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CAPITOLO 1. Il Quadro teorico di riferimento e Canada multiculturale

2.2.2 Società in transizione

Fra gli anni Settanta e Ottanta, come trattato nel primo capitolo, comincia in Canada la forte spinta verso una politica multiculturale che, anche se inizialmente si esplicita nella promozione di manifestazioni folcloriche, determina un rafforzamento dell’identità dei diversi gruppi presenti a Toronto. Fra questi, quello italiano vive una trasformazione socio-culturale dovuta a molteplici fattori. Con il cessare della diffidenza causata dall’esperienza fascista, si va creando un clima di distensione in cui gli italiani riescono a migliorare le loro condizioni di vita, in particolare si registra un miglioramento della mobilità sociale dei giovani italo-canadesi. La seconda generazione147 infatti, maggiormente istruita, comincia ad

abbandonare i lavori manuali tradizionalmente svolti dai genitori a favore di lavori intellettuali o comunque per i quali era necessario un buon livello d'istruzione. Molti di questi giovani iniziano a parlare inglese come prima lingua allontanandosi dagli usi dei propri genitori in un processo di costruzione di una propria specifica identità italo-canadese, diversa dalla categoria di “cittadini italiani residenti in Canada” o “popolazione di origine italiana”. Siamo di fronte dunque ad un nuovo profilo identitario che trae origine dalla fusione di due culture per diventare altro, evolversi in maniera propria148.

Secondo lo studio dell’antropologo Giuseppe Losacco, autore di una ricerca sulla negoziazione dell’italianità a Toronto, era proprio il cambiamento nel grado di istruzione a legarsi ad un cambiamento nella percezione di se stessi come canadesi oltre che italiani. L’immagine che ne derivava era di

147 Intendiamo qui per seconda generazione i figli degli immigrati del secondo dopo guerra.

148 Rapporto finale Progetto ITACA, Collettività italo-canadesi per l’internazionalizzazione dei

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“italiani che stanno lentamente abbandonando la lingua italiana e la segregazione comunitaria, senza per questo perdere il proprio senso di italianità. (…) Gli italiani di seconda generazione stanno diventando sempre più italo-canadesi, espressione di un biculturalismo che sa muoversi ed integrarsi nella nuova società, senza perdere il valore e le tradizioni di quella di origine”149.

In questo contesto, parallelamente a tale processo di costruzione identitario in atto per i giovani italo-candesi, si rileva la maggiore esigenza da parte della prima generazione di affermare come obiettivi di primaria importanza la tutela dell’identità italiana e la diffusione della cultura italiana150. Tale

fenomeno si spiega da un lato a causa della paura di perdere la coesione della comunità in relazione al processo di canadesizzazione dei giovani, dall’altro grazie alla maggiore presenza dello stesso Stato italiano con l’autorità consolare e l’esistenza di una normativa di riferimento che il governo italiano aveva stipulato con il Canada e con tutti gli altri paesi con un alto tasso di immigrazione italiana151.

Ricordiamo in proposito gli sforzi della comunità italiana nel promuovere la propria cultura tramite l'iniziativa di alcuni cosiddetti “imprenditori etnoculturali” (insegnanti, medici, notai, avvocati, tutte le persone che grazie al loro status sociale fungevano da ponte tra la cultura canadese e quella italiana)152 del Centro Scuola Italiano153, che si impegnarono per introdurre

l’insegnamento della lingua italiana nelle scuole.

149 G. Losacco. Wop o mangiacake, op.cit., p. 94

150 Il valore dell’italianità si mantiene forte fino agli anni Ottanta, quando la seconda generazione sarà

ormai grande e avrà un diverso rapporto con la terra d’origine. Rapporto finale Progetto ITACA,

Collettività italo-canadesi per l’internazionalizzazione dei distretti, Istituto di Affari Internazionali,

2009. Cfr http://www.iai.it/pdf/DocIAI/IAI0906.pdf

151 Ibidem

152G. Losacco. Wop o mangiacake, op.cit., p. 80

153 Il Centro Scuola fu fondato nel 1976, in seguito a una serie di circostanze che secondo

Losacco rappresentarono in realtà una sorta di rivendicazione etnica da parte degli italiani. Infatti i leader della comunità italo-canadese vedevano a rischio il mantenimento di una comunità coesa a causa del gap linguistico-culturale che si stava creando fra le generazioni. I genitori continuavano a parlare dialetto e italiano mentre i figli imparavano la lingua inglese nelle scuole canadesi. Avendo preso sul serio la retorica multiculturale propugnata dal governo federale riguardo il mantenimento delle culture degli immigrati, le scuole cattoliche cominciarono ad introdurre l’insegnamento della lingua italiana il sabato mattina. Nel 1974 venne creato il Comitato scolastico di Toronto che dette via al progetto di standardizzare le ore

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La diffusione della lingua e della cultura italiana venne incentivata anche attraverso i mezzi di comunicazione di massa, importanti per mantenere vivo il senso di appartenenza alla comunità e il suo sviluppo. In particolare la stampa italiana era rappresentata con ben ventisei testate, una stazione radio ed una stazione televisiva trasmettevano in italiano. Significativa è la creazione nel 1976 da parte del Ministero degli Affari Esteri dell’Istituto Italiano di Cultura, di cui vedremo successivamente la storia, che ricopre un ruolo importante per la diffusione della cultura italiana anche grazie ai suoi legami con Dipartimento di Studi Italiani154 creato nel 1973 dall’Università di

Toronto. Aumentò inoltre il numero dei gruppi organizzati a scopo ludico- culturale, che si distinguevano dalle associazioni più antiche nate a scopo principalmente assistenziale155.

A tali processi di “tutela dell’italianità” in atto si accompagna una simile situazione anche in ambito artistico con il crescente interesse per l’allestimento di mostre temporanee di artisti provenienti dall’Italia. Vediamo un esempio di tali manifestazioni.