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Soricomorfi, lagomorfi e roditori

Nel documento Finito di stampare nel mese di febbraio 2014 (pagine 197-200)

IL CASO DELLA LUCERTOLA DELLE EOLIE

3.6.2. Soricomorfi, lagomorfi e roditori

Daniele Paoloni1,2, Gaetano Aloise1,3, Sandro Bertolino1,4, Francesco Bisi1,5, Filomena Carpino1,6, Emiliano Mori1,7, Maurizio Sarà1,8e Dino Scaravelli1,9

1Associazione Teriologica Italiana

2Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, Università degli Studi di Perugia

3 Museo di Storia Naturale ed Orto Botanico, Università della Calabria

4 Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari

5 Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate, Università degli Studi dell’Insubria

6 Corso Umberto I - 425, Marigliano (Napoli)

7Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli Studi di Siena

8 Dipartimento Scienze e Tecnologie Biologiche, Chimiche e Famaceutiche, Università degli Studi di Palermo

9 Museo Ornitologico “Ferrante Foschi”, Forlì

3.6.2.1. Distribuzione

Il raggruppamento comprende cinque spe-cie, una di soricomorfi (crocidura di Sicilia, Crocidura sicula), una di lagomorfi (lepre variabile, Lepus timidus) e tre di roditori (moscardino, Muscardinus avellanarius; driomio, Dryomys nitedula; istrice, Hystrix cristata). L’eterogeneità di questo raggrup-pamento determina distribuzioni delle spe-cie tra loro molto differenziate (Fig. 3.6.3): la crocidura di Sicilia è endemica della Si-cilia; la lepre variabile è presente esclusi-vamente lungo l’arco alpino; il moscardino è presente in tutte le tre regioni biogeogra-fiche, ma discontinuo nell’Italia meridio-nale (probabilmente per carenza di dati); il poco conosciuto driomio presenta una di-stribuzione disgiunta sull’arco alpino cen-tro-orientale e in Basilicata-Calabria, sui complessi montuosi dell’Aspromonte, delle Serre, della Sila e del Pollino. Infine l’istrice è diffuso ed abbondante in Sicilia e in tutta la penisola ed è in continua espan-sione verso nord, dove è penetrato recente-mente fino al basso Trentino (Mori et al., 2013). È importante ricordare che i dati pa-leontologici (Masseti et al., 2010) e gene-tici (Trucchi & Sbordoni, 2009) supportano l’ipotesi dell’origine alloctona dell’istrice, con introduzioni in Italia operate dall’uomo in epoca medievale.

Figura 3.6.3 - Distribuzione della ricchezza di specie di soricomorfi, lagomorfi e roditori di interesse co-munitario.

3.6.2.2. Parametri chiave per la conservazione

I parametri di range, popolazione e habitat sono complessivamente favorevoli per quasi tutte le schede compilate, salvo alcune eccezioni dovute più che altro a informazioni inadeguate per eseguire valutazioni accurate. Il driomio è la specie caratterizzata dalle maggiori lacune cono-scitive: specialmente nella regione mediterranea (Basilicata e Calabria), non si hanno informa-zioni né per lo status della popolazione né per l’habitat, mentre si ritiene che l’areale noto sia inferiore a quello potenziale determinando, quindi, un giudizio inadeguato del range. Riguardo al parametro popolazione, viene indicato come inadeguato lo status della lepre variabile, che, pur distribuita lungo tutto l’arco alpino, presenta consistenze numeriche molto diverse all’interno dell’areale alpino. Tali valutazioni determinano giudizi complessivamente favorevoli per tutte le schede compilate, eccetto per la lepre variabile nell’arco alpino e il driomio nella regione me-diterranea che risultano con uno stato di conservazione inadeguato (Fig. 3.6.4 - 3.6.7).

Figura 3.6.4 - Stato di conservazione del range delle specie di soricomorfi, lagomorfi e roditori in ciascuna regione biogeografica. I numeri si riferi-scono alle schede di reporting.

Figura 3.6.5 - Stato di conservazione delle popo-lazioni delle specie di soricomorfi, lagomorfi e ro-ditori in ciascuna regione biogeografica. I numeri si riferiscono alle schede di reporting.

Figura 3.6.6 - Stato di conservazione degli habitat per le specie di soricomorfi, lagomorfi e roditori in ciascuna regione biogeografica. I numeri si riferi-scono alle schede di reporting.

Figura 3.6.7 - Stato di conservazione complessivo delle specie di soricomorfi, lagomorfi e roditori in ciascuna regione biogeografica. I numeri si riferi-scono alle schede di reporting.

3.6.2.3. Trend di popolazione nel breve periodo

La maggior parte dei trend di popolazione di questo raggruppamento sono giudicati stabili (Fig. 3.6.8). L’unica specie che presenta un trend della popolazione positivo è l’istrice nella regione continentale, con una continua espansione verso nord, tanto da entrare anche come specie mar-ginale nella regione biogeografica alpina. Tuttavia, la distribuzione della specie è frammentaria nel sud della penisola, dove si registrano estinzioni locali recenti in Puglia (promontorio del Gargano), vaste aree di assenza in Campania e Molise, e situazioni stabili in Calabria e Basilicata. Trend sconosciuti si segnalano per il moscardino nella regione alpina e per la crocidura di Sicilia e il driomio nella regione mediterranea.

Figura 3.6.8 - Trend di popo-lazione delle specie di sorico-morfi, lagomorfi e roditori nel breve periodo (2001-2012). I numeri si riferiscono alle schede di reporting.

3.6.2.4. Pressioni e minacce

L’eterogeneità di questo raggruppamento e le caratteristiche biologiche ed ecologiche delle spe-cie che lo compongono, determinano una diversificazione delle pressioni e delle minacce indi-viduate. Sono presenti, infatti, specie forestali come il driomio e il moscardino; legate ad ambienti agricoli tradizionali e garighe come la crocidura di Sicilia o alle praterie di alta quota come la lepre variabile. L’istrice costituisce un’eccezione, poiché è la specie che presenta la maggior valenza ambientale e si ritrova sia in ambienti forestali sia in ambienti aperti. L’elenco delle pressioni e delle minacce è speculare e le maggiori criticità si segnalano nel campo della selvicoltura e della gestione forestale (Fig. 3.6.9 e 3.6.10). Si ritengono problematiche tutte quelle pratiche tese a semplificare la struttura del bosco, come la rimozione del sottobosco, in particolare arbusti, o di piante e legno morto, o fattori di disturbo, come il pascolo all’interno del bosco stesso. Le moderne pratiche agronomiche d’intensificazione dell’uso del suolo (mec-canizzazione, uso di biocidi e semplificazione degli habitat con la rimozione di siepi e filari al-berati) sono ritenute un fattore di media criticità per la conservazione della crocidura di Sicilia, al pari del consumo di territorio che si manifesta attraverso l’urbanizzazione e, più in generale, alla sostituzione di habitat naturali e agroecosistemi. La lepre variabile, per le sue peculiarità ecologiche, è minacciata dal riscaldamento globale e dalle conseguenti alterazioni degli ecosi-stemi di alta montagna che potrebbero verificarsi nel lungo periodo. L’ibridazione con la lepre europea è un fattore importante sia di pressione, sia di minaccia, che potrebbe condurre, in

par-ticolar modo nelle porzioni periferiche dell’areale, ad un forte tasso di introgressione e quindi a un inquinamento del pool genico. Gli incendi sono ritenuti una criticità (sia presente sia futura) per tutte le specie presenti nella regione biogeografica mediterranea.

3.6.2.5. Prospettive future

Le prospettive future sono complessivamente favorevoli, le uniche eccezioni riguardano la lepre variabile nelle Alpi e il driomio nella regione mediterranea (Fig. 3.6.11). Per la lepre variabile sono le imprevedibili conseguenze dei cambiamenti climatici e il rischio di ibridazione con la lepre europea a far propendere per un giudizio inadeguato, mentre per il driomio le poche infor-mazioni sulla sua eco-etologia non consentono di formulare un parere adeguatamente supportato da dati e valutazioni oggettive.

Figura 3.6.11 - Stato delle prospettive future delle specie di soricomorfi, lagomorfi e ro-ditori in ciascuna regione bio-geografica. I numeri si riferiscono alle schede di re-porting.

Figura 3.6.9 - Pressioni per le specie di sorico-morfi, lagomorfi e roditori in ciascuna regione bio-geografica. È riportato il numero di volte in cui sono state segnalate le pressioni afferenti a cia-scuna categoria di primo livello gerarchico.

Figura 3.6.10 - Minacce per le specie di sorico-morfi, lagomorfi e roditori in ciascuna regione bio-geografica. È riportato il numero di volte in cui sono state segnalate le minacce afferenti a cia-scuna categoria di primo livello gerarchico.

Nel documento Finito di stampare nel mese di febbraio 2014 (pagine 197-200)