Metodologia Six-Sigma DMAIC
3.1 Six-Sigma
Il Six Sigma è una metodologia di miglioramento della qualità aziendale.
Il suo nome deriva da “Sigma”, che nel mondo della statistica indica la misura della varianza di un processo ovvero l’oscillazione di un parametro rispetto alla media (la deviazione standard) e da “Sei” che è il livello massimo di qualità raggiungibile applicando questa metodologia (più sigma ci sono, infatti, più il processo è stabile e quindi meno soggetto alla varianza).
Un processo con una qualità di sei sigma indica tassi di precisione del 99,99966% che è convertibile in non più di 3,4 difetti per milione di elementi prodotti.
Allo stato dell’arte il Six Sigma rappresenta la metodologia di problem solving più efficace per migliorare qualunque ambito di business e qualunque prestazione.
La metodologia Six Sigma nasce negli USA negli anni 80, grazie al lavoro di Mikel Harry che in quegli anni lavorava in Motorola.
L’ approccio introdotto da Harry si basava su alcune considerazioni preliminari: - un processo aziendale è assimilabile ad un sistema complesso del quale è
necessario comprendere gli ingressi, le uscite ma soprattutto i parametri di controllo; - la comprensione dei processi deve passare da uno studio statistico dei dati in modo da garantire che il fenomeno sia realmente compreso e non si seguano solo delle intuizioni nate dall’esperienza;
- ogni processo che non sia controllato o monitorato con continuità tende a degradare le proprie prestazioni nel tempo;
- una metodologia si può considerare efficace per un’azienda solo se fornisce dei risultati economici percepibili anche nel breve e medio periodo.
Da questi presupposti si è sviluppato il primo embrione della metodologia Sei Sigma il cui obiettivo era quello di rappresentare un approccio rigoroso ma agile per lo sviluppo di azioni di miglioramen- to.
I punti principali che caratterizzano la metodologia Six Sigma sono: • Approccio basato sui dati
Il Sei Sigma spinge verso la ricerca dei fattori realmente influenti sul processo, cercando di ridurre i rischi legati ad una sbagliata valutazione del processo stesso. In questa ottica i dati rappresentano la chiave per la comprensione dei processi.
• Controllo del processo
prevenire le derive che verrebbero a verificarsi a causa della natura stessa dei processi industriali. Il controllo del processo richiede un cambiamento radicale nella mentalità aziendale in modo da piani- ficare la raccolta e l’analisi continua dei dati relativi ai processi.
• Focus sul cliente
La metodologia Six Sigma dà grande importanza alla comprensione delle esigenze del cliente come punto di partenza per lo sviluppo dei miglioramenti nei processi produttivi. Il concetto centrale di questo metodo è che il miglioramento deve essere utile, ovvero deve essere focalizzato sula crescita della percezione che il cliente ha verso il prodotto. Quindi è necessario stabilire in
modo chiarol’obiettivo del miglioramento, in modo da inquadrarlo nell’ottica del cliente, valutando
a priori quali benefici questo può portare. • Lavorare per progetti
Uno dei punti centrali di questa metodologia è la pianificazione del processo di miglioramento all’interno di un progetto ben delimitato nel tempo; questo permette il raggiungimento dei risultati nel breve periodo e al tempo stesso, non accettando la programmazione a lungo termine, permette di mantenere alta la tensione del team di lavoro, impegnandolo in miglioramenti con obiettivi sempre raggiungibili e temporaneamente vicini.
• Conoscenza dei processi
Per applicare la metodologia Six Sigma è necessaria una profonda comprensione dei processi indu- striali coinvolti, in modo da comprendere quali siano i fattori o le variabili che influenzano maggior- mente il processo.
• Strategia d’impresa
Il Six Sigma è uno strumento che può essere applicato, trasversalmente, a tutte le aree di un’azien- da, a partire dalla produzione fino alla logistica, fornendo così un metodo di lavoro universale che può essere condiviso per la gestione di tutti i processi aziendali. Questo metodo porta l’azienda alla continua verifica delle proprie inefficienze evidenziando le criticità e definendo una lista di priorità di intervento; inoltre definisce i ruoli delle varie figure nel processo di miglioramento, associando ad ogni figura professionale delle responsabilità specifiche.
I principali obiettivi della metodologia del Six Sigma applicata ad un processo produttivo sono: • La riduzione della variabilità nel processo produttivo;
• La riduzione della perdita, intesa come quantità di scarti, causata nella maggior parte dei casi dalla eccessiva variabilità nelle prestazioni del processo produttivo.
Il punto di partenza dell’analisi per la minimizzazione della variabilità e delle eventuali dispersioni nei processi aziendali è l’individuazione delle cosiddette CTQ (Critical to Quality) ovvero le criticità, richieste dal cliente, nelle caratteristiche di qualità del prodotto.
Le CTQ di un prodotto possono essere di diversi tipi: – Fisiche: dimensioni, forma, peso, viscosità ecc.; – Sensoriali: aspetto, colore, ecc.;
– Di comportamento nel tempo: prestazione, funzionalità, affidabilità, durata, manuten- zione, ecc.
L’indice di riferimento, adottato nelle analisi Six Sigma, per definire la “bontà” di un processo pro- duttivo è la Process Capability (CPK), ovvero la capacità del processo di produrre componenti con- formi con le specifiche richieste dal cliente.
La metodologia Six Sigma si basa su un concetto di controllo di processo ben noto, il Controllo Statistico di Processo o SPC (Statistical Process Control), infatti tutte le decisioni devono essere prese dopo una attenta analisi statistica dei dati.
L’SPC viene applicato con lo scopo di monitorare e controllare il processo per ottenere una diminu- zione della sua variabilità.
I principali strumenti statistici utilizzati dall’SPC sono: • L’inferenza statistica;
• Le carte di controllo;
• Il DOE (Design of Experiment).