Is t i t u t o St o r i c o It a l i a n o. — Nello scorso marzo è uscita la prima dispensa del Bollettino dell' Istituto Storico Italiano, e contiene: il R . D e creto di fondazione, del 25 novembre 1883, colla Relazio ne che lo pre
cede; 1’ elenco dei membri dell’ istituto; il discorso inaugurale pronun
ciato dal ministro Coppino il 27 gennaio 1 8 8 5 ; il program m a dell’ isti
tuto approvato il di 19 dello stesso mese; e la circolare del presidente, on. Correnti, « ai Signori presidenti delle regie deputazioni e delle so
cietà di storia patria ». Il nobilissimo discorso del ministro, lodato a suo tempo dalla stampa, non ha bisogno dei nostri e l o g i , i quali ad ogni modo sarebbero tardivi ; ma con piacere prendiamo atto di quel passo nel quale 1’ ufficio dell’ Istituto è nettamente tracciato ai suoi componenti :
« Procurare, ordinare tutta questa ricerca (del passato), integrare l ’ opere degl’ individui e delle associazioni per la storia italiana, non sostituirvi a questa, fissare certi punti direttivi, operare V oi s t e s s i, indicare a rg o menti , aiutare altrui, è il compito vostro ». — La circolare Correnti poi conferma che l ' Istituto « deve riuscire ad una sincera federazione di tutti i sodalizi, che . . . intendono a pubblicare e raccogliere nelle varie regioni d’ Italia gli sparsi documenti della storia nazionale » ; e fa quindi sapeie e a nome della Giunta esecutiva, che 0 per ov via re la necessaria concordia degli studi sto rici, è desiderabile che ciascuna associazione manifesti in qual lavoro comune, e in quali argomenti le giovi valersi dell’ offertale mediazione dell’ Istituto Storico, o giudichi conveniente im pegnarne 1 intromissione per domandare speciali assegnamenti e soccorsi dallo Stato ». Esprime inoltre il desiderio « che si mandi da ciascuna società nota delle materie fin qui trattate e di quelle che si stanno stu
diando o proponendo allo studio » ; acciocché in una prossim a convo
cazione dell’ Istituto, la Giunta medesima si trovi * in grado di presen
tare una relazione riassuntiva su ciò che si è fatto e si sta facendo dalla ■ quale potranno pigliar ordine le discussioni, e concordarsi con sicuri ri
scontri i giudizi sul modo di dare il più efficace indirizzo a ll’ opera della nostra libera federazione ».
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Tr e l e t t e r e d i s c r i t t o r i g e n o v e s i, - Da Antonino Bertolotti sono pubblicate (Bibliofilo, marzo e aprile 18 8 5, 43 , 55) queste tre lettere di
rette al Duca di Mantova. La prima è di Gaspare M u r t o la , il quale
rin-grazia il duca per gli uffici latti affinchè il D uca di S a v o ia lo liberasse dal carc ere, dove era trattenuto per la nota contesa col Marino.
S ." '° S ig . Pron mio C o ll.’1'0
Ha λ'. A . tanta parte nella mia liberatione seguita poco fa, che posso dir di riconoscerla interamente dalla uiua Protettio ne che le piacciuto hauer di m e con tanti offittii fatti far a fauor m io dal signor conte di R o seruitor suo. Io ne ringratio V . A . quanto deuo e la supplico poiché m e si è mostrata tanto liberale de suoi fauori in si pericolosa disgrada, a restar seruita ancora di continuar h ora che son libero e quella vita di che a sua intercessione ho hauuto la gratia dal signor Duca di Sauoia , la m edesima riconoscer per sua e disporne con quella autorità che ricer- cono gli obblighi miei; e con far a V . A . hum ilissim a riuerenza la prego dal signor ogni compita felicità e grandezza. D a T u r in o li 1 2 de set
tembre 1609. D i V . A . S .
H u m ilis.'"0 obl·.'"0 S . della vita
Ga s p a r e Mu r t o l a.
C o n l ’ altra Pier G iovanni Capriata ringrazia della beaignità onde il D uca, accolse il prim o saggio della sua storia uscita appunto in due libri nel 16 25.
S .m° Sign ore.
L a benignissima lettera di che V . A . S .ma s’ e degnata h onorarm i in risposta della mia e d e ll'o p r a che le m an d a i, mi obbligaua senza dubio a uenir in persona costà per ringratiarla di tanto fauore. Il che haurei senz’ altro fatto se le mie indispositioni non m ’ hauessero trattenuto:
spero in nostro signore d’ hauer un giorno commodita di farlo, la quale prontamente abbraccierò per farmele di presenza quel deuotiss.mo seruitore che le sono in absenza, el quale con ogni humiltà la supplico a riputarmi.
N ostro S ign o re dia a V . A . S. salute e prosperità. G enova 20 decembre
16 25. Di V . A . S.
H um iliss.m° e deuotiss.”10 seruitore
Pi e t r o Gi o. Ca p r i a t a.
Questa lettera verrebbe in certo modo a p rovare ciò che si afferma in un libello attribuito al Te sau ro, aver cioè il Capriata messo fuori
GIORNALE LIGUSTICO 1 4 9
que’ due primi libri, ne’ quali si racconta la guerra di Monferrato , sol
lecitato ed ispirato dal Duca di Mantova (Cfr. G iorn. L ig ., a. 18 74 , 388).
L a terza lettera è di Luca Assarino.
Seren.1" 0 Pad.°"c
In esecutione di ciò che V. A. si degnò di accennarmi colla benignis
sima sua de’ 30 decembre, tre settimane sono la riverii humilmente con una mia, ed insieme le inviai un Informatione di quello che facilmente si sarebbe potuto operare in servitio de suoi stati. E perchè contenendosi in si fatta informatione cose di qualche momento non ucrrei in maniera alcuna che si fosse perduta; per ciò resterei sommamente consolato se uno de’ signori segretari di V. A. m ’ auuisasse che dette mie lettere non si sono perdute. Rassegno alla sua innata bontà più che mai riverente la mia diuotione, e con profondo inchino le auguro dal cielo ogni più bramata prosperità. Milano 9 febraro 1 6 6 r .
Di V . A. S.
humiliss.m« e deuotiss.”10 servitore
Lu c a As s a r i n i.
Era già dunque fino da questo tempo in corrispondenza col Duca di Mantova in qualità di novellista o di agente , ed anche questo punto della.sua vita riceve cosi lume e conforto (Cfr. G iorn. L ig ., a. 18 7 5 , 22),
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Unt p r e d i c a t o r e l i g u r e a Ma n t o v a. — È nota la predicazione che ebbe luogo sulla fine del secolo X V contro gli eb re i; ed a questo pro
posito è rimasto assai famoso il nome di Fra Bernardino da Feltre, che fece udire più volte la sua voce in Genova (Cfr. G io rn . L i g . , a. 1 8 7 6 , 182). Ecco ora il nome di un ligure men conosciuto, in un singolare documento mantovano (Rivista Stor. M antovana, I , 184). È una lettera della marchesana Isabella d’ Este al marito..
« 111.mo S.re mio - Per non manchare del debito officio m io verso la Ex. V . , che è de tenerla avisata de qualunche occurrentia di quà, m axim e digna de significatione , gli notifico come sono circa quindece giorn i che l’ è venuto in questa terra uno frate Dominico da Ponzone Zenovese, del ordine de S.to Francisco, el quale la quaresima p rox im a passato ha pre
dicato a Venetia cum mirabile concorso, per quanto m ’ è dicto, et in specie gratissimo a la Serenità del Principe et a tutta quella 111.m a S.ria, quali più volte 1’ hanno voluto udire et più del consueto cum
altri predicatori: et cum tanto studio, che per publico decreto la predetta S ign o ria in satisfactione del suo predicare ha posto regula a diversi de- sordini de quella c ittà , corno è in restringere li monasterij de Monache dissolute, honestare le portature de le donne, et altre provisione lauda
bile : quale quella S ig n o ria ha ordinato che li Zudei tutti portino le brette zalde, non possino stare in V enetia più de quindece di fra tutto Γ anno.
H o ra predicando qui cum m a r a v ig lio s a audientia de tutta la terra et detestando in particularità che la C ità per tutte le contrate sia conspersa de m eretrice et che li Zudei non siano notabilmente distincti da li Chri
stiani , inferendo et ex p rim e n d o che se li facia portare la bretta z a ld a , c om e iia facto la predetta S i g n o r i a , et c om m em orand o et minaciando quando non se li faci p rovision e D io punirà et flazellerà questa Cità de p egio che non sono le febre acute et possunsi dire pestilentiale già prin
cipiate, c om e la S . V . è stata da m e avisata , benché per la gratia de D io m o v a n n o cessando, in m o ’ che è stato uno terrore a sentire el predicar de costui, adeo che ’l m ’ è parso necessario trovarli qualche re
m edio et per placar D io quando el fusse coriciato cum nui, et per que- tare esso p r e d i c a t o r e , cossi h o ordinato per publica crida che le mere
trice sparte p er le contrate debano redursi o a la S im ia o verso Rede- v a lle in quelle estre m ità de la terra , et che alcune venute da Ferrara , onde n ’ è stato caciato uno gr a n n u m e r o , se reducano ad essa Simia o v e r o v o d a n o in tutto el p a e s e ; et benché dificile serrà a nettar bene le c o n tra te , p ur se v e d erà al m e g lio se poterà farlo in parte se non in tutto.
A li Zudei, al che p rincip alm ente el predicatore intendeva , è ordinato ch e c ossi c o m e p o rta v e n o lo O denanti al b a s s o , e quodamodo ascoso, hora lo p ortin o suso alto in vista verso la spala, un pocho grandetto, si che il si v e d a apertam ente ; non h o voluto in absentia de la Ex. V . met
tere ord in e de bretta zalda. non m i parendo di procedere tanto ultra, et de ciò facto fare la scuse col predicatore. L u i è rimasto tacito de la pro
v i s i o n e facta, el che mi è parso com e in principio ho dicto far noto a la E x . V . c um s u bju ngerli che son stata anchor io ad udire questo frate, el qu ale è tanto affectionato a la E x . V ., e tanto predica in laude et g l o r ia sua q uanto sia p ossibile a dire, et de la liberalità et magnanimità et n o ta b iliss im e altre parte de quella , concludendo cum rasone efficacis
s im e c h e la salu te de Italia è in mane de la S . V . et che ognuno vive in questa sp e ra n z a , et d im ostra com e partesano di quella e di questa pa
tria d esiderare de h a v e r a predicar qui a la presentia de la Ex. V .
-GIORNALE LIGUSTICO
Per il che et anche per essere famosissimo predicatore, et grato a que
sto populo , ho i.icto pensier de scrivere a Rom a , per im petratione de uno breve papale a lui , sì che essendo possibile P h abiam o la quare
sima prossima a venire, che Dio conceda a la S. V . ecc.
M antue, 25 aprilis 14.96.
Postscripta. Sono alcuni Giudei in questa terra a li quali è concesso in scriptis per V. S. de non portar lo O ; cussi non mi è parso m ole
star quelli che da uno anno in qua hanno tale concessione. S e la E x . V . vorrà che la si observi etiam ali altri che 1’ hanno più vecchiam ente, se degni avisarmelo. Sera obdita. Un m litteris »
Invano si cercherebbe menzione di questo frate ne’ nostri scrittori ; ma ce ne lasciò memoria il Wadingo (Annales, X I V , 2 4 4 ; X V , 178). E g li era di Ponzò piccolo paesello in quel di Spezia ; ebbe fama di insigne teologo, e di predicator celeberrimo , « a dicendi gratia et efficacia alter Paulus nuncupatus » ; ma « vultu rigidus, in declamando terribilis , au
ditores perterrefaciens a vitiis potenter retrahebat » , di che la riferita lettera ci dà buona prova. Usava nelle sue predicazioni gran libertà
« nullius timens potentiam, nullius minas reformidans » ; onde in ugual modo a Firenze « acriter in Savonarolam invectus » , siccome a R o m a
« contra abusus Curiae intrepide praedicavit ». Nè va defraudato d’ un merito del quale gli storici, per quel che sa pp ia m o, non gli hanno te
nuto conto; d’ aver cioè fitto parte della gloriosa spedizione che liberò Otranto nel 1481 dalla invasione dei Turchi. Raccolta per via di elem o
sine buona quantità di danaro, apprestò di tutto punto una galea, che si unì all’ armata; ebbe compagni « multos robustos frates socios » ; i quali
« variis incursionibus non parvam hosti molestiam intulerunt ». Mori Fra Domenico nel 1499 in Roma nel Convento d’ A raceli.
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11 dottissimo canonico mons. Isidoro C a r in i, già professore di paleo
grafia e diplomatica nell’ Archivio di Stato in P a l e r m o , ed ora investito di somigliante ufficio negli Archivi della S. Sede in V a t ic a n o , ha pub
blicato sullo scorcio dell’ anno passato il primo fascicolo della sua Rela
zione su gli archivi e le biblioteche di Spagna in rapporto alla storia d ’ 1— talia in generale e di Sicilia in particolare (Palermo, T ip . dello Statuto).
La Relazione si divide in due parti : I. il testo; II. i documenti ed a l
legati.
Nel testo, laddove rende conto dell’ archivio di B a r c e llo n a , il prof. Carini cita dal registro 15 0 0 una lettera del re Don Pedro il cerim onioso, colla data del 20 febbraio 1 3 8 5 , che p roroga le C o rtes di M onzo n, nelle quali i tre B racci gli « avean presentato energica istanza, chiedendo che fossero destituiti e processati, come rei di alto tradim ento, molti consiglieri della Corona e del P rim o g e n it o , per a ve r fatto parte dei secreti di S t a t o . . . al Com une di G e n o v a , come pure per a ve r favorito l’ infante di Maiorca ed affrettata la pace coi g e n o v e s i, con gran vantaggio di questi ultimi » (p. 26). N ello stesso archivio « una interessante categoria di scritture reca il titolo di A ntiqua L égation en G en o va » (pag. 27). — A Madrid, nella preziosissima collezione « S ala z a r » , presso quell’ A cadem ia de la H isto ria , va segnalato « fra i Papeles va rio s un ms. cartaceo in 8.°, col titolo: A rchiepiscoporum et Episcoporum G enuensiu m , qui in ln s u lis , et R egnis Siciliae et S a rd in ia e , in Ita lia atque in caeteris Europae R egnis, nempe in Im perio A u stria co , Catholica et Christianissim a H ispaniarum et G a llia ru m Coronis m eritissim e in fu las tenuerunt plenissim a Descriptio se
quitur » (p. 108). — Inoltre il Duca di V e ra g u a s ha donato alla Biblio
teca N azionale della stessa città « alcuni preziosi autografi di Cristoforo Co lom bo » (p. 1 3 0 ) , e l ’ inv en ta rio Estado della stessa Biblioteca indica si com e esistenti nell’ a rch ivio di S im ancas « le carte di Stato di G e n o v a , 14 9 5 - 1 6 1 6 » (p. 14 1) . Poi nel .codice cartaceo G . 6 5 , intitolato Comen- tarios y gu erra de T u r n i , debboho trovarsi molti particolari sui genovesi che furono con C a rlo V a l l ’ im presa del 15 3 5 (p. 15 6 s e g g .) . Infine il codice cartaceo G . 220 contiene la traduzione spagnuola del noto Com
pendio di Antonio D ’ O r i a , edito in G e n o v a nel 1 5 7 1 , fatta da « Luis de T o r o , mèdico ile la Ciudad de P l a s e n c ia , ano de 1 5 7 4 » (p· 158)·
Fra i docum enti, rileviam o le seguenti lettere del re Pietro II di A r a g o n a :
1. Valenza, 29 dicembre 12 7 7 . — Credenziali pei Capitani di G en ov a e pel Co nte di V e n t i m i g l i a , consegnate a ll’ arcidiacono di U rg e ! (p. 188).
2. V a le n z a , 30 luglio 12 7 9 . — Credenziale al Podestà ed ai cittadini di G e n o v a , perchè ricevano benignamente il Com m endatore di A lcan icio , spedito a papa N icolò II p r o quibusdam nostris negociis (p. 40)·
3. Barcellona, 10 febbraio. — A l Podestà, al Capitano, agli Anziani ed al C o m un e di G e n o v a : « Reputandovi speciali amici n o s t r i , . . . e credendo farvi cosa utile e grata col sopire l ’ antica discordia fra voi e i pisani, vi m andiam o nostri nunzi U gh etto di R o m a n in o , Alberto di λ olta e B arto lom eo M a c h o s e s __ A questi abbiamo poi ordinato, che vi manifestinò a voce tutto il nostro s ta to , nonché la volontaria ingiuria e il processo
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soldi B arcellona), v e rso certi m erca n ti, per mutuo fattogli in Genova p er solvendis debitis et fa c ie n d is expensis n avis sue m aioris (p. ioo).
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Pr i v i l e g i o a d u n o s c h i a v o l i b e r a t o. — T r o v i a m o nel Bollettino storico della S v i n e r à italiana (18 8 5 , n. 3) il documento seguen te:
P etrus F ra n ciscu s S p in u la P a triciu s Jan u en sis Classis N a vig io ru m Gemute Serenissim ae Reipublicac Praefectus. — U niversis et singulis cuiuscumque status, grad us , conditionis , dignitatis et offici j , présentes nostras visuris lecturis et a u d itu ris , fidem facim us ac attestamur ex testimonialibus fide dignis nobis exhibitis com peru isse atque nobis constitisse, atque constare M ichaelem G a n du lfu m , una cum duobus suis fratribus , versus Sardiniam navigantib us s e x ab hinc m ensibus in barbaras T u r e a ru m Christiani no
minis hostium m anus in c id iss e , eosque omnes T u n e s im captivos fuisse deductos, et tandem eundem M ich aelem pluribus calamitatibus et c o r poris cruciatibus in captivitate perpessis, se ipsum eliberasse per solutio
nem talaro rum quatuorcentum ; dictis suis fratribus in eadem captivitate relictis, pro quorum redem ptio ne solvere oportet tallaros septingentos;
quapropter ipsum M ich a ele m nostris navigijs in portum Genuae vehi ius- sim us, ad quaerendam a Christifidelibus dictam pecuniarum summam, pro recuperatione dictorum fratrum necessariam. Unde pietate ducti, summa ejusdem M id ia e lis paupertate perspecta ejus denique commiserantes, om nes et singulos quibus supra com m endamus eosque rogam us in Domino, ut clementi oculo sa n gu in e m Christianum respicientes eundem Michaelem praecipua caritate excipiant, ut eis pijs elemosinis subveniant, ac ab om nibus Christifid elibus per om nes urbes, pagos et oppida , et ubique loco
rum petere et colligere permittant ; ut dictus Michael suos inopes fratres e tam barbaris manibus redim ere valeat ac possit. C u m hujusmodi be
nefactores certissimi sint de eorum suflfragijs in Coelis et in terris a Deo copiosam et uberrim am retributionem erunt accepturi. Quare ipsum Mi
chaelem in veritatis testimonium has nostras impertivimus, ad hoc ut tu
tius et liberius pias e lem osinas a quavis persona utriusque s e x u s , tam ecclesiastica quam secula ri, ad hujusmodi redemptionem necessarias congé rere v a le a t , easque solito nostro m univimus s ig i l lo , et pro majori fide propria manu subscripsimus. Datum Genuae hac die octava Januarij 1697
Petrus Franciscus Spinula ut supra Praefectus.
(L . S.).
g i o r n a l e l i g u s t i c o r 55
Il Gandolfo era a Baden in Isvizzera il 9 marzo del 16 9 7 come ri
sulta dal permesso concessogli di limosinare in quella città. Si nota che
•colla stessa data venne rilasciato un consimile permesso a D om enico Repetto, anch’ egli liberatosi dalla schiavitù dei T u rch i. Ben ha fatto 1 editore del riferito documento a porre dubitativamente 1’ appellativo d i .
« levantinesi » cosi al Gandolfo come al R epetto, perchè debbono rite
nersi tutti e due genovesi, e con miglior determinazione, oriundi da Chiavari e luoghi circostanti.
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Nelle Notizie degli scavi di antichità (Ottobre 18 8 4 , 337), si legge il seguente rapporto dell’ Ispettore Rossi di Ventimiglia : « U n a costante tradizione paesana ci avea trasmesso, che l ’ antica città rom ana degli In temelii fosse difesa a mezzogiorno da una lunga cinta di mura assai ro
buste, dalla quale per mezzo di alcune porte la popolazione traeva al prossimo lido del mare. Che anzi additavasi a prova il largo m u ra glio n e , sopra cui posa la casa Parodi; al quale dalla parte che guarda il m a r e , stavano ancora aderenti al principio di questo secolo, g ro s s e anella di le rro , destinate a tenervi attacate le navi. Un consimile bastione si rin veniva pochi anni or sono, nello scavare le fondamenta della v illa Aprosio, che sorge a levante, sebbene assai discosta dalla predetta p ro
prietà Parrodi.
» Ed ora la vecchia tradizione riceve una novella c o n fe rm a, dalla sco
perta fattasi nella proprietà del sindaco comm. Secondo Biancheri, la quale intercede ira i predi Parodi ed Aprosio. Nei prim i giorni di ot
tobre si attendeva a scavare le fondamenta di un pozzo, quando tosto si vide comparire a fior di terra nella direzione di est ad ov est un robusto muraglione, dello spessore di m. 2, 10, formato di piccoli materiali posti alla rinfusa , rivestito però ancora in parte di durissim o cemento. Non si tardò da quelli agricoltori a divinare , essere quello il vecchio m u r a della città; ed a completare la tradizione volle il c a s o , che lo scavo si praticasse, dove appunto il muro offriva il vano di una porta ad arco tondo, dell’ altezza di m. 5,30 e della luce di in. 1,70.
» Sebbene la porta sia tanta larga da lasciar passare appena un carro, pure è certo che essa era pubblica , e che immetteva dal lido del m are in città, trovandosi subito passata detta porta, la via lastricata di la rg h i massi quadrilateri di pietra calcarea di Turbia. Nella breve area esp lo
rata, si rimisero pure in luce al lato destro due rocchi di colonna di marmo striato, uno della lunghezza di m. 2,30, 1’ altro di un so lo m etro,
ambedue del diametro di m. 0 ,50, e con segni manifesti di essere stati spez
zati con violenza.
» A l lato sinistro di chi entra , alle m ura di cinta si attacca nella dire
zione di nord a sud un m uro di edifìcio distrutto, al quale si a ve va ac
cesso mercè di tre lunghi gradini di pietra calcare di bel lavoro, i quali fanno testimonio di un’ opera architettonica non comune. »
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N e l l ’ A rch iv io storico italiano ^ X V , 55 e segg.) col titolo « V a razze re
sidenza dei V e s c o v i di B etlem m e » , G ir o la m o R o ss i intende provare che nel sec. X I I s’ innalzò l’ um ile chiesa di S . A m b ro g io di quella terra a cattedra v e s c o v ile , per concessione fattane l ’ anno 1 1 3 9 dal vescovo di S a v o n a A ld iz io ad A n c elin o v e s c o v o di B etlem m e , ed approvata poi dai pontefici. Su questo argom ento crediam o però che ritornerà fra non m olto l’ illustre conte R ia n t ; e noi aspetteremo, prim a di dirne altro, la sua pubblicazione.
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N e « L e cedole di T e s o r e r ia dell’ a rc h ivio di Stato di N a p o li d all’anno
N e « L e cedole di T e s o r e r ia dell’ a rc h ivio di Stato di N a p o li d all’anno