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Capitolo 6 | L’accoglienza integrata

6.5. Sottovalutazione del peso sui servizi pubblici

Talvolta sono le amministrazioni stesse a dichiarare le proprie inadeguatezze iniziali, dovute, spesso, alla dimensione del comune. Capita infatti che, per aver sottovalutato la portata dell’impegno e il peso che l’accoglienza ha sui servizi pubblici locali, le amministrazioni si trovino impreparate nella gestione dell’accoglienza stessa.

Si riporta il caso di Locate di Triulzi, un comune che ospita esclusivamente donne. La scelta di accogliere donne – ammette in sincerità il Sindaco - era stata ovviamente dettata, almeno in parte, dalla convinzione che tale categoria rendesse il progetto di accoglienza “più gestibile” e di “minore impatto sulla comunità”. Ciononostante, il Sindaco e l’Assessora alle Politiche Sociali, ricordano le primissime fasi dell’accoglienza nel loro comune, prima ancora di aderire alla rete SPRAR, come un’esperienza molto faticosa. Il riferimento è in particolare al lavoro delle assistenti sociali e alla gestione dei servizi alla persona.

“Era la nostra prima esperienza di accoglienza. Non era uno SPRAR., non sapevamo nemmeno cosa fosse lo SPRAR. Era una nostra risposta di emergenza. Siamo stati noi, in quel caso ad attivare una serie di servizi(...), abbiamo contattato tutte le realtà locali chiedendo loro di darci una mano, i nostri medici di base si sono messi a disposizione per aiutarle...quindi si è attivato il territorio! Sicuramente in quella prima fase i servizi non c’erano, anche perché noi sul nostro territorio certi servizi proprio non ce li abbiamo. Quindi al tempo abbiamo cercato di fare più artigianalmente”

Sindaco del Comune di Locate di Triulzi

In un primo momento era stata dunque sottovalutata la mole di risorse, competenze e servizi specifici che sono necessari per l’accoglienza ma che potrebbero lecitamente scarseggiare in un comune di poco più di dieci mila abitanti. Ovviamente – fatto tesoro dell’esperienza - il risvolto positivo è stata la conseguente adesione dell’amministrazione alla rete SPRAR e l’utilizzo della conoscenza acquisita nelle successive fasi dell’accoglienza.

“È stata un’esperienza faticosa dalla quale (...) è nata l’idea di inserirsi nella rete

SPRAR (...). Entrare nella rete SPRAR significa godere del sostegno di professionisti che lavorano nell’ambito. Il Melograno lavora da tempo e hanno un’esperienza che hanno potuto condividere con noi. Per quanto riguarda i servizi, come il consultorio o l’ospedale, che noi non abbiamo sul nostro territorio (:...) è davvero impensabile, utopico pensare che un’amministrazione comunale possa gestire da sola una cosa del genere. Da qui la nostra volontà di appoggiarsi sulle risorse presenti sul territorio.”

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Un caso simile è lo SPRAR per Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) di Trezzano sul Naviglio e Buccinasco. Simile per la scelta di una categoria specifica di beneficiari di accoglienza, nel primo caso donne e nel secondo minori; ma simile anche per l’ammissione degli amministratori della fatica nella gestione e del peso, prevalentemente nelle prime fasi, sui servizi sociali.

Il progetto di accoglienza, gestito dall’Associazione Villa Amantea, nei comuni di Trezzano sul Naviglio e Buccinasco, è l’unico SPRAR per MSNA nei comuni metropolitani. I due comuni, associati nella titolarità del progetto, hanno messo a disposizione due ville confiscate alla ‘Ndrangheta. Nel complesso è un caso oggettivamente virtuoso, come dimostrano le storie positive di accoglienza e di inclusione dei giovani ospiti, cui la stampa locale ha dedicato numerosi articoli.

Anche in un esempio positivo come questo, però, si possono rilevare alcune carenze nei servizi di assistenza sociale. Sono forse dettagli apparentemente irrilevanti in un caso complessivamente di successo, ma ritengo siano elementi da tenere in considerazione nell’insieme dei dati raccolti nei vari comuni. L’Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Trezzano sul Naviglio e Responsabile del Servizio Sociale del Comune di Buccinasco, risponde così alla domanda sul perché abbiano scelto di aderire proprio a un progetto per MSNA e quale sia stato il peso sui servizi sociali:

“La decisione di accogliere MSNA è stata proprio una scelta dell’amministrazione comunale, pensando inizialmente che la gestione sarebbe stata più facile. Poi ci siamo resi conto che non è stato assolutamente così. (...) pensavamo che fosse più facile per il territorio accoglierli. (...) In realtà “l’impatto dei ragazzi non è stato così forte. Perché tutto sommato, in un contesto di 21.000 abitanti, 6 ragazzi a Trezzano e 6 a Buccinasco

ovviamente non hanno creato chissà quale problematica.”

Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Trezzano sul Naviglio e Responsabile del Servizio Sociale del Comune di Buccinasco

Le complicazioni sono emerse però nelle piccole prassi quotidiane: le pratiche per ottenere

la residenza, quelle per la scelta del medico di base, etc. In queste prassi, le regole sono spesso poco chiare e talvolta è complicato anche solo farle rispettare. Il risultato è che tutto dipende moltissimo, forse troppo, dalla sensibilità e dalla disponibilità dei singoli individui. L’Assessore aggiunge poi un altro dettaglio interessante:

“Rispetto all’impatto sui servizi sociali: noi abbiamo un’assistente sociale che è quasi totalmente dedicata a questi due progetti, perché ad esempio deve gestire tutta la

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questione degli affidi; tanto è vero che alla fine abbiamo scelto di ampliare l’organico delle assistenti sociali(...). È stata comunque l’occasione per fare una cosa che volevamo fare.”

Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Trezzano sul Naviglio e Responsabile del Servizio Sociale del Comune di Buccinasco

Sembra utile riportare qui le parole dell’assistente sociale, referente del progetto SPRAR di un altro comune, Cesano Boscone, che sintetizza così il problema generale:

“Certamente le situazioni specifiche, di particolare fragilità, ci costringono a fare stretching. Perché dobbiamo creare, inventare, pensare, progettare soluzioni sostenibili in un quadro di carenza di risorse.”

Assistente sociale e referente SPRAR del Comune di Cesano Boscone

Ben venga ovviamente la reattività, l’intraprendenza e lo “stretching” di un’amministrazione capace di sfruttare la situazione e trarre vantaggio da una difficoltà, cogliendo ad esempio l’occasione per ampliare l’organico o per avviare altre attività utili alla popolazione. Si tornerà su questo aspetto nel capitolo successivo per evidenziare il ruolo da protagonisti degli attori locali nel trasformare criticità in opportunità. SI porrà inoltre l’accento, attraverso esempi contrari, sull’importanza di prevedere delle analisi preventive della reale capacità di accoglienza locale.

Le criticità che gli esempi sopra riportati evidenziano sono però conseguenze anche di un problema situato “a monte”, nella struttura della politica nazionale e nel modo in cui essa atterra sul locale. La disfunzione si crea infatti quando si affida a un comune - che, è bene ricordare, si offre volontario - uno sforzo sovradimensionato rispetto alle proprie capacità, prevedendo solo scarsi e intermittenti compensazioni economiche. In assenza di un’adeguata dotazione di risorse, la localizzazione delle politiche rischia di attivare solamente un meccanismo di “decentramento della penuria” (Bifulco, de Leonardis, 2006).

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