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4. La filosofia del lento

4.2 Lo Slow Tourism

Nella transizione dall’età moderna a quella contemporanea, si assiste al mutamento non solo della dimensione del tempo, ma anche dello spazio: il mondo appare come più piccolo e facile da esplorare, grazie all’evoluzione tecnologica che ha consentito una mobilità sempre maggiore, incrementando un fenomeno che ormai da millenni coinvolge l’essere umano, ossia il viaggio. Il modo di viaggiare e il viaggiatore riflettono dunque nuove caratteristiche producendo nuovi effetti sociali del viaggio, che, oltre ad essere un mezzo di trasformazione delle identità sociali, è generatore di socialità e socializzazione40. Il viaggio è un’esperienza familiare a tutti gli esseri umani, in cui

l’arrivo non è considerato come un determinato momento, ma piuttosto come un processo, e il legame tra sviluppo del territorio e turismo si rafforza. A partire dagli anni ’80, il declino del turismo di massa ha introdotto la figura del post-turista, il quale scova la propria identità nella diversità e originalità dell’esperienza di viaggio. Si registra così una maggior presenza di turisti nei B&B, nei campeggi e negli agriturismi rispetto a quella ospitata nelle strutture tradizionali. Ciò sta a indicare un desiderio di maggiore autonomia da parte di chi viaggia, in cui il «dove andare» diventa più importante del «dove stare»41.

L’alternativa al turismo di massa è rappresentata dalla pratica del turismo lento, che concepisce il territorio come un bene culturale diffuso e valore identitario di ogni luogo. Negli ultimi tempi, sempre più frequentemente si parla di turismo responsabile e sostenibile, la cui figura chiave è il tour operator, il quale svolge un ruolo cruciale all’interno della filiera turistica, affiancato dalle comunità locali e dalle istituzioni pubbliche: essi rappresentano i tre principali attori determinanti per l’implemento delle strategie di marketing basate sui principi della sostenibilità. Solo per mezzo della capacità umana di interiorizzare i comportamenti responsabili, dal punto di vista ambientale, sarà possibile l’applicazione del principio dello sviluppo sostenibile.

Emergono diverse tipologie di post-turismo declinabili in chiave slow, e lo Slow Tourism è trasversale a tutte loro. Esse sono raggruppate in:

- turismo naturalistico, che concentra il proprio interesse su uno specifico segmento del settore turistico, ossia l’ambiente naturale al cui interno i principi di sostenibilità devono essere applicati ad ogni tipo di attività turistica;

40 LEED Eric J., La mente del viaggiatore. Dall’Odissea al turismo globale, traduzione a cura di MANNUCCI J., Bologna,

Il Mulino, 2007.

33 - turismo enogastronomico, che si oppone all’omologazione dei gusti provocata dalla

globalizzazione e favorisce i prodotti locali e la cucina tipica di un territorio;

- turismo rurale, che considera il rurale come un territorio lento che permette di stabilire un rapporto di equilibrio tra l’uomo e l’ambiente. Secondo Valerio Merlo42, il turismo

rurale può essere definito: come micro-collettività, come sinonimo di agricolo, come sinonimo di ritardo ecologico e, infine, come spazio interstiziale;

- turismo culturale, che si svolge con la visita nelle città d’arte e non solo. Attraverso il patrimonio culturale il turismo promuove coesione sociale, essenziale allo sviluppo socioeconomico del territorio. In questo ambito, viene introdotto il concetto di

heritage tourism, sviluppatosi dal bisogno dell’uomo di conoscere il passato;

- turismo sociale, che identifica il turismo come un diritto e servizio della società che coinvolge i soggetti a cui non viene garantito il diritto alle vacanze, i quali possono essere famiglie, bambini e anziani. Viene promosso da organizzazioni senza scopo di lucro a tutela delle categorie deboli;

- turismo sportivo, che coniuga l’esperienza dello sport e i suoi fattori culturali con il concetto di viaggio e soggiorno. Lo sport viene dunque vissuto in maniera edonistica con un forte richiamo alla natura.

Di recente, si sta sviluppando una nuova etica del turismo che vede il turista come un attento osservatore di ciò che lo circonda. Le dimensioni coinvolte nello Slow Tourism sono molteplici e i tratti salienti sono:

- la lentezza, ossia l’imperativo di decelerare assecondando i propri ritmi e concedendosi all’ozio e alla pigrizia. Spesso in vacanza il turista viene divorato da un senso di obbligo che lo porta ad avere atteggiamenti a tratti compulsivi, spinto dall’ansia di dover scattare più foto possibili per mostrarle poi agli amici e avere, così, un riscontro sociale. Lo Slow Tourism insegna, invece, ad assaporare il lusso del perder tempo e a coinvolgere tutti i sensi;

- l’autenticità, che dimostra essere di per sé un concetto mutevole nel tempo. Recentemente l’autenticità si è rivelata essere un importante fattore di scelta, che spinge il turista lento a scovare luoghi in cui rintracciare le origini e le peculiarità che definiscono il territorio prescelto e la popolazione che vi abita;

- la sostenibilità, che soddisfa le esigenze sia dei turisti che delle regioni ospitanti. Tutte le risorse dovrebbero essere gestite economicamente, socialmente ed esteticamente

34 mantenendo l’integrità culturale, la diversità biologica e i processi ecologici essenziali. L’ambiente, la comunità e le tradizioni locali devono essere i beneficiari dei prodotti turistici sostenibili e non le vittime dello sviluppo turistico.

In ambito nazionale, in aggiunta all’associazione Slow Tourism Italia43, le organizzazioni e le agenzie regionali che promuovono questo tipo di vacanza risultano essere sempre più numerose. Ciò testimonia un’inversione di tendenza: il turismo lento si è considerevolmente diffuso, ricevendo conferma dal ministro del Mibact, Dario Franceschini, il quale ha ufficializzato che il 2019 sarà l’anno dedicato a chi vuole viaggiare in Italia lentamente, alla scoperta e alla valorizzazione dei territori meno conosciuti dal turismo internazionale.

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