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3.2 Città ideale e città reale

4. Spazio di viaggio

Questo capitolo si propone di indagare come Londra sia stata rivisitata letterariamente come spazio di viaggio, come luogo da esplorare, osservare, decifrare e infine riscrivere. Partendo ancora una volta dall’assunto che la città si pone come un immenso tessuto testuale, un palinsesto formato da molteplici stratificazioni temporali, storiche, culturali, discorsive, pubbliche e private, che si pone all’occhio del viaggiatore-narratore come uno sterminato archivio da cui attingere, secondo le proprie inclinazioni individuali, i propri scopi, la propria estrazione e formazione, per formularne ancora un altro testo che va a sommarsi a quelli precedenti, apportando un altro tassello o un’altra sfumatura alla rete discorsiva che forma il significante ‘Londra’. Si potrebbe adottare anche un’altra metafora per esprimere l’opera di de/codificazione messa in atto da ognuno degli autori trattati: ogni opera traccia una mappa dello spazio cittadino, un itinerario scelto dalle infinite possibilità che Londra offre, un disegno strategico che presuppone una scelta di prospettiva, l’adozione di una tipologia di linguaggio e infine una

rimappatura, più o meno alternativa e personale, che va a intersecarsi e a

aggiungere complessità alla già fitta maglia di testi e immagini che appunto decifrano e ricompongono la polisemia di Londra.

Come suggestivamente esprime Barthes nel saggio Sémiologie et

urbanisme

Car la ville est un poème, comme on l’a souvent dit [...], mais ce n’est pas un poème classique, un poème bien centré sur son objet. C’est un poème qui déploie le signifiant, et c’est ce déploiement que finalement la sémiologie de la ville devrait essayer de saisir et de faire chanter355.

è necessario accogliere e raccogliere tutte le diverse letture della città in modo da elaborare una lingua della città che sia il più onnicomprensiva possibile e che non si deve mai cercare di fissare e irrigidire i significati delle unità trovate, poiché storicamente questi significati sono estremamente imprecisi, ricusabili e irriducibili. In questo saggio Barthes, partendo dall’assunto che lo spazio umano abbia sempre avuto un’alta valenza significante, si interroga sui motivi, e conseguentemente ne auspica l’adozione, per cui nelle elaborazioni teoriche degli urbanisti ci sia stata scarsa attenzione verso le problematiche della significazione. La città è un discorso, chiunque si sposti nella città, cioè chi utilizza la città (tutti noi), è “une sorte de lecteur qui, selon ses obligations et ses déplacements, prélèverait des fragments de l'énoncé pour les actualiser en secret”356, scandito dall’opposizione e l’alternanza di

elementi marcati e non marcati, per adottare una terminologia linguistica. Leggere ed eventualmente riformulare questi enunciati non significa codificare il simbolismo della città in maniera rigida e univoca, secondo una

355 Roland Barthes, Sémiologie et urbanisme, in L’aventure sémiologique, Paris, Seuil, 1985, p.271. 356 Ibid., p.273..

corrispondenza regolare e canonica tra significanti e significati, ma considerare i rimandi potenzialmente illimitati a una significazione sempre aperta e mai conclusiva. In qualsiasi complesso culturale o anche psicologico, ci troviamo davanti a una catena di metafore infinite il cui significato è sempre sfasato o diventa esso stesso significante. La mia lettura dei testi che ora andrò a esaminare si prefigge ancora una volta di mostrare come nella dimensione londinese queste irradiazioni metaforiche siano molteplici, difficilmente circoscrivibili, necessariamente plurime, oscillanti tra una significazione più codificata e ufficiale e una più marginale e privata.

A tal proposito verranno esaminati cinque testi, due di autori italiani, due di autori di origine indiana e un quinto di una giornalista francese, tutti riconducibili, seppure con sfumature diverse, all’ampio spettro della letteratura di viaggio, genere ibrido e difficile da teorizzare nettamente, ma che proprio grazie alla sua ricchezza ed eterogeneità è capace di fornirci sguardi alternativi ma complementari di uno spazio da esplorare così umanamente vasto ed eclettico come Londra. Inoltre, la valenza politica implicita in questo genere, tradizionalmente considerato un modo di rappresentazione essenzialmente imperialista357, ci fornisce un

ennesimo esempio di come sia possibile invertire il viaggio e la direzione dello sguardo, correggendo o sbilanciando i rapporti di forza sottesi allo spazio e alla sua rappresentazione.

I cinque testi trattati ci forniscono cinque diversi itinerari della città, percorsi che a volte si intersecano, coincidono, e a volte procedono parallelamente senza mai incontrarsi, regalandoci così angolazioni diverse e complementari attraverso cui immaginare e studiare lo spazio. Alex Roggero in Il treno per Babylon. Giro del mondo in underground sceglie di scrutare la città attraverso le maglie della tube raccogliendo i vari quartieri e le molteplici comunità per fornirci l’immagine di una città multietnica, complessa e babilonica. Sulle stesse orme, sommariamente, si muove anche Iqbal Ahmed che in Sorrows of the Moon. In Search of London, assumendo le vesti del flaneur invece che dell’undergrounder, spazia per la città rincorrendo personaggi marginali, stranieri e a volte estranei per tracciare l’altra faccia del cosmopolitismo londinese, spesso caratterizzato da povertà, solitudine e alienazione. Un percorso alquanto insolito si dispiega invece tra le pagine di Night Haunts. A journey through the

London night di Sukhdev Sandhu che, come suggerisce il titolo, vaga nella

Londra notturna immergendosi di volta in volta in un personaggio della notte londinese, da chi la vive per lavoro, spesso con mansioni strane e insolite, a chi prega e a chi soffre fra le pieghe dell’anonimato che l’oscurità e la vastità della città permette. Un itinerario più leggero ma ugualmente interessante e ricco di spunti lo traccia Virginie Ledret in Les Pintades à

Londres. Chroniques de la vie des Londoniennes, leurs adresses, leurs bons plans che segmenta la città in varie aree ognuna collegata e caratterizzata

per scoprire la città secondo un’ottica femminile e di costume. Più orientata a un approccio tradizionale è la scelta di Corrado Augias che ne I

segreti di Londra. Storie, luoghi e personaggi di una capitale ci accompagna

per la città seguendo luoghi e mete proverbialmente monumentali e storicamente rilevanti, conducendoci in un viaggio non solo spaziale ma anche temporalmente ampio.

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