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Quando don Bosco fondò le FM A era u n fondatore m aturo, aveva colla­

boratori fidati p er sviluppare quanto andava abbozzando con abilità strategica e am pia paternità.

P er il bicentenario della sua nascita nel 2015 è auspicabile approfondire le diverse angolature del suo influsso sulle origini d e ll’istituto delle FM A, sotto il profilo spirituale, educativo, giuridico, sociale, organizzativo, istitu­

zionale, che n e ll’insiem e delineano il m odello religioso.

Il confronto accennato tra le diverse redazioni delle C ostituzioni fino al 1885 (ultim a edizione rivista da don B osco), alla luce delle C ostituzioni delle Suore di S. A nna e di quelle della Società Salesiana, m ette in risalto aspetti si­

m ili e identificanti delle FM A. I cam biam enti tra la prim a redazione e le p ro ­ gressive correzioni rendono ragione di u n chiarim ento che coinvolgeva diret­

tam ente le religiose interessate a praticare le Regole.

Il sondaggio ci lascia intravedere u n m odello religioso in f i e r i , che si ar­

ticolava a partire da uno scopo chiaro d all’inizio e contem perava la disciplina n e ll’osservanza delle regole e la fiducia accordata alle religiose, anche m olto giovani.

110 Cf l’ampio studio di Ana Maria Fernàndez, Le lettere di Maria Domenica Mazza­

rello testimoni e mediazione di una missione carismatica. Roma, LAS 2006.

L ’u n ita rie tà delle F M A , re lig io se di v ita attiva, d o v eva arm on izzare elem enti tradizionali della v ita religiosa e m o dalità inedite di p resen za edu­

cativa preventiva, richieste dai tem pi. L’intervento di don B osco e dei suoi rappresentanti tra le F M A fece sì che, p u r conservando o acquisendo alcuni elem en ti p ro p ri d ella v ita m o n astica, la m issio n e ed u cativ a p ro m u o v esse l ’evoluzione del m odello relig io so verso form e flessib ili che p enetrav ano n ella m odernità, senza opporvisi in m odo polem ico. L’apertura di com unità anche piccole, al di sotto dei sei m em bri richiesti, talvo lta occupando novizie del secondo anno; la disponibilità ad assum ere opere in gestione e a lav o ­ rarci da dipendenti tutelate da una convenzione, senza garanzia di continuità, la m o b ilità territo riale in v ista d e ll’efficacia delle opere, la d isp on ibilità a cam biare occupazione, sono indicatori della spinta apostolica, della fiducia intraprendente delle F M A che confidavano nel fondatore e n el direttore g e­

nerale, com e pure la prontezza n e ll’adeguarsi alle nuove istanze educative, senza reticenze.

La novità dei m ezzi e di alcune iniziative poggiava su ll’esperienza m a­

schile, che divenne il paradigm a di riferim ento attraverso la m ediazione dei docu m en ti leg islativ i, m a n o n esclu d ev a la creativ ità d elle re lig io se, esse stesse g io vani donne spesso p ro v en ien ti dal m ed esim o am biente p op olare delle rag azze da educare. I v alo ri che avevano aperto i loro o rizzonti m e ­ diante l ’esercizio di v irtù che form avano il carattere, diventavano u na p ro ­ posta di elevazione fem m inile a partire dalla dignità cristiana, che non am ­ m etteva sconti p er la supposta debolezza del genere fem m inile.

Lo “ spirito di M o rn e se” , com e fu chiam ato in seguito il clim a d ella prim a “casa di educazione”, aveva assunto la rielaborazione del m odello reli­

gioso di don B osco, attraverso la m ediazion e di m ad re M azzarello e della prim a com unità. E ssa sarebbe diventata l ’icona originaria a ogni latitudine.

Intorno al 1917 don F. R inaldi parlò alle suore di N izza M onferrato del Sistem a preventivo, d ell’assistenza salesiana, probabilm ente p er attutire degli irrigidim enti disciplinari che si erano verificati sia tra le FM A che tra i Sale­

siani. Interrogato sul m otivo p er cui quelle cose no n fossero state dette prim a, egli rispose che i Salesiani si erano preoccupati prim a di form are le religiose, p er poi affinarle com e educatrici. Tenendo conto d ell’esperienza originaria e del giudizio di don B osco su m adre M azzarello, viene da pensare che le qua­

lità educative a ll’inizio erano m eno esigenti rispetto alle istituzioni e p er certi versi era sufficiente l ’intuito della superiora e delle prim e collaboratrici. Col m oltiplicarsi delle opere e delle persone, iniziava il rischio di un a specie di burocratizzazione dello spirito religioso, che si stava am m antando di osser­

vanze. Si avvertì il rischio di u n ’om ologazione agli altri collegi, privi dello

specifico am biente fam iliare salesiano. La m ediazione dei direttori e confes­

sori non fu irrilevante: portatori di una certa idea della v ita religiosa fem m i­

nile e delle donne, non fu sem pre agevole interpretare il m odello originario di don B osco, che, p er quanto è apparso finora, no n sottolineava le differenze di genere, m a piuttosto la com une m issione educativa.

N ella v ita delle congregazioni religiose si parla di una fase spontanea, di u n ’altra n o rm a tiv a , e di q u e lla del co llasso o crisi. A lla lu ce d elle fonti sem bra che don B osco non lasciasse al caso la spontaneità delle FM A , p iu t­

tosto b en presto organizzò e norm ò la v ita religiosa, accogliendo l ’esperienza delle dirette interessate. C osì l ’equilibrio tra osservanza della regola e spirito d ’iniziativa, senso di appartenenza, adattam ento alla realtà concreta, costituì un punto di forza della form ula salesiana.

D ifatti sarebbe riduttivo desum ere il m odello religioso delle F M A u n ica­

m ente dalle fonti docum entarie, dal m om ento che soprattutto le C ostituzioni av evano ca rattere u ffic ia le e d o v evano risp e c c h ia re alcu n i p aram etri. Lo scarto presente tra lo scritto e l ’esperienza in atto costituì il processo di affi­

nam ento d ell’identità delle FM A, che peraltro n on si chiuse con l ’intervento del fondatore.

D on B osco ebbe il com pito di com porre in m odo organico le norm e, le pratiche disciplinari e l ’istanza educativa del suo tem po. In u n ’im m agine, si im pegnò a creare u n a n u o v a sintesi tra l ’invito trad izio n ale rivo lto alle religiose a tenere gli “occhi bassi”, e quello im plicito di tenerli ben “aperti”

n e ll’assistenza e n e ll’apostolato, in m odo da preparare alla vita con senso di realism o.

D osando presenza e delega, il fondatore agì spesso indirettam ente, con ­ sapevole di essere oggetto di venerazione e criterio di giudizio p er le FM A, a cui non lasciava m ancare espressioni di sollecita paternità. Forse non a caso sono rim aste più lettere e ricordi alle F M A com e com pagine unitaria, che alla sola m adre M. M azzarello o a C aterina D aghero (1881-1924). In fondo, affi­

dava l ’eredità spirituale educativa a tutte e a ciascuna, in m odo consono allo spirito di fam iglia, più che rivolgersi alla sola superiora, n ella fase del conso­

lidam ento istituzionale. Il suo esplicito ricordo nel 1885 fu: “Fate del bene, fate delle opere b uone, faticate, lav o rate m o lto p e r il S ignore e tu tte con b u o n a volontà. O h, n o n p erd ete tem po. [...] M ettetela in p ra tic a la v o stra santa regola, ed io vi ripeto ancora una volta che non ve ne pentirete m ai” 111.

Il cerchio si chiudeva intorno allo stesso invito espresso nel 1862. In m ezzo erano racchiusi i p rim i anni di esperienza, in d icati com e rispecchiati nelle

111 Cf Cronistoria V, pp. 49-50.

C ostituzioni, quale riferim ento autorevole che avrebbe prolungato la presenza del fondatore e la garanzia di attuare la propria m issione.

Il m odello di vita religiosa delle FM A alla scom parsa di don Bosco era delineato, m a gli appelli educativi, le richieste di fondazioni, i cam bi di m en ­ talità e la n o rm ativa canonica avrebbero inciso ulteriorm ente sia n ella vita interna delle FM A, sia nella loro im m agine sociale. L a som iglianza tra SDB e FM A sarebbe continuata p er la com une im pronta inconfondibile del D a mihi anim as, m a p e r altri versi le due con gregazion i si sarebbero diversificate, incrociando esigenze e m odi propri di intendere l ’educazione dei ragazzi e delle ragazze. È l ’orizzonte accattivante della ricerca di due m odalità com ple­

m entari di intendere la predilezione educativa p er i giovani e le giovani, ani­

m ati dallo stesso spirito.

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