3i.
Siccome non
gioverebbegran
fatto all'agricoltura Tessere pervenuta a sapere che la fersa producasida una
crittogama,quando non
sappiasi poianche
ilmezzo
più ac-concio di ovviare a questo infortunio, io cercai di scoprire le pratiche di essa crittogama,o
sia il suo procedimento, affine dì poterlo poscia impedire: e dietrolecongetture fon-date di analogia, che si ricordaron di sopra(N.
7), posimano
alle sperienze seguenti.3a.
NelPOrto
nostro Botanico-Agrario si trovavano per avventura de'gelsi, ne1
quali per tutti gli anni addietro
non
s'era
mai
palesato segno alcuno di fersa.Erano
questi altri delle Filippine, ed altricomuni
di varie qualità} il più am-mucchiati emal
cresciuti, conciosiachè ivi posti per poica-(a)Accennate anchenello Scritto presentatoallaSerionediAgronomia delCongregodi Milano, e ricordato dal Diariodel 16, edela6.
2 4
varli,
non
sperano più cavati. Pressouno
di foglia sottile e bianca, e presso tre di foglia oscura e grossa, fecil'au-tunno
scorso mettere della fogliaammorbala.
Altri di que' sanissimi piccoli, emal
cresciuti, trapiantai in altro luogo dell1Orto,ponendo
per entro lebuche
delladetta foglia am-morbata, incambio
di letame.E come
la stagioneandò
sec-chissima, alcuni di questi perirono, e sopravvissero cinque, tre delle Filippine edue
comuni.33. Egli avvenne per tanto, che sebbene quest'anno in generale lafersascarseggiasseper guisa, che paresse in molti luoghi quasi mancare, e sebbene
mancasse
affatto negli altri gelsi dell'Ortonon
chiamati a cimento;pure
de'cimentati lamostrarono ben
chiara edabbondante,
in estate, quello lasciato al suo posto a foglia sottile,uno
de' trapiantatico-muni,
edue pur
trapiantati delle Filippine, e gli altridue
trapiantati lamoslraron
copiosadopo
le siroccali piogge d'autunno, senza potersi dire che i tre a fogliagrossa rima-sti nel posto lorone
fossero al tutto privi.Dai
quali fatti apparisce, che la fersa del gelsopuò
ef-fettivamente comunicarsimediante
la foglia infetta collocala presso della radice; e cheappunto
l'infetta foglia si è ilmezzo
per cui si trasmette il male, e per cui si perpetua nella piantamedesima.
34
Altra sperienza si fu di far venireda un
vivajo dicampagna
, volgarmentemorarìa,
de'gelsettimaggiormente
fersatìy e di porli inuna
parte dell'Orto,dove non
eranomai
state simili piante.Anche
di questi, per l'alidore della stagione, alcuni perirono ene
restarono sette.De'
quali iprimi a germogliare, verso la
metà
diGiugno aveano
segni di fersa; edue
principalmente, ne' quali l'infezione simo-strò più copiosa; le cui ioglie però io
andava
distaccandoa
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misura ch'esse
ammorbavano,
perchènon
cadessero in terra a portarvi cagione <TinfettamenteDa
questo fatto verrebbe, che ilmoro
potesse recarseco nel suo internoP
infezione,o
sia igermi
della crittogama.E
dalla continuazione dellosperimento ne verrà forse eziandio, che
impedendo
ilritorno al terreno delle foglieammorbate,
e quindi ilnuovo
riassorbimento delmalo
germe, si possa la pianta purificare.35. Questi miei tentativi,
benché non
al tuHo
conclu-denti, perchè cominciatida
poco, enon
abbastanzaripetuti, proverebbero che ilmezzo
sicuro di garantirci dalla fersa egli èquello di avere scevro dal parassiticogerme
il vivajode
1gelsio morarìa,
e il suolo in cui essipoivengon
pian-tati. Il qualgerme
giugne alla radiceo
colle foglie stesseammorbate
chevadano
di essa a contatto,o
colPacqua
la qua-le dilavandolesulla piantao
cadute, seco lo porti per entro•la terra. Perciocché, siccome si disse
(N. 37),
lacrittoga-ma
toccaappena
dall'acqua,disciogliesinegl'innumerevoli suoi fuscellini, che i botanicicon
greca voce diconospore o
sia sementi,appunto
perchè sono lasemenza od
ilmezzo,
per cui le piante, chene vanno
provvedute, si moltiplicano.36.
À
purificare ilterreno, semai
fossecontaminato, gio-verà,prima
di mettervi i gelsi, bruciarlo con erbaccie, ster-pi, canne,prunami o
somiglievoli cose infesteod
inutili.I gelsetti nel vivajo, purificatoessendo il terreno, si
potran-no
aver netti traendolidal seme,o
coli'avvertenza di racco-gliere lefoglie infette le quali cadono, e di cambiare al piè di essi aquando
aquando
la terra,mettendone
di nuova»massimamente
bruciata.Gol
raccogliere la fogliaammorbata,
emutar
nella guisa ora detta, la terra, siponno andare
purificando anche imori
adulti nelcampo.
Ilbruciamento
del suolo
può
tornarutile eziandio per altri riguardi. cioè per impinguarlo, permondarlo
dalle mal' erbe e dagl' impor-tuni ammalatici, e soprattutto daigermi
di altre malattie coraggiose.3^.
Quando
poisiamo
giuntiad
aver netto in ogni parte il podere,dobbiamo
por cura a conservarlo, colnon
portarvi letti di filugelli ebe avessero cibato foglia inietta, colguardar
benedonde
si traggano i gelsettida
piantare, e i letamida
sparger vicino a questi alberi, e col vegliarej acciocché semai
qualchemoro
venisse per inavvertenza con-tarainato^ sia nellaguisadetta di sopra,rimessonellostatosno
di purezza.A
garantirci da'mali contagiosi,due
cose di po-coo niun
costo son necessarie.L una
, il persuaderci bene ch'ei son contagiosi; eV
altra,un
po' d'attenzioneo
dili-genza pernon
accoglierne igermi, o
per ucciderli tosto:poiché siffatti esseri distruggitori tornano
sempre
più indo-miti e perniciosi,quanto
più si lascian diffondere e prender piede.Digitizedby
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Nel documento
NOTA ALLA MEMORIA SULLE MACCHIE NELLA FOGLIA DE' GELSI DI GIULIO SANDRI. Giulio Sandri. m Digitized by Google
(pagine 24-31)