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3. PROGETTO DELLA SOSPENSIONE

3.5. Sintesi cinematica

La sintesi cinematica della sospensione inizia a partire dai dati di progetto fissati per quanto riguarda il gruppo ruota. In particolare, per la sintesi del meccanismo, le ovvie considerazioni legate al packaging dell’unità meccanica richiedono la conoscenza delle dimensioni di pneumatico, cerchio e gruppo pinza-disco freno.

A partire da queste, è possibile posizionare il giunto sferico inferiore. La posizione del giunto sferico superiore si troverà quindi su una direzione determinata imponendo l’angolo di kingpin del meccanismo o, il che è equivalente, lo scrub radius che il pneumatico avrà a terra.

Inoltre, per fissare la posizione del giunto sferico superiore è necessario fissare la distanza da quello inferiore. In questo tipo di sospensione sono due le opzioni costruttive possibili: a montante corto (Figura 3-21)o a montante lungo.

Figura 3-21: Soluzione costruttiva a montante corto [52].

Nel primo caso si ha che il giunto sferico superiore ricade all’interno del diametro della ruota. Questo schema, con ruote con elevato offset e grande diametro consente di tenere basso l’angolo di kingpin, spostando il giunto sferico superiore verso l’interno della ruota.

Al fine di ridurre i carichi sui triangoli delle sospensioni e sugli altri componenti è comunque opportuno distanziare i due snodi quanto più possibile. Poiché nella tipologia a montante corto questo può produrre angoli di kingpin non sufficienti,

spesso si utilizza la seconda tipologia costruttiva, ossia quella in cui lo snodo superiore si trova esternamente al diametro della ruota.

In questo tipo di design, come già detto, si hanno minori sollecitazioni sugli organi meccanici, buoni angoli di kingpin, e in più eventuali errori di montaggio comporteranno errori cinematici più piccoli rispetto al caso precedente.

Una volta fissate le posizioni degli snodi inferiore e superiore è possibile procedere con la sintesi del meccanismo.

A tal fine, a prima cosa che si stabilisce è la posizione del centro di istantanea rotazione del meccanismo, determinata dall’entità del recupero di camber e dall’altezza desiderata del centro di rollio.

La lunghezza del braccio equivalente del meccanismo è determinata dal recupero di camber desiderato secondo la relazione:

( ) (

2 1

)

fvsa= troll camber

Dove t è la carreggiata e il roll camber è definito come:

wheel camber angle roll camber

chassis roll angle

=

E rappresenta il rapporto tra l’angolo di camber della ruota, durante la percorrenza di curva e l’angolo di rollio della cassa.

Figura 3-22: Sintesi del meccanismo in vista frontale [1].

A questo punto è possibile trovare il centro di istantanea rotazione del meccanismo tracciando una linea dal punto di contatto tra pneumatico e suolo che passi per il centro di rollio desiderato. Su questa linea, il centro di istantanea rotazione sarà quindi determinato dalla conoscenza della lunghezza del braccio equivalente sopra determinata.

A partire dagli snodi superiore e inferiore quindi si vanno a tracciare due linee che rappresentano le tracce dei piani contenenti i triangoli superiore e inferiore. La lunghezza del triangolo inferiore è dettata da esigenze di packaging ma comunque dovrebbe essere la maggiore possibile. La lunghezza del triangolo superiore invece va scelta in funzione dell’entità del recupero di camber desiderato per la sospensione. Per completare la sintesi in vista frontale, occorre posizionare la scatola di sterzo e i braccetti. A tal fine occorre considerare che la posizione in pianta della scatola di sterzo sarà determinata dalla necessità rispettare i requisiti per avere una sterzatura secondo Ackermann e dalle ovvie necessità di carattere ergonomico e di packaging del veicolo. Le direzioni che i braccetti di sterzo dovranno seguire saranno poi quelle convergenti vero il centro di istantanea rotazione.

Seguendo il procedimento sopraesposto è stata effettuata la sintesi della sospensione per la vettura da FSAE oggetto del presente lavoro.

In particolare, si è proceduto dapprima con la valutazione degli ingombri dei componenti del gruppo ruota e con la modellazione CAD degli stessi

A tal riguardo, occorre precisare che, nell’ottica di procedere con la costruzione in tempi rapidi e di poter disporre in maniera agevole della componentistica necessaria, la scelta effettuata è stata quella di utilizzare il più possibile componenti disponibili sul mercato e, in particolare, i componenti che vengono impiegati correntemente nelle vetture da Formula Gloria2, dalle quali si sono mutuati cerchi (da 13”), mozzi, cuscinetti e gruppo frenante (pinze e disco di fabbricazione TAR-OX).

Figura 3-23: Gruppo ruota Formula Gloria. Figura 3-24: Gruppo frenante e mozzo.

Definiti i componenti che faranno parte del gruppo sospensivo si passa alla sintesi cinematica dello stesso stabilendo anzitutto i valori di passo e carreggiata. Va tenuto conto che un passo ampio garantisce una miglior stabilità durante la percorrenza di rettilinei, un minor trasferimento di carico longitudinale e, soprattutto, un maggior spazio per l’alloggiamento di tutti i sistemi che compongono il veicolo. Di converso un passo ridotto, consente di ottenere una riduzione generale di peso del veicolo e una migliore manovrabilità di questo. Considerando il tipo di tracciati, abbastanza tortuosi, sul quale il veicolo si troverà a gareggiare, la scelta si è orientata verso l’adozione di un passo il più possibile vicino al limite minimo regolamentare (1525 mm) ma tale da poter ospitare il pilota garantendo una buona ergonomia e assicurando inoltre spazio a sufficienza per il contenimento dei componenti del veicolo. Similmente, anche la scelta delle carreggiate anteriori e posteriori è frutto di un trade-off. Una carreggiata ampia garantisce una diminuzione dell’entità dei

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La Gloria è una piccola monoposto utilizzata in campionati monomarca che possiede molte similitudini con le vetture da Formula SAE. Per questo motivo, l’utilizzo di componentistica di derivazione Gloria può consentire un sostanziale risparmio sia in termini di tempo che di costi di

trasferimenti di carico laterale durante la percorrenza di una curva e una minor variazione dell’angolo di camber ma aumenta la sezione frontale del veicolo, penalizzando quindi l’aerodinamica. Vista l’entità delle velocità comunque, che risultano essere abbastanza ridotte, l’aerodinamica non è un fattore di primaria importanza nelle competizioni della serie FSAE, per cui ci si è orientati verso carreggiate piuttosto ampie. Inoltre l’impiego di una carreggiata più ampia all’anteriore che al posteriore, diminuisce il trasferimento di carico diagonale e garantisce una migliore stabilità nell’inserimento in curva. Il risultato delle scelte progettuali è sintetizzato nella tabella seguente.

Peso veicolo 280 Kg

Distanza % del baricentro dall’asse anteriore 55 %

Altezza baricentro veicolo 300 mm

Passo veicolo 1610 mm

Carreggiata anteriore 1280 mm

Carreggiata posteriore 1140 mm

Altezza centro rollio sospensione anteriore 35 mm Altezza centro rollio sospensione posteriore 45 mm

Tabella 3-1: Parametri di progetto della sospensione.

I valori dei rimanenti parametri (angoli di king pin, caster, camber, etc.) sono stati assunti sulla base di un’attività di reverse engineering condotta sulle vetture da Formula SAE che hanno conseguito i migliori risultati nelle scorse edizioni della Competizione.. La tabella 5 mostra i valori adottati.

Anteriore Posteriore Camber -2° -3°

Caster 8° 8.5°

King Pin 8° 7°

Convergenza 5 mm 5 mm

Al tempo stesso si è previsto un sistema di regolazione della sospensione tale da poter intervenire su tali valori adeguandoli alle esigenze che emergeranno in pista (si veda in seguito).

Inoltre, per procedere alla sintesi cinematica e al calcolo dinamico della sospensione è stato necessario effettuare una prima stima delle masse in gioco, stima che è sintetizzata nella seguente tabella.

Mass budget Componente Peso (kg) Pilota 70 Telaio 39 Ruote 5.5 Motore 32 Pneumatici 5

Disco Freno + Pinza 3

Portamozzo + Mozzo 5

Puntone e Bracci sosp. 2

Semiasse 4 Differenziale 7

Tabella 3-3: Mass budget stimato del veicolo.

La sintesi cinematica della sospensione implementando il procedimento sopraesposto all’interno di un modello parametrico Solidworks, attraverso il quale si è realizzato in maniera rapida lo studio del layout del veicolo e la determinazione dei punti notevoli della sospensione e dello sterzo.

In particolare, l’implementazione della procedura di sintesi all’interno del CAD ha consentito di lavorare indipendentemente, e soprattutto in maniera parametrica, nelle diverse viste (frontale, laterale e in pianta), e di ottenere quindi la configurazione del meccanismo nello spazio e le coordinate degli snodi in maniera pressoché automatica.

Figura 3-25: Il modello Solidworks utilizzato per la sintesi della sospensione.

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