NOTA ALLA
MEMORIA SULLE MACCHIE NELLA FOGLIA DE' GELSI DI
GIULIO SANDRI
Giulio Sandri
m
Digitizedby
NOTA ALLA MEMORIA
SOLLE MACCHIE
NELLA FOGLIA DE GELSI
DI
anroo 8<&s:!>a;c
«)Z10 DELL*ACCADEMIADI AGRICOLTURA DI VERONA E DI ALTRI:
EMEMOROEFFETTIVO DELL*I.R.ISTITUTOVENETO
VERONA
ixiitpetta 'Ji
0?aofo XiIhxiiU
ÌH11.
14*
>
Digitizedby
t.
Due
cose contien questaNota,
vale a direun Cenno
storicosulla crittogama producitricedellemacchienella foglia del gelso; e il Ragguaglio di alcune sperienze intese a di- scoprire il
procedimento
di essa crittogama.§.
L Cenno
Storico.2.
Dopo
essersi della crittogama nelle macchie della fo- glia del gelso dette daiVeronesi lafersa,
tanto parlato nei Congressi Scientifici italiani, e tanto quistionato sulleGaz-
zette, èben
convenevole che sene
dieno quelle nozioni che alla storia di essa appartengono,affinchèognuno
esser possa istruito in questo riguardo.3.
Mediante
osservazioni attentissime, ed accurate spe- rienze, il Sandri giunse a stabilire doversi la fersa de' gelsi produrreda un
parassito, ed avervidue
specie di essa} la piùcomune,
e per ciòanche
la solada
potersi riguardarecome un
vero infortunio,sempre accompagnata da una
crit-togama:
eT
altra più rara, e quinci anchepoco
nocevole, privasempre
di essa crittogama, e abbondevole in vece dicerti animalucci.
4
\. Questi risullamenti del Sandri
formarono
il soggetto<li
una Memoria
presentalaall'Accademia
diAgricolturaCom-
mercio od Arti diVerona
ilprimo
Settembre1842.
Della quale poi lesse egliun Sunto
il 21 allaSezione diAgrono- mia
delCongresso
diPadova
$ al qualeSunto
sifecel'onorexli riportarlo su varj giornali.
In
proposilo di esso cosidiceil Diario di quel giorno (pag.
^6):
«Il prof. Sandri legge»
l'Estrattod'una Memoria
sopra le macchie nelle foglie05del gelso, che attira l'attenzione e gli applausi dell'
Udi-
»
torio, per le variate, analitiche e belle osservazioni, di cui«ha
latta comunicazione.»E
gli Atti dello stesso dì così parlano (pag.5
12): ali»sig. Sandri legge l'Estrallo di
una Memoria
sopraleraac-3»cine delle foglie del gelso, dalla quale risulterebbe dietro
»varie analitiche osservazioni, che
uè
dal suolo, nòda
vi-ncendo
atmosferiche, nèda
particolar malattia,ne da
salse-»
dine,nè da
ustione, nèda
costipazione, ripetere si dovessen
ilfenomeno
dellemacchie;ma
bensì dall'unadelleseguenti» due
cause esistenti nella fogliamedesima,
cioè oda
crillo-» game
parassite,o da
animalucci. »5. Il Sandri finiva l'Estratto invitando que' valenti
bo-
taniciad
esaminare anch'essi tale crittogama: e ildomani
presentava alla Sezione di Botanicaun
fascetto di foglie macchiale, affinchè si considerassepur
ivi l'oggetto incol- pato.Nel
qual proposito e il Diario (pag. 5y), e gli Atti (pag.291
)hau
registrato: «11 sig. Sandri presenta alcune sfoglie di gelso sparse dimacchie,
nelle qualiha
osservato1»
un
fungo epifillo; ed intorno aciòvicunominala
dal Pre-fisidentc
una Commissione composta
dei professori Savi etiMeneghini, e del Dott. Zanardini,
»
Digitizedby
G
r v v
5 6.
La Commissione
s'uni verso il finir del Congresso, presenteanche
il Sandri,che le apprestava foglie macchiate, e secche recate dal Veronese, e verdi raccolte di fresco ncl-r Orto
Agrario e nei contorni diPadova:
e su tutte ella ravvisò la crittogama,benché
il giorno piovoso, e fosco,poca luce concedesseal microscopio.Non
diede però il suo rap- porto, per leragioni eh'ella stessa meglio chealtri potrebbe dire, e che troppo quinon
importa di ricercare.7.
Importa
piuttosto qui di sapere,come
il Sandri ri- tenendo quel fungherello per vera e sola causa dellaJersctcomune,
passasse coli'indagini a rintracciare la via per cui essomandi continuamente
i suoi germi alle foglie, affine di poterla troncare, econ
essaanche
il male.E come
dalle sperienze fatte sulla golpe delfrumento
s1
era
pur mo
chia- rito del procedere di quella crittogama chen'è
la causa; icui
germi
assorhonsi dalla radice perandare
a svilupparsi altempo
debito nel luogo loro appropriato, cioè in quello«lei grano, egli avvisò che
un
simileprocedimento
averdo-
vesse questa del gelso,essendo anch'essaintestina crittogama, edusando
natura di tener similmodo
per le simili cose.Onde
in fine all'Estratto dellaMemoria
sullagolpemandato
aLucca,
il Sandritornando
su questoargomento
diceva che«
divenuta manifesta l'esistenza diuna
crittogama nelle n macchie della foglia del gelso,crittogama anch'ellasbucante"dall'interno e sola causa di tali macchie,sarebbe assai ve-
jirisimile eh' essa
pure
si propagasse pelgerme
specifico as-sorbito
dalle radici e somministratocontinuamente
al ter-» reno dalle foglie intaccate che al terreno ritornano, o vi
tispargono esso
germe
soffregate pel ventoo
dilavate dalla»pioggia.
Per
talmodo
la scienza soddisfatta sarebbe czian- n dio in questo punto,vedendo pur
qui il solito caso di6
n semi, i quali
cadono
inmaturezza
, per poi svilupparsi
«quando
se ne presental'opportunità.E
la praticaanch'es->»sa colla precauzione di
non
portare nelcampo,
coltivato»
a gelsi, il letto de'filugelli che cibarono foglia contamina-«la,con quella di spazzare di sotto
F
albero la cadutae re-»caria altrove-, e quella fors'
anche
dialcun lavoroo
prepa-r>razione al terreno, riuscir potrebbe, per avventura,a frenar
»
questoognor
più crescente flagello, a scemarlo, e ridurlomanche
alpunto
di guarantircene affattocon
sola qualche»
attenzione.»
8.
Tale
Estratto, che riportossi poianche
dai giornali, fu,come veggiamo
dal Diario, letto aLucca
iliG
Settem- bre, e si creò il dìmedesimo
per essouna Commissione,
alla quale si aggiunse poscia iliS
cziaudio il chiarissimo Sig.Dottor
Gera.9.Si ritornòinquel Congresso sull'argomentodelle
mac-
chie del gelso il dì nella Sezione stessa diAgronomia, come apprendiamo
dai Diario che dice: u11Dottor Gera a
«
nome
del cav.AdolfoBerangcr
diConegliano, leggeuna
.. .«
Memoria
sopra ilseccume
delle foglie di gelso,ovesitrac-ciano
le cause occasionali della malattia, colle osservazioni«che
la precedono el'accompagnano.
Il Presidente deplora«
l'assenza delCanonico
Bellani diMilano,
il quale essen-«dosi occupatodi colali studj, avrebbe potuto illustrar i ar-
gomento,
e propone,annuente
l'adunanza, sia inviata la«Memoria
Beranger, unitamentead una Memoria
sopra lo«stesso subbielto presentata alla Sezione in
nome
del dol-«tor
Andrea
Salvoni, al suddetto sig. Bellani, ond'egli ne«riferisca al Congresso di
Milano.»
10.
E
nello slessoDiario pocodopo
si legge:« A
questo«proposito il prof.Savi ricorda, che al
Congresso
diTado-
7
r>va la Sezione (ili Botanica) incaricò
una Commissione
»
d'indagare sulle cause della malattiadenominata /àrsa;
»
incarico che laCommissione non
potèdisimpegnareintutta«
perfezione permancanza
di sufficientimezzi
ottici,avendo
»solo
stabilito ch'era prodottada un fungo
parassita costi-tuito da
filamenti intrecciati insieme, e distesi sui punti» ammalati
della lamina della ioglia.»11.
Noi
qui raccogliam chiaramente ciò 'che in opera delle macchie,oseccume o
fersa del gelso, fu fattoaLucca
j
e
veggiamo
eziandio, che sebbene laCommissione
inPadova non
avesse pubblicato il suo rapporto,un
suomembro,
ilchiarissimo prof. Savi,
ha
in succinto qui dichiarato il ri-sultamelo
di essa, avvisandoci, chequantunque
perman-
canza in quelmomento
di mezzi acconci,non
abbiacompiu-
tamenteadempito
1'incarico, avea tuttavia potuto stabilire che la fersa era prodottada
quel fungofilamentoso,ilquale trovavasi ne'puntiammorbati: come
il giorno22
erasi de- nunzialo dal Sandri a quella Sezion di Botanica (N. 5
).
12.
Tale
per tantoera lo stalo della cosa,comprovato
dalla testimonianzade
1Diarj, degli Atti, e dellamemoria
de'perso- naggi che a quelleadunanze
scientifiche furonpresenti(per tacere dell'Accademia Agraria di Verona, che
prima
siebbe lo scritto del Sandri, e pubblichilo poianche
negli Atti suoi.Tomo XX 1842
)quando
ilchiarissimosig.Dott.Gera
Iacea sapere nella GazzettadiVeneziadel3 Novembre
1843,
aver egli letto aLucca
sulseccume
delle foglie di gelsouna Memoria
del sig.Cav.
Beranger, che 1'attribuiscead una
parassita, ch'eiprimo
di tuttiscoperse
e descrisse.L'articolo della Gazzetta è il seguente:
8
CONGRESSI SCIENTIFICI
Quinta Riunionedegli Scienziatiitaliania Lucca.
Una
Rettificazioneal DiariodeW Adunanza
diAgronomia
del gior*no a5 settembre.
«li Dottor Cera, a
nome
del cav.Ad. Beranger I. R.Ispettore Forestale inConcgliano,leggeunaerudita...Memoriasoprailseccume dellefoglie di gelso, ove si tracciano lecausedella malattia, esitien dietro accuratamente allo sviluppoed all'incremento di essa. In tale .Memoria sistabilisce essernecausa una parassita,cheilcav.Beranger primo ditutti scopersee descrisse, chiamandolafusarium maculans.Io
mi
credoindovere di rendergiustiziaall'autore di unaeru- ditissimaMemoria, colla quale perlomeno
si portò molto innanzi le scioglimentodella quistione.F. Gera. »
i3. Il Snnclri avvertito di questo articolo,
non
sapeva intendercome
avesse potutodettarlo il sig. Gera, che cono- sceva ciò ch'eraavvenuto
inPadova
e alla Sezione diBo-
tanica, e a quella di
Agronomia,
di cui egli era Presidente;e conosceva altresì lo scritto del Sandri
mandato
aLucca
,
della cui
Commissione
ei fu relatore, e udito avea la deposi- zione ivi fatta dal Savi,memhro
dellaCommissione
diPa-
dova.Nè
sapeva il Sandri capire,come
il chiarissimo Gera,dopo
aver egli letta laMemoria
del Cav. Beranger, egli stesso a sua posta se la giudicasse, e si affrettasse poitanto a pubblicar ilsuo
giudizio.Tutto
questoalSandrisembrava
sì
nuovo
e sì strano,che
lo credetteuno
sbaglio, e pensò di toglierlo col mettere nellamentovata
Gazzetta deliG
Di-cembre
questo semplice avvertimento:»In propositodell'articolo inserito inquesta Gazzetta il3Novem- brep. p., nel quale si dice che il sig. cav.Ad. Beranger scoperse
primo
di tuttilaparassitasulle macchie dellafoglia del gelso,si fa osservare, cb' ella erastata daaltri molto primascoperta, osservatae9
imputata qual cagionedi tali macchie.Diche Canno porfede ilDia- rioegli Attidel Congresso ScientificodiPadova (AdunanzadiAgro- nomia dei ìi Settembre,e di Botanica del aa), e la Commissione speciale, cheper essaparassita crittogama ivi fu eietta.
G. Sasobi*»
i4«
Ma
chenon
fossepunto
sbaglio,sìbene meditato con- siglio, e preciso intendimelilo di togliere in questo rispetto ogni merito al Sandri e al Congresso diPadova,
per darlo alBeranger
e alCongresso
diLucca, mostrò
ilCera
colla seguenteAppendice
alla Gazzetta delao
dello stessoDi- cembre
:PATOLOGIA VEGETALE
Intorno altemacchiedellefogliedigelso.
u Chi movesse querela oggidì controalleRiunioniscientifiche ita"
liane farebbe mostradi assai poco senno, dappoiché queste diedero già nobilissimifrutti.
Una
fronda d'allorocoita in talipalestre,quella certo si fu dideterminare in che cosa consistano le macchiedelle foglie di gelsojedi questa fronda mi è lietissimo, etutto ne sentoildovere,di tesseredettagliatauna narrazione*
Ilsig. G, Coppa, chimico novarese, ne promossela questioneal Congresso di Torino; e là sorgendo in più giorniopinioni diverse, ed accennando a fattisingolari, io onorato della presidenza, credetti pregare M.r Canonico
BeUani
3affinchèvolesseraccogliere le cose dette, etutte quelle che per avventura si avessero i congregati, e quindi che disposte in certo ordine, degnasse farne alla Sezionesollecito e analogo rapporto.M.r CanonicoBellairi ben corrispose all'invito,edilsuo esattis- simoscritto fu bene accoltoneiT ultima adunanza,equindi per esteso stampato nel Giornale Agrario che si pubblica in Milano (Voi. xiv«
pag.•j.-u) eseguenti).
E
seda quelladiscussione nulla potèsorgere dipositivo,vennetuttavolta apparecchiatoampioil terreno allescoperte ulteriori:in essaogni opinione fu avanzata,edalcuna fu puredotta- mentesostenuta(V.Atti di Torinopag. aS;, 262, e seguenti; 289).
10
Nel Congresso di Padovailtema venneriproposto dalsig.G. San- dri diVerona,ilquale venne a leggere nella Sezione agraria,l'estrat- to d'unarelativa
Memoria:
dalla quale risulterebbe clic ripeteresidovesseilfenomeno
o dacrittogame parassiteo <l'i animalucci.Ilprof.Sandri però
non
sa decidere quale delledue sia dapreferirsi,
ma
simostrapropensoalla seconda(i). 11 giorno appressoilsig.SandristessopresentòallaSezionediBotanica:alcune foglie di gelso sparse di macchie,nelle quali ha osservatoun fungoepifillo (Atti diPadova pag.Sia, e 391).
Nella Sezione di Agronomiane nacquedi nuovo unadiscussione, dove,fralealtre cose, ilprof.Morettisi mostrò dubbioso se lecrit-
togame egli animaluccipossanoesserecausa odefletto delle macchie;
e quindi altrisimostrarono piuttostopropensia riconoscere lacausa 0neivaporiacquei,0nellepioggic contenentisalimarini;talché io,che trovavamipurepresidenteancheinquellaRiunione,credetti riepilogare le discrepanti opinioni
—
mostraredesiderio chenon siripetanosem- plici sospetti,i qualifanno perdere inutilmente il tempo—
invitare il Bella ni acompieregli esperimenti promessi: e credettipureeccitare 1 colleghi a continuarele indagini, eda riferire nei futuri Congressi (Atti sud.pag.5iì,5?4)—
Nella Sezionedi Botanica poivenneelet- ta una Commissione, affinchè riferisca sullemacchie presentate:ma
tale Commissione non presentò maiilsuo rapporto.
Da
tuttoquestosi vede chelaquestione natainTorino,non aveva in Padova progreditod'un passo, se forse anzi non fossesconforte- voleil vero,che avessedal retto deviato.E
di latti il Marchese Bi- dolfi, chefu ilprimone'CongressiScientifici italiani(V.Altidi To- rino pag.267)asospettare esserecausa dellemacchie una crittogamas» edel genereUredo,nelCongressodiPadova propendettegrandemente a credere inveceessereilsalemarino trasportatonell'ammosfera (V.Atti di Padovapag. 5i5).
E
direianzi di più. Direi che i sospettinon chiariscono mai lescienze positive.E
seeraveramenteunacrittogama(1)11Sunto qui accennato si legge nelGiornale Agrario Toscano, edaltresìnel foglio diNovembredelGiornaleAgrarioche si pubblica in Milano(Tom.xx.pag.a68). Sivedràquindi in essocomeilsignorSandri aiatuttora ùadubbiosullaveracausadidettemacchie.
Digitizedby
II
quellapresentata allaSezione botanica in Padova,iodomandereiper- chenon si èdeterminato quale specie essa sia?perche almeno non
si è tolto un dubbio annunziando.se apparteneva al genere Creilo, ovvero ad un altro?
E
siami pure permesso di soggiuguerc,che il si- lenzio tenuto dalia Commissione di Botanica fece nascere (come do- veva) ilsospetto che india si fosseveduto; perchenon è presumibile che Padova manchi di stromcntiottici baste voli a verificare l'asserto:Padova che conta uncosi liceo ecelebreOrlo botanico,direttodal dot- tissimo prof.
De
ristaili(i).D'altronde sarebbeoltraggiosoperchivide lacrittogama, ildichiararenonaverla saputa distingueree cJassi/icare.Era dunqueriserbato al Congresso di Luccadi metterein piena evidenza la natura delle macchie digelso,e tale onore è dovuto perintero al cav. Burch-Beraoger. Questi inviò a Lucca unaeruditis- simaMemoria,nella quale sidimostra,che dettemacchie sonol'effetto di un'epifillaparticolaredaluiclassificataedetta
fu
sarium
maculati*;e poscia con quella diligenza chesa usarechi è bene addentro nello studio delle osservazionibotaniche,coni'èilsig.Beranger,in tale
Me-
moria egli segue passo passo la causastessae nelperiodod'infezione, ed in quello di primo esuccessivo sviluppo,edaltresì nella genera- zione sua,offerendodi tutti glistadiiun dettagliato eben intesodi- segno.Nòcontentodi questo,l'autore portò lesue indagini nella cura delmorbo,epose fuor didubbio la nessuna influenza che questacrit-togama esercitasulla educazione de'filugelli.
Or
a chisenonaBerangcrdaremo il vanto d'aver ilprimo
di- scoperto la crittogama,ed averlail primo opportunamente ediligen- temente studiata? Io possoanchesoggiungeread onore delvero, chenel Congresso di Lucca il Marchese Kidolfistesso, edilsig. Bia- soletto,che a tale primaziapure aspiravano, convennero palesemente nella miaopinione, e cosi la chi ha merito proprio.E
mentre gli Scienziatisiaccerteranno (ripetendo le indagini e le esperienze)di quanto deposenella sua Memoriail cavalierBeran- jer3 gli agricoltorisi rallegrinoche tale crittogama finirà presto di danneggiare iloro gelsi: almeno migiova sperarloda quantoin dellaMemoriasi avverte.
^ r
._(i)Ciòavverto in relazione aquantosileggencll'Appendiceal Dia*
riodi Lucca-pag3.
\1
15.
La
qual Appendice,tessutacon arie per avviluppare l'oggetto principale della quistione in cosead
essopoco o
nulla spettanti, di qualvaloreellasia,può
di leggieri vedersi considerandoin succintoogni sua parte.E
primieramentenon sembra
che Futilità degli Scientifici Congressi italiani pos- sa troppo risultareda
ciò che fece in proposito dellemac-
chie del gelso quello di Lucca.Ei non
fece senon
che ascoltar a leggere laMemoria
delCav.
Beranger, emandarla
al Bellani, perchè poi
con
altre n'avesse a riferire a Mila-no (N. 9). E
che si disse in sostanza in quellaMemoria?
Che un
fungoepifilloproducelemacchie
del gelso.E un
lungo epifillo erasi pure accusato produrle aPadova. Anzi
aPadova
sifece assai più, poiché
non
solamente si lesse,ma
sidimostròanche
l'oggetto imputato,esicreòpure una Commissione
per esaminarlo.La
qualCommissione,
benchénon
desse allorailsuo rapporto,
non mancò
tuttavia di operare, e manilestar poianche
l'avutone risultamento colmezzo
diuno
de' suoimembri, come
fu detto di sopra(N.
10, 11).16.
E
in secondo luogo,quand'anche
si avessevolutoalCongresso
diPadova
toglierequestoqualsiasi vanto, per darlo tutto a quello diLucca,
perchènon computare
lo scritto del Sandri(N. 7),
in cui e dichiarasi la crittogama causa della malattia, e parlasi della guisa di rimediarvi, letto ivi stesso aLucca
il giorno 16, piuttosto chequello delBeran-
ger letto ila5
?..Forse
perchèV
ultimoponea fuor
didub-
bio lanissuna
influenza dellacrittogama
sullaeducazio- ne de
9filugelli ?Ma
si dee ricordare, che secon
ciò vo- gliasi intendere, cheV
educazione de'filugellinon ne venga
diminuita, egli è falso, poiché amisura
che la fogliaam- morba
di tal maniera, scemasi pure in proporzione la sua quantità, ed insieme quella de' filugellida
«intricare.E
seDigitizedby
i3
intendesi che la foglia macchialanon
nnocaalla loro salute, ella è cosa già manifestafinoalpiù rozzo contadino;ilquale,come
notò il SandrinellasuaMemoria,
sa in oltrecheman-
giasi
anche
più volentieri.17.
Dal
sopraccennato poi scorgesicon quanto
poca ra- gione dicasi nelfAppendice,
che nelCongresso
di,Padova
la quistione
non uvea progredito
<fun passo,
se forsenoti avessedal
retto deviato. 11 Sandri ivi asseriva quelme- desimo
che l'Appendice riconosce per retto verificato posciada
altri...Che
se alcun personaggioa
qucIPAdunanza
diAgronomia
fece qualche osservazione,non
s'imprese peròad
ahi(attere direttamente i dettidelSandri; anzi,come
ricordail Diario, la comunicazione delSandri fu
da
IPAdunanza
ap- plaudita(N. 4)- Se
per tanto il Sandri parlava il retto, e gli altri applaudivano,come
dirassimai,
che dal retto ilCongresso
diPadova
in ciò deviasse?18.
Se non
chenon
saprebbesinè anche
troppoda
qoal retto deviar si potesse.Ciò
che s'era detto in proposito a Torino, e dalBedani
nel suo scrittocon
tantodiscernimen- to, c diligenza raccolto,non
era quel retto che poi si co-nobbe
per tale; e il Sandri per arrivarea
questo, dovettecon
osservazioni e sperienze,non
solo confutar tette le opi- nioni che il Jiellanipur
confutava;ma
quelle eziandio che lostessoBellanicredevasostituire in lor vece.SicchéF ampio
terreno appareccfiiato in quello scritto alle scoperte, eraun
terreno che tutto doveasi disputare apalmo
apalmo e
vincere, per gingnercad
esse; poichénon
vi si contenea- 110 che pensamenti contrarj a quello che il Sandriponeva
innanzi.19. Solo aveva
un
po'imberciato nel segno il sig.Mar-
chese RidoJfi,quando
alCongresso
di Torino sospettò che>4
le macchie potessero provenire
da
un'uredinc;
e il signorDottor
Biasoletto, che diuna
crittogama sulle fogliedel gel- so ivi fece menzione.Ma
nèPuno,
nèV
altro poi coltivò la sua idea: e alCongresso
diPadova
essendo questi chia- rissimi personaggi entrambi presenti all'Adunanza, non
cheaccampare
verun diritto di priorità rispetto alla crittogama,
il signor
Marchese
obbiettò quello, che sipuò
leggere nel Diario e negli Atti, eall'Estratto del Sandri fece l'onore diprenderne
copia e pubblicarlo nel Giornale AgrarioTo-
scano: e il sig. Biasoletto, oltre quello che si legge nelDia- rio e negli Atti, dichiarò al Sandri a voce econ
viglietto, che la crittogama menzionalaa
Torino,non
aveapunto
a far colla sua. Sicché per la crittogama dal Sandri mostrata aPadova
nelle macchie della foglia del gelso, fin d'allora tutta la priorità fu lasciata a lui.20.Tralascieremodiappuntare qui la promessafattadal- l'Appendice agli agricoltori,che in breve la crittogama fini-
rà
didanneggiare
i loro gelsi,quantunque
perchènon
sembrasse al tutto vana, doveansi indicare le praticheda mandare ad
esecuzione per ciò ottenere.Nè appuntcrem
quel tuttora della nota, il quale potendosi riferire soltanto al 21 settembre i8.{a (in cui si lesse quell'Estratto) farebbepur
bello scambio, chi ciònon
avvertisse, pronunciandolo circai5
mesi dopo, cioè il20 Dicembre 1843. E
queste,ed
al- tre simili cose, che in parte saran toccate più avanti, noi qui trapassiamo, per venire a quello che dicesi nell'Appen- dice pernon
avere laCommissione
diPadova
dato ilsuo
rapporto.21.
Nè
a conoscerequanto un
siffatto ragionare sia giu- sto, noi staremo qui a vedere se leCommissioni
de'Con-
gressi abbiano il
costume
di darsempre
i rapporti loro:nè
.0 '.
i5
se usin più darliquando
trovali la rosa consentanea all'e- sposto,o
in vecequando
ve la trovan contraria, fors"anche
pernon
lasciar correre per colpa lor degli errori.Né
a ve- dere staremo se sia poi cosi agevole,anche ai più sperimen- tatinaturalisti,Y
apporreilconvenevolenome ad un
oggetto,massimamente
microscopico, laprima
volta eh'esso loro si affaccia, nè se ilnon
farlo possa tornar loro a disdoro.Noi
queste cose lascierem di vedere, per volgeread
altre le no- streconsiderazioni.22.
E
primamente,non
v'eratroppe»bisogno,cheannun-
ciasse laCommissione
se quella crittogama fosseun'Uredo, o pur
altro, sì perchènon
trattavasi di sapere qualnome
s'avesse,
ma
se fosse causadelmale, sì pereti'era giàmani-
festonon
esseruredine
dal tenore di quell'EstrattodelSan-
dri, in cui essa chiamavasi ove peluria, ovesostanza
fioc- cosa,tomentosa
ecc...Ed
è noto a chi si conosceanche
soloun
tantino di Botanica,non
esserepunto
questi i ca- ratteri delle uredini.23.
E
in secondo luogo noidomandiamo,
se nel caso nostro poteasi in verunmodo
supporre,cheuna
CoVnmissio-ne
fornita d'occhi, e di occhi sani, e di occhiesercitati co- tanto nelle osservazioni piùminute
e dilicate, avessead
es- sere in questa circostanza così cieca, danon
veder ella sola,con
tanti sussidj, checome
attestapur
l'Appendice, fornii scePadova,
quello eh'è sì appariscente anche senza di essi achiunque
voglia osservarlo.24.
E notiamo
per ultimo,come
il procedimento dellaCommissione, qualunque
ei si fosse,non
potea nuocerepunto
alla causa del Sandri; poiché
non
trattasi qui diun
fatto accidentale, passaggero, fugace.Se
trattatosifosse d'un
fat- to di questo genereda
cogliersi almomento,
che il Sandri16
avesse colto, e alla sola
Commissione
appartenesse il giudi- carne; sebben esso fosseveramente
successoe tutta la realtà stesse pelSandrimedesimo,
pureilsilenziodellaCommissione,
eil vedereeh' essanon
parlassenè meno
allorchédal silenzio suo si arguisce lamancanza
del fatto,dar
potrebbe appiglio a contraria induzione.Ma
qui si tratta diun
latto ordina- rio, costante, persistente, cheognuno può
verificare a sua posta,quando
lo voglia, e che talepur
si asseriscedall'op- positore.Contro
il qual fattonon
solamentenon può
nulla il silenzio dellaCommissione, ma nè anche
il giudizio eh'el- la n' avesse dato in contrario.E
divero,suppongasi il caso pel Sandri più avverso, suppongasi che avesse ella asseritoo
che la crittogamanon
esiste nelle macchie,o
chenon
fos- se quellache
le produce.E
qualdanno
quinci all'assunto delSandri,qualnocumento
all'asserzion sua,quando
lacritto-gama
esista poi effettivamente in esse macchie, ene
sia la vera cagione?25.
Le
cose (in qui accennateavrebbe
potuto risponderil Sandri a quella lunga Appendice, per mostrarne la vanità e insussistenza in ogni rispetto;
ma
eglicontentossi diripor- tare nella Gazzetta del3o Dicembre
i passi delDiarioede- gli Atti in altro luogo riferiti(N.
4>5) ed
aggiungere:»Dalchescorgesichiarochela crittogama dalSandriera già stata osservata.
E
sia,che pernon avere poi riferto,laCommissionevogliasi giudicare tanto ignorantedanon saperci dire nèmeno
(come notasi dallasuccennata Appendice)se quellafosseun Uredine odaltro; ov- vero tanto cieca danon vedereciò cheè pursìvisibile, ciòche ve- devail Sandri,e ilchiarissimo sig. Gera un anno dopoalCongresso di Luccalesseil iS settembre,aver veduto puraltri; finchédalDia- rio e dagliAtti non si cancellino idetti passi;e, aggiungasi pure, finchenon cancellisi la memoria dallementi di quantialloraudirono in Padova parlaredella crittogama,o lavidero specialmentenellaSe-Digitizedby
lionc di Botanica e nell'OrloAgrario indicata loro dal Sandri; lino atanto che tutto questonon si cancelli,qualunque induzione tentisi opporre,resterà sempre adevidenza provato, che sinodal Congrego di Padova la crittogamaera statae scoperta e osservata e incolpala di produrre lemacchie.
G. Sardii.» 26.
Non
trovandoallora il chiarissimosig.Gcra
clic op- porre, si tacque attendendo che qualchenuovo
appiglio gli si presentasse permandare ad
effetto il suo intendimento.E
capitatagli alle
mani
laMemoria
del Sandri sitilemacchie
nellafoglia
de*gelsi, se la prese colla tavola annessavi, in cui rappresentasi la crittogama allo stato suo naturale, alla meglio che far si potè,mancando
la tecnica descrizione e la classificazione, che fin dalCongresso
diPadova
si crai!lasciate ai botanici di professione.
Ecco
l'articolo ch'esso sig.Gera
pose nella Gazzetta del i.°Agosto
p. p.Umilemacchienellafoglia deigelsi.
Memoria
di Giulio Saturi.Verona i84?>Tip. Libanti.
«Noiavevamodetto, e ripetiamo, doversi soltantoal cav.Bcranger la discoperta e ladescrizione della causa delle macchie del gelso; e seil chiarissimo sig.Sandri vennedi contro ai nostri articoli, e se, con un fasccttodi citazioni, e con dialoghie con memorie,civolle accagionare di errore, egli si fu per imitareil filosofodi Ginevra:
noilo vedemmo,e fu perciòche ne serbammoil silenzio.
Ditìatti nelladissertazione in discorso, e che soltantoor ora ci
vennealle mani, ilcu. sig. Sandri nel farci conoscere com'egli sia>i limitatoadosservare, e a descrivere
una
delle crittogame chesi ab- barbicano,ecrescono, e si moltiplicano sullemacchie della foglia del gelso,ci vollenello stesso mentre confermare nella sentenza—
non averegli vedutomai quella specie diFusarium
(F.maculan*diIlei.)chesi sviluppa e che vive per entro allefogliedel gelso, edi cui è causa ilseccume;e dipiù
—
che ne ancosiedatola penadi rintrac- ciarla nella sua vera sede(suùstractum), chr si vede non saper»: enemmeno
sospettaredov'essa si sia.E
perche appuntoscomp.ij.» ogui 2dubbiezza che vi fosse, eperchè quanto ora diciamoriesca disingo «r evidenza, e venga daifatti avvaloralo,egli ce ne olire delineato il liulto delle sueosservazioni. Inessa tavolaaduuqueileh.Sandriren- ile certissimi siccome egliabbiasempreinteso di parlare, e parli dav- vero, di un(fornicete, o sia di una crittogama che costantcmculccrc-r scc alla superficiedelle piante, e soltanto là dovecompicsi la ferinen- laziouc putrida; e per conseguenza di un essere pero*jnirapporto allattodiverso dal coniomicete, discopertoe descrittodal soloBcrangcr.
Anzi sedalla tavola accennata fosse permesso dedurre qualchecosa, noi crederemmo che la crittogamadelSamirisia appuntola/iamuta- ria ditlyma; crittogama eh'egli non si diedela penadi classificare, caraltcri\\arc enominarej perch'cgli crede che queste siano mate- rialità tali, a cui euopo rifuggire; o forseperchè sa che questoeia già statofatto dalcelebreUnger.
Cosi venne oggidìdefinita una controversia, se tale pqtca dirsi unaopposizione di parte; evenne purechiarito, che
—
rial(tetto nifatto
—
avviun
grati tratto.p
^27.
Non sappiamo
se trovisialtroesempio, in cui alcuno per ispogliarc altrui, abbia taulodenudato
sè slcsso. IlBc-
rangcr cui supponevasi il merito lascialo dal Sandri ai bo- tanici, di classificar la crittogama delle macchie del gelso, qui mostrò aperto di aver chiamalofusarium tuaculans un
essere imaginarioj perciocché in essemacchienon
avvi altra crittogama, eccello quella eh'ei dice ifomicete eper ogni rapporto
affatto diversa dal suo coniomicctc, dalsuofu*
sarto.
Ed
esistendo sol quella «Ite dal fusario di lui viene esclusa, ilGera
le1 chiaramente conoscere, e
come
sopraun
essere chimerico versassero gli sludj delmedesimo Berangcr
vantati nelPAppendice
(N. i4),
ecome
sia tutto falso, gratuito, oltraggioso, il contenuto ne'suoi articoli. Il Sandri perònon curando punto
di questorio che appartienead
in- giuria, v. al solo oggetto dcl|a qui.sliouc intendendo, cosi ri-spondeva
il i<)Agosto
nella più volle nominala Gazzetta:Digitizedby
Goo
10 POLEMICA.
Sullacrittogama nellemacchie delgelso.
«Il eliiarissimo sig. Gera, nell'Appendice a questa Gazzetta del primo corrente, da una tavola aggiuntaalla mia
Memoria
sullemae- chic nellafoglia del gelso, vorrebbe provalo eh' io non vedettimaila crittogamaproduttrice di siflattcmacchie,dicendoeh' iomilimitai ad osservare unacrittogamaesterna, e non ispinsineancheilsospetto a quellac/icsisviluppa eclic viveper entroallefoglia del gelso, edi cui ccausa ilseccume.
Vi saranno dunque nelle macchie del gelso più generazioni di crittogame;e l'ima collocata sottodell'altra, come le seritlure d'un palinsesto?Oltre che la stessaverisimiglianza pare si dppooga all'as- serzionedelsignor Gera, vi si oppougouo appieno speciali ragioni, che in breve io qui sottopongo al giudizio di quelli che amassero colla propria ispezione chiarirsi di questopunto.
E
primieramente,lacrittogamadame
figurata,coli'apparire sem- pre intali macchie finodal loro principio, e coli'essere impiantata nella sostanza medesima dellafoglia, percui e nonpuò levarseneal tutto senza intaccarla, e v'impronta colla sua distribuzione un'ajnoia specifica, dà chiaro a vedere, sorger essa dall'interno, ed essere pro- prio la causadel male.In secondo luogovuoili notare, che la detta crittogama veduta al microscopioaun dipressodellaforma indicata nella tavola,setoc- chisi conun po' d'acqua, si discioglie all'istante inmoltissimi fusccl- lini; sicchéritornandola al microscopio,non sembra piùdessa, anche perchè i fuscellini finchérestan bagnati,non mostrandistinte learti- colazioni di prima. Esaminando poi ciòche nella macchia soggiace a questa crittogama,non discoprcsi che materia scomposta; cui se aldo s'aggiugne, egliè de'medesimi fuscellini esterni: prova evidente, che perentroalla fogliti nonavvi crittogama diversa da quella che viene in vista di fuori.
Veri essendo per Tanto questi duefajti, l'uno cioè, che la crit-
togama da
me
dileguata sia tale da produrre lemacchie, e l'altro che dentro niuna ve n'abbia diversa da questa; ed assicurando il eli.sig. Gcra, ciòche sporge dallafoglia nonessere ilfusariumma-
20
vulnusdel cav.Bcranger, ne verrebbe per Conseguenzalegittima,nonso- lamentech'iononprendessipuutoloscambio nel figurar la crittogama produccnlc le macchie del gelso,
ma
eziandio ch'ella non fosse per ancodescrittae classificata.Onde
aiBotaniciioripeterei quell'invito, ch'ebbi l'onoredifareadessifinodalCongressoScientificodiPadova.G.S VNDM.»»
28.
E
ilmedesimo
Sandrimandò
poi al Congresso diMilano
varie copie di suaMemoria
(N. 26),
in fine alla quale stava la tavolarappresentante la crittogama nello stato suo unturale, emandovvene
parecchiedell'articolooracitato, con altra tavola mostrante la crittogama e nello stato suo naturale, e disciolla nelle sue sporeo
luscellini, insiemecon
foglie secrlie e verdi portanti la crittogama nelle macchie^il lutto
con
questo indirizzo:Alla Sezione di BotanicadellaSesta. Riunione degli Scienziatiitaliani.
«Ilsottoscritto ha1'onordi oliciirea questa Sezione alcuneco- piedella sua
Memoria
sulle macchie ileigelso, insieme con varie toglie secche e verdi portatili in esse macchie la crittogama chele cagiona; intornoalla qualeha osservato lecose seguenti:1. Ellasi vedesorgere tanto nelle macchie invecchiate,amianto nelle incipienti:
1.
È
d'ordinarie distribuita in regolarimucchicUiposti in gito, con uu maggiorenel mezzo:3. Con tale sua disposiziono impronta nella macchia un'ajuola specifica:
4.Fuori della qualeajuolaessa nonalligna,bcnclicil resto del- lamacchiasia pure mortificato:
5.Soltantoin quest* ajuola, sotto cséa crittogama,lafogliasiUo- va disorganizzata:
C. Ov'essa crittogama sporge da
ambe
leparti,suolessereallo stesso punto, sicché la ibglia ne sembra trafitta:~. Benché abbia i mucchielti sempre identici nella sostanza o tessitura, gli ha peròvariabilissimi nella forma:
Digitizedby
31
8.
Non
pare mostridistintovcrun organodi fruttificazione, coni' e il pendio e le sporule nelle muffeed altre crittogame.Oltre a ciò si offre pure unArticolo tolto dalla Gazzetta di Ve- nezia de! 19 Agosto p. p., con una tavolarelativa.Dal chetuttovcr- rebl»c, e che la crittogama apparente anche di fuori, fosse tale da produrre lemacchie, e chesottodi essa non se netrovasse alcun'ahia.
Siccomepoi dichiarassi nell'Appendice alla Gazzetta di Venezia del primo Agosto, prodursi le macchie dacrittogama,che sisviluppa e che vive
per
entro allrfoglie del gelso,ividetta/usurimimnru-
Itins,e non puntoda quella clic sporge, ivi giudicata, senza esami- narla, tfotnicctc,RamuLtria (lidynw; così,benchétroppononimporti all'agrario argomento trattatodallo scriveute, se la crittogama produ- cete lemacchie del gelso siao no tutta interna, sola oricoperta da altra; si bramerebbe a illustrazione della materia e ad onor della scienza,che Venissebenedeterminato ciò che di crittogamicositrova costante in dette macchie;se tutto fusario (sebbeneabbiasidichiarato intendersi peresso ilsolo interno)0 puretuttoaltra cosa, 0 il fusa- rioed altra cosainsieme con esso.
G. Samobi. »
29.
La
Sezione diBotanica sioccupò
in questa materia fino dali3
Settembre, leggendo Io scritto qui mentovato,c creandouna Commissione,
che,come
apparisceda quel Dia- rio, nel26
diede il suo rapporto} dal quale risulta, esser unica la crittogama nelle macchie del gelso,appunto come
diceva il Sandri, e quinci aver egliquanto
all'assuntosuo
tutta la ragione.E
dicesiquanto
all'assunto, poiché all'ul-timo
tutto stava in vedere se sotto la crittogama da lui di- segnata un'altra esistesse che fosse' la cagione del male; e videsi chepunto non
esiste.Ma
il Diario esprimesi in gui- sa, che a chinon
conoscebene
la cosa, il Sandri parrebbe pintio.sio dalla parte del torto.Ecco
le sue parole:w
Prof.»
Molli,De
Notaris, Vitladini eMeneghini
(quest'ultimo»
relatore):Sul seccume
deigelsi.Conchiudono
colconsi-*
derare fondataV
osservazione del Cav.Beranger
che doler-» minò
perun Fusariwn
(da
lui chiamatomaculans
) il»
micete dellemacchie
sulle foglie del gelso,mentre
quello>»descritto dal Dott. Sandri costituirebbe soltanto le spore
»
delmedesimo
».Su
di che voglionsi avvertire principal-mente due
cose.L' una, che se il Cav.Beranger prima
intese e descrisse per/marini maculans una
crittogama al tutto interna,un coniomicete, come
con tanta asseveranza ci fu dichiarato (N. 26), un
talnome non può
certo conveni- re alla sporgente, asserita perun
i/omicete affatto diversodal
suoconiomicete
-> e se per caso a questaconvenga
,
non
potea convenir aquella. Sicchédopo
la solennedichiara- zione pubblicata ilprimo Agosto
i844
ne^
a venetaGazzetta,V
osservazione del Cav.Beranger
in questo riguardonon
si potràmai
dire fondata.L'
altra cosada
notare si è, chedopo
averilSandriof- ferto alla Sezion di Botanica e copie di suaMemoria con
tavola rappresentantela crittogama nelnaturale suo
stato, ed altra tavola, chepur
qui si unisce, in cui la crittogama figurata si trovaanche
allo statosuo naturala
;dopo
aver egli presentato foglie secchee verdi colla crittogamanaturai
nelle macchiej
dopo
di averee nellaMemoria,
e nell'aggiun- tovi Articoloastampa (N. 27),
e nello scritto chetalicoseaccompaguava
(N.28),
chiaramente indicato parlareglidel-l'intera
crittogama,
dei? interomicete; dopo
tuttoquesto, alla verità contrario troppo e insultante sarebbe il dire,che
quello descritto dal Sandri costituirebbe soltanto le spore.3o. Si ècredulo necessario avvertire questi
due
sconci del Diario, perche ne venga rettificato}non
perchè in so- stanza essinuocano
alla causa delSandri,
bastando a lui pel suo pieno trionfo iu questo fatto, che unica sia la crit*Digitizedby
23 togama
delle macchie nella foglia del gelso,qualunque nome
piaccia d'imporle: perciocché unica essendo essa crittogama,
come
il Sandri diceva, ne viene per corollario legittimo:1°,
eh
1egli abbia effettivamenteveduto e fatto oggettodisue osservazioni la vera crittogama producitrice delle macchie nella foglia del gelso: 2°,che quindi il merito di averesco- perto, ecomunque
siasi descritto ilprimo
e figurato essa crittogama, sia tutto di lui: tutto diquel preclarissimoCor- po
Scientifico, al quale,come
devotomembro,
egli offriva ilprimo
settembrei84a,
questo fruito de' suoi lavori(N.
4)-$.
n.
Sperìenzc sulf andamento
dellacrittogama
dellemacchie del
gelso (a).3i.
Siccome non
gioverebbegran
fatto all'agricoltura Tessere pervenuta a sapere che la fersa producasida una
crittogama,quando non
sappiasi poianche
ilmezzo
più ac- concio di ovviare a questo infortunio, io cercai di scoprire le pratiche di essa crittogama,o
sia il suo procedimento, affine dì poterlo poscia impedire: e dietrolecongetture fon- date di analogia, che si ricordaron di sopra(N.
7), posimano
alle sperienze seguenti.3a.
NelPOrto
nostro Botanico-Agrario si trovavano per avventura de'gelsi, ne1
quali per tutti gli anni addietro
non
s'era
mai
palesato segno alcuno di fersa.Erano
questi altri delle Filippine, ed altricomuni
di varie qualità} il piùam-
mucchiati emal
cresciuti, conciosiachè ivi posti per poi ca-(a)Accennate anchenello Scritto presentatoallaSerionediAgronomia delCongregodi Milano, e ricordato dal Diariodel 16, edela6.
2 4
varli,
non
sperano più cavati. Pressouno
di foglia sottile e bianca, e presso tre di foglia oscura e grossa, feci l'au-tunno
scorso mettere della fogliaammorbala.
Altri di que' sanissimi piccoli, emal
cresciuti, trapiantai in altro luogo dell1Orto,ponendo
per entro lebuche
delladetta fogliaam-
morbata, incambio
di letame.E come
la stagioneandò
sec- chissima, alcuni di questi perirono, e sopravvissero cinque, tre delle Filippine edue
comuni.33. Egli avvenne per tanto, che sebbene quest'anno in generale lafersascarseggiasseper guisa, che paresse in molti luoghi quasi mancare, e sebbene
mancasse
affatto negli altri gelsi dell'Ortonon
chiamati a cimento;pure
de'cimentati lamostrarono ben
chiara edabbondante,
in estate, quello lasciato al suo posto a foglia sottile,uno
de' trapiantati co-muni,
edue pur
trapiantati delle Filippine, e gli altridue
trapiantati lamoslraron
copiosadopo
le siroccali piogge d'autunno, senza potersi dire che i tre a fogliagrossa rima- sti nel posto lorone
fossero al tutto privi.Dai
quali fatti apparisce, che la fersa del gelsopuò
ef- fettivamente comunicarsimediante
la foglia infetta collocala presso della radice; e cheappunto
l'infetta foglia si è ilmezzo
per cui si trasmette il male, e per cui si perpetua nella piantamedesima.
34
Altra sperienza si fu di far venireda un
vivajo dicampagna
, volgarmentemorarìa,
de'gelsettimaggiormente
fersatìy e di porli inuna
parte dell'Orto,dove non
eranomai
state simili piante.Anche
di questi, per l'alidore della stagione, alcuni perirono ene
restarono sette.De'
quali iprimi a germogliare, verso la
metà
diGiugno aveano
segni di fersa; edue
principalmente, ne' quali l'infezione simo-
strò più copiosa; le cui ioglie però io
andava
distaccandoa
Digitizedby
misura ch'esse
ammorbavano,
perchènon
cadessero in terra a portarvi cagione <TinfettamenteDa
questo fatto verrebbe, che ilmoro
potesse recarseco nel suo internoP
infezione,o
sia igermi
della crittogama.E
dalla continuazione dellosperimento ne verrà forse eziandio, che
impedendo
ilritorno al terreno delle foglieammorbate,
e quindi ilnuovo
riassorbimento delmalo
germe, si possa la pianta purificare.35. Questi miei tentativi,
benché non
al tuHo
conclu- denti, perchè cominciatida
poco, enon
abbastanzaripetuti, proverebbero che ilmezzo
sicuro di garantirci dalla fersa egli èquello di avere scevro dal parassiticogerme
il vivajode
1gelsio morarìa,
e il suolo in cui essipoivengon
pian- tati. Il qualgerme
giugne alla radiceo
colle foglie stesseammorbate
chevadano
di essa a contatto,o
colPacqua
laqua- le dilavandolesulla piantao
cadute, seco lo porti per entro•la terra. Perciocché, siccome si disse
(N. 37),
la crittoga-ma
toccaappena
dall'acqua,disciogliesinegl'innumerevoli suoi fuscellini, che i botanicicon
greca voce diconospore o
sia sementi,appunto
perchè sono lasemenza od
ilmezzo,
per cui le piante, chene vanno
provvedute, si moltiplicano.36.
À
purificare ilterreno, semai
fossecontaminato,gio- verà,prima
di mettervi i gelsi, bruciarlo con erbaccie, ster- pi, canne,prunami o
somiglievoli cose infesteod
inutili.I gelsetti nel vivajo, purificatoessendo il terreno, si potran-
no
aver netti traendolidal seme,o
coli'avvertenza di racco- gliere lefoglie infette le quali cadono, e di cambiare al piè di essi aquando
aquando
la terra,mettendone
di nuova»massimamente
bruciata.Gol
raccogliere la fogliaammorbata,
emutar
nella guisa ora detta, la terra, siponno andare
purificando anche imori
adulti nelcampo.
Ilbruciamento
del suolo
può
tornarutile eziandio per altri riguardi. cioè per impinguarlo, permondarlo
dalle mal' erbe e dagl'impor- tuni ammalatici, e soprattutto daigermi
di altre malattie coraggiose.3^.
Quando
poisiamo
giuntiad
aver netto in ogni parte il podere,dobbiamo
por cura a conservarlo, colnon
portarvi letti di filugelli ebe avessero cibato foglia inietta, colguardar
benedonde
si traggano i gelsettida
piantare, e i letamida
sparger vicino a questi alberi, e col vegliarej acciocché semai
qualchemoro
venisse per inavvertenzacon- tarainato^ sia nellaguisadetta di sopra,rimessonellostatosno
di purezza.A
garantirci da'mali contagiosi,due
cose dipo-
coo niun
costo son necessarie.L una
, il persuaderci bene ch'ei son contagiosi; eV
altra,un
po' d'attenzioneo
dili- genza pernon
accoglierne igermi, o
per ucciderli tosto:poiché siffatti esseri distruggitori tornano
sempre
più indo- miti e perniciosi,quanto
più si lascian diffondere e prender piede.Digitizedby
Digitizedby
STATISTICA DELL'EGITTO
DI
M.
rDE RÉGNY
(Estratto «all'ViliBollettinodellaSocietàGeografa lUliua)
ROMA,
STABILIMENTOO.CIVELLI ForoTraiano,87
1