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SMART CONTRACT NELLA LOGISTICA

Nel documento Industria 4.0 Senza Slogan (pagine 49-51)

ESTERNA

Contesto:

Il presente caso illustra una possibile applicazione del- la blockchain per garantire la sicurezza delle transazio- ni nel campo della logistica esterna.

Vantaggi ottenuti:

• Certificazione automatica delle transazioni

• Possibilità di avere transazioni condizionate allo sta-

to della merce

• Inserimento automatico del carico/scarico di magaz- zino nel sistema gestionale

• Automatizzazione della fatturazione

• Automatizzazione dello scheduling della produzione

Tecnologie utilizzate

• Blockchain

• Sensore di temperatura

Una possibile applicazione della blockchain si ha nella logistica esterna e nel reparto acquisti di un’azienda.

Con i blockchain infatti è possibile stipulare dei contratti, chiamati “smart contract”. In questi contratti è possibile

SMART CONTRACT NELLA LOGISTICA ESTERNA

Figura 21 - Logica di funzionamento degli smart contract

stabilire condizioni verificate le quali il contratto si attiva. In questo modo la transazione economica tra due sog- getti avviene se la merce rispetta determinati requisiti. Ad esempio la merce trasportata da un corriere può essere sensorizzata in modo da tracciare le condizioni ambientali durante il trasporto. Questo è molto utile nel caso in cui la merce subisca un deterioramento in base alla temperatura. All’arrivo dal cliente sarà ne- cessario che il sistema verifichi che la condizione sulla temperatura sia stata rispettata perché il contratto si attivi, e perchè avvenga effettivamente la transazione. Inoltre il sistema può essere incorporato nel sistema informativo aziendale che può registrare l’arrivo della

merce in magazzino.

Inoltre esistono sistemi di anticontraffazione, (come ad esempio si può vedere su http://riddleandcode. com/), per cui associando un identificatore unico in una transazione blockchain al produttore e all’acqui- rente è possibile verificare la contraffazione o meno della transazione stessa.

Questo meccanismo è sicuro e certificato dall’algorit- mo di funzionamento dello stesso, e permette di ac- cettare la merce su condizione, il che può rappresen- tare un punto di svolta nei rapporti tra le aziende.

Un miglioramento della logistica esterna può derivare anche dall’uti- lizzo delle tecniche di modellazione e simulazione dei processi. Grazie alle nuove tecnologie digitali infatti diven- ta sempre più fattibile l’esecuzione di simulazioni precise e affidabili che riguardano l’intera supply chain, dal fornitore di materie prime fino al di- stributore.

I rapporti all’interno della supply chain, che finora erano rigidi a causa della mancanza di capacità delle tecnologie di gestire la complessità del sistema,

grazie all’Industria 4.0 possono esse- re sfruttati al meglio per migliorare l’efficienza della catena globale. Il comportamento di un sistema così ampio, flessibile e veloce risulta diffici- le da modellare a priori in una mappa di processo perciò è necessario indi- viduare nuove modalità per abilitare tale gestione come ad esempio il Pro- cess Mining.

Il Process Mining è una metodologia che permette di effettuare l’analisi dei processi basata sui comportamenti re-

ali ovvero costruisce un modello astrat- to coerente con il comportamento reale del sistema (G. Vaglini).

Il Process Mining permette inoltre di andare oltre la gestione dei processi interni alla singola azienda per i quali i software come il Business Process Mo- del and Notation (BPMN) consentono di mappare il comportamento specifico di un soggetto (D. Aloini).

Un passo ulteriore che il 4.0 permette di fare nella gestione dei processi lungo la supply chain

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è la simulazione del workflow. La simulazione permette di modellare il legame tra le aziende anche laddove non è possibile avere una visione del reale comportamento perciò abilita ad una gestione intelligente dei processi (M. Cimino).

Un esempio di questo è disponibile al link: https://www.youtube.com/wa- tch?v=ZUGo08dynYY

Volendo dare uno sguardo al futuro inoltre si può pensare ad un’applica- zione delle tecnologie 4.0 che riguar- dano strettamente la fase di conse- gna delle merci: i droni ormai fanno parte della normalità, soprattutto in alcune zone del mondo, quindi è facile immaginare che l’ultimo tratto della consegna dei beni si possa effettuare con l’utilizzo dei droni come già testato da Amazon (L. Pallottino).

Altro argomento non trascurabile, sebbene un po’ futuribile, riguarda le auto con guida automatica: nel mon- do si trovano già diverse applicazio-

ni, ma in un prossimo futuro questa tecnologia potrà essere sviluppata al punto da avere mezzi di trasporto che effettuano autonomamente le consegne o che, oltre alla merce, tra- sportano al loro interno anche i droni che effettuano il cosiddetto “ultimo miglio”. Non è certo che nei prossimi anni avremo la possibilità di assistere a questo tipo di consegna, ma proba- bilmente potremo vedere un tipo di trasporto merci diverso da quello at- tuale, composto da flotte di TIR che si muovono insieme in scia, come una sorta di treno su gomma.

Il TIR che sarà in testa si comporterà come leader della flotta e le manovre fatte dal suo autista guideranno an- che gli altri mezzi mentre gli autisti de- gli stessi potranno riposarsi fino allo svincolo in cui si separeranno o po- tranno dare il cambio al leader effet- tuando così viaggi più lunghi, rapidi e sicuri. Soluzioni come questa si sono date battaglia all’interno del progetto European Truck Platooning Chal- lenge che mira appunto allo sviluppo di soluzioni innovative nella gestione delle flotte di veicoli.

Questi ultimi aspetti sono quasi futu- ristici, e sicuramente dovremo aspet- tare del tempo prima di capire se e come diventa conveniente integrar- li all’interno delle attività aziendali, ma sicuramente sono tecnologie da monitorare e prendere in conside- razione nel momento in cui si valuta insieme ad un agente tecnologico la possibilità di evolversi da azienda 3.0 ad azienda 4.0.

I Big Data possono essere alla base di innovazioni rivoluzionarie anche per quel che concerne le attività di mar- keting.

In particolare, grazie alle

informazioni derivanti dall’analisi dei dati raccolti sui social media o per mezzo dei sensori installati su particolari tipi di espositori, l’azienda può riuscire ad affinare le proprie strategie di marketing monitorando in modo costante i comportamenti di consumo dei propri clienti (L. Zanni).

Un’applicazione interessante con- sente di passare da un codesign basato su sistemi di comunicazione tradizionali ad un sistema che per- mette alle aziende di ricevere infor- mazioni direttamente dalle tecnolo- gie di altre aziende. Per fare questo è necessario seguire il seguente percorso.

Innanzitutto è necessario individua- re le ontologie web, ovvero una rap-

presentazione formale e condivisa del dato all’interno di un certo do- minio di interesse. Questo permette di allineare le informazioni variando il contenuto in base all’interroga- zione così che il significato perce- pito sia lo stesso per tutti gli utenti. Successivamente, il Process Mining permette di mappare i rapporti esi- stenti all’interno della catena del valore nonostante sia un sistema complesso in cui è difficile modella- re tutti i processi in una mappa. Infine la mappatura inserita in un software di simulazione permette di visualizzare e valutare i compor-

tamenti del modello in fase di piani- ficazione.

Attraverso questi elementi è possi- bile rappresentare in un modello i rapporti tra i soggetti della catena, invece il sistema web service per- mette l’interoperabilità tra i soggetti della rete in quanto è composto da software che si agganciano ad altri software per effettuare delle inter- rogazioni. Quindi è possibile propa- gare automaticamente l’interroga- zione all’interno della community e sapere se in un certo momento un certo tipo di componente è disponi- bile e da che fornitore.

BOX

IL PROCESS MINING

Nel documento Industria 4.0 Senza Slogan (pagine 49-51)

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