derivanti da indagini precedenti e da richieste provenienti dagli operatori del settore che hanno messo in luce come gli Interventi Assistiti con asini siano un settore degli IAA in crescita in Italia, ma allo stesso tempo, l’ambito nel quale emerge in modo preponderante il problema della sostenibilità economica degli Interventi stessi. Si è scelto di testare la survey oggetto dello studio sul territorio della Regione Veneto in quanto territorio di competenza dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie presso cui il CRN IAA è allocato ed inoltre area di sviluppo del settore sulla base delle informazioni in possesso del CRN IAA.

Utilizzando la metodologia della survey somministrata secondo i principi della CATI (Computer

Assisted Telephone Interviewing), si mira quindi ad effettuare uno studio di settore per: a)

individuare i punti di forza e debolezza dell’erogazione di questo servizio; b) acquisire informazioni sulla gestione degli animali, sulle tipologie di Interventi Assistiti erogate e sull’utenza a cui il servizio è indirizzato; c) raccogliere indicazioni sulla tipologia di personale coinvolta nell’organizzazione del servizio.

L’analisi di tutte queste variabili, si è resa necessaria per poter ottenere un quadro preciso e rispondente alla situazione presente sul territorio, considerando la complessità e la diversificazione del mondo degli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA) e le difficoltà economiche che gli operatori del settore lamentano.

La survey messa a punto per questo studio è strutturata per poter essere successivamente estesa alle altre Regioni italiane al fine di costruire un quadro del settore anche a livello nazionale.

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