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Sicurezza del lavoro

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LAVORO: “PER LA PRIMA VOLTA L'UMBRIA SI DOTA DI UNA LEGGE PER PREVENIRE LE CADUTE DALL'ALTO” – IL TESTO APPROVA-TO ALL'UNANIMITA' IN TERZA COMMIS-SIONE

Riguarda le cadute dall'alto e da sfondamento nell'esecuzione di lavori riguardanti le coperture e le facciate ventilate, ma tutela anche i singoli cittadini che eseguano lavori ad un'altezza supe-riore ai due metri la proposta di legge approvata stamani all'unanimità dalla Terza commissione del Consiglio regionale. Gli strumenti previsti sono una forte campagna di prevenzione, la for-mazione di lavoratori e addetti alla progettazio-ne, attività di controllo anche telematico e l'ob-bligatorietà di rendicontazione tecnica scritta e di misure di protezione quali l'ancoraggio perma-nente.

Perugia, 29 luglio 2013 – Approvata all'unanimità dalla Terza commissione consiliare di Palazzo Cesaroni la proposta di legge che introduce per la prima volta in Umbria una normativa per pre-venire le cadute dall'alto e da sfondamento, che costituiscono il 25 per cento del totale delle morti sul lavoro, ma si rivolge anche ai cittadini che eseguano lavori ad un'altezza superiore ai due metri. La legge nasce dal lavoro svolto da una sottocommissione composta, oltre che dal perso-nale degli uffici tecnici di Giunta e Consiglio, dal-l'assessore Stefano Vinti e dai consiglieri Manlio Mariotti (Pd) e Maria Rosi (Pdl). Quest'ultima aveva presentato un suo disegno di legge sull'ar-gomento, che è stato integrato nel testo predi-sposto dalla Giunta. Il presidente della Commis-sione, Massimo Buconi (Psi), ha dato incarico agli uffici di munire il testo approvato all'unanimità di una apposita clausola valutativa, che impegni la Giunta a riferire periodicamente in Consiglio sul-l'attuazione della legge. “Si tratta di una batta-glia culturale – ha spiegato l'assessore Vinti – per prevenire le cadute dall'alto e da sfondamen-to durante lo svolgersi di qualsiasi attività, dal-l'edilizia all'agricoltura ed all'allestimento di strutture provvisorie per spettacoli teatrali, mu-sicali, cinematografici o altre forme di intratteni-mento. La proposta di legge mira a diffondere la cultura della prevenzione dei rischi di infortunio su tutte le attività che si svolgono in quota, an-che quelle dei cittadini quando si espongono ad un'altezza superiore ai due metri. Abbiamo pre-visto campagne informative e un sistema di for-mazione dei lavoratori e dei tecnici responsabili della progettazione di lavori in quota, oltre che la stesura obbligatoria di un elaborato tecnico sui lavori ed un attento monitoraggio informatico e telematico. Si apre una fase nuova – ha concluso – per la salvaguardia dell'incolumità fisica dei lavoratori e di tutti coloro che lavorano in quota”.

Soddisfatta anche Maria Rosi, che ha visto acco-gliere le istanze più significative della sua propo-sta di legge sul medesimo argomento, confluite nel testo approvato stamani: nelle attività in quota su edifici dovranno essere applicate misure

di protezione quali sistemi di ancoraggio perma-nenti ed i progetti edilizi dovranno essere inte-grati da un elaborato tecnico della copertura e delle facciate, la cui assenza o incompletezza determineranno l'irricevibilità della richiesta del permesso a costruire. “Si trattava di due propo-ste di legge praticamente complementari – ha aggiunto Mariotti, che con la Rosi e l'assessore Vinti ha lavorato alla stesura di un testo unico – dove ai principi individuati sono stati aggiunti dei presupposti tecnici che hanno reso il testo coor-dinato e omogeneo”. SCHEDA La presente legge promuove e favorisce le azioni volte a prevenire le cadute dall'alto nello svolgimento di qualsiasi attività che espone le persone al rischio di caduta da una quota superiore ai due metri di altezza ed in particolare quelle attività che si svolgono nel-l'ambito dell'edilizia, dell'industria, dell'agricoltu-ra, nonché dell'allestimento di strutture provviso-rie per lo svolgimento di spettacoli teatrali, ci-nematografici, musicali o per altre forme di in-trattenimento. La Regione realizza attività for-mative rivolte ai lavoratori ed ai soggetti incari-cati di assicurare in sede progettuale ed esecuti-va l'adozione delle misure di sicurezza. Per e-stendere la cultura della prevenzione e la tutela della salute e della sicurezza saranno attuate campagne di informazione e comunicazione. I progetti relativi a interventi edilizi soggetti a permesso di costruire o a segnalazione certificata di inizio attività (Scia) riguardanti le coperture o le facciate ventilate prevedono l'applicazione di misure di prevenzione e protezione, quali ad esempio sistemi di ancoraggio permanenti, che consentono lo svolgimento delle attività in quota, il transito e l'accesso in condizioni di sicurezza.

Devono essere integrati da un elaborato tecnico che contenga le indicazioni progettuali, le pre-scrizioni tecniche, le certificazioni di conformità e quant'altro necessario ai fini della prevenzione e protezione dei rischi di caduta dall'alto. Tale ela-borato dovrà essere aggiornato nel caso di inter-venti di modifica e deve essere messo a disposi-zione di coloro i quali successivamente svolgano ulteriori attività in quota. L'assenza o l'incomple-tezza dell'elaborato tecnico determina l'irricevibi-lità dell'istanza di permesso a costruire. La Giun-ta adotterà un regolamento contenente tutte le prescrizioni e le indicazioni tecniche entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della pre-sente legge; i Comuni adegueranno le proprie disposizioni entro 12 mesi dalla pubblicazione delle norme regolamentari sul Bollettino ufficiale della Regione. In adempimento alla clausola va-lutativa, la Giunta relazionerà al Consiglio regio-nale sui dati tecnici, sulle attività eseguite e sulle modalità adottate in materia di formazione e prevenzione.

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WELFARE: “IL COMUNE DI SPOLETO SOT-TRAE RISORSE AGLI ASILI NIDO” - ZAFFINI (FRATELLI D'ITALIA) INTERROGA LA GIUN-TA REGIONALE

Il capogruppo regionale di Fratelli d'Italia, Franco Zaffini, ha presentato una interrogazione alla Giunta regionale circa la liquidazione, nel 2013, da parte della Regione, di 130mila euro al Co-mune di Spoleto da destinare agli asili nido, se-condo quanto disposto dai tre obiettivi riguar-danti la rete dei servizi socio educativi per la prima infanzia. Zaffini, nel sottolineare che “ad oggi alcune strutture non hanno ancora ricevuto le risorse”, sostiene sia “doveroso che la Regione si attivi per verificarne l’effettivo e il corretto impiego ed avvii una procedura di controllo ur-gente per accertarsi che siano erogate immedia-tamente agli aventi diritto”.

Perugia, 3 luglio 2013 - “A gennaio 2013 la Re-gione ha liquidato circa 130mila euro al Comune di Spoleto da destinare agli asili nido, secondo quanto disposto dai tre obiettivi riguardanti la rete dei servizi socio educativi per la prima in-fanzia. Se, come sembra, ad oggi alcune struttu-re non hanno ancora ricevuto le risorse, è dove-roso che la Regione si attivi per verificarne l’effettivo e il corretto impiego ed avvii una pro-cedura di controllo urgente per accertarsi che siano erogate immediatamente agli aventi dirit-to”. È quanto chiede, con una interrogazione, il capogruppo di Fratelli d’Italia, Franco Zaffini “alla luce di alcune segnalazioni ricevute e delle noti-zie apparse sulla stampa locale”. “Le gravi condi-zioni in cui versa il bilancio del Comune di Spole-to, oggetto di un’ulteriore atto ispettivo da parte del sottoscritto – dichiara Zaffini – lascia spazio ad ampi dubbi sull’utilizzo delle risorse destinate ai servizi per l’infanzia. Una vera e propria azione dispotica e illegittima nei confronti delle strutture e delle famiglie che in qualche modo dovranno sopperire alla condotta deplorevole dell’Amministrazione comunale”. “Il Comune di Spoleto – rimarca Zaffini - non è nuovo alla pra-tica di distogliere risorse destinate ad uno scopo preciso per ripianare i buchi nelle casse dell’amministrazione, come quando, nel 2009, ho denunciato che l’appena insediato direttore ge-nerale, oggi dimissionato, utilizzò i contributi statali post sima per le minori entrate di Ici e Tarsu, non per rimborsare i proprietari che ave-vano diritto all’esenzione e che, invece, aveave-vano continuato a pagare, ma per dare ossigeno al bilancio municipale. Oggi che le acque in cui na-viga l’amministrazione non sono certo serene – conclude Zaffini -, si cerca addirittura di recupe-rare ‘qualche spicciolo’ sottraendolo dai servizi per l’infanzia, uno dei pochi strumenti di welfare destinati al sostegno delle famiglie”.

PROTEZIONE CIVILE: “I GRUPPI ED IL VO-LONTARIATO RISCHIANO IL COLLASSO E-CONOMICO: NECESSARIO UN INTERVENTO

STRATEGICO DELLA REGIONE” - NOTA DI LIGNANI MARCHESANI (FD'I)

Il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesa-ni (Fd'I) lancia l'allarme sulla situazione dei gruppi di Protezione Civile e del volontariato che rischiano “il collasso economico” per l'obbligo di adeguarsi alle disposizioni normative nazionali.

Lignani sollecita quindi un “intervento strategico della Regione per consentire a questi soggetti di continuare a svolgere la loro indispensabile fun-zione”, e invita “la Giunta regionale a coinvolgere in maniera diretta i gruppi della Protezione Civile nell’attività di prevenzione e contrasto degli in-cendi boschivi”.

Perugia, 5 luglio 2013 - “I gruppi di Protezione Civile ed il volontariato rischiano il collasso eco-nomico che rende necessario un intervento stra-tegico della Regione per consentire a questi sog-getti di continuare a svolgere la loro indispensa-bile funzione”. Così il consigliere regionale An-drea Lignani Marchesani (Fd'I) che ricorda come il Decreto Legislativo 9 aprile “81/2008” (che in materia di sicurezza assimila i volontari della Protezione Civile ai lavoratori dipendenti), reso ormai vincolante nella sua attuazione dal Decreto del Capo Dipartimento della Protezione civile del 12 gennaio 2012 un “rilevante costo economico a carico dei gruppi e delle associazioni” . Lignani Marchesani spiega che il “pesante investimento economico si rende necessario per la formazione del responsabile, per le visite visite mediche dei volontari e per l'acquisto acquisto dei dispositivi di protezione individuale da parte delle singole associazioni. Un costo medio a gruppo che – sottolinea - ruota intorno ai diecimila euro, una cifra francamente insostenibile per un mondo di volontari: di conseguenza, non si può prescinde-re da un intervento pubblico, mirato e razionale in tempi di contrazione della spesa”. “Quanto sia utile, per non dire indispensabile, il ruolo dei gruppi di Protezione Civile nelle varie emergenze regionali ed extra regionali – aggiunge Lignani Marchesani - è sotto gli occhi di tutti; è super-fluo, in questa sede, elencare i grandi meriti che negli ultimi anni hanno avuto questi centri di aggregazione comunitaria. È necessario, pertan-to, prevedere una estensione dei ruoli della Pro-tezione Civile per giustificare gli investimenti dei singoli e stanziare contributi pubblici per mante-nere in efficienza un patrimonio regionale. A co-minciare dalla ormai prossima stagione degli incendi boschivi – suggerisce -, in cui la Prote-zione civile non può giocare un mero ruolo di 'avvistamento', ma deve poter coadiuvare i di-pendenti dell’Agenzia Forestale regionale addetti allo scopo, che attualmente sono organizzati in tre comparti, a loro volta suddivisi in quattro squadre di quattro unità ciascuna. Di fatto, al momento, solo quarantotto persone in tutta l’Umbria ovviamente al di fuori dei Vigili del Fuo-co, sono realmente attive nel campo dell’antincendio”. L'esponente di Fd'I spiega poi che ad oggi “la Giunta regionale continua, in

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maniera immotivata, ad opporsi ad un coinvol-gimento diretto dei gruppi della Protezione Civile nell’antincendio, come dimostra il progressivo taglio dei contributi in materia. È invece necessa-rio voltare pagina – conclude Lignani Marchesani - per ottenere contemporaneamente due risultati strategici: mantenere in efficienza i gruppi chia-mati agli onerosi adempimenti prima ricordati, e rompere con una politica clientelare di possibili assunzioni future, cosa che la macchina regiona-le non può più permettersi”.

ANZIANI MALTRATTATI: “GRAVISSIMA LA SITUAZIONE ACCERTATA NELLA CASA DI RIPOSO A TERNI: ADESSO REGIONE E ASL POTENZINO I CONTROLLI SULLE STRUTTU-RE” - NOTA DI STUFARA (PRC-FDS)

Il capogruppo di Rifondazione comunista – Fds in Consiglio regionale, Damiano Stufara, commenta i risultati dell'indagine sulle violenze inflitte agli anziani nella casa di riposo di Terni auspicando che la Regione Umbria e le Asl potenzino i servizi di controllo su questo tipo di strutture. Stufara annuncia la presentazione di una interrogazione volta a chiarire i rapporti tra la Regione e la struttura in questione, e come l'Amministrazione intenda “tutelarsi rispetto ai gestori ed erogare la necessaria assistenza agli ospiti della struttura”.

Perugia, 9 luglio 2013 - “I risultati dell'indagine sulle violenze inflitte agli anziani nella casa di riposo in strada Santa Maria Maddalena di Terni, culminata nei provvedimenti restrittivi a carico del gestore e di altri operatori della struttura, testimoniano una situazione di inaudita gravità, che suscita giustamente sdegno e preoccupazio-ne fra la popolaziopreoccupazio-ne”. Lo rileva il capogruppo di Rifondazione comunista – Fds in Consiglio regio-nale, Damiano Stufara, evidenziando che “la situazione accertata dalla Procura per mezzo della Guardia di Finanza denota una colpevole assenza di controlli sulla struttura, circostanza questa ancor più grave se si considera il fatto che era convenzionata con il Servizio sanitario regionale, a cui compete la sorveglianza sui ser-vizi erogati da terzi per suo conto”. Per Stufara

“l'elevato livello di qualità che tradizionalmente caratterizza il sistema di assistenza sanitaria della nostra regione, che ha il suo cardine nella centralità dell'offerta pubblica di servizi, non è assolutamente compatibile con le brutalità de-nunciate dalle indagini. Occorre pertanto poten-ziare l'attività di controllo da parte della Regione e delle Aziende sanitarie locali sulle strutture ed i servizi erogati, anche per scongiurare l'eventuali-tà che simili, intollerabili condizioni siano presen-ti anche altrove. Solo in questo modo – conpresen-tinua - si potrà ripristinare l'indispensabile fiducia della popolazione verso l'assistenza offerta e la neces-saria certezza sul rispetto dei diritti e della digni-tà degli assistiti”. Stufara annuncia infine che nelle prossime presenterà un'interrogazione ur-gente alla Giunta regionale, per “chiedere

deluci-dazioni sulla storia dei rapporti tra la struttura in questione ed il servizio sanitario regionale e per conoscere come la Regione intenderà tutelarsi rispetto ai gestori ed erogare la necessaria assi-stenza agli ospiti della struttura”.

ASSISTENZA ANZIANI: “BEN 86 UTENTI SONO IN LISTA D'ATTESA NEL DISTRETTO DELL'ALTO CHIASCIO. UNA SITUAZIONE CHE CHE VA AFFRONTATA E RISOLTA CE-LERMENTE PRIMA CHE DIVENTI ESPLOSI-VA” - NOTA DI SMACCHI (PD)

Il consigliere regionale Andrea Smacchi (PD), lancia l'allarme sulla situazione dell'assistenza agli anziani nel distretto dell'Alto Chiascio e parla di una lista d'attesa di “ben 86 persone, su una popolazione totale di 55mila abitanti”. Smacchi propone quindi di aprire “urgentemente” una discussione di merito, “in grado di garantire la messa a regime della riforma sanitaria in tempi brevi, intervenendo per creare le giuste econo-mie di scala, riconvertendo innanzitutto gli ospe-dali di comunità”. Per Smacchi è prioritario che anche in Alto Chiascio si operi per il manteni-mento dei servizi di qualità “che debbono garan-tire il massimo del rispetto della dignità della persona e non le sterili guerre di campanile; le risorse vanno trovate eliminando doppioni ed inutili strutture ormai non più al passo coi tempi.

In tempo di spending review occorre maggiore coraggio nelle scelte ed anche maggiore sobrie-tà”.

Perugia, 10 luglio 2013 - “Le tragiche notizie che provengono in queste ore da Terni, dove anziani venivano maltrattati in una casa di riposo con-venzionata, impongono alle istituzioni ed al si-stema della sanità regionale, una riflessione seria ed approfondita sul sistema delle convenzioni e dei servizi sul territorio”. Così il consigliere re-gionale Andrea Smacchi (PD) che lancia l'allarme sulla situazione dell'assistenza agli anziani nel distretto dell'Alto Chiascio. “Il distretto dell'Alto Chiascio – spiega Smacchi -, che rappresenta da sempre un modello sia per la qualità dei servizi erogati, sia per la professionalità del personale che opera nelle strutture, sta vivendo un periodo di sofferenza. I numeri parlano chiaro: su una popolazione totale di circa 55mila abitanti, al 30 giugno ben 120 sono stati gli utenti inseriti, di cui 67 presso l'Astenotrofio 'Mosca' di Gubbio, 43 presso l'EASP di Gualdo Tadino e 10 presso strutture fuori distretto; al 9 Luglio 2013 la lista di attesa conta ben 64 domande di cui 26 a Gub-bio, stesso numero a Gualdo Tadino e 12 nei quattro comuni della fascia. A queste vanno ag-giunte altre 22 domande di persone già inserite per proprio conto presso la struttura convenzio-nata Casa Benedetta di Sigillo, in totale quindi arriviamo ad una lista d'attesa complessiva di ben 86 unità, un numero esorbitante, un pro-blema di natura sociale che va celermente af-frontato e possibilmente risolto, magari con

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terventi straordinari per superare una fase di emergenza che rappresenta un'anomalia rispetto ad altri distretti e che rischia pericolosamente di protrarsi nel tempo”. Il consigliere Smacchi, pur riconoscendo che i tagli hanno imposto un ridi-mensionamento anche nei badget relativi ai ser-vizi agli anziani, sostiene che “un sistema sanita-rio pubblico ed universale come il nostro non può tollerare una situazione che rischia di diventare esplosiva per tante famiglie che spesso trovano ripiego in soluzioni di assoluta emergenza. Va quindi aperta urgentemente – suggerisce - una discussione di merito, in grado di garantire la messa a regime della riforma sanitaria in tempi brevi, da subito si deve intervenire per creare le giuste economie di scala, riconvertendo innanzi-tutto gli ospedali di comunità che non possono essere considerati distaccamenti, dove ancora oggi si effettuano prestazioni che dovrebbero essere appannaggio esclusivo della rete ospeda-liera dell'emergenza”. “La priorità, anche in Alto Chiascio – conclude Smacchi -, deve essere il mantenimento dei servizi di qualità che debbono garantire il massimo del rispetto della dignità della persona e non le sterili guerre di campanile, le risorse necessarie vanno trovate eliminando doppioni ed inutili strutture ormai non più al pas-so coi tempi, in tempo di spending review occor-re maggiooccor-re coraggio nelle scelte ed anche mag-giore sobrietà”.

ANZIANI MALTRATTATI: “ENNESIMO EPI-SODIO DI SOPRUSI NEI CONFRONTI DI PERSONE DEBOLI E INDIFESE” - MONACEL-LI (UDC) SUL CASO SCOPERTO A TERNI Il capogruppo Udc a Palazzo Cesaroni, Sandra Monacelli, commenta gli esiti dell'inchiesta della Guardia di finanza sulla casa di riposo Campo-micciolo di Terni. Per Monacelli si tratta “dell'en-nesimo episodio di soprusi perpetrati nei con-fronti di persone deboli e indifese, dai quali non è più possibile distogliere lo sguardo. Questo caso dimostra la necessità di rivedere anche l'accredi-tamento e le autorizzazioni delle case di riposo e delle case alloggio private”.

Perugia, 10 luglio 2013 - “Dopo mesi di indagini, la Guardia di Finanza ha documentato i maltrat-tamenti a cui erano sottoposti gli anziani ospiti della casa di riposo Campomicciolo di Terni.

Schiaffeggiati, derisi, presi a morsi e rinchiusi nelle proprie stanze, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti. Si tratta purtroppo dell'ennesimo episodio di soprusi perpetrati nei confronti di persone deboli e indifese, dai quali non è più possibile distogliere lo sguardo”. Lo afferma il capogruppo Udc a Palazzo Cesaroni, Sandra Mo-nacelli. Monacelli rileva poi che “le case di riposo rappresentano per molte famiglie l'unica soluzio-ne praticabile per anziani soli e non più autosuf-ficienti, visto che gli enti locali e le Asl non rie-scono a fornire a domicilio un'adeguata assisten-za in termini di orari e prestazioni. L'aumento

della richiesta di case famiglia, comunità e case di riposo e le lunghe liste di attesa ne sono la conferma. La qualità della vita garantita agli an-ziani ospiti di queste strutture non può perciò che essere legata ad adeguati e più stretti con-trolli da parte degli organi competenti. Concon-trolli – aggiunge - che dovrebbero principalmente ba-sarsi su precisi standard qualitativi, con costanti rilevazioni di 'customer satisfaction' che, attra-verso interviste periodiche a ospiti e familiari, rilevino il livello di soddisfazione degli utenti e portino ad un miglioramento continuo dei servizi offerti. Questo strumento, che evidenzia la per-cezione degli utenti, sarebbe anche un mezzo a tutela degli anziani, oltre che fornire ai gestori la

della richiesta di case famiglia, comunità e case di riposo e le lunghe liste di attesa ne sono la conferma. La qualità della vita garantita agli an-ziani ospiti di queste strutture non può perciò che essere legata ad adeguati e più stretti con-trolli da parte degli organi competenti. Concon-trolli – aggiunge - che dovrebbero principalmente ba-sarsi su precisi standard qualitativi, con costanti rilevazioni di 'customer satisfaction' che, attra-verso interviste periodiche a ospiti e familiari, rilevino il livello di soddisfazione degli utenti e portino ad un miglioramento continuo dei servizi offerti. Questo strumento, che evidenzia la per-cezione degli utenti, sarebbe anche un mezzo a tutela degli anziani, oltre che fornire ai gestori la

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