Social strategy
Verificare l’organizzazione interna.
Valutiamo innanzitutto le competenze e il budget a disposizione e chiediamoci:
• Abbiamo a disposizione risorse e competenze necessarie? Soldi e tempo?
• Le nostre policy e i nostri processi ci consentono di lavorare senza barriere?
Lavorare sui social richiede moltissimo tempo, ore uomo e quindi soldi.
Stare nella conversazione, oltre che saper pianificare, significa saper sfruttare le opportunità offerte dallo stream che si crea attraverso i contenuti sviluppati dagli utenti. queste attività richiedono attenzione costante e prontezza nelle risposte, oltre che nelle proposte. Saper afferrare gli spunti che le persone ci offrono per parlare più efficacemente con essi.
Se all’interno non esistono le risorse sufficienti ci si potrà affidare ad agenzie esterne.
Social strategy
Ascoltate la Rete.
Forse qualcuno sta già parlando di noi. Che è questo qualcuno? Dove sta parlando di noi? Che cosa sta dicendo?
Questa parte del lavoro è speso demandata ad un istituto di ricerca o a un’agenzia specializzata, perché è importante che, al di là del dato, si sappia leggere “dietro” di esso per estrapolare il vero insight. In alternativa, almeno una ricerca di Google è fondamental
L’ascolto e il monitoraggio avvengono normalmente attraverso l’uso di software specializzati che ricercano parole chiave all’interno dei siti, blog, fonti social, etc., permettendo di raccoglier in form “grezza” ciò che si dice di un tema, di una marca, un prodotto. Non esistono però software in grado di capire il senso delle
conversazioni e attribuirgli un sentiment.
L’ironia, il sarcasmo, i modi dire colloquiali rendono impraticabile affidarsi
unicamente ad una macchina. Per questo l’intervento di uno o più analisti è molto importante.
Social strategy
Definire gli obiettivi e conoscere la nostra audience.
Una precisa definizione degli obiettivi aiuterà il nostro lavoro. Gli obiettivi del social non devono necessariamente coincidere con gli obiettivi della presenza digitale: il social è la strategia per le meccaniche di coercizione, attraverso le quali si possono perseguire obiettivi più ambiziosi, come
(ri)posizionare una prodotto/brand, o dare (nuova) vita ai valori di marca.
Dobbiamo studiare il target da raggiungere, sempre.
Social strategy
Disegnare la strategia.
Analogamente a quanto visto fin ora per la strategia generale, bisogna farci le stesse domande e fare gli stessi ragionamenti ma calati nello specifico dei
mezzi social.
Tutte le strategia social sono sostanzialmente strategie di contenuti.
Il punto di partenza è l’individuazione del/dei topic da sviluppare, per poi attribuire a ciascuno di essi un “circuito di distribuzione”, un trattamento, la priorità nella strategia.
Ciò che è peculiare è l’attenzione da dare ai processi. Pur se i processi con cui si creano e si gestiscono le attività social sono attività operative, questi hanno una tale importanza che vanno messi a punto in una fase iniziale del progetto.
Social strategy
Definire gli strumenti.
Definita la strategia passiamo alla scelta delle piattaforme. Questa fase viene
spesso erroneamente affrontata all’inizio del processo di creazione della strategia social, quando si tenta di liquidare il tutto con “apriamo una pagina Facebook e un profilo su Twitter”.
L’approccio social non si esaurisce nell’utilizzo degli strumenti, men che meno nell’utilizzo dei social network generalisti.
Per il raggiungimento dei nostri obiettivi, ad esempio, potrebbe essere conveniente utilizzare approcci diversi, fare un uso più creativo delle piattaforme e, magari,
evitare completamente i social network più conosciuti.
Chiariamo bene quale ruolo attribuiamo ad ogni piattaforma (ad es., Pinterest per lo storytelling, Twitter per la relazione e Facebook per
l’intrattenimento). In questo modo utilizzeremo ogni piattaforma per ciò che sa fare meglio piuttosto che usare tutti gli strumenti solo per far rimbalzare un messaggio unico dall’uno all’altro.
Social strategy
Elaborare il piano editoriale.
Il piano editoriale è uno strumento finalizzato a risolvere diversi problemi:
• garantire omogeneità ai contenuti creati e condivisi a prescindere dalle piattaforme;
• pianificare il calendario della pubblicazione;
• verificare la relazione tra i contenuti nei rimbalzi tra i diversi touchpint considerati;
• avere sempre presente il flusso di creazione, approvazione, pubblicazione dei contenuti.
Social strategy
Social strategy
Elaborare il piano editoriale.
La creazione di un piano editoriale è un lavoro di solito a carico del community manager o del social media manager. I punti salienti sono:
• La definizione del topic. Il topic è l’argomento centrale di cui intendiamo parlare. Non deve necessariamente coincidere con il prodotto/servizio
offerto. Esso deve essere rilevante per le persone con cui entriamo in relazione e non deve esaurirsi in poco tempo;
• L’individuazione delle fonti. I contenuti vengono forniti dalla fonti. Le fonti possono essere interne o esterne, on line o off-line. Avere una pluralità di fonti è importante;
• Gli strumenti per facilitarci la vita. Gli strumenti di curation on line ci aiuteranno nella gestione dei contenuti. Un feedreader per ottimizzare la raccolta dei contenuti, uno strumento come HootSuite o tool meno specifici come quelli interni alle piattaforme (liste Twitter, cerchie di Google+, etc.);
Social strategy
Elaborare il piano editoriale.
• La definizione dei flussi. Dobbiamo stabilire chi scrive e pubblica, chi approva e chi coordina (azienda, agenzia esterna, free lance, etc.);
• La distribuzione dei contenuti. Quali categorie di contenuti
pubblichiamo? Con quali persi relativi? Come cambia lo stesso contenuto quando viene pubblicato su strumenti diversi?
• I tempi dei contenuti. La persistenza di un posto sui social dipende da vari fattori: la rilevanza del contenuto, l’affollamento delle time-line, la presenza di post sponsorizzati, giorno e ora di pubblicazione, etc.
Assicuriamoci di conosce bene questi tempi, facciamo un pò di esperimenti prima di trovare il momento giusto per quel determinato argomento da
pubblicare.
Social strategy
Modalità di gestione della community.
Gestire una community significa anche stabilire e far rispettare delle
regole, monitorare la relazione con il pubblico, sapere come intervenire in caso di criticità. in particolare:
• definiremo delle policy da diffondere nei nostri social e definiremo che cosa si può e non si può fare;
• definiremo una struttura che ci aiuti a valutare gli interventi dei
partecipanti per poter identificare potenziali fonti di crisi e saperci regolare di conseguenza;
• infine stabiliremo di chi è il compito del monitoraggio della community, in che modo e con quali strumenti.
Se non possiamo essere reattivi meglio evitare quelle piattaforme su cui la reattività e la velocità son un fattore ineludibile.